Dopo più di un anno torna a far parlare di sé la serie tv di Netflix “Bridgerton“, che dal 25 marzo sarà disponibile con la Stagione 2: abbiamo potuto vedere i nuovi episodi in anteprima e oggi vi presentiamo la nostra recensione senza spoiler. Ecco tutti i dettagli.
Bridgerton Stagione 2 recensione: introduzione
La società di produzione Shondaland torna con un progetto targato Netflix che ha fatto particolare scalpore con la sua prima stagione: stiamo parlando di Bridgerton, serie tv statunitense creata da Chris Van Dusen. Si tratta di un adattamento su schermo dell’omonima serie di romanzi scritta da Julia Quinn e ambientata nel 1800 a Londra. Aristocrazia, salotti da ballo e pettegolezzi stanno alla base della storia e fanno da sfondo alla famiglia Bridgerton composta dalla madre Violet e i suoi otto figli.
Con la prima stagione, ispirata al romanzo “Il duca e io”, abbiamo conosciuto Daphne, quarta in ordine di successione e prima delle figlie femmine, alle prese con il suo debutto in società. Il suo interesse amoroso si è rivelato essere Simon Basset, Duca di Hastings, interpretato dall’affascinante e talentuoso Regé-Jean Page, che non è tornato per questa seconda stagione. Chi già conosceva la serie di libri, comunque, sapeva che la presenza di Simon non sarebbe stata necessaria, in quanto ogni storia è dedicata a un diverso figlio di casa Bridgerton.
Bridgerton Stagione 2 recensione: la trama
Come già visto con il trailer, la seconda stagione di Bridgerton si concentra sul primo degli otto figli: Anthony. Conosciuto già nella prima stagione, il visconte è fondamentalmente l’uomo di casa, costretto dopo la morte prematura del padre a prendere in modo repentino il suo posto per quanto concerne i doveri famigliari e il sostentamento economico. Anthony è una persona responsabile e ligia ai doveri, determinato quasi quanto la madre ad accasare i suoi fratelli e le sue sorelle. Nel suo interesse personale, però, non sembra poterci essere alcun matrimonio.
Lord Bridgerton si è palesato precedentemente come un libertino, un uomo dedito ai piaceri fisici senza alcun tipo di freno. Improvvisamente, però, matura l’urgenza di trovare una moglie e poter avere un suo erede. Non è necessario che ci sia amore, quello che gli importa è che la sua futura sposa sia quantomeno intelligente e ben istruita. Dopo una prima sfilata di pretendenti la sua scelta cade sulla giovane Edwina Sharma, “il diamante della Stagione”, sotto l’occhio vigile della regina stessa e della sorella Kate, che farà di tutto per proteggere la ragazza da chi non ha intenti seri e sinceri.
Bridgerton Stagione 2 recensione: fedeltà e cambiamenti
Come è facile intuire, Anthony (interpretato da Jonathan Bailey) è costretto ad avvicinarsi a Kate (interpretata da Simone Ashley) per ottenere la sua approvazione e sposare Edwina, una vicinanza che genera uno scontro che si trasforma presto in un’attrazione reciproca. Oltre alla trama principale, narrata anche nel romanzo “Il visconte che mi amava”, troviamo tutte le particolarità della serie tv, che trasforma la storia in qualcosa di corale, mostrando le dinamiche tipiche delle famiglie nobili londinesi. Nonostante lo sviluppo principale sia concentrato sulla coppia di questa stagione, vengono fatti degli accenni di approfondimento anche sugli altri personaggi, che si mostreranno sicuramente meglio nelle stagioni a venire.
Insieme a Daphne, che è andata oltre il lieto fine raccontato, viene messo in scena il debutto in società di Eloise Bridgerton, il ritorno a casa del fratello Colin e le comparse esilaranti della regina e il corteo al suo seguito. Ultima, ma non per importanza, la caccia sempre più serrata alla misteriosa Lady Whistledown, l’Autrice dei gossip più incredibili del momento. La serie tv assume una sua identità con sotto-trame originali e piccole ma importanti modifiche che rimescolano le carte in tavola rispetto a quanto scritto da Julia Quinn. Vi ricordiamo, infatti, che l’identità di Lady Whistledown viene rivelata al pubblico fin dalla prima stagione (lasciando i personaggi all’oscuro), mentre in origine il grande mistero viene a galla soltanto nel quarto romanzo.
Bridgerton Stagione 2 recensione: licenze che disinformano
Diversi mezzi di comunicazione, diversi adattamenti. Questa è sempre la base da ricordare quando si parla di prodotti di questo tipo. Shonda Rhimes ha fatto sue molte licenze artistiche e le ha gettate nell’ambientazione di Bridgerton, con il risultato lampante della realizzazione di una società aristocratica multietnica e quindi assolutamente di finzione, per nulla fedele da un punto di vista storico. Julia Quinn, dalla sua, è rimasta più incline possibile alla realtà, costruendo dei personaggi con tratti caucasici e tipici della Londra Vittoriana: basti solo pensare alle sorelle Sharma, descritte testualmente “biondissime e chiarissime”.
L’inclusività che la Rhimes è solita inserire nelle sue storie non mi ha dato fastidio in questo particolare caso, ma rischia seriamente di essere diseducativa. Posso assicurarvi che dopo l’uscita della prima stagione di Bridgerton, tante persone nella mia cerchia di conoscenze si sono meravigliate di fronte al fatto che… beh, che la società londinese non fosse proprio come è qui rappresentata. Questo perché viene dato per scontato il livello culturale del singolo, senza pensare quindi ai danni che determinate rivisitazioni provocano senza volerlo con una certa disinformazione.
Bridgerton Stagione 2 recensione: leggera e senza pretese
La serie tv Bridgerton deve essere presa per quella che è: una storia semplice e lineare per gli amanti degli sceneggiati in costume e il romanticismo. Soltanto così può essere apprezzata anche solo come serie leggera e da riempimento rispetto a storie dai ben altri toni. Gli intrighi da palazzo, gli amori di corte, i pettegolezzi durante l’ora del tè sono gli elementi che rendono Bridgerton il prodotto che è, attirando il pubblico con una narrazione dinamica e frizzante, che in passato è stata addirittura “scandalosa”, un motivo di chiacchiere perfino per la società contemporanea.
Se ricordate bene, infatti, la prima stagione è stata caratterizzata dalle ripetute scene di nudo, che in maniera più o meno esplicita hanno mostrato un lato peccaminoso ed estremamente taboo, soprattutto per la società di cui stiamo parlando. Anzi, Bridgerton deve la sua fama proprio alle scene continue degli amplessi di Daphne e Simon, un qualcosa che nel romanzo è solo accennato e senza scadere troppo nell’esplicito. Con questa seconda stagione, però, si torna alle origini, limitando di molto l’eros e concentrandosi sulla reale trama della storia.
Siete delusi o sollevati? Io, sinceramente, positivamente sorpresa di questa nuova piega.
Bridgerton Stagione 2 recensione: conclusioni
Il ritorno di Bridgerton è stato a lungo atteso (anche se i tempi di lavorazione sono stati giusti) e sicuramente farà il botto con il pubblico di affezionati e probabilmente porterà i curiosi a recuperare la serie tv nella sua interezza. La storia semplice e godibile regala otto intense ore d’intrattenimento e svago, un modo come un altro per spegnere il cervello e divertirsi in mezzo all’aristocrazia londinese. In attesa delle prossime stagioni già annunciate, questo è il momento perfetto per conoscere una serie che non ci abbandonerà tanto facilmente.
State seguendo Bridgerton? Guarderete la seconda stagione? Fatecelo sapere!
Recensione in breve
Bridgerton
Bridgerton torna con una seconda stagione che promette intrattenimento e tante emozioni. Le atmosfere tipiche dei salotti londinesi si sposano alla perfezione con la storia d'amore e tutti gli altri intrighi che vengono qui rappresentati. Shonda Rhimes eccelle sempre nel rendere scorrevoli i suoi lavori, elevandone la semplicità con il dinamismo.
PRO
- Una storia romantica, con temi classici che intrattengono sempre
- Le musiche dei nostri tempi vengono rivisitate per richiamare quelle di un tempo
- I costumi e gli ambienti non peccano di qualità
- Una storia tutta al femminile
- Non solo sesso!
- Il corgi Newton è un'adorabile mascotte!
CONTRO
- La mancanza di veri colpi di scena
- Una storia leggera e scorrevole, probabilmente abbastanza piatta
- Una serie tv che rischia di far dilagare la disinformazione