Tratto dal romanzo “Poirot sul Nilo” del 1937, Assassinio sul Nilo è il secondo adattamento cinematografico dei libri scritti da Agatha Christie con protagonista Kenneth Branagh nei panni di Hercule Poirot. Ho avuto il piacere di presenziare all’anteprima stampa di Milano presso il cinema Odeon, così da parlarvene approfonditamente. Ce l’avrà fatta il nuovo film diretto e interpretato da Kenneth Branagh a bissare quanto di buono fatto con il primo capitolo? Ecco la mia recensione di Assassinio sul Nilo.

Assassinio sul Nilo recensione: introduzione
Dopo il grande successo di Assassinio sull’Orient Express, film uscito nel 2017 e tratto da quello che probabilmente è il libro più famoso di Agatha Christie, Kenneth Branagh torna davanti e dietro la macchina da presa (nei panni di regista e del protagonista Hercule Poirot) per dare vita all’adattamento cinematografico di Assassinio sul Nilo, sequel ufficiale tratto dal romanzo best-seller “Poirot sul Nilo“.
Ho avuto il piacere di guardare l’anteprima stampa a Milano presso The Space Cinema Odeon, vicino a Piazza Duomo, e personalmente non vedevo l’ora di gustarmi questo film: il primo, per quanto avessi letto libro e seguisse di per sé un canovaccio classico per il genere, mi aveva stupito e intrigato. L’ottimo ritmo, le interpretazioni di un gruppo di attori di grande caratura, le musiche e la fotografia: tutto mi era piaciuto di Assassinio sull’Orient Express, quindi non vi nascondo che sono partito per questo secondo appuntamento con tantissime aspettative. Saranno state ripagate?
Assassinio sul Nilo recensione: trama e cast
Prima di parlarvi del film e darvi il mio parere, scopriamo trama e cast di Assassinio sul Nilo. Ci tengo a precisare che non ci sarà alcuna parte spoiler nei prossimi paragrafi e, più in generale, nei vari capitoli di questa recensione. L’unico frangente in cui andremo a spulciare alcune scene sarà prima del giudizio finale in un paragrafo a sé stante e ben marcato, così che possiate saltarlo a piè pari se non voleste rovinarvi l’esperienza in sala.
Trama del film
La nuova fatica di Kenneth Branagh nei panni di regista e personaggio principale, ossia Hercule Poirot, è stata annunciata nel 2017, quando la 20th Century Fox, forte del successo di Assassinio sull’Orient Express, rivelò l’inizio della pre-produzione del sequel. Le riprese sono iniziate ufficialmente il 30 settembre 2019 nei Longcross Studios in Inghilterra per poi proseguire in Egitto, terminando il 18 dicembre dello stesso anno.
La trama di Assassinio sul Nilo è molto semplice: mentre si trova in vacanza sul Nilo, in Egitto, il detective di fama mondiale Hercule Poirot si propone di trovare l’assassino legato ad un misterioso triangolo amoroso.

Cast e troupe
Ad accompagnare Kenneth Branagh in questa nuova avventura, troviamo Gal Gadot nelle vesti di Linnet Ridgeway Doyle, Armie Hammer come Simon Doyle, Rose Leslie che dà il volto a Louise Bourget, Annette Bening come Euphemia, Tom Bateman ad interpretare Bouc, Russel Brand come dottor Bessner, Dawn French nelle vesti della signora Bowers, Emma Mackey come Jacqueline de Bellefort, Sophie Okonedo nei panni di Salome Otterbourne, Letitia Wright che interpreta Rosalie Otterbourne, Ali Fazal che impersona Andrew Katchadourian, e Jennifer Saunders come Marie Van Schuyler.

Assassinio sul Nilo è stato prodotto da The Estate of Agatha Christie, 20th Century Studios e Scott Free. Più nello specifico, Ridley Scott, Kenneth Branagh, Judy Hofflund e Kevin J. Walsh sono produttori, mentre Mark Gordon, Simon Kinberg, Matthew Jenkins, James Prichard e Matthew Prichard produttori esecutivi. La distribuzione italiana è ad opera di 20th Century Fox.


La regia è di Kenneth Branagh ed è basata su una sceneggiatura di Michael Green, sceneggiatore anche del primo capitolo. La fotografia è stata affidata a Haris Zambarloukos, il montaggio a Úna Ní Dhonghaíle, le musiche sono curate da Patrick Doyle e la scenografia è di Jim Clay. Il trucco è ad opera di Nicola Iles, i costumi di Paco Delgado. Jim Machin, David Watkins, George Murphy e Jon Bowen hanno realizzato gli effetti speciali.
La durata del film è di 127 minuti ed è di genere giallo, drammatico e thriller. L’uscita nelle sale italiane è prevista per il 10 febbraio 2022.


Assassinio sul Nilo recensione: il fallimento dell’amore
Come la pelle che invecchia, l’amore fallisce. Vorrei utilizzare questa frase estrapolata da Assassinio sul Nilo per iniziare la recensione, perché il film di Branagh sfrutta la canonica evoluzione dei film di genere (introduzione, avvenimento, fase di indagine e risoluzione) per parlare di amore, sofferenza e resilienza. Di esseri umani, persone che, in nome di questo sentimento, hanno commesso gli atti più atroci, hanno provato invidia e rabbia, hanno rinunciato a sé stessi e ad una vita di sentimenti. Ne è l’esempio lampante lo stesso Hercule Poirot che, senza dirvi troppo, ha deciso di innalzare una barriera davanti a sé stesso e al suo cuore, buttandosi a capofitto nel suo più grande talento: quello investigativo. Tutto per dimenticare e lasciarsi alle spalle un dolore troppo grande da ricordare.


Tutti i personaggi di Assassinio sul Nilo si muovono, respirano e agiscono in nome dell’amore: quello ormai relegato in un angolo del passato, quello puro e vero che cerca di sopravvivere in un mondo disonesto e aberrante, quello malato e ricco di superbia e invidia. L’amore è il motore trainante di questa pellicola, molto più del caso che il nostro amato detective deve risolvere. Tutto gira attorno a questo ma la cosa bella è che non scade mai nel banale, per quanto le motivazioni dei vari personaggi a volte lo possano essere. Assassinio sul Nilo gravita attorno una sottile linea rossa ma non la varca mai, raccontando tante piccole storie che si incastonano meravigliosamente con la trama principale.
Il merito, ovviamente, è molto di Agatha Christie, capace di entrare nel gotha della narrativa mondiale. Il merito, però, è anche di Kenneth Branagh che, oltre ad interpretare con incredibile disinvoltura e bravura un personaggio difficile ed enigmatico come Poirot, ci mette del suo e prende alcune scelte stilistiche precise e nuove, ma senza mancar mai di rispetto all’opera originale. Più che dirigere un film, mi è sembrato che il regista e attore nordirlandese abbia voluto omaggiare il libro di Agatha.

Le scelte di regia di Branagh funzionano, fanno girare il film che è una meraviglia tanto da non avermi fatto staccare lo sguardo per un solo istante. La trama principale si evolve in modo pulito, semplice ma, al contempo, ricco di pathos, capace di generare interesse e farci entrare nel mondo di Poirot, farci investigare insieme a lui. Non avendo letto il libro Poirot sul Nilo (diversamente dal film precedente), sono riuscito a gustarmi ogni dettaglio e, solo dopo, sono andato a leggermi la trama di Agatha per vedere quanto il film si differenziasse. Come detto sopra, al netto di alcuni cambiamenti apportati dal regista, il film rende perfettamente omaggio all’opera e la esalta grazie alla sapiente regia, al ritmo incessante, alle ottime performance recitative, alle musiche sempre azzeccate e a una fotografia davvero ispirata.


La fotografia è un punto di forza di Assassinio sul Nilo: Kenneth Branagh e Haris Zambarloukos hanno realizzato un piccolo capolavoro tra giochi di luce, inquadrature talmente precise e geometriche da sembrare quelle di Wes Anderson, cambi di prospettiva ben amalgamati e riflessi dentro specchi che vogliono aiutarci a svelare il mistero. Anche i costumi e le scenografie sono di altissimo livello, con i personaggi ben caratterizzati proprio a partire dagli abiti indossati. Al netto di tutte queste qualità, c’è da dire che gli effetti speciali (pochi, a dirla tutta) sono stati probabilmente il punto debole della pellicola, soprattutto in alcuni brevi frangenti.

Assassinio sul Nilo recensione: un ultimo interrogatorio, Poirot!
Assassinio sul Nilo procede spedito, intriga lo spettatore avvolgendolo in un racconto ricco di colpi di scena che, uno dopo l’altro, si susseguono fino all’inaspettato (per chi non ha letto il libro) epilogo. Lo svolgimento, come vi dicevo poco sopra, è canonico: si introducono i personaggi, avviene un fatto, si indaga e si arriva alla sua risoluzione. Nulla di nuovo o trascendentale ma, e qui sta la bravura del regista, non annoia mai. Anzi, probabilmente riesce a tenere lo spettatore ancor più col fiato sospeso rispetto ad Assassinio sull’Orient Express. Alla fine, se ci pensiamo, tutti i film hanno una trama che si evolve secondo quelli che sono i canoni del genere. L’importante, a conti fatti, è trattare bene il materiale, avere una sceneggiatura forte alle spalle (complimenti a Michael Green) e dirigere con amore per il cinema. Alla fine, permettetemi il paragone, realizzare un film è come cucinare un buon piatto: gli ingredienti sono spesso gli stessi, l’amore che ci si mette no. E l’amore, nell’arte, è tutto.
Ah, vedete che l’amore ritorna sempre? Anche ora, nonostante non l’abbia fatto apposta.

Assassinio sul Nilo non sarebbe l’ottimo film che è se, ovviamente, non avesse un cast capace di calarsi perfettamente nei diversi ruoli. Kenneth Branagh è nato Hercule Poirot: non sbaglia un colpo e non posso immaginarmi altro attore (forse forse, solo Sam Neil) nel ruolo del detective più famoso del mondo insieme a Sherlock Holmes. Gal Gadot, di cui non sono un grande fan, mi ha convinto con una prova di alto livello, così come Emma Mackey, Armie Hammer, Tom Bateman e tutti gli altri. Nota di merito a Sophie Okonedo, una delle attrici con l’interpretazione migliore.
Anche il doppiaggio italiano merita di essere menzionato: tutte le voci sono perfettamente in simbiosi con gli attori e i rispettivi personaggi.

Sotto certi punti di vista, Assassinio sul Nilo è un film molto più profondo rispetto ad Assassinio sull’Orient Express. Il fallimento e il dolore sono palpabili, e l’unico modo per Poirot di vincere è essere sconfitto. Se nel primo capitolo ci si lasciava andare maggiormente a momenti di ironia (per esempio, tutte le scene con le piccole fissazioni di Poirot) qui si bada più al sodo, e si entra molto più nella mente dei vari personaggi. Più che un’indagine, quasi, il nuovo capitolo sembra un’analisi del comportamento, uno studio psicologico.
Assassinio sul Nilo recensione: un piatto che non basta mai
Ho paragonato fare cinema a cucinare un buon piatto, e Assassinio sul Nilo è un piatto decisamente uscito bene, di quelli che andrei avanti a mangiare per ore a rischio di esplodere. Infatti, nonostante non inventi nulla di nuovo, non appena terminata la visione ne avevo ancora voglia. Ancora, ancora, ancora. Come con un buon piatto di carbonara o un buon bicchiere di vino. Qui sta la bravura del regista e di tutta la troupe (perché un film, ricordate, non lo fa mai solo chi lo dirige) che ci ha lavorato dal 2017 ad oggi. A pensarci bene, ho voglia di rivederlo anche durante la stesura della sua recensione.

Assassinio sul Nilo ti fa investigare insieme a Poirot e, quando finisce, ti fa venire voglia di uscire e lanciarti alla risoluzione di misteri irrisolti. Ti fa venire voglia di comprare un libro giallo, che sia di Agatha Christie o meno. Ti fa sobbalzare, perché un paio di colpi di scena con annesso “jump scare” non sono mancati. Ti fa riflettere e rattristare tanto quanto sognare e sperare, quando riesce a parlare di amore in modo sognante e al contempo fortemente disilluso. Ti lascia profonde cicatrici sulla pelle, come quelle che qualcuno, sotto il suo aspetto pacato e particolare, nasconde con grande abilità.

Assassinio sul Nilo recensione: SPOILER
Questo paragrafo è dedicato all’analisi di alcune parti del film, ergo è pieno di spoiler. Vi invitiamo a saltare questo paragrafo e giungere direttamente al verdetto finale di Assassinio sul Nilo recensione se non volete rovinarvi l’esperienza in sala e l’effetto sorpresa di alcune scene.
Quanto si soffre per amore? Quali cicatrici lascia, amare? Hercule Poirot potrebbe rispondere in mille modi diversi a queste domande, ma resta il fatto che ha sofferto. La parte iniziale di Assassinio sul Nilo, realizzata da Kenneth Branagh con un bellissimo bianco e nero (forse un allenamento in vista di Belfast, l’altro film diretto da lui in uscita nei prossimi mesi?) è un’ottima introduzione che permette di entrare nel mood e farci capire come il nostro amato investigatore si muoverà nel contesto successivo. È anche utile a farci capire il perché dei suoi baffi, le motivazioni che lo hanno spinto ad averli e tenerli.

Gli stessi baffi che poi, alla fine di tutto, scompaiono. Ho trovato questa scelta davvero azzeccata, come se tutto quello che Poirot ha vissuto sulla nave in Egitto lo ha portato ad accettare il suo dolore, l’amore perduto e, soprattutto, le cicatrici che lo hanno cambiato per sempre. Una scelta, a parer mio, emozionante e perfetta.


Branagh si prende alcune licenze rispetto al romanzo di Agatha Christie, ma lo fa con sapienza e talento. Riesce a creare tensione e farci entrare nella storia, facendoci anche sobbalzare in alcuni punti. Per esempio, il momento in cui è seduto con Simon e Bouc e quest’ultimo viene colpito da un proiettile mi ha fatto sobbalzare dalla sedia del The Space Cinema Odeon.
L’omicidio che dà il via alla ricerca investigativa di Poirot avviene dopo oltre un’ora dall’inizio del film, ma tutto ciò che lo anticipa ci aiuta a capire i personaggi ed è un crescendo di emozioni e attesa del fatidico atto omicida. L’assassinio arriva al punto giusto, dopo che la tensione è cresciuta alle stelle. Semplicemente perfetto.


Assassinio sul Nilo: il nostro verdetto
Assassinio sul Nilo mi è piaciuto tantissimo, davvero. Un film diretto bene, con un ritmo incalzante, una fotografia davvero ispirata, un cast stellare che non delude le aspettative e scelte musicali azzeccate. Kenneth Branagh è il perfetto Hercule Poirot, e sono riuscito ad apprezzare anche Gal Gadot. Il film prende l’assassinio e lo sfrutta sia per creare un thriller ricco di suspense sia per parlare di amore, di persone e delle loro emozioni. Stupisce, fa sorridere in alcuni frangenti e ci catapulta nel magico mondo di Agatha Christie con un tono più maturo e cupo rispetto al film precedente. Ci fa venire voglia di una nuova storia da scoprire, di un nuovo capitolo da assaporare. Eh, sì: Assassinio sul Nilo è proprio un bel piatto e vuoi subito il bis.
Recensione in breve
Assassinio sul Nilo
Assassinio sul Nilo è un ottimo film. Scorre bene, intriga e ci fa venire voglia di una nuova avventura con Kenneth Branagh nelle vesti di Hercule Poirot. Musiche, cast, costumi, fotografia: tutti gli elementi sono di alto livello, fatta eccezione per alcuni effetti speciali. Un film da vedere sia se siete appassionati di racconti gialli sia se siete amanti del buon cinema.
PRO
- Kenneth Branagh è nato Hercule Poirot
- Cast, costumi, musiche: tutto perfetto
- Intriga dal primo all'ultimo minuto
- Il finale è un tocco di classe
- Fotografia ispirata e di alto livello
CONTRO
- Qualche effetto speciale non all'altezza