Ogni produttore di macchine fotografiche ha il proprio design, il proprio dislocamento di pulsanti e, infine, il proprio sistema di autofocus. In questa guida andremo a scoprire cos’è il Canon Dual Pixel CMOS AF, come funziona e perché è stato ideato dall’azienda diventanto, in brevissimo tempo, uno dei sistemi di messa a fuoco automatica più affidabili sul mercato.
Canon Dual Pixel CMOS AF: cos’è
Il Canon Dual Pixel CMOS AF, nato con l’uscita di Canon 70D ormai nel lontano 2013, è la tecnologia di messa a fuoco automatica proprietaria del produttore giapponese che lavora tramite il rilevamento di fase basato sul sensore, sviluppata per assicurare agli utenti una precisione della messa a fuoco assoluta e in grado di arrivare a grandi prestazioni. Si tratta appunto di una tecnologia esclusiva di Canon, grazie la quale ha portato i propri prodotti ad uno step successivo per quanto concerne l’affidabilità nell’utilizzo professionale, aiutandoli a tenere a fuoco i soggetti anche quando compiono movimenti repentini allontanandosi o avvicinandosi al sensore del corpo macchina fotografica. Canon è arrivata a questa tecnologia ridisegnando del tutto i propri sensori, raddoppiando il numero dei fotodiodi presenti e destinandone la metà all’autofocus e metà all’acquisizione della fotografia.
Se vi steste domandando cosa significa la “messa a fuoco a rilevamento di fase” non preoccupatevi, ve lo spiego subito: questo sistema di messa a fuoco è diverso da quello a rilevamento di contrasto, e rappresenta il meglio per quanto concerne la rapidità combinata all’affidabilità. La maggior parte delle fotocamere mid-range e professionali ad oggi in commercio utilizzano questa tecnologia che integra un insieme di sensori, ognuno corrispondente ad un singolo punto di messa a fuoco, che vengono disposti a coppia. Nel momento in cui si attiva l’autofocus ognuno di loro riceve una versione diversa al fine che l’insieme venga utilizzato per gestire l’intero processo affinché, nel momento in cui la luce passa attraverso l’obiettivo e colpisce un insieme di microlenti, vengano create due versioni della stessa immagine con una messa a fuoco leggermente diversa. In questo modo saranno in grado di dare indicazioni precise circa il punto di messa a fuoco migliore.
Ovviamente, questa tecnologia non funzionerebbe se non fosse accompagnata da un software adeguato che capisca con precisione quanto e come spostare la lente per far coincidere le due versioni in un unico risultato. Un altro elemento molto importante per capire il funzionamento dell’autofocus di una macchina fotografica, e di conseguenza anche quello del Canon Dual Pixel CMOS AF, è il numero dei punti di messa a fuoco: questi puntini rivestono il sensore della fotocamera e permettono all’AF di agire sulla superficie che ricoprono. Come potete immaginare, una presenza maggiore di punti di messa a fuoco permette all’autofocus di lavorare su una porzione maggiore di fotogramma andando ad ampliare il sua range d’azione e migliorare drasticamente sia la velocità che la precisione.
Canon Dual Pixel CMOS AF: come funziona
Ora che sapete come lavora la messa a fuoco a rilevamento di fase sarete perfettamente in grado di capire il funzionamento del Canon Dual Pixel CMOS AF. A differenza degli altri metodi di autofocus basati sul sensore fotografico (che assegnano la messa a fuoco automatica ai pixel presenti su di esso), i pixel sul sensore CMOS di Canon possono essere usati per l’immagine e per l’AF a rilevamento di fase, essendo appunto divisi per i due scopi. Grazie a questa rivisitazione del sensore, non è richiesta alcuna ulteriore elaborazione dell’acquisizione dell’immagine da parte dei pixel dedicati esclusivamente all’autofocus, che si occupano esclusivamente della lavorazione rapida della messa a fuoco sia durante le sessioni fotografiche che quelle di riprese video. Per effettuare il rilevamento di fase viene effettuata una lettura indipendente dei fotodiodi destro e sinistro, calcolando la differenza di fase tra le due immagini sul parallasse.
Utilizzando la funzionalità di tracking e del riconoscimento dei volti, il Canon Dual Pixel CMOS AF è in grado di seguire il soggetto mentre compie qualsiasi movimento all’interno dell’inquadratura (ovviamente questo dipenderà anche da quanti punti di messa a fuoco saranno presenti nella macchina fotografica), divenendo una tecnologia essenziale per lavorare in modo professionale con le fotocamere Canon e utilizzarle anche in contesti dinamici dove la velocità e la precisione dell’AF risultano fondamentali ai fini del servizio fotografico, come durante sessioni di fotografia sportiva in cui seguire i soggetti in rapido movimento richiede una tecnologia all’altezza e una fotocamera che, oltre a garantirla incorporata, ne garantisca la funzionalità.
Più recentemente, con l’uscita di Canon 5D Mark IV, è stata introdotta la tecnologia Dual Pixel RAW che utilizza entrambi i fotodiodi presenti sul sensore Dual Pixel CMOS AF. Durante l’acquisizione, il sensore ottiene l’immagine dai due segnali ricevuti dal doppio fotodiodo presente sui pixel, per consentire sia la messa a fuoco sia la cattura dell’immagine con lo stesso sensore. Le due immagini vengono salvate in un unico file RAW, permettendo di ottenere sia lo scatto originale sia qualsiasi dato di parallasse che può essere misurato per l’estrapolazione delle informazioni sulla distanza focale del soggetto immortalato.
Canon Dual Pixel CMOS AF: l’intenzione del produttore
Ormai presente sulla maggior parte delle sue fotocamere, Canon ha sviluppato il sistema Dual Pixel CMOS AF per dare agli amatori che non vogliono porsi limiti e ai professionisti che l’hanno scelta per i propri lavori la possibilità di far risaltare il soggetto con una profondità di campo illimitata, senza la paura di perdere il fuoco su di esso. Questa tecnologia, a detta del produttore, è stata sviluppata appositamente per semplificare e rendere più fluido il controllo della messa a fuoco durante le riprese, permettendo un passo evolutivo importante per quanto concerne l’utilizzo dell’autofocus anche nel campo delle riprese video dove, da sempre, si era preferito tenere la scena sotto controllo tramite la messa a fuoco manuale.
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Speriamo che la guida sulla spiegazione del Dual Pixel CMOS AF di Canon sia stata di vostro gradimento e sia servita a schiarirvi le idee sul funzionamento di questa tecnologia. Capisco che molti dei concetti espressi in questa guida possano essere difficili da digerire, quindi vi consigliamo la lettura approfondita riguardo la messa a fuoco e l’autofocus che abbiamo stilato proprio per voi. Nel caso vi interessasse proseguire il nostro percorso di crescita e approfondimento, potete continuare la lettura con uno dei tanti articoli che abbiamo pubblicato: