EOS R5 in offerta
Canon EOS R5 recensione è l’articolo che vi descrive e vi mostra la nostra prova di questo modello tanto atteso presentato lo scorso anno e al centro di varie polemiche. Dato che non esistono solo notizie negative attorno a questo prodotto (anzi, ben altro), ho deciso di provare al meglio questa fotocamera per dirvi cosa ne penso, a chi potrebbe essere adatta e, soprattutto, se è vero che il surriscaldamento del sensore sia un problema così grande. Come sempre, alla fine della recensione potrete scaricare i file RAW per provare l’editing direttamente dal vostro computer. Ecco la prova
Canon EOS R5 recensione: per chi è davvero adatta questa fotocamera?
C’era grande eccitazione a Febbraio 2020 quando Canon annunciò pubblicamente lo sviluppo della sua nuova mirrorless EOS R5, e io ero lì, in prima fila, nel corso di un bellissimo evento fisico a Milano, l’ultimo prima del COVID-19 che ci ha chiusi in casa per un bel po’ di tempo. Un grande boato ha accompagnato le slide di presentazione del nuovo prodotto, soprattutto quando fu rivelata, fin da subito, la possibilità di registrare video in 8K. Da lì in poi si ci furono, qualche mese dopo, i primi hands-on, le prime anteprime “serie” e le varie recensioni veloci che spesso (purtroppo) vengono fatte. Un vero inizio di declino per Canon, che iniziò ad essere pesantemente accusata di aver messo in vendita un prodotto con gravi problemi di surriscaldamento, tanto che alcuni produttori di vari accessori iniziarono a vendere dei kit di raffreddamento esterni per EOS R5 perché la fotocamera non era in grado di andare oltre gli 8 minuti di registrazione in 8K.
In tutto questo poi, in un paesino sperduto ed isolato della Lombardia (Cardano al Campo), c’ero io, a seguire tutte le vicende attorno a questa fotocamera con in mano una birra fresca e una confezione di Pop-Corn da sgranocchiare. Mi sembrava di essere tornato ai tempi dell’antenna-gate di iPhone 4, quando bastava mettere un dito davanti all’antenna dello smartphone per bloccare il segnale e non riuscire più a ricevere le chiamate. Per quanto tutto possa essere vero o verificabile, credo fermamente che a tutto ci sia un limite, perché è sempre facile puntare il dito contro un’azienda e decontestualizzare un’idea di utilizzo. Sebbene per molti sia valida l’idea del “Canon voleva far vedere quanto ce l’aveva grossa” (la risoluzione video), è anche vero che, come piace dire a me ogni volta, è sempre bene associare un prodotto al giusto utilizzo. Davvero pensate che con una Canon EOS R5 ci si possa girare un film da Hollywood per 2 ore senza nessun problema? In tal caso, avete davvero sbagliato target.
Si, perché “8K” è una feature importante, ma questo non significa che possiate usarla come vi pare. Se è per questo, esistono videocamere che, ancora oggi sul mercato dell’usato, costano più di 2000 euro e registrano “solo” a 1080p. Ci sarà un motivo, no?
Ci tenevo ad iniziare la prova con questa specificazione importante, perché ogni produttore fa delle scelte precise in fase di “creazione” di un prodotto, di conseguenza, mi aspetto sempre che il professionista che deve scegliere qualcosa per lavorare, faccia altrettanto scelte adeguate.
Per carità, Canon EOS R5 non è assolutamente una fotocamera per tutti, esattamente come ogni fotocamera ad oggi sul mercato. Creare un prodotto “per tutti” è assolutamente impossibile, perché ognuno di noi ha esigenze diverse, necessità variabili e un budget che non può essere sempre uguale. C’è chi con Canon EOS R5 potrebbe avere un prodotto fin troppo performante e chi invece potrebbe trovarlo un prodotto “insoddisfacente”, semplicemente perché magari ha esigenze ben diverse da ciò che la fotocamera è in grado di gestire.
Come scrivevo poco sopra, se acquistate questo prodotto per girare il nuovo blockbuster hollywoodiano, forse avete sbagliato fotocamera (e mi sa anche lavoro). Questa è una fotocamera mirrorless di fascia alta, e come tale va “trattata”. Si può definire più come “ibrido professionale”, ma di certo il VERO filmaker non la sceglierà mai, e sapete perché? Proprio perché è una mirrorless. Chi fa video tutti i giorni con esigenze molto alte e vuole rimanere in casa Canon, sicuramente sceglierà la linea Cinema EOS, con ben altre possibilità tecniche.
Allo stesso modo, vedo l’aggiunta della risoluzione 8K in questo prodotto si come un’attenta mossa di marketing ma anche come un’anticipazione del futuro, cioè di quello che, un giorno, Canon potrà fare anche a “livelli più bassi”, e quindi tutto cambia, le polemiche prendono forma diversa, i limiti vengono compresi, e le esigenze ben distribuite. Ecco il ragionamento che dovrebbe fare un potenziale acquirente di questo prodotto. E ora posso iniziare con la vera e propria recensione.
Canon EOS R5 recensione: design e materiali
Canon EOS R5, a livello estetico, richiama molto la prima EOS R e non solo, perché molti dettagli ricordano, un po’ con malinconia, la serie 5D. Non c’e stata quindi una grande rivoluzione di design, soprattutto se confrontata con la sorella R6. Canon EOS R5 e Canon EOS R6, di cui potete leggere la recensione cliccando qui, sono molto simili esteticamente, anche se la sorella maggiore, oggetto di questa recensione, risulta leggermente più grande e pesante. Questo ovviamente non è un grande problema, perchè questo corpo macchina è esattamente ciò che mi aspetto (e mi aspettavo) per un prodotto del genere e di questa fascia. Ciò che avevo espresso per Canon EOS R6 lo esprimo nuovamente anche per questo modello: si tratta di un tipo di ergonomia, estrusione e presa che personalmente amo, e si vede quanto Canon abbia fatto un lavoro eccezionale sotto questo punto di vista. Sono poche, ad oggi, le mirrorless con una presa del genere e una tale comodità che, oltretutto, includano anche un display superiore, qualcosa che dal mio punto di vista rende tutto più comodo, anche se ovviamente non piace a tutti.
Scelte comprensibili o meno, ho apprezzato l’ergonomia di Canon EOS R5 fin dal primo momento, esattamente come successo con Canon EOS R6, ma vediamo l’analisi del corpo macchina “parte per parte”.
C’è da apprezzare una piacevole novità su questo corpo macchina, caratteristica comune con EOS R6: la misteriosa e sperimentale “touch bar” comparsa su EOS R è sparita, scelta gradevole dal mio punto di vista, esattamente come potrebbe essere gradevole la stessa scelta da parte di Apple sui MacBook futuri. A quanto pare la touch bar, in generale, è destinata a non aver successo sui prodotti.
La parte frontale di Canon EOS R5 è spoglia ma non troppo, nel senso che obiettivamente è subito riconoscibile il fatto che si tratti di una Canon, con linee riprese da vari modelli precedenti e che, personalmente, apprezzo molto. La denominazione del produttore, collocata nella zona centrale del mirino, risulta più “schiacciata” rispetto alle fotocamere reflex di un tempo (vedi gloriosa serie EOS 5D), ma ha assolutamente senso, perché è quel giusto “taglio netto” che ci deve far capire che le cose sono cambiate. C’è un laser di assistenza per l’AF nella parte frontale, che fa capolino proprio in prossimità del monitor superiore, il tasto di sgancio dell’ottica, un tasto di anteprima della profondità di campo (come da abitudine per le reflex di un tempo), ma comunque configurabile, e un interessante porta, un po’ nascosta, dedicata alla connessione di un remote esterno, cioè un banale telecomando a filo che molti apprezzano decisamente di più rispetto al controllo da smartphone (e credetemi, per i Time Lapse, io sono uno di quelli). Canon EOS R5 è compatibile anche con i telecomandi a infrarossi, e, a dimostrazione di questo, vedrete un ricevitore proprio in prossimità del grip principale frontale. Nella parte frontale troviamo spazio anche per un microfono normalissimo da usare in casi di emergenza estrema (sono sempre a favore di microfoni esterni, ovviamente).
La parte superiore vede la presenza di uno switch d’accensione nella parte laterale di sinistra, una slitta hothshoe proprio sopra al mirino, un display superiore chiamato “secondario”, che trovo comodissimo e che mostra tutte le varie informazioni sullo scatto, la batteria e così via, una due ghiere, un comodo tasto REC, un tasto che fa retroilluminare il display secondario (per utilizzi notturni), il blocco delle ghiere, un M-Fn programmabile e, ovviamente, il tasto di scatto.
Guardando la fotocamera da dietro, il lato destro vede la presenza del doppio slot per le memory card, che però sono diverse: c’è un classico slot per le SD fino all’UHS-II e poi il nuovo slot dedicato alle rapide CFexpress. Canon, insieme alla fotocamera, mi ha mandato una SanDisk Extreme PRO CFexpress da 1700 MB/s in lettura e 1200 MB/s in scrittura, direi che posso “fermarmi qui” con le informazioni, nel senso che si, è super veloce. Davvero super veloce. L’unica “piccolezza” che mi permetto di far notare in questo caso, riguarda proprio lo slot SD: avrei preferito una soluzione con doppio slot CFexpress, ma capisco che Canon abbia deciso di lasciare tale scelta finale all’utente. Chiaramente, per registrare video in 8K, è fondamentale l’utilizzo di una CFexpress.
Il lato opposto invece vede la presenza, come di consueto, di tutti i vari connettori: troviamo ingresso per microfoni esterni, uscita cuffie, una meravigliosa e super utile porta PC Sync che molti produttori di mirrorless sembrano aver dimenticato, connettore Type-C che supporta la ricarica e un connettore micro-HDMI che supporta la registrazione su monitor esterni fino al 4K@60 a 10 bit.
La parte posteriore si fa subito notare grazie al generoso mirino OLED da 0,5″ con una risoluzione di 5,76 milioni di punti, non il più risoluto sul mercato, ma comunque assolutamente apprezzabile e senza alcun tipo di problema di refresh rate. Presente anche un monitor LCD Clear View II da 3,15″ con circa 2,1 milioni di punti e la possibilità di essere orientato di circa 170° sia in orizzontale che in verticale. C’è la possibilità di regolare la luminosità su ben sette livelli diversi per questo LCD, ma niente dati dichiarati sui NITS, che sembrano essere “standard”, quindi attorno ai 500. La visibilità al sole è “normale”, ma comunque nelle aree più luminose o nelle situazioni più difficili sotto questo punto di vista è comunque consigliabile usare il mirino OLED per non avere nessun tipo di problema. Vi ricordo infatti che, con le fotocamere mirrorless, è possibile sia riguardare gli scatti che anche i video direttamente all’interno del mirino.
Non manca poi un Multi-Controller, così Canon chiama il suo Joystick multifunzione, e i vari “standard” a cui gli utenti del brand sono sempre stati abituati sulle varie serie di reflex del passato, quindi una ghiera verticale, un quick menù, tasto INFO, AF-ON e così via. Vi ricordo inoltre che, trattandosi di una fotocamera della serie EOS-R, c’è un’altra ghiera aggiuntiva e multifunzione (quindi completamente personalizzabile) proprio sull’obiettivo, una grande comodità che, nel mio caso, è sempre interessante per gestire la sensibilità ISO, cosa che trovo particolarmente comoda configurata in questo modo.
La parte inferiore vede la classica presenza della vite per treppiede e lo slot per la batteria. La batteria, a tal proposito, è una LP-E6NH, ma c’è la piena compatibilità anche con le classiche LP-E6N, pertanto, se avete una “vecchia” Canon della serie EOS 5D, potrete usare le stesse batterie (pur avendo autonomia inferiore e perdendo la possibilità di ricarica tramite Type-C). L’autonomia dichiarata è di circa 490 scatti usando il mirino, 470 usando il monitor LCD.
A me basta dirvi questo: nel mio “stress test” della batteria, avevo esattamente due tacche su quattro totali, e ho comunque voluto affrontare uno shooting di reportage + video in 8K da circa 15 minuti sotto al sole. Si trattava di un vero stress test, in tutti i sensi, e come sarà andato? Lo scoprirete solo leggendo.
Canon EOS R5 pesa 650 grammi (738 con scheda e batteria) e le sue dimensioni sono pari a 138,5 x 97,5 x 88mm. Il corpo macchina è tropicalizzato, quindi resistente alle intemperie. L’ambiente operativo corretto è incluso in un range tra 1 e 40 °C.
Canon EOS R5 recensione: specifiche e caratteristiche tecniche
Abbiamo parlato della parte estetica, ora vediamo “la ciccia”, cioè tutto ciò che c’è dentro, sempre poi concludendo con il solito ricapitolone rapido per quelli che hanno voglia di scorrere rapidamente la recensione e non leggeranno questa parte che sto scrivendo con tanto amore (se rientrate tra quelli che stanno leggendo questa parte di recensione, potete anche lasciare un commento a fine articolo con qualcosa come “io ho letto!” o “io leggo tutto!” – grazie).
Canon EOS R5 integra un sensore full frame da 45 megapixel che garantisce un’interessante raffica da ben 20fps con otturatore elettronico e fino a 12fps con otturatore meccanico. Lo stabilizzatore è integrato ed è praticamente lo stesso di Canon EOS R6, con una compensazione fino a ben 8 stop. C’è poi un processore DIGIC X e un sistema di autofocus Dual Pixel CMOS AF II fino a ben 5940 zone AF, come vengono definiti da Canon stessa. C’è il supporto al riconoscimento degli animali (tra cui, nello specifico, cani, gatti e volatili di vario tipo – pertanto l’AF si adatterà al tipo di animale riconosciuto). Esattamente come in Canon EOS R6, questo autofocus integra il Deep Learning, cioè impara dalle vostre abitudini e migliora costantemente insieme a voi. Non manca poi la possibilità di mettere a fuoco fino a -6EV.
Lato video, troviamo la registrazione in 8K RAW fino a 30fps a circa 2600 Mbps, un dato pazzesco, che però può anche essere compresso fino a circa 1350 Mbps (sempre in formato RAW). Le modalità di registrazione per i vari formati sono sia ALL-I che IPD. C’è poi il 4K che arriva fino a ben 120fps, così come il full HD. Si possono anche fare tranquillamente Time Lapse in camera fino alla risoluzione 8K@30fps.
Presente un EVF da 5.76 milioni di punti, LCD da 3,15″ con 2,1 milioni di punti con possibilità di articolazione e gestione tramite touch screen, WiFi 5Ghz, Bluetooth e doppio slot per le memorie. La sensibilità ISO varia invece da 100 a 51-200.
Ecco quindi un rapido riepilogo delle principali specifiche e caratteristiche tecniche di Canon EOS R5:
- Sensore full frame da 45 megapixel
- Scatto continuo fino a 20 fps in otturatore elettronico o fino a 12 fps in otturatore meccanico
- Stabilizzazione combinata fino a 8 Stop
- Processore DIGIC X come su EOS 1D X Mark III (è lo stesso)
- Dual Pixel CMOS AF II con 5940 zone AF, Deep Learning e Animal Eye AF
- Sensibilità ISO 100-51.200 (con estensione fino a ISO 102.400)
- Video 8K RAW 30p 12 bit senza crop
- Video 4K fino a 120fps
- EVF da 5.76 milioni di punti
- LCD 3,2 pollici da 2,1 milioni di punti touch screen articolato
- Doppio Slot (1x CFexpress 1x SD UHS II)
- Display superiore LCD e multi controller AF
- WiFi 5 GHz integrato
- Bluetooth
- Ricarica USB e alimentazione tramite PD-E1
- Peso pari a 650 grammi solo corpo oppure 738 grammi con batteria e scheda di memoria
- Dimensioni pari a 138,5 x 97,5 x 88mm
- Batteria LP-E6NH con autonomia fino a circa 500 scatti
Canon EOS R5 recensione: prestazioni
Sono sempre stato convinto del fatto che l’esperienza di scatto di una fotocamera debba essere valutata da diversi fattori e, forse, il sensore in realtà, nella mia “scala valutativa” è quasi all’ultimo posto. Questo perché per ottenere una buona foto non basta avere il sensore prestante o l’obiettivo da 100 milioni di euro, è anche necessario una sorta di “viaggio” verso quel risultato, paragonabile a quello che nel marketing definiscono come “Customer’s Journey” per spiegare ai dipendenti come dev’essere guidato un Cliente nella sua esperienza d’acquisto. La mia “Photographer Journey” parte dalla prima “vista”, passa per l’impugnatura, il grip, la sensazione, il confort, il feeling, l’utilizzo all’interno del menù, la posizione dei vari tasti e poi, alla fine, con il “tocco” del tasto di scatto per concretizzare il tutto. Ovviamente passando anche per la composizione dello scatto, che comprende la scena, la luce e così via.
Questo lo faccio con ogni fotocamera che provo, anche se ovviamente non lo scrivo sempre, altrimenti sarei ripetitivo.
Ho provato e recensito quasi tutto il catalogo di fotocamere Canon uscite dal 2015 ad oggi, e posso dire che con EOS R6 ed R5 ho visto davvero dei “balzi” in avanti importanti, una reale concretizzazione di una strategia che, negli anni precedenti, forse aveva qualche debolezza o qualche scompenso. Canon EOS R5 è un prodotto completo sotto ogni punto di vista, e ve lo dice, paradossalmente, chi una Canon nemmeno ce l’ha, perché ho Nikon e Sony per lavorare (mai stato un segreto).

Eppure con questa Canon EOS R5 tutto cambia: l’esperienza di scatto e di utilizzo è stata ancora più piacevole di quella avuta con EOS R6 (che fu già super positiva). Pianificare, gestire e fotografare per lavoro con questa fotocamera è stato un vero piacere, e l’ho capito fin dalla prima esperienza: dovevo fotografare una casa per lavoro, ma nella prima vista da fuori, la parte esterna, risultava comunque troppo lontana con i due obiettivi forniti da Canon, il bellissimo RF50mm F1.2L e l’RF 15-35 f2.8 L. Pertanto, ho subito messo alla prova questa fotocamera con un crop importante, rispetto allo scatto originale, per potermi avvicinare al meglio alla vista dall’esterno di questa casa in esame. Il risultato è stato superlativo, cosa non sempre scontata in un sensore da 45 megapixel. Tutto ha funzionato alla perfezione, e, a dirla tutta, al Cliente nemmeno sembrava casa sua dopo aver visto le foto.

Allo stesso modo, dal punto di vista della registrazione video, sono rimasto sbalordito riguardando le clip in 8K sul mio display (che comunque non è 8K, quindi mi aspettavo già una qualità più bassa). Problemi di surriscaldamento? Beh, ve ne parlo più in basso.
Grazie soprattutto alla veloce CFexpress utilizzata con questa fotocamera, ho notato un buffer praticamente inesistente (in senso buono) per quanto concerne il tempo di elaborazione delle foto anche nelle raffiche più “cattive”. Purtroppo, per una situazione COVID ancora non così definita al momento della prova di questo prodotto, non ho avuto modo di testare Canon EOS R5 in pista con bolidi ad alta velocità, ma sono certo che avrebbe garantito comunque performance eccezionali.
C’è poi quella “branchia” di puristi dell’otturatore meccanico che non è mai passata al segmento mirrorless per paura del cosiddetto “effetto gelatina” con l’otturatore elettronico. La buona notizia è che potete dormire sonni tranquilli: l’otturatore elettronico di questa EOS R5 è eccezionale e non soffre per niente di questa problematica.
Canon EOS R5 recensione: qualità di scatto
La domanda sembra banale e scontata, ma è assolutamente plausibile: dato il prezzo a cui viene proposta questa fotocamera, come scatta?
Partiamo da un presupposto molto semplice: se avete più di 5000 euro da spendere a piacere ma non sapete assolutamente nulla di fotografia, farete comunque delle foto pessime (forse non tanto per la qualità effettiva, quanto più per la composizione e tutto il resto) – ma questa è una storia già vista troppe volte.
Se invece siete dei professionisti con precise esigenze lavorative (target per cui questa fotocamera è pensata, ovviamente) allora resterete brillantemente sorpresi dalla qualità d’immagine di questa fotocamera. Ogni produttore, ad oggi, ha la propria “Color science” e, di conseguenza, gestisce “la pasta” del colore diversamente, cosa che può piacere oppure no. Personalmente, non sono mai stato, in passato, un grande fan della color science di Canon, ma solo perché ero abituato a Nikon, che tendenzialmente offre colori leggermente più saturi in molti casi.
Con questo prodotto ho dovuto completamente cambiare idea, perché in effetti si tratta di un risultato finale estremamente soddisfacente, brillante, definito. Ho provato senza problemi a scattare fino a circa 5000 ISO senza alcun tipo di problema, cosa decisamente sorprendente dato il sensore da 45 megapixel. Certamente questo non è un prodotto adatto per chi vuole spingere maggiormente gli ISO (per quello, sempre in casa Canon, c’è EOS R6) ma più per chi necessita dei megapixel. Una tipica esigenza di cotanta risoluzione si può trovare, ad esempio, in chi fa molta Still Life, chi fa fotografia pubblicitaria, ritrattistica e anche wildlife, soprattutto se non avete obiettivi “così lunghi” in termini di focale tali da poter avvicinarsi al soggetto come vorreste.
Come scrivevo poco sopra, ho usato questa Canon EOS R5 per vari lavori, uno di questi era una serie di foto still life alle cuffie Apple Airpods Max. Tali foto le ho scattate semplicemente con un doppio kit di flash Godox AD100 Pro (di cui vi parlerò più avanti), Canon EOS R5 e il bellissimo RF 50mm 1.2 L.
Come potete vedere nei vari scatti presenti in questa recensione, la definizione è qualcosa di straordinario. Ci sono tutti i dettagli che servono, le sfumature, il giusto contrasto, i colori perfetti. Insomma, è un risultato impressionante che, dal mio personalissimo punto di vista, è in grado di dare a Canon quel punto di svolta importante e necessario che da tempo era chiamato a gran voce dai sostenitori del brand.
Canon EOS R5 recensione: autofocus
L’autofocus di Canon EOS R5 è basato sul Dual Pixel CMOS AF II, ma non fatevi ingannare dal nome già visto in passato, perché i vari miglioramenti sono davvero tantissimi. Si parla infatti di un autofocus con un’area in grado di comprendere il 100% del frame verticale e l’88% dell’area orizzontale del sensore e fino a 5940 aree AF con importanti migliorie per quanto concerne il tracking e il rilevamento viso / occhi.
È presente un Animal Eye AF, cioè una funzione che sfrutta un algoritmo che riconosce gli animali ma non in modo generico bensì molto preciso. Canon EOS R5 è in grado di riconoscere, tramite l’occhio, il tipo di animale tra cui cani, gatti e vari volatili. Ergo, l’autofocus di Canon EOS R5 si può adattare al tipo di animale riconosciuto, regolandosi su precisione, velocità e possibile imprevedibilità nei movimenti in base proprio al tipo di animale inquadrato. Come già scritto poi, non manca la possibilità di riconoscere i volti umani e anche gli occhi umani, con notevoli miglioramenti per quanto concerne la velocità e la precisione.
In pratica, si tratta di un sistema di messa a fuoco estremamente intelligente e in grado di auto-regolarsi sulla base di moltissimi fattori, grazie soprattutto al Deep Learning già visto in Canon EOS R6, uscita insieme a R5. Tra l’altro, questo Dual Pixel CMOS AF è in grado di operare fino a ben -6EV, pertanto, può essere utilissimo in quelle situazioni di scatto prettamente riguardanti la fotografia notturna in cui la luce è davvero poca ma serve comunque velocità, come ad esempio nella street photography di notte.
Il rilevamento del viso o degli occhi è praticamente infallibile in questa Canon EOS R5 come in Canon EOS R6: riesce a trovare volti umani e occhi animali con una precisione assoluta e resiste anche con soggetti che si muovono rapidamente avanti e indietro attraverso l’inquadratura. Non è un AF infallibile, come tutti ovviamente, perché in effetti, lato video, registrando in 8K è capitato che perdesse il soggetto ogni tanto, peccato che si trattava di un soggetto che spesso si girava di spalle, pertanto è giustificabile tranquillamente, perché l’AF si basa su occhi e volto, per i capelli visti da dietro e le spalle magari ci arriveremo in futuro (ci sta).
Dato il tipo di suddivisione delle zone di messa a fuoco, si tratta di una funzione gestibile a piacere e, soprattutto, a meraviglia: si può optare per aree, piccole zone, punti di messa a fuoco singoli grandi o piccoli, messa a fuoco automatica su più livelli e così via. Si può gestire l’area o il punto con il Joystick oppure trascinando il pollice sul monitor touch in maniera molto comoda e rapida.
Bisogna poi parlare anche del Dual Pixel RAW, che permette funzioni come il Portrait Relighting,
Portrait Relighting è una funzione pensata per i ritrattisti che si trovano a dover fotografare una modella in particolari condizioni di luce difficile, come ad esempio le situazioni esterne in cui c’è una luce favorevole per lo sfondo ma sfavorevole per il volto della modella o del modello, che risulta decisamente scuro. Grazie a questo tipo di algoritmo, Canon EOS R5 è in grado di compensare digitalmente la luce sul volto del soggetto fotografato in modo tale da fornire la giusta esposizione e far risaltare il volto nel contesto fotografico, praticamente senza (quasi) toccare nulla. SI tratta di un’importante funzione basata sull’intelligenza artificiale che dimostra come il produttore sia riuscito, con questo prodotto, a stare al passo con i tempi in grande stile e a mostrare un piccolo assaggio del futuro fotografico che ci aspetta in altri corpi macchina “minori” più avanti nel tempo.
Canon EOS R5 recensione: video e surriscaldamento
Lato video, vi ho descritto le caratteristiche possibili con questo modello poco sopra, ma è chiaro che il mio interesse era “dirottato” tutto sulla risoluzione in 8K e il tanto discusso surriscaldamento. Parlando di resa video qualitativa, si tratta di un risultato assolutamente straordinario derivato da tantissimi anni di esperienza del produttore nel settore Cinema e trapiantati in una mirrorless che vuole fare di più di altri ma che è anche importante sottolineare che ha dei limiti (com’è giusto che sia).
Secondo il produttore, si può registrare tranquillamente fino a 35 minuti di video in 4K, circa la metà in 8K, prima del verificarsi di vari surriscaldamenti. Io personalmente ho fatto uno stress test importante, secondo me, per questo modello.
Due tacche di batteria, location esterna, temperatura di circa 33 gradi, sole battente (anche se non sempre). Ho deciso di misurare la temperatura di Canon EOS R5 con un classico termometro laser (regolato su “oggetti”) molto in voga in questi tempi (chissà come mai). Ebbene, dalle mie rilevazioni, dopo circa 6 minuti di registrazione video in 8K la temperatura era fissa a 30-31 gradi celsius e, solo dopo altri 10 minuti, si è alzata a circa 34.2 gradi, ovvero qualcosa di estremamente gestibile sia per il sensore che per il tipo di lavorazione effettuata.
Ciò che dev’essere assolutamente compreso in questo caso, almeno secondo me, è che Canon EOS R5, lato video, può essere perfetta per chi ha le mie stesse esigenze precise e non di più, ovvero una persona che fa principalmente foto ma che spesso è chiamata a registrare video corporate o brevi interviste. La maggior parte dei lavori video che faccio io infatti sono di aziende che hanno la necessità di mostrare i vari spazi e creare un video emozionale o, appunto, di tipo corporate. Per questo tipo di servizi si è soliti fare tante clip piuttosto “brevi” (anche in caso di macchinari). Per quanto concerne le interviste invece, dipende molto da ciò che dev’essere detto ma, di norma, le interviste che mi vengono richieste non superano i 15 minuti di parlato “crudo” (quindi poi da tagliare e sistemare). Ecco perchè in questo caso entra in gioco la comodità dell’8K: normalmente uso due o tre mirrorless per ottenere un’intervista finale con più inquadrature in grado di dare dinamicità alla scena e soprattutto garantire i vari tagli senza Jump Cut. Grazie alla registrazione di un singolo video, con una singola inquadratura, con Canon EOS R5 in 8K mi è possibile avere un output finale in 4K con tre inquadrature diverse grazie proprio al crop.
Immaginiamo la scena in cui ci sono due persone sedute una accanto all’altra che parlano, l’intervistatore e l’intervistato: si è soliti fare almeno tre inquadrature in questo caso che comprendono la famosa “larga”, cioè una scena ampia che mostri entrambe le persone, e due “strette”, cioè due inquadrature focalizzate esclusivamente su uno dei due volti ripresi. Pensate, quando normalmente servirebbero tre fotocamere per fare questo tipo di lavoro, il tutto è sostituibile da una singola Canon EOS R5 posizionata al centro.
Certo, ovviamente poi c’è chi preferisce avere un’inquadratura comunque laterale, tuttavia, nell’esempio da me descritto, anziché avere tre fotocamere e tre operatori, potreste potenzialmente fare questo tipo di lavoro da soli e con una singola fotocamera, cosa che spiega l’utilità di un formato del genere su questo dispositivo.
Se poi pensate di girare il documentario del secolo o il film di Hollywood totalmente sotto al sole con questa Canon EOS R5…beh allora avete sbagliato enormemente prodotto, perché per quel target c’è la serie Cinema EOS del produttore.
Un altro esempio che posso farvi è il seguente: io posseggo una Sony a7III che, di solito, per le interviste sfrutto con registrazione video in 4K@30 fps (il massimo fattibile da questa camera). In una delle ultime sessioni fatte, all’interno di uno studio con aria condizionata e senza nessun raggio solare o temperature importanti, dopo circa 21 minuti di registrazione mi segnalava un forte surriscaldamento che mi ha costretto allo stop per una breve pausa. Questa cosa succede con tanti altri prodotti, eppure non c’è mai stato nessuno scalpore attorno a tutto questo, perché semplicemente “capita”, è normale.
Se poi sfrutto la stessa risoluzione di registrazione sotto al sole estivo cocente, l’autonomia prima del surriscaldamento si restringe ancora di più.
Per questo motivo, il fatto di aver usato Canon EOS R5 per registrare in 8K RAW a 30fps all’esterno e quasi sotto al sole senza aver notato grossi surriscaldamenti per i 16 minuti di clip, mi ha permesso di capire che, effettivamente, questo prodotto può fare esattamente al caso mio, per le mie esigenze, che sicuramente sono condivisibili da molti utenti.
Allo stesso modo, la stabilizzazione video è davvero eccezionale, esattamente come già visto in Canon EOS R6 nella recensione fatta qualche mese fa, è possibile camminare senza stabilizzatore esterno (sfruttando esclusivamente quello interno) per poter godere di una totale fluidità delle riprese. Tale feature è sicuramente impressionante anche dal punto di vista della non più necessità di un gimbal supplementare, perché è proprio così che ho sfruttato questa Canon EOS R5, a mani “nude”, senza nulla, e non me ne sono pentito.
C’è poi da aggiungere che, con l’arrivo del firmware 1.3.0, sono state introdotte diverse migliorie interessanti, tra cui il sempre utile formato Canon Log 3 (C-Log 3) che permette di avere una gamma dinamica più ampia e si adatta magnificamente a workflow “cinema” proprio con la linea Cinema EOS. In sostanza, questa Canon EOS R5, inserita in una grossa produzione video composta tutta da prodotti Cinema EOS, può diventare quel prodotto sufficientemente flessibile per le riprese più dinamiche o complicate, oppure ancora la famosa “fotocamera sacrificabile” per stuntman e acrobazie varie. Resta purtroppo il limite di registrazione a 30 minuti per le varie clip, cosa che la concorrenza, più o meno, sta riuscendo a togliere, ma anche in questo caso, come già detto, bisogna sempre ricordarsi che è una fotocamera prima di tutto, non una videocamera.
In definitiva, lato video, reputo Canon EOS R5 un’eccellente fotocamera per la produzione di B-Roll, clip varie, BTS, brevi interviste e progetti simili, perché su questa fascia di prezzo e questo segmento difficilmente troverete un prodotto che la possa eguagliare lato video.
Canon EOS R5 recensione: galleria
Canon EOS R5 recensione: scarica i file RAW
Come per tutte le nostre recensioni fotografiche qui su FotoNerd.it, anche per Canon EOS R5 vi è possibile scaricare alcuni file RAW dalle varie sessioni di scatto da me eseguite al fine di provare voi stessi la post-produzione e capire le possibilità, i recuperi, la gamma dinamica e così via. Come sempre, vi ricordo che dovrete avere una suite di programmi di post-produzione aggiornati all’ultima versione per poter avere i profili di lettura dei RAW di questo prodotto. Potete scaricare i file RAW di Canon EOS R5 cliccando qui oppure sul tasto qui sotto.
Canon EOS R5 recensione: le nostre conclusioni
Devo dirvi la verità assoluta, come sempre: Canon non aveva fatto un così brillante ingresso nel mondo delle mirrorless al momento del lancio di EOS R susseguito da quello di EOS RP. Per carità, non sto dicendo che le due fotocamere presentate prima di EOS R5 ed EOS R6 fossero pessime, semplicemente però ho pensato, come molti, che Canon avesse fatto un piccolo passo sbagliato, per l’appunto un “ingresso non brillante”. Quel tipo di avvio nel mondo del mercato mirrorless però è servito a noi per conoscere le prime lenti RF e le potenzialità di questo sistema, mentre a Canon stessa è servito per lavorare sulle varie falle da chiudere per potersi migliorare.
Quel miglioramento è arrivato assolutamente e come un fulmine a ciel sereno, perché Canon EOS R5 e Canon EOS R6 sono due fotocamere assolutamente straordinarie sotto vari punti di vista e soprattutto ben distinte per le varie esigenze. Di fatto però, sebbene in futuro arriverà Canon EOS R3 dedicata interamente alla fotografia sportiva, tale genere può già brillantemente essere gestito anche oggi con queste due mirrorless, a seconda di quanti megapixel necessitate. Ad esempio, vi basti pensare al fatto che la maggior parte delle foto scattate durante le Olimpiadi di Rio del 2016 sono state fatte con una Canon EOS 1D X Mark II, che come raffica massima arrivava a 14fps (16 sfruttando il display, ma diciamocelo, chi scatta in Live View ad un evento del genere?). Bene, queste fotocamere sono capaci di fare ben 6fps in più rispetto a quel prodotto, motivo in cui possono già essere le giuste ammiraglie per chi da tempo cerca di fare il passaggio da reflex a mirrorless con la giusta convinzione.
Allo stesso modo, Canon EOS R5 è una fotocamera importante anche dal punto di vista del video, perché alla fine è stata la prima a portare l’8K nel mondo delle mirrorless, la prima a spiegare il concetto di rivoluzione tecnologica in questo settore e anche la prima al centro dei riflettori per gli “scandali” che hanno coinvolto il surriscaldamento. Considero questa EOS R5 una vera game changer in tutto e per tutto, sia nei vantaggi che nei difetti.
Ad essere sinceri, l’unica cosa che un po’ mi ha “bloccato” nella valutazione, in realtà, è il fattore del doppio slot diverso, una cosa che non mi è piaciuta e che spero venga corretta in una futura ed eventuale Mark II. Per il resto, Canon EOS R5 si conferma una vera regina delle cerimonie, quel “ponte” di connessione per gli storici utenti Canon del mondo reflex e quegli stessi storici utenti Canon che decidono di passare a mirrorless.
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Leggi di piùCanon EOS R5 ha un prezzo di listino pari a 4.709€, tuttavia, sono molte le possibili promozioni o scontistiche interessanti attorno a questo modello, potete controllare voi stessi la migliore offerta nel momento in cui leggete questa recensione qui sotto. Diversamente, fino al 18 luglio 2021 potete approfittare del cashback fino a -300€ direttamente con Canon Italia a questo link.

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Recensione in breve
EOS R5
Canon EOS R5 è una fotocamera straordinaria, una vera rinascita per le mirrorless del brand giapponese. Condivide moltissime funzioni con Canon EOS R6, ma anche tante differenze, come un sensore da 45 megapixel straordinario e la capacità di registrare in 8K. Tutto sembra assolutamente perfetto, difficile darle voti bassi.
PRO
- Incredibile qualità di scatto
- Un'intelligenza artificiale unica al servizio del fotografo
- Qualità video sopra al livello di ogni concorrente di questa fascia
- Perfetta ergonomia
- Autonomia di scatto più che buona
- Uno stabilizzatore d'immagine come pochi
CONTRO
- Un vero peccato per il doppio slot "diverso"
- Il monitor LCD posteriore poteva essere più definito per godere al meglio della qualità
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Ho letto tutto
Woah! Grazie! Quella postilla che ho lasciato nell’articolo ha funzionato 😂