Connor Matherne è probabilmente stato il primo astrofotografo amatoriale a fotografare il getto del buco nero della costellazione Centauro. Scopriamo quali sono i suoi segreti e tutti i dettagli dietro a questo affascinante scatto.
Connor e il buco nero: lo scatto
“Questo getto, in particolare, non è stato scoperto fino al 2017, in questo modo la finestra di tempo per scattare questa fotografia è relativamente piccola,” spiega Connor M. Matherne in un’intervista. Connor è un astrofotografo amatoriale con una laurea in Scienza della Geologia e che lavora presso l’università della Louisiana. Se avesse ragione, potrebbe essere stato il primo astrofotografo amatoriale a catturare il getto relativistico proveniente dal buco nero super massiccio presente nella costellazione Centauro (il cui nome scientifico è NG5128). In precedenza, anche l’astrofotografo amatoriale Rolf Wahl Olsen aveva fotografato lo stesso soggetto raggiungendo un tempo di esposizione quasi impensabile: 130 ore. Ma purtroppo non è riuscito a fotografare nessun getto.
Ovviamente un astrofotografo ha bisogno di utilizzare sia grandi attrezzature sia cieli privi di inquinamento per avere un simile scatto. L’immagine mozzafiato che potete vedere sopra non può essere ottenuta con facilità, almeno non da fotografi amatoriali. E questo non è l’unico capolavoro che Connor ha fatto.
“Ho collezionato molti fallimenti. Prima di passare all’istallazione di un telescopio permanente, mi ricordo il numero di volte in cui sono stato sveglio tutta la notte nel mio cortile scattando per 8 ore” ha dichiarato il geologo.
Connor e il buco nero: l’inizio della passione
Ma come si è avvicinato Connor all’astrofotografia? Ha iniziato prendendo in prestito il telescopio inutilizzato del fratello, una notte mentre era al college con i suoi amici. Non sapeva bene cosa fare per passare il tempo, quindi è uscito e ha puntato il telescopio in direzione dell’oggetto più luminoso del cielo e ha visto Giove e le sue 4 lune. È subito corso a chiamare il fratello e gli amici che però hanno dimostrato uno scarso interesse, quindi ha messo il cellulare nell’oculare del telescopio per poter mostrare loro cosa si stessero perdendo. Questa è stata la sua prima fotografia astronomica, l’inizio di una grande serie.
Connor e il buco nero: l’attrezzatura
Per la realizzazione della fotografia del buco nero, Connor afferma di aver utilizzato un telescopio Takahashi TOA-150B e come macchina fotografica una FLI 16200, con l’aiuto di filtri HαLRGB per uno scatto della durata complessiva di 67,5 ore.
Il telescopio serve a dare sia una vista pulita e nitida, mentre la fotocamera aiuta ad evidenziare le zone più deboli. I filtri RGB vengono utilizzati per il colore, il filtro L viene utilizzato per il dettaglio. Il filtro Hα è il quello utilizzato per il getto, poiché l’idrogeno è eccitato e rilascia la luce ad una lunghezza d’onda rossa molto specifica. Questo filtro permette di eliminare tutti gli elementi di disturbo (la maggior parte della galassia, l’inquinamento luminoso, la luce lunare) ad eccezione di quella lunghezza d’onda. Per quanto riguarda le sue altre fotografie ha dichiarato:
“La DSLR che uso per fotografare le stelle o per i panorami notturni è Canon 7D Mark II. La maggior parte delle persone credono che per questo genere di fotografie sia necessaria una full-frame, ma non è vero. Canon 7D Mark II ha la più elevata accuratezza di colore e il più basso rumore di lettura rispetto a qualsiasi DSLR sul mercato, soprattutto quando l’ho acquistata anni fa, quando in quella fascia di prezzo era molto difficile da battere.”
Connor e il buco nero: il tempo di esposizione
Al Deep Sky West, l’osservatorio per dilettanti dove Connor lavora, rispettano tempi di esposizione piuttosto standard per ogni filtro. Utilizzando i filtri RGB, usano un tempo di scatto compreso tra 300 (solamente per le stelle), e 900 secondi (per un’intera immagine). Per il filtro L (anti UV/IR), in genere impiegano 900 secondi. Nel caso di filtri come SII, H-alpha, o OII, si preferisce impostare 1800 secondi a causa della scarsità del quantitativo di luce che arriva al sensore.
Per questa immagine è stata fatta la stessa cosa, utilizzando un’esposizione di 1800 secondi per il filtro Ha, 900 per L, e 900 per RGB. La differenza principale sta nel numero di fotogrammi raccolti, infatti in genere le loro immagini richiedono una media di 20 ore di esposizione, questa ne ha richieste quasi 70. Un numero altissimo che va ridimensionato. Sono servite quasi 35 ore per la realizzazione di questo scatto…. Per poi rendersi conto che per un problema alla strumentazione la prima immagine non era venuta! Pertanto, hanno dovuto ricominciare da capo ottenendo un totale di 67,5 ore.
Connor e il buco nero: le conclusioni
Sebbene sul suo sito Instagram ci siano tantissime e strepitose fotografie astronomiche, Connor si occupa di studiare le rocce sugli altri pianeti. In particolare, ha analizzato il sito di atterraggio del prossimo rover diretto su Marte.
“Io amo lo spazio aperto. Da sempre. Quando ho iniziato a studiare geologia ed ho potuto combinarlo con il mio amore per lo spazio in un corso di laurea ho colto quest’opportunità al volo. I miei oggetti preferiti da fotografare sono quelli dello spazio profondo come le galassie e le nebulose. Non ho mai fotografato la luna o pianeti. Non ci sono molti pianeti, molto meno di quelli che uno immagina (che in genere sono Marte, Giove, e Saturno, a mio parere). Tuttavia, ci sono centinaia di galassie e nebulose da scegliere. Adoro la quantità di soggetti fra i quali scegliere.”
E di soggetti ne ha scelti davvero parecchi come potete vedere su questo sito, dove è anche possibile comprare le sue fotografie.
Indubbiamente è da che l’uomo esiste che le stelle ci affascinano, è impossibile stendersi sotto ad un cielo senza domandarsi cosa siano “quei lumicini lassù” ( sono lucciole che sono rimaste attaccate a quella grande cosa nero-bluastra! Cit.) quanti siano e stupirsi di quanto riescano a farci sentire insignificanti. Da fotografi, ovviamente, è fin troppo facile lasciarsi tentare dall’idea di fotografare un cielo stellato, per quanto possa essere difficile. Ma non preoccupatevi se non otterrete i risultati sperati, grazie a persone come Connor queste foto ci sono già, lasciando a noi la poesia di guardare la volta celeste, magari in compagnia.