Canon EOS R3 anteprima è il nostro hands-on con la nuova super ammiraglia del produttore giapponese con cui abbiamo passato una piacevole mattinata in una pista seria con tanto di Ferrari e Lamborghini per mettere alla prova l’autofocus di nuova generazione. Come si sarà comportata la fotocamera in questa prova preliminare? Scopriamolo insieme in questo approfondimento a lei dedicato.
Abbiamo già trattato più volte qui su FotoNerd la nuova Canon EOS R3 approfondendo nel dettaglio le specifiche, le caratteristiche, il prezzo e la data di uscita nell’articolo linkato qui sotto, ma oggi parliamo di qualcosa di diverso. Grazie a Canon Italia, sono stato ospite a “La Pista“, un circuito nei pressi del centro commerciale di Arese, vicino a Milano, che una volta veniva usato come “test drive” per i prototipi o futuri modelli Alfa Romeo, oggi invece resta un circuito per eventi e allenamenti vari. Come sarà andata?
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Arese, ore 09:30 del 3 novembre 2021, una giornata autunnale come tante, una giornata però in cui un pochettino di pioggia in meno forse sarebbe stata interessante. Invitato da Canon Italia a questa fantastica esperienza, sono stato accolto con un caffè e un piccolo briefing dedicato perlopiù a chi non aveva ancora avuto modo di capire tutto (o quasi) su EOS R3. Vi ricordo, in questo caso, che avevamo già fatto un approfondimento in merito (che trovate qui sopra linkato, prima di questo capitolo), pertanto non mi soffermerò più di tanto sulla parte “tecnica” quanto più sulla parte “pratica”. Questa non è e non vuole essere affatto una recensione di Canon EOS R3, perché gli elementi sono troppo pochi ancora, il test oggi non è stato sufficiente, ma quello che deve esservi chiaro è la risposta ad una semplice domanda che dovrete necessariamente evincere da questo articolo: l’autofocus di Canon EOS R3 è e sarà realmente un’evoluzione importante? Se volete la risposta breve, ve lo dico subito, è “si”, se invece siete interessati a scoprire il motivo di questo “si” secco, allora vi invito a continuare la lettura.
Il fulcro dell’esperienza di oggi era, a livello testuale, molto semplice: vai lì a quell’ora, ti becchi il briefing, indossi un impermeabile, vai in pista, fai un giro dentro ad una Ferrari o ad una Lamborghini e passi poi la mattinata a fotografare queste automobili mentre altri tuoi colleghi giornalisti fanno il giro che avevi già fatto tu a bordo di quelle supercar. Allettante ed emozionante.
Nella realtà dei fatti ho preso un sacco di acqua (per carità, non è colpa di Canon, ci mancherebbe) e mi sto affrettando a scrivere questo articolo prima di subire gli effetti di così tanto freddo / acqua che alla mia ormai veneranda età di 31 anni fuori e 185 dentro si faranno certamente sentire nelle prossime ore.
Si, lo so che voi volete i dettagli di questa fotocamera, ma io quando scrivo cerco di romanzare tutto, sopportatemi così.
Sono salito a bordo di una Ferrari 430 Challenge tutta bella “kittata” da gara in grado di erogare 510CV grazie ad un motore V8 a 8 cilindri con trazione posteriore, cambio sequenziale a 6 marce e uno 0-100km/h in 3,6 secondi e una velocità massima di 320Km/h. Una macchina che, vorrei dire, ho scelto apposta per la trazione posteriore, perché vedevo che stava iniziando a piovere in maniera interessante e l’altra Lamborghini era una trazione integrale, io volevo “scodare”. No, purtroppo non ho potuto guidarla, altrimenti forse mi sarei eccitato tantissimo ma non sarei davvero stato qui a scrivere questo articolo (mi avreste trovato live dall’Ospedale, nella migliore delle ipotesi).
Tutta la parte “racing” è stata magistralmente gestita da Carschool Box, un’azienda che, volendo, ve le può far guidare davvero queste macchine, ma vi invito, in tal caso, a fare riferimento a loro sul sito ufficiale. Purtroppo non mi ricordo il nome del pilota, perché sono fatto così: già non ricordo i nomi di nessuno, se poi me lo stai dicendo a 200km/h a bordo di una Ferrari, la memoria vola via piacevolmente. Fatto sta che il pilota è stato molto bravo: ad ogni giro mi chiedeva come stessi, se andava tutto bene, se doveva rallentare e…e niente, io, come un eterno bimbo, gli chiedevo se poteva scodare e andare ancora più forte, perché il tempo stringeva e la pioggia aumentava.

Mentre io mi godevo un giretto rilassante coperto da cinture da gara e roll bar, altri colleghi giornalisti, posizionati in punti strategici, stavano facendo ciò che io avrei fatto di lì a poco, cioè fotografarmi con una fotocamera Canon a scelta tra EOS R3, EOS R5 ed EOS R6. Per quanto concerne il parco ottiche, la scelta invece era tra…tutte. Sembrava quasi Natale. Con la pioggia. A Novembre. In una pista seria. Con i giornalisti.
Finito il mio giro (troppo in fretta purtroppo), mi sono recato alla “postazione 1” adibita come “punto in sicurezza per fotografi sportivi”, all’incirca nella zona della prima chicane del percorso. Di sicuro, dopo tutta l’acqua che ho preso oggi, posso affermare con estrema certezza e sicurezza che le fotocamere Canon che vi ho elencato prima resistono tranquillamente alla pioggia incessante (e anche le ottiche), nel caso in cui aveste avuto dubbi in particolare. Ho deciso di cimentarmi in un po’ di sano panning, quindi mi sono subito diretto verso un bel 400mm f/2.8 che mi piace tanto usare a questi eventi ma che tanto so bene che non potrò mai permettermi davvero.
Il panning è un tipo di fotografia molto difficile, perché tendenzialmente non basta usare un tempo compreso tra 1/30 e 1/60 con diaframma chiuso e ISO variabili, serve anche un giusto autofocus, un ottimo tracking e una buona stabilità. Se poi aggiungete il fatto che è stato tutto molto dinamico e che l’acqua era tanta ma il tempo poco, non è stato certamente facile. Insieme a me c’erano altri ragazzi e colleghi giornalisti, come ad esempio gli amici Gianluca Bocci, Aldo Ricci, Maurizio Natali (di Saggiamente), Andrea Nepori, Roberto Catania (HDBlog), Francesco Carlini (Tutti Fotografi), Roberto Colombo (HWUpgrade / Fotografi Digitali) e molti altri che ho rivisto con immenso piacere. Ecco, vi invito magari ad andare a guardare gli scatti di oggi di Aldo Ricci, un uomo che senz’altro ci sa fare con le auto e a cui ho invidiato davvero molte foto.
La sessione è terminata più o meno alle 13, ho fatto tre cambi di postazione ma, purtroppo, ho provato EOS R3 per una sola sessione intera (tra le tre previste), per il resto del tempo mi sono divertito (di nuovo) con EOS R5 ed EOS R6 (trovate la recensione di Canon EOS R5 cliccando qui oppure la recensione di Canon EOS R6 cliccando qui)
Canon EOS R3 anteprima: un AF importante
Appena ho preso in mano Canon EOS R3 ho ovviamente avuto un feeling ben diverso rispetto a EOS R5/EOS R6, perché, vi ricordo, lo stile del corpo della nuova R3 si ispira molto a 1D X Mark II (e sorelle precedenti), ergo il battery grip è già integrato, migliorando notevolmente la presa e la maneggevolezza. Canon EOS R3 ha un menù molto simile a quello delle altre fotocamere del brand, con ovvie variazioni per quanto concerne la parte di autofocus e di messa a fuoco con l’occhio. Ve lo devo confessare subito: non ho provato la messa a fuoco gestibile dall’occhio per il semplice motivo che, come già vi riportavo negli altri articoli, è incompatibile con i miei occhiali (stesso problema che ha avuto il buon Gianluca Bocci), perché le mie lenti schermano i raggi ultravioletti di solito derivati dai monitor dei computer, medesima tecnologia utilizzata da EOS R3 per rilevare la pupilla e seguirla. A causa di questo “problemino” e per il tempo che effettivamente stringeva, mi sono concentrato più che altro sull’intelligenza dell’AF, la reattività e la rapidità.

Benché EOS R5 ed EOS R6 abbiano già degli ottimi sistemi di autofocus e siano molto intelligenti e reattive, ragazzi, Canon EOS R3 è letteralmente un altro mondo. Credo di non aver mai visto in vita mia un autofocus così veloce, preciso, fulmineo e intelligente. Vi ricordo che stiamo ancora parlando di auto da corsa che sfrecciano in pista a tutta velocità, “terreno” pensato proprio per questa fotocamera. Se con EOS R5 ed EOS R6 a volte c’è stato qualche microscopico rallentamento o leggerissima imprecisione nel tracking ad altissima velocità (soprattutto in presenza di ostacoli o di vettura che usciva dal frame), con EOS R3 mi sono sentivo come se stessi guardando una gara in TV ripresa da telecamere super rapide e con veicoli sempre a fuoco. Tutto questo ovviamente poi con l’aggiunta di un mirino senza blackout.
L’esperienza è stata “disarmante” (in maniera positiva), perché in effetti vedevo dei rettangoli all’interno del mirino che riuscivano a variare la larghezza e l’altezza (diventando a volte quadrati, altre volte semplicemente rettangoli allungati) durante l’inseguimento dei veicoli. E non sbagliavano mai. Il rettangolo seguiva la dimensione del veicolo e si spostava in maniera rapida come il veicolo stesso nella realtà, e anche quando la Ferrari o Lamborghini di turno usciva dal frame, recuperarla era questione di un nanosecondo.
Vorrei potervi parlare ancora di più di questo autofocus, ma lo farò nel corso della nostra futura e approfondita recensione, quella scritta con più calma, con più dettagli e con un maggior utilizzo della fotocamera.
Difficile analizzare bene i RAW ora, difficile fare considerazioni ulteriori se non che, effettivamente, questo autofocus promette miracoli e un supporto importante per chi con queste fotografie ci lavora ogni giorno e basa il proprio operato. Sicuramente nei prossimi mesi ne vedremo davvero delle belle, soprattutto quando questa fotocamera andrà in mano a professionisti veri di questo segmento (che non sono certamente io).
Canon EOS R3 anteprima: un’attesa che vale la spesa
Innanzitutto c’è da dire che mi sono divertito molto. Oggi c’erano da testare due cose fondamentalmente: velocità (per l’autofocus) e qualità (per il sensore). In entrambi i casi posso ritenermi soddisfatto. Il produttore ha fatto un lavoro enorme su questo prodotto, qualcosa di inaspettato ma tanto atteso, una risorsa per i professionisti da anni abituati alle ammiraglie. Sentendo qualche commento tra colleghi e amici non ho potuto fare a meno di ricordare un “è stata la prima vera volta in cui non ho sentito la mancanza di una reflex, è ora di fare il passaggio completo, mi sento pronto“. Analizzando meglio questa frase posso pensare che tantissimi professionisti in possesso di fotocamere Canon per lavoro forse ora avranno un’arma in più per considerare il passaggio e affrontare la spesa.