Poiché la tecnologia per manipolare immagini, video ed audio diventa sempre più sofisticata, i giornalisti hanno bisogno di programmi ugualmente avanzati per combattere questo problema. La compagnia Jigsaw (nota precedentemente come Google Ideas) ha appena rilasciato un nuovo tool chiamato Assembler . Si tratta di un software disegnato appositamente per aiutare i giornalisti a riconoscere le immagini manipolate e aiuterà ad impedire la diffusione della disinformazione.
In un’epoca dove ognuno ha a disposizione un computer e può facilmente reperire un programma di editing fotografico diventa sempre più importante riconoscere le immagini reali da quelle manipolate. Ovviamente non stiamo parlando di un uso eccessivo del contrasto e della saturazione. Queste modifiche non fanno grossi danni oltre a far sanguinare gli occhi di chi guarda. È importante però che nell’informazione le fonti siano sempre attendibili e le immagini sempre il più veritiere possibile.
Assembler: perchè ne sentivamo il bisogno
È da moltissimo tempo che le foto vengono manipolate: a cominciare da Churchill che in una foto perde magicamente il suo sigaro, passando per un gerarca nazista che sparisce da una foto che lo ritraeva con Hitler, stessa cosa è stata fatta con Trockji e Stalin. Persino la ben nota copertina dell’album Abbey Roads dei Beatles è stata recentemente modificata, nell’originale infatti Paul Mc Cartney teneva in mano una sigaretta, fatta opportunamente sparire negli anni duemila. Fino ad arrivare in tempi recenti quando le foto di un lancio di sette missili iraniani ne hanno magicamente raffigurati nove.
A volte anche ad un occhio più esperto queste ed altre correzioni possono risultare veramente difficili da identificare, per questo motivo Assembler ha annunciato in un post tramite la voce del CEO di Jigsaw e suo fondatore Jared Cohen il risultato di ben quattro anni di collaborazioni fra Jigsaw, Google Research e numerosi altri partners.
“I giornalisti hanno bisogno di un modo per controllare più agevolmente l’autenticità delle immagini” scrive Cohen “Assembler è una piattaforma sperimentale in continua evoluzione con una nuova tecnologia in grado di aiutare i giornalisti ad identificare correttamente i media manipolati.”
Assembler funziona combinando diversi “manipulation detectors” in un unico strumento. Ogni detector (rilevatore, ndr) – alcuni inventati e creati da Jigsaw, altri da ricercatori di varie università – è creato per individuare differenti tipi di manipolazione. Tutti insieme possono dire ai giornalisti se la foto sia stata modificata o meno.
Assembler: una parte del progetto parla italiano
Tra le varie università che hanno collaborato a questo progetto ce n’é una italiana: la Federico II Napoli che si è occupata di due algoritmi. Nello specifico il primo è in grado di individuare parti di immagini con pattern simili. Questo sarà utile a determinare se un’area è stata copiata e utilizzata per coprire qualcosa in un’altra zona. Il secondo algoritmo sarà in grado di dirci se più di una camera è stata impiegata nella realizzazione dell’immagine.
“Questi giorni di lavoro in team sono stati estremamente stimolanti. Da un lato ho compreso molto chiaramente l’importanza sociale del mio lavoro. Nelle mani sbagliate la manipolazione dei media può essere estremamente pericolosa, può essere usata per rovinare la vita e la reputazione delle persone, per commettere frodi ed influenzare i risultati di un’elezione”. Ha dichiarato la dottoressa Luisa Verdoliva, professore associato del dipartimento di Ingegneria Industriale all’università Federico II. “Dall’altro lato la sfida professionale è estremamente stimolante, nuovi attacchi basati sull’intelligenza artificiale avvengono ogni giorno e dobbiamo innovarci molto velocemente per affrontarli tutti. Collaborare per Assembler è stata una grande opportunità per mettere le mie conoscenze e le mie abilità concretamente al servizio delle persone”.
Assembler: impieghi futuri
Assembler non è stato creato per essere un programma fruibile da tutti, infatti non sarà rilasciato al pubblico. Al contrario, Jigsaw sta lavorando con testate giornalistiche di tutto il mondo per provare futuri impieghi del programma all’interno delle redazioni.
Il genere di foto manipolate che Assembler spera di combattere è impiegato per “manipolare elezioni, provocare guerre e corrompere la società civile” scrive Cohen.
Parlando con il New York Times, Santino Andrigo, il product manager di Jjgsaw, ha dichiarato che Assembler potrebbe essere utilissimo “in situazioni nelle quali un giornalista di grosse testate riceva immagini scandalose e senta la pressione di pubblicare urgentemente la notizia.”
In realtà questo non è l’unico modo per diffondere notizie false attraverso le immagini. Una fotografia sarà sempre la raffigurazione del punto di vista del suo autore che può influenzarla più o meno consapevolmente, anche semplicemente scegliendo il punto di ripresa: una piazza semi deserta durante un comizio diventerà magicamente affollatissima, come ci insegnano i recenti fatti di cronaca. Sta quindi al lettore documentarsi accuratamente sulle notizie lette, senza dar eccessivo credito ad una sola fonte.