Canon EOS 90D in offerta
Canon EOS 90D è una fotocamera reflex presentata a settembre del 2019, periodo in cui già molti avevano smesso di pensare a questo segmento della fotografia digitale moderna. Si, perché molti, ad oggi, si sono spostati sulle mirrorless, e spesso è stata una scelta da fare “a tutti i costi”, cioè una di quelle scelte imposte più dal mercato che dal reale bisogno di fare un passaggio. Molti infatti ignorano il fatto che per passare ad un segmento ad un altro è spesso necessario cambiare tutto il parco ottiche, così come il fatto che si cerca sempre il “massimo” della qualità fotografica nominale ignorando ciò che davvero ci serve. Con questa recensione di Canon EOS 90D vorrei farvi capire, prima di tutto, che le reflex non sono ancora morte e che meritano tuttora rispetto. Il resto lo vediamo insieme.
Canon EOS 90D recensione: le specifiche tecniche
Canon EOS 90D non è una “semplice reflex” come molti potrebbero immaginare in quanto il cuore pulsante di questo prodotto è un fantastico sensore APS-C da ben 32.5 megapixel, caratteristica in grado di restituire una risoluzione fantastica per migliaia di utilizzi, a partire, ad esempio, dalla fotografia da studio. Presente un sistema di messa a fuoco Dual Pixel CMOS AF da 45 punti croce (attraverso il mirino), Tracking della messa a fuoco con tecnologia iTR, una raffica fino a 10fps, display pienamente orientabile touch screen da 3″ e un mirino ottico con copertura del 100%. Lato video, si può arrivare fino al 4K a 30fps senza crop passando però per un ottimo Full HD 1080p fino a 120fps per ottimi slow motion. Lato ISO troviamo una sensibiità che può essere estesa fino a 51.200 per le foto e 12.800 per i video. Non mancano poi Wi-Fi e Bluetooth per una rapida condivisione degli scatti. Il corpo misura 140,7×104,8x76mm e ha un peso di circa 701 grammi senza obiettivo né batteria o memoria SD. Canon EOS 90D è una fotocamera che può operare in condizioni di temperatura che vanno da 0 a 40° con un umidità pari all’85% o meno.
Canon EOS 90D recensione: punti di forza principali e differenze col modello precedente
Canon EOS 90D sfrutta un nuovo sensore APS-C da 32 megapixel, lo stesso che può essere trovato nella mirrorless Canon EOS M6 Mark II. Oltre a questo, un nuovo sensore di misurazione può sfruttare i 45 punti di messa a fuoco per riuscire a mettere a fuoco sul viso di una persona (face detection) utilizzando il mirino ottico.
Come molte altre fotocamere Canon, EOS 90D sfrutta un tipo di AF sul sensore chiamato “Dual Pixel CMOS AF”. La differenza riguarda principalmente il fatto che, in questo caso, viene utilizzato un sistema AF a rilevazione di fase, pertanto, i Pixel attivi sulla fotocamera vengono usati per ottenere informazioni da entrambe le direzioni (destra e sinistra), cosa che vi permette di evitare fenomeni fastidiosi come il banding o lo striping, cioè disturbi che possono essere visualizzati con alcune fotocamere scattando a particolari tempi d’esposizione o in particolari condizioni di luce.
Sfruttando il display posteriore, potrete utilizzare lo stesso sistema di Eye AF per gli occhi delle persone presente nelle fotocamere mirrorless Canon EOS R ed EOS RP. Il sistema funziona bene, anche se non è propriamente il più veloce sul mercato. È possibile spostarsi tra i vari visi inquadrati nella scena sfruttando il monitor touch oppure il joystick posto nella parte posteriore. Canon EOS 90D offre un otturatore ibrido, pertanto ce n’è uno meccanico e uno elettronico: con quest’ultimo riuscirete a scattare fino a 1/16000 di secondo, mentre col meccanico vi fermerete a “solo” 1/8000 di secondo.
Per quanto concerne la raffica di scatto, non è presente la modalità a 30fps utilizzabile sulla mirrorless EOS M6 Mark II, tuttavia, la fotocamera risulta essere piuttosto rapida arrivando a 10fps. A tal proposito, è possibile arrivare a 10fps esclusivamente sfruttando il mirino ottico, cosa che vi permette addirittura di aver un boost a 11fps se usate il focus lock. Diversamente, tramite il Live View, potrete arrivare “solo” a 7fps, che comunque sono più che buoni.
Canon EOS 90D recensione: design e materiali
Canon EOS 90D è piuttosto simile, a livello estetico e come primo impatto visivo, al modello precedente, ovvero Canon EOS 80D. La novità più importante dal punto di vista del design (e anche operativo sicuramente) è il joystick a 8 direzioni che permette anche di creare una pressione centrale per accedere a funzioni secondarie. Le dimensioni effettive tra un modello e l’altro cambiano davvero di pochissimi millimetri, differenze comunque non visibili ad occhio nudo.
Il corpo di Canon EOS 90D è costruito in ABS, resistente e soprattutto tropicalizzato, caratteristica fondamentale per chi pensa che questo prodotto non sia adatto alla fotografia in esterna o in condizioni particolarmente “negative” per quanto concerne il meteo.
La parte superiore di Canon EOS 90D offre, nella parte di sinistra, una ghiera dei programmi classica e in stile Canon, con alla base lo switch di accensione e/o spegnimento. Con questa ghiera potrete quindi accedere a tutte le varie modalità e anche a delle scene preimpostate che permettono, ai meno pratici, di ricreare foto già quasi perfette, pur rimanendo col beneficio del dubbio in quanto si tratta di automatismi che non ragionano con la vostra testa. Comoda anche la presenza, sempre sulla ghiera, delle sigle C1 e C2, cioè due “spazi” completamente configurabili da voi per richiamare facilmente alcune configurazioni. Ad esempio, qualora utilizzate questa fotocamera in studio con luce controllata e in un’altra location con luce sempre artificiale ma con temperatura diversa e con possibili impostazioni diverse, potreste considerare l’idea di creare due preset rapidi per richiamare le configurazioni ed essere subito pronti a scattare. Questa caratteristica fa parte, di solito, delle fotocamere professionali e adatte ad utilizzo lavorativo.
Nella parte centrale superiore è presente una slitta hotshoe che nasconde, come succede la maggior parte delle volte, un flash integrato che personalmente ignorerei completamente, ma per dovere di cronaca posso dirvi che fa il suo lavoro come lo standard di questo tipo. Certo, a livello professionale ve ne farete poco di un flash del genere, per amatori però…si, beh, funziona, ecco.
Non mancano poi il jog di regolazione della diottria, un display superiore molto comodo e soprattutto retroilluminabile che mostra le informazioni di scatto, la batteria rimanente, la quantità di scatti che ancora potete fare in base alla SD inserita e molto altro, oltre ad una ghiera e ai classici tasti funzione tra cui AF, DRIVE, ISO e modalità misurazione esposizione. Sempre comodo poi il tasto di scatto posto nella curvatura della parte superiore a confine con la parte anteriore.
Parlando di parte anteriore, troverete un rilevatore IR per telecomandi senza fili, l’illuminatore della messa a fuoco, il tasto di scatto a molla per estrarre il flash pop-up, la denominazione modello e il tasto di sgancio rapido dell’obiettivo. Facendo però più attenzione, potrete notare un piccolo tastino nascosto alla base dell’attacco dell’obiettivo che serve, di default, a simulare la profondità di campo come in tanti modelli, diversamente però, potreste configurarlo a piacere in base alle vostre esigenze.
Ma passiamo alla parte posteriore: si può subito notare un display posteriore articolabile che, essendo quindi orientabile a piacere, può essere anche totalmente chiuso per essere protetto da eventuali danni oppure orientato frontalmente per VLOG e selfie.
La disposizione dei tasti rimane da classica Canon, e la cosa non dispiace affatto, anzi: troviamo i vari tasti menu e info, il nuovo Joystick a 8 direzioni, una ghiera aggiuntiva configurabile o utilizzabile per scorrere velocemente le foto, i tasti di zoom, lo start and stop per liveview in modalità foto e video e molto altro. Tasti già visti, certo, ma comodi da usare e soprattutto mai presenti in fotocamere entry level, cosa che questo prodotto proprio non è.
Una caratteristica che mi fa capire il posizionamento, in termini di segmento, di questo prodotto è anche la presenza di uno switch di blocco che, fondamentalmente, blocca le ghiere dei tempi e del diaframma, cosa comoda se si vuole evitare di variare le impostazioni nel caso in cui si tocchino dentro per sbaglio nelle sessioni più dinamiche.
Ottimo, come sempre, il mirino ottico che ora viene chiamato “intelligente” perché, come afferma il produttore, è “adatto ad un utilizzo prolungato che non stanca”. E in effetti è vero, solo che, oltre a non stancare, risulta essere estremamente comodo grazie alle funzioni digitali integrati, come ad esempio esposimetro e dati di scatto in uso, una garanzia nei corpi macchina di fascia alta e una comodità importante per i fotografi più esigenti.
Ora, chiudiamo il display e facciamo finta che l’esperienza di scatto sia la stessa di Fujifilm X-Pro 3 (cioè che scatto ma non guardo subito il risultato).
Canon EOS 90D recensione: connettività e autonomia
Passando alle parti laterali, sulla destra troviamo un singolo slot per scheda SD/SDHC/SDXC fino allo standard UHS-II, e qui mi permetto di fermarmi un attimo: capisco che, di solito, le fotocamere full frame abbiamo due slot per schede di memoria (anche se poi non sempre) e le APS-C solo uno, ma, vista la professionalità e l’importanza con cui è stato costruito questo corpo, viste le funzioni e le potenzialità, forse una scelta interessante sarebbe stata l’inclusione di un secondo slot di backup o eccedenza, cosa che, di fatto, avrebbe permesso a questa fotocamera di essere considerata seriamente anche dal fotografo professionista più di “nicchia”.
Nel lato opposto, a livello estetico e a primo impatto, tutto sembra essere rimasto uguale a Canon EOS 80D, cosa che in parte è un bene, in parte un male. Il bene è vedere la presenza, riconfermata, di ingresso per il microfono e uscita per le cuffie, cosa che farà sicuramente la gioia dei videomaker, il male è notare come sia ancora presente, nel 2020, una porta Micro-USB che, di fatto, non permette la ricarica della batteria interna alla fotocamera. Insomma, scordatevi l’utilizzo di powerbank e affini, qui l’unico modo per ricaricare la batteria, ancora una volta, è quello di toglierla fisicamente dal corpo e collegarla ad un caricatore supportato.
Parlando di batteria, si tratta di una LP-E6N, già presente in molti corpi macchina Canon e in grado di garantire prestazioni eccezionali per quanto concerne l’autonomia: il produttore dichiara fino a 1300 scatti, informazione che posso solo confermare, perché, di fatto, durante la mia prova e tutti i vari tentativi infiniti, la batteria non si è davvero mai scaricata. Una possibilità interessante è quella di acquistare, a parte ovviamente, il battery grip BG-E14 che permette, innanzitutto, un’impugnatura verticale comoda per chi scatta in questo formato e, ovviamente, il raddoppio dell’autonomia di scatto.
A tal proposito, capisco che il costo sia piuttosto importante per questo battery pack, ma, qualora decideste di acquistarne uno, nonostante la presenza di molti prodotti “non proprio originali” a poco prezzo, credetemi, acquistate la versione originale. Questo perché non è la prima volta che mi capita di provare in prima persona e vedere da amici che battery grip non originali (proprio di questa serie tra l’altro) hanno creato non pochi problemi nelle batterie e nell’utilizzo della fotocamera. Sono consapevole del fatto che, a volte, prodotti del genere possano sembrare esageratamente cari, però c’è un motivo a tutto e, in questo caso, è meglio investire bene piuttosto che dover comunque pagare dei costi di riparazione salati a causa di un dispositivo non certificato che crea problemi.
Lato “wireless” troviamo la presenza di Bluetooth e Wi-Fi, due tipi di connessioni wireless che permettono di passare automaticamente le foto ad uno smartphone (subito dopo averle scattate) oppure controllare remotamente la camera. Come sempre, per il Bluetooth verranno trasferite foto immediatamente ma in formato ridotto, fino a 2 megapixel, mentre per il WiFi potremo trasferire RAW e filmati senza problemi, oltre a gestire la fotocamera in remoto. Non dimenticatevi poi che, tramite questo tipo di connessione, potrete sincronizzare data e ora della fotocamera con quella del telefono e aggiungere, eventualmente, le coordinate GPS se siete maniaci puri dell’ordine su Lightroom come me.
Non dimenticatevi poi che Canon EOS 90D integra il nuovo formato raw chiamato “C-Raw“, che vi permette di avere foto della stessa risoluzione ma più compresse e, magari, più adatte per essere postprodotte su mobile senza occupare in un attimo tutta la memoria d’archiviazione del vostro dispositivo. Questo formato può essere condiviso tramite Wifi e gestito tramite l’app “Digital Photo Professional Express”, disponibile solo su iOS attualmente e che sostituisce, per quanto concerne la parte mobile, l’app di gestione RAW di Canon presente su Desktop.
Canon EOS 90D recensione: prestazioni
Penso che a questo punto della recensione avrete capito che Canon EOS 90D offre un sensore da 32 megapixel, il più importante della sua categoria finora e sicuramente anche il più prestante (dati alla mano). Di fatto, la qualità d’immagine di Canon EOS 90D si può quasi toccare con mano per quanto concerne la definizione, sicuramente poi si nota ancora di più se si confronta con i 24 megapixel del modello precedente. Durante la mia prova sono quindi rimasto stupito di questo e di tante altre accortezze, come già vi dicevo nella parte dei materiali. Mi ha stupito anche la dotazione di tasti e bottoni vari, riconfermata dal modello precedente ma che non è detto sia una certezza in questi tempi apparentemente bui per il mercato delle reflex. Ad ogni modo, personalmente mi sono trovato molto bene con questo prodotto, però cerchiamo di capirne il motivo nei vari punti passo-passo di questa recensione.
Canon EOS 90D recensione: qualità d’immagine
La storia divertente è che, per confusione e pienezza mentale, appena mi è arrivata Canon EOS 90D non mi ricordavo più del sensore da 32 megapixel, potreste crederci? Beh, capita a tutti in fondo, sono umano come voi (lo siete, vero?). Ad ogni modo, ho subito iniziato a scattare con la fotocamera, prima ancora di soffermarmi troppo sulle specifiche per evitare di farmi influenzare. Sono rimasto subito stupito della definizione e, ricordandomi quella di EOS 80D, che già comunque era buona ma non a questi livelli, mi è venuto il pallino che qualcosa fosse cambiato. Una volta realizzati i 32 megapixel c’è stato un momento di esclamazione / imprecazione positiva e cristiana, perché in effetti sono davvero tanti per una fotocamera di questo segmento, segno che il produttore crede ancora fortemente nel mercato delle reflex, cosa di cui io non posso essere che felice.

Pertanto, si parla di una miglior qualità e risoluzione, miglior cattura dei dettagli a ISO relativamente bassi e miglioramenti prestazionali sotto ogni punto di vista rispetto al modello precedente. Lato foto, questa fotocamera è migliorata così tanto che varrebbe la pena addirittura il passaggio da EOS 80D a EOS 90D.
Il suono di scatto (o “suono dell’otturatore”) è una delle cose che mi piace di più di questa fotocamera, perché sembra quasi “strozzato” e a metà tra meccanico ed elettronico, cosa che poi è realmente dato l’otturatore “doppio” (o anche “ibrido”). Buona anche la gamma dinamica ma non perfetta: in fase di editing i recuperi delle ombre e delle alte luci sono buoni, ma non proprio i migliori della categoria, cosa che capisco potrebbe sembrare difficile con un sensore APS-C di questa portata.
Canon EOS 90D recensione: l’autofocus
Come già scritto poco sopra, Canon EOS 90D sfrutta un sistema di autofocus Dual Pixel CMOS AF per quanto concerne la modalità Live View (quindi dal display posteriore) e, come facilmente intuibile, tale sistema è molto più malleabile e funzionale rispetto ai 45 punti croce sfruttabili esclusivamente dal mirino ottico. Questo perché il Dual Pixel CMOS AF prende molta tecnologia dalle mirrorless di casa Canon e, di conseguenza, è più reattivo, fluido e preciso, soprattutto per i video. Il discorso cambia però per la raffica perché, nonostante ci siano più punti di messa a fuoco in modalità live view, la velocità degli FPS durante gli scatti è maggiore nel mirino rispetto al display posteriore, motivo per cui vi conviene sfruttare il mirino qualora dobbiate, ad esempio, fotografare un evento sportivo.

Insomma, siete divisi a metà in base alle esigenze: l’AF è più preciso in modalità Live View, la raffica con AF attivo (o AF bloccato) è più veloce col mirino, motivo per cui potete scegliere cosa utilizzare in base alle esigenze. Non dimentichiamoci poi l’Eye AF e il Face Detection in Live View, cosa che è palesemente “arrivata” dall’esperienza maturata con le mirrorless e che offre agli utenti la possibilità di essere ancora più precisi, solo col display posteriore però,
Per quanto riguarda le modalità di Autofocus troviamo l’AI SERVO e il classico ONE SHOT, due modalità molto diverse che vi permettono di portare a casa scatti…beh, diversi. A seconda delle vostre necessità, l’AI SERVO è dinamico e si adatta più velocemente a situazioni, punti, velocità generale e fotografia dinamica, mentre il ONE SHOT è un singolo punto che deciderete voi dove spostare all’interno dell’area del frame. Ci sono tuttavia numerose personalizzazioni molto profonde all’interno del corpo macchina per quanto concerne l’AF, qualcosa che meriti tranquillamente una bella lettura del manuale e un buon pomeriggio per provare tutte le varie combinazioni. Dato che però non avevo un pomeriggio per soffermarmi solo sull’autofocus, ho provato un po’ le modalità principali costatando che, fondamentalmente, la messa a fuoco automatica funziona molto bene.
Anche lato video non sono rimasto deluso, e devo dire che ho provato la fotocamera in uno scenario difficile: una serie di cigni che nuotavano vicini ma in direzioni opposte e a distanze spesso differenti. Una situazione che è più dinamica di ciò che sembra ma comunque un caso in cui Canon EOS 90D si è comportata molto bene, rendendo la messa a fuoco fluida a discapito di qualche millisecondo di ritardo in più nel realizzare il punto reale di messa a fuoco che mi interessava.
Ad ogni modo, sappiate che comunque, parlando di Face Detection, è possibile attivarlo anche nel mirino, seppur con qualche limite rispetto all’utilizzo nel display: sarà un po’ meno rapido ma comunque funzionerà. Tale caratteristica risulta senz’altro interessante a fa capire il concetto di “mirino ottico intelligente” che il produttore ci tiene tanto a specificare.
Canon EOS 90D recensione: sensibilità ISO
Parlando di sensibilità iso fotografia, esso rimane un argomento sempre piuttosto complicato in ambito di sensori APS-C. Questa parte infatti costituisce, secondo me, il più grande limite di questa fotocamera, perché la grana è visibile ad alti ISO e, se si “spinge” troppo, risulterà un’immagine inutilizzabile o difficilmente correggibile. Ecco perché, secondo me, Canon EOS 90D è una fotocamera eccezionale ad ISO non troppo alti, diciamo che rimane abbastanza utilizzabile ancora intorno ai 5000 ISO, cosa che non è affatto un male.

Pertanto, qualora la vostra esigenza rientri tra gli scatti in studio a luce controllata (tipo Flash), ritratti in esterno con buona luce o, in generale, fotografie che non richiedono grandi ISO, beh, allora questo modello è adatto a voi e probabilmente anche perfetto per le vostre esigenze. Chiaramente, se il vostro obiettivo è scattare sempre a 51200 ISO, oltre a spiegarmi le ragioni dietro a questa scelta dovete poi comunque affrontare il fatto che questa fotocamera non potrà “reggere il colpo” e avrete foto poco definite e molto sgranate.
Canon EOS 90D recensione: video
Lato video, Canon EOS 90D è una fotocamera che sorprende davvero per tanti aspetti e fa forse rimanere male per alcuni. Ad esempio, ricordo ancora molto bene la pioggia di critiche ricevute da Canon ai tempi del lancio di EOS 6D Mark II, fotocamera full frame entry level che però non aveva la possibilità di registrare video in 4K. Ricordo quanto gli utenti ci erano rimasti male per questa mancanza calcolando che, già all’epoca, la concorrenza diretta offriva la registrazione video in questo formato.
Probabilmente Canon dev’essersi accorta di queste mancanze o, più semplicemente, ha deciso di ascoltare gli utenti in merito a tale particolarità aggiungendo sulla maggior parte dei prodotti tale risoluzione. In sostanza adesso ci manca solo che anche la PowerShot da 100€ che trovate in offerta al Carrefour dietro al reparto del pesce abbia la registrazione video in 4K. Sul fatto che sia una risoluzione necessaria o meno, è una cosa soggettiva, ma sicuramente è apprezzabile la possibilità di registrare fino alla risoluzione UHD 4K a 30 fps (25fps per il formato PAL) e fino ad un ottimo 1080p@120fps, perfetto per slow motion interessanti. Contando però il fatto che molte persone hanno la bocca solo per lamentarsi, vi posso giurare di aver letto in alcuni forum vari che ci sono degli acquirenti di questo modello che si sono lamentati perché si, c’è il 4K fino a 30fps ma…non è possibile registrare a 24p per un look più cinematico. Ma dannazione.
Insomma, parliamoci chiaro, non vi va mai bene nulla (non a tutti eh, tu che stai leggendo magari non rientri tra questi, spero).
Anche perché, onestamente, se volete fare il “cinemello” (cit. Matteo Bruno) compratevi dei dispositivi adatti per farlo, non andate ad “impelagarvi” su una reflex che offre ANCHE il 4K come cosa aggiuntiva e che dovrebbe essere esclusivamente apprezzata. Oppure preferivate quando Canon non offriva tale risoluzione?
Sfoghi a parte (pardon), sono stato felice di vedere una cosa in particolare: la registrazione video è sempre senza crop, anche se, qualora dovesse servirvi, si può attivare una sorta di crop per aumentare un po’ i dettagli e ridurre il rolling shutter. Il tempo di registrazione si ferma a 29 minuti e 59 secondi, come in tutti i prodotti di fotografia di questo segmento, però sappiate che Canon EOS 90D è in grado di fare un output video con segnale HDMI non compresso a 8-bit in 4:2:2. Certo, magari qualcuno ora si lamenterà del fatto che “eh si, c’è L’OTTOBBIT MA NON IL DIECIH” e a queste lamentele posso solo chiedervi di tornare alla parola “cinemello” e rileggere quel paragrafo.
Ahimè, forse però su una cosa vi posso dare ragione: manca la stabilizzazione a 5 assi nel corpo, cosa che potrebbe diventare un problema, lato video, se non avete un gimbal o un altro stabilizzatore. Certo, c’è l’IS in molte lenti, ma questo non basta e, soprattutto, spesso croppa l’immagine per ovvi motivi. Ovviamente non avrei preteso in questo corpo macchina la presenza di un Log di gamma, profili colore, zebra e quant’altro, ma sicuramente uno stabilizzatore a 5 assi sarebbe stato certamente comodo e utile.
Canon EOS 90D recensione: le nostre conclusioni
Canon EOS 90D mi è decisamente piaciuta, è una fotocamera robusta, ergonomica (e non significa che l’ho pagata poco – semicit.), resistente e adattabile a tantissime occasioni. Mi ha stupito proprio il fatto che un modello del genere, che comunque può essere considerato un mid-range, offra tante caratteristiche professionali che, a volte, nemmeno le full frame più blasonate hanno a disposizione. Insomma, questo è un chiaro esempio in cui non dovreste mai fidarvi della prima occhiata per giudicare e capire che, spesso, nella botte piccola c’è il vino buono.
Canon EOS 90D può essere acquistata a circa 1.250€ per il solo corpo, 1.368€ in kit con 18-55mm Mark III oppure a 1.653€ in kit con ottica EF-S 18-135mm. Certo, per molti i prezzi potrebbero non sembrare bassissimi, secondo me invece sono perfettamente in linea col modello e con il segmento in cui si posiziona, oltre al fatto che potreste acquistare solo il corpo e riutilizzare le vostre vecchie ottiche oppure cercarne a buon prezzo nel mercato dell’usato.
Canon EOS 90D recensione: galleria fotografica
Canon EOS 90D recensione: scarica i file RAW
Curiosi di vedere voi stessi come si comporta in fase di post-produzione questa Canon EOS 90D? Abbiamo deciso di mettervi a disposizione un link su Amazon Drive per permettervi si scaricare i File RAW a piena risoluzione scattati con questa fotocamera. Cercheremo di non far scadere il drive nella speranza che sia possibile. Fateci sapere cosa ne pensate e, perché no, provate a mandarci un RAW post-prodotto. Potete cimentarvi nella post-produzione cliccando qui.
Clicca qui per scaricare i RAW di questa fotocamera
Recensione in breve
Canon EOS 90D
Canon EOS 90D è una fotocamera che all'apparenza inganna, che sembra piccola e indifesa e non all'altezza di tante situazioni. Provatela, magari senza sapere le specifiche tecniche prima e capirete che l'apparenza inganna davvero. La fotocamera è molto indicata per fotografia in studio e anche in condizioni di luce favorevole. Pecca un po' ad alti ISO e per la mancanza di una porta USB-C, ma offre tantissime caratteristiche straordinarie e importanti che la rendono un prodotto unico nel suo genere.
PRO
- Ottima costruzione ed ergonomia
- Fantastico sensore da 32 megapixel
- Incredibile autonomia
- Video in 4K fino a 30fps con output in 4:2:2
- Tantissime opzioni da PRO
- Raffica fino a 10fps
CONTRO
- Ehm...il connettore USB Micro nel 2020?
- Batteria non ricaricabile tramite USB
- Occhio agli alti ISO
- Niente AF per la modalità 1080/120
- Manca la stabilizzazione nel corpo