Un cognome che non era solo un cognome, ma un modo di vivere e vedere la vita e la musica: ci dice addio Mick Rock, fotografo che nel corso delle decadi ha immortalato i più grandi artisti viventi. Ecco il nostro saluto.
Addio Mick Rock: il destino nel cognome
Sembrava quasi destinato, leggendo il suo cognome: Michael David Rock, in arte Mick Rock, è scomparso all’età di 72 anni dopo aver scritto la storia della fotografia musicale immortalando le più grandi star del palco come David Bowie, Daft Punk, Snow Patrol, Nas, The Misfits, Snoop Dog, Michael Bublé, MGMT, Lady Gaga e molti altri, in una lista che potrebbe andare avanti (quasi) in eterno. L’annuncio della dipartita arriva direttamente dal suo account ufficiale di Twitter: “È con il cuore più pesante che annunciamo che il nostro amato, rinnegato e psicheledico Mick Rock ha compiuto il viaggio junghiano dall’altra parte“.
Considerato all’unanimità “L’uomo che ha immortalato gli anni ’70“, Mick Rock si poteva considerare un vero poeta della fotografia musicale che ha reso la figura di David Bowie, tra tutte, quella che abbiamo imparato a conoscere e idolatrare. Nato ad Hammersmith, a Londra, Mick ha studiato alla Emanuel School of London e al Gonville and Caius College di Cambridge, laureandosi in lingue medievali e moderne. L’approccio per la poesia nasce prima di quello per la fotografia: durante il periodo scolastico si appassiona ad autori come Rimbaud, Baudelaire, Shelley e Byron. È sempre durante gli studi a Cambridge, però, che nasce il suo amore per la fotografia: sfrutta la macchina fotografica di un amico per scattare i concerti della scena rock locale, rimanendone ammaliato. Da quel preciso momento, la sua carriera ha spiccato il volo velocemente e ha potuto collaborare con gli artisti più grandi ritraendoli e lavorando alle loro copertine musicali. Alla fine del 2006, Mick Rock è stato insignito del Diesel U Music Legends Award per il suo contributo al mondo della musica.
Addio Mick Rock: un maestro che se ne va
Un maestro della fotografia, un uomo che ha dedicato la sua vita alla poesia della musica ispirandosi e ispirando generazioni. Non possiamo che ricordarlo così, come un culture della vita e dell’arte. Non possiamo che salutarlo urlando il suo cognome, dato che mai nessun cognome è stato più azzeccato. Alla prossima, Mick Rock.