Tutti la temono e sperano di non incontrarla mai, ma lei, puntuale come solo un orologio svizzero sa essere, si ripresenta sempre: non stiamo parlando della sfortuna ma dell’aberrazione cromatica (con una sola B, mi raccomando) che tanto spaventa i fotografi, a partire dal suo nome terrificante. In realtà, questo è uno dei problemi più comuni nel mondo della fotografia, tanto che i fotografi più esperti hanno imparato come gestirlo al meglio. Ecco perché nasce questa guida: vuole spiegare nel modo più dettagliato possibile in cosa consiste l’aberrazione cromatica, cercando infine di dare dei consigli per evitarla e gestirla al meglio. Quindi nessun timore, prendete il timone e pronti a navigare in questo argomento terrificante.
Aberrazione cromatica: cenni storici
Il problema dell’aberrazione cromatica era molto diffuso in astronomia, dato che le sfrangiature colorate intorno ai corpi celesti osservati infastidivano non poco gli astronomi. La soluzione per ovviare al problema venne in mente all’avvocato londinese Chester Morr Hall nel 1733, quando pensò che fosse possibile correggerlo unendo due lenti, una convergente e una divergente. Non avendo i mezzi necessari per realizzare questa tipologia di schema ottico, decise quindi di affidarsi a due diversi esperti per la sua realizzazione, ma questo, purtroppo, fu la sua rovina: il destino volle che i due ottici contattati si rivolsero ad una terza persona, George Bass, che si ritrovò con in mano il progetto di Hall senza che quest’ultimo lo volesse. Da artigiano esperto quale era, riuscì a realizzare il doppietto cromatico e, dato che per l’epoca era un’invenzione di proporzioni enormi, iniziò a parlarne deliberatamente con i colleghi, tra cui un certo John Dollond. Il progetto segreto di Hall divenne quindi di pubblico dominio e Dollond sfruttò la cosa per richiedere il deposito del brevetto dell’invenzione a suo nome, passando per il creatore effettivo dello schema ottico che risolveva il dilemma. Hall rimase con un pugno di mosche in mano e i vari processi a cui fu sottoposto John Dollond finirono tutti con la sua vittoria. Il doppietto acromatico migliorò le sue prestazioni nel corso dei decenni, fino a che Fraunhofer non ebbe l’idea di realizzare due lenti con vetri differenti a diverso indice di dispersione, arrivando poi ai giorni nostri con i lenti di vario genere presenti negli schemi ottici di obiettivi fotografici, telescopi, microscopi e via dicendo.
Aberrazione cromatica: un problema diffuso
In gergo tecnico, l’aberrazione cromatica è un difetto nella formazione dell’immagine dovuta al diverso valore di rifrazione delle lunghezze d’onda che compongono la luce che passa attraverso il mezzo ottico. Questo comporta una serie di problemi, tra cui i famosi bordi colorati degli oggetti, che possiedono tutti gli sistemi ottici esistenti e non solo i nostri amati obiettivi fotografici. L’aberrazione cromatica è conosciuta anche con i nomi “color fringing” o “purple fringing” e, in poche parole, è causata dalla dispersione da parte della lente dei colori che viaggiano a velocità diverse all’interno di essa. Dovete sapere che la luce bianca è composta da diversi colori, ognuno dei quali riconosciuto da una determinata lunghezza d’onda e frequenza. Idealmente, la lente perfetta dovrebbe essere in grado di allineare queste frequenze nello stesso modo, facendole convergere esattamente sullo stesso punto focale. Quindi dov’è il problema? Semplicemente, e qui vedo persone strapparsi i capelli, una lente perfetta non esiste e in fotografia ogni obiettivo ha un’indice di rifrazione diverso per ogni lunghezza d’onda, facendo in modo che le varie frequenze dei colori lo attraversino con angoli leggermente diversi e quindi condotti su differenti piani focali. Le situazioni in cui è più facile imbattersi in questo problema sono quelle ad alto contrasto, con fonti luminose diverse e predominanti, mentre non ha assolutamente senso parlare di aberrazione cromatica quando si parla di raggio di luce monocromatico. Gli effetti non si limitano a contornare i bordi dei soggetti presenti nella vostra immagine con dei colori diversi ma, nei casi più spinti, può arrivare a far sembrare l’immagine sfocata.



Aberrazione cromatica: tipologie
Aberrazione cromatica longitudinale
Nel piano più vicino alla lente, dove si trovano le radiazioni blu-violette di una sorgente puntiforme bianca, si osserva un’immagine blu-violetto al centro con una specie di aureola rossa, mentre dove si trovano le radiazioni rosse, ossia nel piano più lontano dal centro della lente, l’aureola è violetta e il punto centrale rosso. La distanza tra i due piani giacente sull’asse ottico prende il nome di aberrazione longitudinale. Questo tipo di problema, causato sempre dalle lenti, può mostrare dei colori attorno ai vari soggetti presenti nella vostra immagine; vi sarà capitato sicuramente, almeno una volta, di fare un bello zoom sull’immagine, un ingrandimento 100x ne vostro programma di editing preferito, ed esservi ritrovati ad osservare dei bordi blu o rossi attorno alle foglie di un albero, sui bordi di un edificio o sui lineamenti di una persona, giusto? Questa è esattamente l’aberrazione cromatica longitudinale, che può essere appunto presente sia ai bordi che al centro dell’immagine. Questa tipologia di aberrazione tende a scomparire man mano che si chiude il diaframma, dato che l’aumento di profondità di campo migliora la messa a fuoco.
Aberrazione cromatica laterale (o traversale)
Questa tipologia di aberrazione cromatica, chiamata anche differenza cromatica di magnificazione, avviene quando le diverse lunghezze d’onda del colore si concentrano su punti differenti dello stesso piano focale. Rispetto all’aberrazione longitudinale, questa non si forma mai al centro dell’immagine ma è molto più marcata nei bordi. E’ prettamente legata al concetto di zoom, perché allungando o accorciando l’escursione focale può accadere che l’immagine venga proiettata sullo stesso piano di fuoco in posizioni diverse in base alla lunghezza d’onda di colore presa in considerazione. Questo tipo di aberrazione cromatica produce quindi innumerevoli piani differenti, ed è un problema risolvibile esclusivamente in post produzione grazie alla features dei programmi di editing di alta qualità, che riescono a risolvere il problema e garantire dei risultati estremamente positivi.
Aberrazione cromatica: come evitarla
Come vi accennavo in precedenza, non esistono obiettivi fotografici esenti da questo difetto ottico. Fatto sta, comunque, che sul mercato siano presenti ottiche più qualitative di altre sotto questo punto di vista, costruite in modo da cascare il meno possibile in questo difetto. Gli obiettivi di alta qualità vengono realizzati con una successione di lenti con indici di rifrazione differenziati che vanno a compensarsi a vicenda, in modo tale che tutte le lunghezze d’onda finiscano nello stesso punto di fuoco. I materiali con cui vengono realizzati includono vetri ottici a bassissima dispersione (chiamati ED) con materiali tipo la fluorite, che ha dei valori bassissimi di dispersione. Come potete immaginare, obiettivi con queste caratteristiche sono costosi e non proprio alla portata di chiunque, ma comunque non eliminano definitivamente il problema soprattutto quando si scatta ad un’apertura del diaframma molto ampia.
Un altro modo per evitare l’aberrazione cromatica, o per meglio dire limitarla il più possibile in fase di scatto, è decidere di utilizzare il formato RAW: questo fattore vi permetterà di sistemare meglio il difetto in fase di post produzione, grazie all’ausilio di software che hanno la possibilità di cancellarlo o ridurlo drasticamente. Al giorno d’oggi, comunque, molte fotocamere moderne hanno un sistema di correzione dell’aberrazione che si attiva nel momento dello scatto, anche se non è abbastanza per impedire che il fenomeno si mostri in certe circostanze. Altre piccole indicazioni sono: non mettere mai il soggetto vicino ai bordi dell’immagine e evitare le zone con un fattore di contrasto particolarmente elevato.
Aberrazione cromatica: software di editing
Esistono tantissimi software fotografici in commercio, sia a pagamento che gratuiti. La maggior parte di loro permette la rimozione dell’aberrazione cromatica presente nelle fotografie, rendendoli strumenti essenziali per ovviare al problema quando è preponderante. Programmi come i software di editing della suite Adobe e Capture One sono importantissimi per ovviare al problema, sopratutto se si intende andare a stampare l’immagine a dimensioni rilevanti.
Aberrazione cromatica: Lightroom
Togliere questo difetto tramite Adobe Lightroom è abbastanza semplice ed intuitivo: nella schermata di Sviluppo, sulla parte destra dove ci sono tutti i parametri modificabili, c’è un apposito riquadro chiamato Correzioni Obiettivo dove vi sarà possibile spuntare la casella “Rimozione aberrazione cromatica“. Il range di movimento è ampissimo, grazie ai quattro cursori che vi permetteranno di andare a modificarla nel dettaglio: Fattore viola che determina l’intensità della rimozione delle sfrangiature di questo colore, Tonalità viola è il range di tonalità rimosse, Fattore verde influisce sull’intensità della rimozione delle aberrazioni verdi, Tonalità verde che determina il valore di tonalità di questo colore presente nell’immagine. Imparare a gestire questi quattro parametri è fondamentale, poiché un utilizzo errato e spinto potrebbe andare a modificare i colori della scena che non vorreste toccare. Per farlo, è consigliabile visualizzare l’immagine con un ingrandimento 100x sulla zona che soffre di aberrazione, così da averla perfettamente sotto controllo durante le operazioni di rimozione. Grazie ai tasti della tastiera vi sarà possibile evidenziare le parti interessate: tenendo premuto il pulsante Alt e cliccando sul cursore interessato, verranno infatti evidenziate le aree dell’immagine interessate dalla modifica, migliorando il controllo generale dell’operazione e riducendo le possibilità di sbagliare.
Aberrazione cromatica: Camera Raw
Camera RAW è il software per la lavorazione iniziale dei RAW prima di accedere ad Adobe Photoshop, ed è molto simile a Lightroom per quanto concerne caratteristiche e possibilità di lavorazione. Una volta che avrete caricato l’immagine e si sarà aperta la schermata di modifiche potrete notare, in alto a destra, una serie di icone e, tra quelle, una a forma di obiettivo denominata Correzioni lente. Potrete spuntare la casella rimuovi aberrazioni cromatiche che, solitamente, agisce abbastanza bene da sistemare il problema automaticamente ma, nel caso non fosse così, dovrete andare ad agire manualmente sull’immagine. Qui vi ritroverete con gli stessi identici quattro cursori presenti su Lightroom e il procedimento di modifica è lo stesso analizzato sopra. Anche in questo caso, ovviamente, prestate particolare attenzione agli effetti che ogni singola modifica possono avere su tutto il fotogramma.
Aberrazione cromatica: Capture One
Il software di Phase One utilizza uno specifico profilo ICC per ogni fotocamera e ogni obiettivo. Grazie alla sezione Aberrazione Cromatica il programma analizzerà l’immagine nel dettaglio e applicherà una correzione specifica in base ai problemi rilevati. Nel pannello Correzione Obiettivo è inoltre presente la funzione Elimina Aloni per andare ad agire manualmente sull’aberrazione cromatica.
Aberrazione cromatica: conclusioni
L’aberrazione cromatica è quindi un problema diffuso e tutte le lenti, in modo diverso, ne soffrono. Ad incidere sulla sua presenza, come abbiamo visto, sono diversi fattori tutti importanti e rilevanti ma, grazie alla tecnologia attuale, con una buona post produzione è possibile eliminare del tutto questo difetto che da sempre fa tantissima paura ai fotografi. Quindi, a conti fatti, non temete: imbracciate la macchina fotografica, uscite e fotografate. Ponete attenzione a quei piccoli dettagli in modo da evitarla il più possibile in fase di scatto, evitando le zone di alto contrasto e fotografando in RAW, stando tranquilli: tutto si può sistemare nel 2020… o quasi.
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