Canon EOS RP in offerta
Canon EOS RP recensione vuole essere, come sempre, una prova sincera e schietta del comportamento di questa fotocamera in varie situazioni. Per dovere di precisazione, ci tengo a dire che tutte le foto sono state fatte ben prima della quarantena imposta, a parte alcuni scatti commissionati e regolarmente autorizzati per questioni di fotogiornalismo. Pronti a scoprire se questa potrebbe essere la vostra mirrorless?
Canon EOS RP recensione: specifiche tecniche
Canon EOS RP mi piace definirla come “la sorellina senza pentaprisma di Canon EOS 6D Mark II“, perché effettivamente, secondo me, si rivolge al tipo di target che acquisterebbe quel tipo di reflex. Si sta quindi parlando di un prodotto con sensore full frame ma considerato “entry level” in questa categoria, perché non è giusto pensare che siano solo le APS-C ad essere divise in entry level, mid range e professionali. Dato che anche le full frame hanno più segmentazioni, è giusto che ci siano prodotti adatti anche a chi vuole affacciarsi al mondo del full frame senza dover necessariamente investire più di 3000€ per un corpo macchina e in questo, EOS RP, è molto adatta. Il target di questo segmento è molteplice, ma di fatto si tratta di un professionista che vuole comunque ottenere un’ottima qualità di scatto senza rinunciare ad alcuni vantaggi specifici che in questa recensione cercherò di spiegarvi nel migliore dei modi. Canon EOS RP integra un sensore full frame Dual Pixel CMOS da 26,2 megapixel, può registrare video in 4K fino a 24p con un crop pari a 1.7x, offre una raffica fino a 5fps, Eye AF, capacità di mettere a fuoco fino a -5 EV e processore d’immagine DIGIC 8.
Troviamo poi un mirino elettronico da 2.36 megapixel di tipo OLED, un display articolato da 1.04 megapixel, doppia ghiera di comando e una batteria in grado di garantire circa 250 scatti con una sola carica, ma anche questo lo approfondiremo più in basso nel corso della recensione. Questo modello è il secondo della serie EOS R, la nuova linea professionale lanciata da Canon da meno di due anni e che è destinata ad accompagnarci in futuro e a lungo con tanti modelli e ottiche specifiche. Un segno distintivo, tra gli altri, della serie R è sicuramente la ghiera multifunzione completamente programmabile posta sull’obiettivo fotografico: oltre alle classiche ghiere di messa a fuoco e scelta della focale, ce n’è una terza che può essere assegnata a piacere. In questo caso, io ho scelto di sfruttarla per variare la sensibilità ISO fotografia, in questo modo posso essere molto rapido quando scatto in modalità manuale.
Canon EOS RP recensione: riepilogo delle caratteristiche tecniche
Se volete una visuale più “rapida” delle caratteristiche tecniche, ecco un elenco che vi fa capire quelle principali:
Sensore: 26.2 megapixel full frame CMOS da 35.9 x 24mm
Processore d’immagine : Digic 8
Punti AF: 4,779 aree Dual Pixel AF (143 zone)
Sensibilità ISO: da 100 a 40.000 (espandibile da 50 a 102.400)
Risoluzione massima immagini: 6.240 x 4.160 pixel
Video: Fino a 4K@25 fps
Mirino: EVF 0.39″, 2.36 milioni di punti, copertura del 100%
Memory card: SD / SDHC / SDXC (supporta UHS-II)
LCD: Display da 3″ articolato con supporto touch e 1.04 milioni di punti
Raffica di scatto: 5fps (One Shot), 4fps (Servo AF)
Connettività: Wi-Fi, Bluetooth
Dimensioni: 132.5 x 85 x 70mm
Peso: 440g (solo corpo; 485g con memoria e batteria)
Canon EOS RP recensione: design & materiali
Questa fotocamera è sensibilmente più piccola rispetto alla sorella maggiore EOS R e si vede in ogni dettaglio: sembra una Canon EOS R dopo un lavaggio in lavatrice, ma va bene così perché è giusta in funzione del target dedicato. Nonostante la piccolezza, è presente un’ottima impugnatura che permette un grip sicuro e preciso anche per chi ha le mani grandi (come le mie), motivo per cui sono rimasto positivamente sorpreso in quanto non è facile trovare una presa del genere su una mirrorless, soprattutto quando è così minuta. Canon EOS RP misura infatti 133 x 85 x 70 mm e ha un peso di 485 grammi, caratteristiche che la collocano in buona posizione in una ipotetica classifica delle fotocamere mirrorless più compatte e leggere; se poi pensate che a bordo c’è comunque un sensore full frame, allora tutto cambia.
Nella parte frontale troviamo un design pulito con la prominenza del grip subito visibile che mostra anche, tra le altre cose, il tasto di scatto che viene posto in maniera molto inclinata sul piano verticale. Potremmo quasi dire che il tasto di scatto è praticamente frontale e comunque molto più spinto verso il basso rispetto a tanti altri modelli di mirrorless. Sempre dalla parte frontale si può notare il logo del produttore, la scritta “EOS R” nella parte laterale che potrebbe destare qualche confusione nell’osservatore meno attento (confondendola quindi con la sorella maggiore). Tale scelta in realtà è stata fatta anche da Sony, famosa per non numerare quasi mai i vari modelli (ad esempio, per la A7 RIV dovete leggere la parte inferiore, dove c’è la batteria, per capire che si tratta dell’ultimo modello). Troviamo poi il tasto di sgancio dell’ottica, la luce di messa a fuoco e un piccolo microfono che viene usato per la registrazione dell’audio dei video. Il corpo è realizzato in ABS con alcuni inserti in lega di magnesio (nella fattispecie dove è ubicato il mount dell’ottica). La trama del corpo macchina è una texture nota nel mondo della fotografia con un motivo sempre moderno e sufficientemente antiscivolo. Il corpo è tropicalizzato, ergo, sarà in grado di resistere a condizioni climatiche avverse (ma non immergetela in acqua, mi raccomando).
La parte superiore ospita tutti i vari tasti funzione essenziali come, ad esempio, sulla sinistra (guardando la fotocamera dall’alto) uno switch circolare per accendere la fotocamera, poi la slitta hotshoe, la ghiera dei programmi con tanto di ben tre funzioni C (C1, C2, C3), un tasto di registrazione per i video, una ghiera che può essere bloccata (per evitare di toccarla dentro e variare i settaggi in fase di scatto), un’altra ghiera posta in verticale che può essere usata per controllare il tempo di esposizione, un tasto M-Fn completamente configurabile e, ovviamente il tasto di scatto.
Nella parte posteriore troviamo il monitor articolato da 3″ con 1.04 milioni di punti touchscreen che può, volendo, essere girato e chiuso al fine di proteggere lo schermo da eventuali danni possibili. Pertanto, volendo, potreste pensare di chiudere il display e gestire la fotocamera interamente dal mirino elettronico, presente sempre nella parte posteriore, che offre un pannello OLED da 2,36 milioni di punti, leggermente meno definito della sorella EOS R ma anche questo va bene così (è giusto differenziare i segmenti). Sempre sul mirino troviamo un sensore di contatto che permette di passare automaticamente a mirino o display in base al vostro avvicinamento: posizionandovi vicini con il vostro occhio potrete subito accendere il mirino e spegnere il display e viceversa.
Sempre nella parte posteriore non mancano vari tasti come AF ON (avete letto la nostra guida sul tasto AE-L/AF-L ?), l’asterisco multifunzione tipico di Canon, il tasto INFO, un D-Pad, il menù rapido Q, il tasto di riproduzione delle foto e il cestino, oltre ad una piccola cassa acustica che serve a farvi sentire l’audio dei filmati registrati. Ciò di cui si sente l’assenza, secondo me, è un JoyStick, componente che ad oggi reputo fondamentale nelle fotocamere per gestire facilmente il punto di messa a fuoco.
Passando ai lati, se guardiamo la fotocamera dalla parte posteriore e prendiamo il lato destro, non troviamo nulla: di solito, le fotocamere di fascia alta integrano in questo lato lo scompartimento doppio per le SD, ma in questo caso si trova nella parte inferiore ed è singolo (ma ne parleremo dopo). Sul lato opposto troviamo invece una buona dose di connettori: c’è il jack per un telecomando esterno, l’ingresso per un microfono, l’uscita per le cuffie, un uscita HDMI di tipo C (mini), e un ottimo connettore USB Type-C con cui, volendo, è anche possibile ricaricare la fotocamera. Nella mia prova ho addirittura collegato un alimentatore Apple per il mio MacBook Pro 15″ senza aver nessun tipo di problema e riuscendo ad avere una ricarica piena della batteria in poco meno di 2 ore.
La parte inferiore vede la presenza del classico connettore a vite per treppiede e accessori vari e il vano batteria: all’interno troviamo una Canon LP-E17 molto minuta da 1040mAh in grado di garantire solo 250 scatti circa con la carica piena, un’autonomia piuttosto sottotono che potrebbe essere giustificata dalla dimensione irrisoria proprio della batteria all’interno di un corpo che rimane comunque molto compatto. Ovviamente una fotocamera così “minuta” non può avere solo vantaggi, perché comunque serve spazio per i componenti, è ovvio.
Oltre alla batteria, nello stesso vano troviamo anche la SD: slot singolo che quindi non permette backup su altre schede o salvataggio per eccedenza, cosa che però, attenzione, vale anche per Canon EOS 6D Mark II, ecco perché dico che sono sorelle di segmento. C’è da dire però che lo slot è di tipo UHS-I, pertanto la velocità è più che buona e il buffer piuttosto capiente.
Canon EOS RP recensione: prestazioni
Se dovessi parlare in linea generale e complessiva del prodotto, devo dire che Canon EOS RP non mi ha assolutamente deluso lato performance, si tratta infatti di prestazioni giuste per quanto concerne ciò che mi aspettavo, visto soprattutto prezzo e segmento. Avevo già provato in passato EOS 6D Mark II, e non ho potuto fare a meno di notare, lato sensore, molte somiglianze in termini di potenzialità, possibilità e funzionamento. Mi piace pensare che Canon EOS RP sia una sorta di sorella gemella evoluta di 6D Mark II, nata in un momento di tecnologia diversa e con alcune caratteristiche migliori sotto alcuni aspetti (il peso una su tutte).
Canon EOS RP recensione: qualità d’immagine
Canon EOS RP offre alcune caratteristiche “nascoste” interessanti, come ad esempio il Focus Bracketing, una funzione interessante soprattutto per chi ama la fotografia macro. Tale genere di funzioni non era mai stato messo in una fotocamera di questo tipo (di Canon) in passato, ed è quindi una piacevole sorpresa. Grazie al Focus Bracketing potrete dire alla fotocamera quante immagini volete catturare (es.: 150) e penserà lei a scattarle tutte muovendo lentamente il punto di messa a fuoco da un punto A ad un punto B nel range di quegli scatti decisi. Il risultato di un Focus Bracketing è una foto con un’incredibile profondità di campo, qualcosa di non raggiungibile diversamente. La pecca, in questo caso, è che Canon EOS RP non esegue questa operazione “in-camera” come alcune concorrenti, motivo per cui sarete costretti a prendere le vostre 150 foto dell’esempio, metterle su un computer e usare un software specifico di merging (unione, ndr) in grado di creare il vero risultato finale.
Oltre a questo, esattamente come EOS R, Canon EOS RP non offre un sistema di stabilizzazione dell’immagine integrato nel corpo, tuttavia, è possibile compensare questa mancanza (in modo simile ma non uguale) grazie al sistema Canon Dual Sensing IS unitamente ad una lente RF. Il sistema sfrutta il giroscopio integrato negli obiettivi RF per captare i movimenti effettuati e, insieme al sensore CMOS e al processore DIGIC 8, prova a compensare per limitare il mosso / micromosso. I risultati sono buoni ma, ovviamente, non comparabili ad un corpo macchina con stabilizzatore a 5 assi integrato.
Al di là di questi punti importanti, la qualità globale dell’immagine risulta buona e in linea con le aspettative di questo segmento. La gamma dinamica riprodotta da questa fotocamera è sicuramente ottima e, scusate la ripetizione o l’insistenza, ma mi ricorda davvero tanto EOS 6D Mark II, il che, lo ripeto, è un bene perché quella fotocamera è ed è stata ottima. A differenza del modello reflex però, in questa EOS RP ho notato un contrasto migliore, un maggior recupero dalle ombre e, complessivamente, maggiori dettagli in tutto il frame, caratteristiche ottenute grazie soprattutto al processore DIGIC 8 che, come sappiamo, è un gran prodotto di Canon.
Certamente Canon EOS RP non è una fotocamera adatta per fotografia sportiva o raffiche dinamiche, in quanto si ferma a 5fps con AF a punto singolo (4 con AF-C) e il buffer supporta circa 50 file raw a 14 bit. Tuttavia però, guardando bene la fascia di prezzo, è un risultato che va bene e sicuramente chi acquista questo prodotto non vuole e non può aspettarsi di più.
Canon EOS RP recensione: autofocus
Come direbbero gli inglesi “in my honest opinion” (secondo me), l’autofocus di Canon non può propriamente essere definito “buono” o “cattivo”, quanto più “targettizzato”, nel senso che chi è già utente Canon con un sistema AF Dual Pixel CMOS si sarà ormai abituato sotto tanti punti di vista, è una storia già vista con i menù Sony e con tante altre peculiarità di alcune fotocamere.
Al di là delle opinioni personali e soggettive basate sull’utilizzo di un sistema di autofocus al posto di un altro, devo dire che il Dual Pixel CMOS AF di questa EOS RP è sempre piuttosto veloce e preciso. Le funzioni di tracking sono accurate e funzionali e la nuova funzione che rileva la pupilla dell’occhio è decisamente interessante anche se forse non così veloce rispetto ad alcuni concorrenti (ma bisogna sempre valutare il segmento e la fascia di prezzo, non dimenticatelo).
Di default, Canon EOS RP usa un sistema di tracking basato proprio sul rilevamento di un viso o anche sul tracciamento del soggetto nella modalità Servo AF (cioè quella continua). Se però nel corso del tempo le vostre esigenze cambiano, c’è un nuovo menù un po’ nascosto all’interno del menù “C.Fn II: Autofocus Initial Servo AF” che permette di cambiare il modo in cui la fotocamera approccia il soggetto. Variando questo settaggio vi sarà possibile evitare di dare necessariamente priorità agli umani presenti nel frame e gestire al meglio le priorità dell’autofocus in modalità continuativa. Qualora siate possessori di EOS RP, vi consiglio di dare una “spulciata” a questo menù un po’ nascosto ed eventualmente notare i vari riferimenti nel manuale presente nella confezione.
Parlando di rapidità legata all’autofocus mi sono piaciute due cose:
- l’interfaccia touch del display posteriore è molto reattiva e risponde bene, diventa quindi un ottimo supporto per l’autofocus;
- La rapidità di accensione della fotocamera e di reattività dell’autofocus che diventa realmente utile in situazioni di Street Photography, anche se forse, per alcuni, questa non è la fotocamera più indicata (anche se non sono proprio d’accordo);
È poi presente anche il classico menù Q (quick menù) che offre alcune impostazioni rapide dedicate all’autofocus per evitare di dover lasciare l’utente in balia del menù completo ogni volta che deve effettuare variazioni minime. Ciò che ho notato, a livello tecnico, è che Canon EOS RP è piuttosto lenta nell’effettiva lettura del sensore per quanto concerne la messa a fuoco, caratteristica che in alcuni casi, potrebbe creare problemi sui contrasti. Ovviamente sto parlando di situazioni “borderline”, perché nella maggior parte dei casi l’AF si comporta bene. Il reale problema che potrebbe causare questa lettura piuttosto lenta, pari a 1/8 di secondo, riguarda il rolling shutter, fastidioso “effetto” che in alcuni casi può andare a rovinare una foto o un video. Questo si verifica maggiormente in situazioni in cui state magari effettuando un panning con la fotocamera oppure state scattando foto a soggetti in rapido movimento. Anche il banding è un piccolo problema che si verifica in alcuni casi di luce artificiale (a seconda dell’effettiva frequenza presente nelle luci).
Canon EOS RP recensione: sensibilità ISO
Forse uno degli svantaggi di Canon EOS RP riguarda proprio la sensibilità ISO, non sempre eccelsa nonostante si tratti di un sensore full frame. Chiariamo meglio questo punto: un sensore full frame è un effettivo vantaggio lato ISO rispetto ad un sensore APS-C, ma questo non significa che le performance saranno necessariamente ottime in tutti i casi, perché dipende da tanti fattori costruttivi e, ovviamente, dal tipo di segmento della fotocamera. Le performance nel range ISO 100 – ISO 3200 sono piuttosto buone e senza troppi problemi, con una lettura chiara e una bassa presenza di rumore elettronico. Ciò che si può vedere ad occhio nudo è l’aumentare esponenziale del rumore elettronico a partire da ISO 6400 e a salire.

Sotto questo punto di vista, è normale che con l’avanzare della tecnologia e il miglioramento di sensori e altri chip vari interni, ci si aspetti un considerevole aumento delle prestazioni ISO che però, come già detto, sono influenzati da tante specifiche e situazioni diverse, pertanto, è bene comprendere al meglio le proprie esigenze personali in funzione di questo fattore.

Per quanto mi riguarda, anche se faccio fotografia notturna non supero mai i 3200 ISO, pertanto questa Canon EOS RP potrebbe essere comunque adatta. Ci sono però alcune situazioni o comunque alcuni luoghi piuttosto “scuri” o carenti di luce importante che necessitano una spinta da questo punto di vista, situazioni in cui magari non è possibile usare diaframmi troppo aperti oppure un tempo di esposizione particolarmente lento e, pertanto, bisogna intervenire sulla ghiera della sensibilità ISO.
Canon EOS RP recensione: video
Come molti voi forse potrebbero immaginare o già sapere, Canon EOS 6D Mark II non era proprio la fotocamera migliore lato video, cosa che sarebbe potuta cambiare con una mirrorless come Canon EOS RP, ma non è proprio esattamente così. Se una fotocamera risulta “buona” dal punto di vista fotografico (e ci mancherebbe direi), non è detto che sia lo stesso lato video. Nonostante la tecnologia delle mirrorless, che porta miglioramenti importanti lato video, Canon EOS RP ha qualche pecca in questa modalità e si fa sentire, tanto che si pensa più come ad una presenza effettiva nell’eventualità in cui l’utente dovesse aver bisogno di registrare un video, al posto di una scelta valida per un videomaker.
Canon EOS RP offre la registrazione video in 4K fino a 25fps ma con un crop pari a 1.7x come la sorella EOS R, questo significa che sarete piuttosto limitati in condizioni di ripresa con scarsa luminosità e con casi in cui è possibile avere una resa importante nella profondità di campo. Oltre a questo poi il crop porta un limite effettivo nell’immagine finale, che per molti potrebbe non essere gradito. Forse però la problematica maggiore riguarda il fatto che il sistema di autofocus che avevo definito rapido e preciso poco sopra, cioè il Canon Dual Pixel CMOS AF, funziona solo nella modalità video 1080p, costringendo l’utente a forzare questa scelta per godere dei vantaggi offerti da questo sistema. Lato 4K, per l’autofocus dovrete affidarvi ad un sistema a rilevamento di contrasto, ben meno efficiente e preciso del rilevamento di fase, come abbiamo appreso dalla guida dedicata alla messa a fuoco.
Se il 4K è limitato a 24 fps, il 1080p paradossalmente non lo permette: potrete registrare a 30fps oppure a 60 ma non a 24, cosa che per quanto mi riguarda non è determinante, ma per chi ha questa specifica esigenza potrebbe costituire un limite notevole. Un problema che potrebbe nascere da questa differenza di fps è l’unione di clip 4K e 1080p, cosa che si fa lato video quando si vuole effettuare un crop di una scena particolare: in molti casi infatti viene registrato un video 4K che viene poi messo in un video a 1080p, permettendo quindi uno zoom / crop in fase di montaggio che non comporti perdita di qualità. Questa cosa non è ovviamente possibile con Canon EOS RP perché se si registra in 4K a 24fps e poi a 1080p a 30fps c’è una mancanza fisica di frame, cosa che sarà visibile ad occhio nudo. Certo, questo però è un discorso che vale prevalentemente per l’NTSC, cosa che non riguarda l’Europa: in entrambe le risoluzioni potrete registrare a 25fps, permettendo quindi un crop del 4K senza perdite di qualità. In un’era in cui però si vive praticamente senza limitazioni ormai (YouTube & Co accettano tutti i formati) questo potrebbe non essere un reale problema, certo, a meno che però non abbiate l’effettiva esigenza di gestire un formato PAL oppure NTSC. Quello che mi viene in mente, ad esempio, è se dovete produrre un dvd da distribuire fuori dall’Europa in cui vige il formato NTSC: tale tipologia di crop non è possibile, ma tanto pazienza, un DVD non arriva neanche a 720p, quindi che importa?
Tutto cambia ovviamente se si parla di Blu Ray, dove vale il supporto per il 1080p e anche per il 4K: in questo caso, gestire lavori video di questo tipo non è propriamente possibile con Canon EOS RP se il vostro interesse è quello di mischiare 1080p e 4K senza perdita di qualità o “salti” di frame.
Nonostante tutto però, c‘è da dire che Canon EOS RP, grazie al display articolato, risulta essere una buona fotocamera per i VLOG o per le produzioni “amatoriali” per YouTube. Questo significa che, potenzialmente, se il vostro interesse è quello di produrre contenuti video per YouTube e non avete un monitor esterno, questa fotocamera può essere adatta. Fate solo attenzione all’autofocus, vale il discorso che vi ho scritto poco sopra per il Dual Pixel CMOS AF.
Manca poi lo stabilizzatore nel corpo macchina, cosa che rende difficile registrare video stabili e fermi a mano libera, se non impossibile. Dovrete quindi munirvi di un gimbal esterno oppure sfruttare esclusivamente un treppiede fotografico / video. Se poi siete videomaker un po’ più pretenziosi, con questa fotocamera il limite di registrazione interna ed esterna è fissato a 8-bit per il colore e non a 10-bit, cosa che potrebbe essere limitante per chi esige quel qualcosa in più lato correzione colore.
Date tutte queste limitazioni importanti lato video, forse Canon EOS RP non è la fotocamera migliore per i videomaker, ma resta comunque un ottimo prodotto per il fotografo che cerca qualità, velocità e precisione.
Canon EOS RP recensione: galleria fotografica
Nel corso della recensione avete visto qualche scatto effettuato con Canon EOS RP, in questa galleria potrete vederne altri per capire ancora meglio le potenzialità della fotocamera:
Canon EOS RP recensione: scarica i file RAW
Come di consueto per le nostre recensioni, anche per Canon EOS RP recensione vi è possibile scaricare i file RAW usciti direttamente dalla fotocamera per provare a post-produrli e capire le potenzialità. Potete scaricare tutti i RAW disponibili cliccando qui oppure sul bottone qui sotto.
Canon EOS RP recensione: le nostre conclusioni
Per quanto mi riguarda, la collocazione di segmento di questa fotocamera mi era chiara fin dall’inizio: una degna sostituta, lato mirrorless, di Canon EOS 6D Mark II. In questo, lato fotografico, Canon EOS RP ci è riuscita alla grande: un corpo più compatto e leggero, nuove ottiche con funzionalità maggiori e qualità migliorata, un AF (sempre lato foto) veloce e preciso e tante altre caratteristiche interessanti. Ci sono molte pecche, questo è vero, ma bisogna sempre capire ciò che si aspetta un fotografo e cosa realmente cerchi. Ognuno di noi ha esigenze specifiche e precise e in questo caso non posso non farvi l’esempio di un caro amico e collega che possiede Canon EOS 6D Mark II con varie lenti (tra cui una tilt shift di Canon) e fa foto architettoniche: lui, provando questa EOS RP, è rimasto molto colpito e affascinato verso la possibilità di ridurre il peso della sua attrezzatura senza andare ad alterare la qualità finale dei suoi lavori (anzi, con la possibilità di migliorarla).
Non è rimasto affascinato dalla durata della batteria di EOS RP, ma certamente ha apprezzato la possibilità di poter mantenere tutte le sue ottiche Canon e adattarle su questo corpo macchina. Come vi dicevo quindi, come ogni fotocamera, Canon EOS RP dev’essere targettizzata, e per quel tipo di target che vi ho indicato va benissimo. Certo, se invece siete fotografi sportivi in cerca di raffiche veloci o videomaker interessati al cinema, sicuramente questo non è il modello che fa per voi, e questo è chiaro.

Se paragonata a Canon EOS 6D Mark II, questa fotocamera è più leggera, ha un mirino elettronico, un autofocus migliore, una qualità complessiva più alta ed è incredibilmente più piccola, e sono certo che si tratta di caratteristiche importanti per chi cerca questo tipo di foto o prestazioni. Per me Canon EOS RP resta un ottimo lavoro da parte degli ingegneri che soffre di qualche limitazione e qualche problemino ma dev’essere necessariamente rapportato a chi cerca una fotocamera completa e compatta sotto ogni punto di vista. In questo, Canon EOS RP va benissimo, in altro no. Nella mia prova ho avuto modo di testare questa fotocamera anche per un po’ di Street Photography e, gran parte delle foto presenti nel mio Coronavirus Reportage provengono proprio da questa fotocamera. Nell’esperienza di utilizzo in questo genere mi sono trovato molto bene, perché è piccola, leggera, compatta, rapida ed efficiente, valori fondamentali per questo genere fotografico specifico.
Recensione in breve
Canon EOS RP
Per quanto mi riguarda, la collocazione di segmento di questa fotocamera mi era chiara fin dall'inizio: una degna sostituta, lato mirrorless, di Canon EOS 6D Mark II. In questo, lato fotografico, Canon EOS RP ci è riuscita alla grande: un corpo più compatto e leggero, nuove ottiche con funzionalità maggiori e qualità migliorata, un AF (sempre lato foto) veloce e preciso e tante altre caratteristiche interessanti. Ci sono molte pecche, questo è vero, ma bisogna sempre capire ciò che si aspetta un fotografo e cosa realmente cerchi.
PRO
- Qualità d'immagine più che buona
- Grandi performance per l'autofocus lato video
- Si può ricaricare la fotocamera tramite USB-C
- Ottima connettività senza fili
- Un'ergonomia difficile da trovare nelle mirrorless
- Incredibilmente compatta e leggera
- Porte per microfono e cuffie
- Ottimo rapporto qualità-prezzo
CONTRO
- Pessima autonomia della batteria (250 scatti circa)
- Molti problemi lato Video
- Presenza di Rolling Shutter in molte situazioni "borderline"
- Manca lo stabilizzatore nel corpo macchina
- Sensibilità ISO non all'altezza del sensore
- Raffica di scatto piuttosto lenta
- Gamma dinamica non eccelsa
- Lo scatto silenzioso è disponibile solo in alcune modalità