Away è la nuova Serie Netflix Original che verrà lanciata il 4 settembre e questa è la nostra recensione priva di spoiler. Away in italiano, significa “Lontano” ed è un titolo bellissimo per uno space-drama a base di viaggi spaziali, famiglia e drammi interpersonali. Il concetto di Away/Lontanto, nella serie, viene declinato in mille modi diversi, a volte più plateali a volte più metaforici, ma è un concetto che permea profondamente le 10 puntate della nuova serie space-drama di Netflix.
Away recensione: la trama
Un manipolo di 5 astronauti provenienti da 5 paesi diversi, sotto l’egida e il coordinamento della NASA, si imbarcano in una missione impossibile, di quelle che, nella migliore delle ipotesi, ha solo il 50% di possibilità di successo: arrivare su Marte per viverci un paio di anni e capire se è possibile colonizzare il pianeta rosso.
Già il viaggio di per sé non è una passeggiata: dura quasi 9 mesi, uno scalo veloce sulla Luna a sgranchirsi le gambe e poi via, fino a Marte dentro un’astronave in cui le interazioni personali sono obbligate dagli spazi non proprio ampi e dal fatto che, a un certo punto, non si può dire: “Basta, mi avete rotto, me ne torno a casa!“.
A rendere il viaggio ancora più stressante, c’è il fatto che gli astronauti sono esseri umani con famiglia, situazioni ed emozioni lasciate sul pianeta Terra che comunque influenzano in modo diretto le relazioni, le situazioni e le emozioni all’interno dell’astronave. Soprattutto quando non si ha fiducia né del proprio comandante, né delle capacità psicofisiche dei propri colleghi a cui, volenti o nolenti, bisogna affidare la propria vita.
Il tutto è condito dal pericolo intrinseco di mandare qualcuno per la prima volta su Marte, non basandosi su esperienze dirette, ma su simulazioni, calcoli e teorie che potrebbero essere esatti, come no. Insomma, fare la Salerno – Reggio Calabria in confronto è una passeggiata di salute.
Away recensione: svolgimento
Per fare una recensione di Away devo partire dal fatto che il viaggio spaziale è solo il pretesto per contestualizzare e sviscerare altro, ossia le relazioni interpersonali in situazioni limite e come vengono influenzate dal trascorso di ognuno. Inutile dire che ogni astronauta ha lasciato qualcosa di irrisolto sul pianeta Terra.
A cominciare dalla protagonista Hilary Swank, che deve fare i conti con la lontananza dalla figlia e dal marito. Per poi passare al medico indiano Ray Panthaki, in missione per una promessa con tanto di sensi di colpa. Si passa poi al botanico di fama mondiale Ato Essandoh, scienziato che giustifica le cose che non capisce come un miracolo divino. All’astronauta russo che ha vissuto più di chiunque altro nello spazio Mark Ivanir, che per raggiungere quel primato ha tralasciato cose ben più importanti. Fino all’astronauta cinese Vivian Wu, sulla quale gravano le aspettative della madre patria e un situazione personale difficile.
In Away i modi di pensare diversi, le invidie, le emozioni, i sentimenti e il trascorso di ognuno degli astronauti si riversano sui rapporti dell’equipaggio, creando un clima di forte tensione e di sfiducia che rischia di compromettere la missione. E si riversano anche sulla scrittura della serie che risulta un po’ altalenante, passando dal thriller spaziale in stile Apollo 13, alla soap-opera, fatta di lunghi dialoghi a cuore aperto e sentimentalismi portati all’eccesso.
Non che in generale sia un male, ma le parti più interessanti della serie avvengono sull’astronave e non sono quelle legate ai rapporti interpersonali, bensì alla missione stessa che però sembra passare in secondo piano. Complice anche un certo schematismo delle puntate in cui, per ognuna, si analizza a fondo il passato di ogni membro dell’equipaggio, diventando di fatto monografica e facendo il parallelismo con l’ennesimo problema della nave lungo il viaggio.
Away recensione: conclusioni
Badate bene, in questa recensione non dico che Away sia una serie brutta, gli effetti speciali, la fotografia e la regia sono di prim’ordine, ma di meno non ci si poteva aspettare. Lo sforzo produttivo si vede ed è una gioia per gli occhi.
Purtroppo Away soffre di una certa indecisione in fase di scrittura. C’è chi la adorerà e chi non la sopporterà. Probabilmente i puristi dei viaggi spaziali troveranno pesante tutta la parte personale ed emozionale del viaggio, così come chi invece preferisce le storie in cui i personaggi sono in primo piano, troverà tediosa tutta la parte scientifica.
Io mi metto nel mezzo. Ho seguito Away a tratti con passione e a tratti con distacco, con quella leggera sensazione che 10 puntate da circa un’ora l’una fossero troppe e in qualche modo andassero riempite.
Ho trovato, non dico fuori luogo, ma un po’ forzata la sottotrama LGBTQ della serie, perché un po’ superficiale, quasi fosse un must di questi tempi trattare l’argomento. Non vi nascondo che le parti migliori e più emozionanti sono proprio quelle strettamente legate alla missione e alle tensioni dell’equipaggio e paradossalmente le situazioni meno emozionanti sono proprio quelle sentimentali. Avrei fatto volentieri a meno, o comunque avrei preferito fossero ridotte al minimo, tutte le questioni in sospeso sulla Terra che, ça va sans dire, sono tutte le legate alla famiglia di Hilary Swank.
Complice il personaggio di Josh Charles come marito di Hilary Swank. Di per sé non è un personaggio scritto benissimo, non si riesce mai a empatizzare con lui, nonostante quello che gli succede, non c’è mai un momento che ispiri un qualche coinvolgimento. Anche perché l’interpretazione di Josh Charles è maledettamente piatta e si può riassumere con: grugno serio con sguardo di rimprovero; contro grugno serio con sguardo di rimprovero e sopracciglio alzato.
Away è un Original Netflix Series e uscirà il 4 settembre. In sintesi è una serie a tratti coinvolgente, a tratti un po’ blanda che può appassionare i fan dei viaggi spaziali, come gli appassionati dei drammi interpersonali. Se avessero focalizzato l’attenzione su uno dei due aspetti sarebbe stato decisamente meglio, ma comunque intrattiene e coinvolge il giusto, a patto che si guardi con le premesse ben chiare.
Vi lascio con l’ultimo trailer uscito.
Recensione in breve
Away
Away è la nuova Original Netflix Series che uscirà il 4 settembre. Una serie che mischia il dramma personale con i viaggi nello spazio, dove il secondo è più una metafora del primo. Un prodotto a metà che può piacere tantissimo o per niente, dipende da come si guarda.
PRO
- Effetti speciali
- Tutte le cose legate ai viaggi spazili
- La vita all'interno dell'astronave
CONTRO
- Indecisione di fondo sulla direzione da prendere per la serie
- Josh Charles e il suo personaggio
- 10 puntate da un'ora l'una forse sono troppe
[…] Per chi fosse interessato, può leggere la nostra Away recensione. […]