Alex Honnold: The Soloist VR è il nuovo documentario con protagonista il famoso scalatore Alex Honnold che abbiamo già conosciuto in Free Solo, premiato come miglior documentario agli Oscar 2019. Questa volta l’esperienza diventa ancora più immersiva, praticamente scalerete varie pareti delle Alpi Senza corde e senza dover lasciare la vostra casa, vediamo insieme i dettagli.
Alex Honnold The Soloist VR: sulle Alpi in free solo
Mentre per la gran parte delle persone scalare le Alpi è già terrificante, per altri sembra una passeggiata, tanto che non usano nemmeno le corde per assicurarsi. Parliamo di Alex Honnold che si è fatto conoscere nel 2019 dal grande pubblico grazie al documentario Free Solo, diretto da Jimmy Chin e vincitore dell’Oscar come miglior documentario. Il documentario del 2019 racconta come Alex Honnold sia riuscito a scalare la parete rocciosa di El Capitan nello Yosemite senza corde per la prima volta nella storia. Se lo avete visto ricorderete di certo il senso d’ansia che vi ha accompagnato dall’inizio alla fine e sinceramente non oso immaginare come potrebbe essere un’esperienza del genere in VR. A differenza mia, Alex Honnold e il regista Jonathan Griffith non si sono posti il problema, anzi hanno deciso di sfruttare a pieno le potenzialità delle riprese in VR e dei visori per portare l’esperienza dell’arrampicata free solo alla portata di tutti.
“Nessuno si chiede quale sia il lato positivo dell’esperienza. Tutti vogliono solo sapere cosa succede se cadi. In VR, almeno puoi guardarti intorno e apprezzare il lato positivo dell’esperienza, ovvero che ti trovi in un posto incredibile, vivendo questa fantastica arrampicata” le parole di Honnold.
Il documentario, composto da due parti, racconta la salita in free solo di Honnold dell’American Direct sull’Aiguille du Dru a Chamonix e cresta Kuffner sul Mont Maudit, due vie non proprio semplicissime da scalare senza l’utilizzo di corde.
Com’è stato registrato
Le premesse di Alex Honnold: The Soloist VR sono molto buone, ma come hanno fatto a registrare in VR durante delle scalate estreme sulle pareti rocciose delle Alpi? Tutto il documentario è stato girato con Insta360 Titan in 10K 3D, anche se inizialmente la scelta non sembrava così scontata e Jonathan Griffith aveva diversi dubbi sull’effettiva fattibilità del progetto. La Titan è una videocamera in 360 composta da otto obiettivi con sensore Micro Quattro Terzi che pesa la bellezza di 5,5 kg, non proprio il primo strumento a cui pensare per riprese estreme durante un’arrampicata.
“Quando stai cercando di ricreare la realtà per lo spettatore, devi scattare con il miglior sistema di acquisizione disponibile che per il momento è Insta360 Titan. Sensori più grandi, un’ottica migliore e la possibilità di scattare a 10 bit cambiano il gioco per me. Migliore è la qualità di acquisizione, migliore sarà l’esperienza per lo spettatore. Anche se è stato un enorme sforzo logistico e fisico portare la Titan in questi luoghi, sono davvero contento di averlo fatto” spiega Griffith.
Ci è voluto relativamente poco a convincere il regista che questa camera era la scelta giusta, di conseguenza il problema non era più se il progetto era effettivamente fattibile, ma come portare la Titan in parete per essere utilizzata.
Problemi logistici
Una volta che il team ha deciso che la Titan era la camera prescelta per Alex Honnold: The Soloist VR, la sfida successiva era trovare il rig giusto per poter trasportare e appendere la camera in parete. La progettazione del sistema che poi hanno utilizzato è durata più di un anno e doveva rispettare tre principali requisiti:
- la telecamera doveva essere il più distante possibile dalla parete rocciosa;
- il rig doveva essere stabile e non oscillare con il vento;
- il tutto doveva poter essere trasportato in uno zaino ed essere montato molto rapidamente.
Alla fine ci sono riusciti e hanno progettato il giusto sistema, ma qui inizia la seconda sfida che consiste nel restare fuori dall’inquadratura della Titan che riprende davvero tutto nel dettaglio. Qui hanno dovuto fare un gran gioco di squadra ed affidarsi anche al sistema di monitoraggio a distanza Farsight che consente di impostare e controllare la telecamera a distanza.
“Questa è stata senza dubbio la produzione più complicata che abbia mai fatto in vita mia sia dal punto di vista logistico che fisico. Per farcela, dovevamo lavorare come un team affiatato e altamente specializzato, altrimenti non avrebbe funzionato, dovevamo muoverci in modo rapido ed efficiente”, ha spiegato Griffith.
Alex Honnold The Soloist VR: conclusioni e dove vederlo
È interessante vedere l’utilizzo di queste tecnologie anche nel mondo degli sport estremi e sicuramente le parole di Griffith ci spiegano perchè un visore VR può offrire un’esperienza più completa quando si parla di video di arrampicata:
“Non c’è niente che possa essere più immersivo del VR se parliamo di arrampicata. In TV, hai ancora una barriera… dove sai che non ci sei fisicamente. Ma in VR, sei completamente immerso e sei proprio lì e non c’è niente tra te e la scena. Voglio condividere quell’immersione con le persone”
Il documentario della Jonathan Griffith Productions è già disponibile su Oculus TV attraverso i visori Meta Quest VR, mentre su Red Bull TV potrete trovare i video del backstage della produzione.