Cortona on the Move 2020 era uno di quegli eventi che rischiava di saltare, come tanti altri, alcuni non ce l’hanno fatta, altri sono riusciti a recuperare all’ultimo organizzando tutto “di corsa” ma senza fallire. Sono stato invitato da Canon a partecipare come stampa all’evento di finissage di questo importante Festival internazionale che proprio quest’anno ha compiuto 10 anni, momento in cui ci sarebbero dovuti essere tantissimi festeggiamenti particolari che, per ovvi motivi, sono dovuti “saltare” in qualche modo, cambiando rotta completamente. Nonostante le difficoltà del periodo però, gli organizzatori, insieme allo staff di Canon Italia, sono riusciti a fare un lavoro eccellente di arte, emozioni, intrattenimento e cultura. Vediamo com’è andata la mia avventura nella bellissima cittadina toscana.
29 ottobre 2019, una data che per molti non significa niente, e in realtà nemmeno per me, se non coincidesse con l’ultimo viaggio che ho fatto in treno prima di andare nel consueto letargo invernale, rimanere in balia dei dolci e degli importanti piatti natalizi e poi partire verso il CES 2020 a gennaio. Tutto questo, ovviamente, accadeva ben prima che noi potessimo anche solo immaginare cosa sarebbe successo. Prendere il treno per me è qualcosa di assolutamente normale, come lo è per moltissimi, e anzi, vista la data che vi ho indicato, non sono nemmeno un utilizzatore così importante di treni. Basti pensare ai pendolari, che ogni giorno prendono un treno verso la direzione A per poi tornare alla direzione B (casa). Chissà cos’hanno pensato loro, cos’hanno provato, come si sono sentiti a salire di nuovo su un treno dopo mesi di stop totale. In effetti già nel mio caso, utilizzatore non abituale di treni, è stato strano e difficile. Rispetto sempre l’utilizzo della mascherina, le norme sanitarie e tutto ciò che è giusto fare nel rispetto reciproco, per evitare di dover stare a casa ancora. Và detto però che tenere una mascherina per ore ed ore è davvero difficile, e non oso immaginare chi deve farlo ogni giorno per motivi imposti sul lavoro, quindi magari convivere 8 ore con due mascherine diverse (quelle chirurgiche vanno cambiate più o meno ogni 4 ore). È stato difficile, strano, particolare, ma in fondo, ciò che mi faceva sorridere è che stavo andando verso un luogo straordinario per vivere un’esperienza entusiasmante inerente a ciò che è il mio pane per ogni giorno: la fotografia. Non volevo fare un “semplice” articolo che vi informasse che Canon è sponsor del Cortona on the Move, perché è già scritto ovunque, pertanto, se anche solo siete arrivati a leggere fino a qui (vi vedo, nel rispetto della GDPR – ok scherzo, non vi vedo) allora significa che siete anche interessati a sapere nel dettaglio cosa ho vissuto, quali mostre ho visto, con quali fotografi ho parlato, cosa mi ha fatto emozionare e soprattutto, nel caso in cui non lo sapeste, come funziona il Cortona On the Move.
Cortona on the Move 2020: dieci anni di successi
“Eravamo quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo” citava una vecchia canzone di Gino Paoli, ed è sempre l’inizio di una grande storia. È così che nascono idee che rivoluzionano il mondo, che cambiano le cose. In America hanno i garage, dove nascono le startup, in Italia abbiamo i bar, dove davanti ad un bicchiere di vino si chiacchiera, si scherza e si aprono aziende o associazioni. È successo a me, con la mia associazione fotografica culturale (di cui sono presidente e fondatore) nel 2017, ma è successo anche ad Antonio Carloni, direttore del Cortona on the Move e Arianna RInaldo, direttrice artistica. È proprio così, chiacchierando con amici davanti a del buon vino, che nel 2010 nacque, quasi per scherzo, l’idea di rivoluzionare le mostre fotografiche, la voglia di portare un contributo importante alla fotografia in Italia, l’interesse verso qualcosa di nuovo in un luogo meraviglioso.
Sono stato accolto così a Cortona: un pranzo con lo staff di Canon Italia e gli altri giornalisti ospiti insieme a me e Antonio Carloni, direttore del Cortona on The Move, che raccontava come è nato tutto, come da quasi uno scherzo, un gioco, un gruppo di amici sia arrivato a dirigere uno dei festival internazionali più importanti. L’atmosfera era proprio quella che da italiani possiamo immaginarci quando “da fuori” arriviamo in Toscana: buon cibo, persone simpatiche, dialetto meraviglioso e tanto calore, oltre al fatto che poi, per essere pignolo, Antonio è il “classico toscano simpatico”, ovvero quella persona con cui puoi parlare di tutto e che ti mette subito a tuo agio (e poi assomiglia un po’ a Pieraccioni, quindi è simpatico a prescindere).
Tra le parole introduttive di Antonio, c’era anche un po’ di amarezza estremamente comprensibile, perché questo sarebbe dovuto essere “il decimo anno dei grandi festeggiamenti”, e l’organizzazione aveva già preparato grandi feste, balli ed atmosfere uniche per l’occasione. Ma il lockdown ha colpito tutti, come ben sapete, pertanto anche il Cortona on the Move si è dovuto adattare ad una situazione che nessuno poteva prevedere, facendo variazioni importanti, cambiando tutti i piani e, soprattutto, senza la reale convinzione di poter tenere realmente il festival dal vivo. Fortunatamente però, nelle ultime settimane si è aperto il giusto spiraglio di possibilità per poter organizzare eventi dal vivo e permettere al pubblico, ai giornalisti e a tutti gli “utenti”, di guardare dal vivo le opere d’arte di quest’anno. Ciononostante, anche i temi “originali” sono dovuti cambiare e adattarsi alla realtà che stiamo vivendo, perché checché se ne dica, è necessario ricordare cosa abbiamo vissuto, scriverlo nei libri di scuola e, ovviamente, fare in modo che non succeda più.
L’organizzazione di Cortona On The Move, appena ne ha avuto la possibilità, non è rimasta con le mani in mano e ha subito trovato nuove idee eccezionali per portare avanti questo progetto e fare in modo che, in ogni caso, la decima edizione potesse essere ricordata al meglio. Per questo motivo, per quest’anno è stato ideato il progetto “Covid-19 Visual Project” (visibile cliccando qui), con l’importante obiettivo di diventare un archivio permanente dedicato alla pandemia del Coronavirus. Sono stati quindi commissionati una serie di lavori a fotografi da tutto il mondo, insieme a immagini tratte dalle open call e dagli archivi dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) per lasciare una traccia importante nel corso degli anni e permettere anche alle generazioni future di comprendere al meglio ciò che noi tutti abbiamo vissuto, e se state leggendo questo articolo nel periodo in cui viene pubblicato sapete bene di cosa sto parlando, se invece lo state leggendo nel 2040 e avete 20 anni, grazie mille per la fiducia storica a FotoNerd.it, siete magnifici.
Cortona on the Move pertanto si sta impegnando da dieci anni nella valorizzazione della fotografia documentaristica, tuttavia, mi sento in dovere di dire che la preoccupazione di non poter festeggiare un compleanno così importante si è in realtà trasformata in un successo con idee importanti e solide alla base, e ancora una volta l’organizzazione non solo si è dimostrata all’altezza della creatività che trasmette ma ha anche dimostrato di saper stupire le aspettative andando ben oltre ad un “semplice” festival virtuale, cosa che molti, purtroppo, sono stati costretti a fare.
Dal mio punto di vista pertanto, le premesse e le aspettative per questo Cortona on the Move 2020 erano molto alte, e posso già dirvi che sono state rispettate. All’interno dell’evento infatti c’erano mostre tenute da illustri nomi della fotografia internazionale tra cui Alex Majoli, Simon Norfolk, Gideon Mendel, Andrea Frazzetta (con cui avevo avuto l’onore di parlare su FotoNerd Live, in tempi di quarantena), Nanna Heitmann, Paolo Woods, Gabriele Galimberti, Daniel Etter, Edoardo Delille, Lujan Agusti, Nicolas Deluca, Daniele Ratti, Luis Cobelo, Mattia Crocetti, Mattia Balsamini, Gaia Squarci, Michele Spatari, Mo Scarpelli, Silvia Bigi, Serena Vittorini e molti altri, tra cui il vincitore del Premio Canon Giovani Fotografi, Davide Bertuccio.
Cortona on the Move 2020: flectar ne frangar
Più gli anni passano, più mi accorgo che i famosi detti popolari la sanno sempre lunga, ecco perché vorrei definire questa edizione di Cortona on the Move 2020 con “flectar ne frangar“, che dal latino significa “mi piego ma non mi spezzo“, perché è vero, la quarantena ci ha messo in ginocchio tutti, indistintamente. Abbiamo sofferto, siamo stati spaventati, alcuni giustamente lo sono tuttora, sono cambiate le nostre abitudini, i nostri obblighi, i nostri doveri. Questo significa fin troppo per persone, eventi, aziende, abitudini e per la nostra vita in generale. Pensare oggi ad un “vecchio” concerto è difficile: persone vicine, sconosciuti che ballano e si divertono a meno di un metro di distanza, senza mascherine, spesso anche con contatto. La nostra psicologia è cambiata, il nostro modo in cui viviamo ogni istante anche. Uscire senza mascherina oggi equivale praticamente ad uscire senza pantaloni né mutande fino all’anno scorso, non igienizzarsi le mani costantemente equivale a non lavarle mai, o peggio a disconoscere la carta igienica in determinate situazioni. Quindi si, tutto è cambiato e noi ci siamo dovuti adattare, motivo per cui non era facile poter prevedere la giusta riuscita di un evento di tale portata che riunisce grandi talenti da tutte le parti del mondo unitamente a pubblico interessato ad osservare, capire, emozionarsi e condividere. Mi sento quindi di dire che Cortona on the Move 2020 si è piegata, ma non si è spezzata, perché se è vero che non ci sono stati i “grandi festeggiamenti” per i dieci anni dalla nascita, non si può ignorare l’impegno degli organizzatori, la buona riuscita del progetto e la grande immensità delle opere.
In un’epoca in cui se starnutisci vieni definito “untore”, quando magari era una semplice allergia all’ambrosia (si, sto parlando di me), è stato bello “ricominciare”, vedere persone dal vivo, parlare e capire le emozioni reali e non attraverso una webcam, osservare da vicino un’opera d’arte, camminare fisicamente dentro ad una fantastica esposizione, confrontarsi, ridere, e si, anche mangiare piatti tipici a cui non si può dire di no. D’accordo, le foto hanno avuto la loro parte importante, ma anche il cibo toscano non è da ignorare, esattamente come le persone, i toscani, che sono noti nel mondo per la loro simpatia e accoglienza, motivo per cui sono nella mia personalissima classifica di “persone che preferisco in assoluto” e per cui se dovessi scegliere una meta in cui vivere, quella sarebbe proprio la Toscana. Buon cibo, buone persone, luoghi splendidi. Tutto collima e tutto si unisce ad un evento che a molti è ancora purtroppo sconosciuto, ma che merita di essere visto dal vivo ogni anno.
Cortona on the Move 2020: c’era il Covid, senza Covid
Se seguite ogni giorno i nostri articoli, sapete bene che a noi non piace fare Clickbaiting o utilizzare titoli fuorvianti solo per attirare utenti, pratica che purtroppo viene usata troppo spesso altrove, tuttavia però, se ci pensate bene, questo sottotitolo è adatto a ciò che sto per spiegarvi. È vero, a Cortona on the Move 2020 c’era il Covid, come tema principale, ma non c’era il Covid come “problema reale”, perché tutto è stato pensato attentamente a rispettare ogni normativa, e il lavoro svolto dall’organizzazione è stato esemplare: mascherine obbligatorie, gel igienizzante ad ogni angolo, distanza di sicurezza richiesta in ogni luogo, misurazione della febbre all’ingresso e compilazione di moduli con contatti vari, come da normative. Tuttavia, questa sorta di sillogismo da me usato serve a descrivere il fatto che il tema principale di questa edizione era inevitabilmente il COVID-19: la maggior parte delle mostre includeva elementi di racconto, drammatici e non, di esperienze di vita vissute di recente, a dimostrazione di come i fotografi si siano impegnati a fare al meglio il loro lavoro: documentare, raccontare, ricordare.
Molte ambientazioni delle mostre erano “semplicemente” vecchie case degli anni ’70 completamente abbandonate e lasciate praticamente com’erano, e per me è stato strano (era la mia prima volta a questo festival), perché in effetti ho trovato foto appese all’interno di una cucina e mi sono chiesto il motivo di tutto questo. Parlando con Antonio però poi ho capito che era tutto studiato a dovere, e anche qui mi sono stupito: inizialmente, il Cortona on the Move era un festival praticamente indipendente, motivo per cui non c’era il budget sufficiente per prenotare spazi importanti come teatri e sale dedicate agli eventi; ecco perchè le prime mostre venivano fatte all’interno di case abbandonate. Questa caratteristica però è piaciuta, e nel corso del tempo è diventata una routine importante che ancora una volta è riuscita a far distinguere questo evento per l’originalità e l’atmosfera unica e caratteristica. Oggi il Cortona on the Move ha ricevuto importanti supporti da chi ci ha creduto davvero a queste idee, come ad esempio Canon Italia, che da quattro anni supporta attivamente il festival per la buona riuscita di ogni evento nel migliore dei modi, ma la caratteristica degli appartamenti abbandonati è rimasta (per fortuna direi).
Cortona on the Move 2020: provare prodotti al meglio
La partnership con Canon Italia non ha aiutato solo il Cortona on the Move a crescere a livello organizzativo, bensì ha permesso anche ai fotografi “itineranti” per la magica città toscana di provare nuovi prodotti interessanti e capire al meglio come si comportano le nuove fotocamere. L’esempio è applicabile sia a quest’anno che alle precedenti edizioni (le ultime 4) grazie alla presenza dei vari “banchi” CPS (Canon Professional Service) per consulenza, assistenza a pulizia sensori “on site”. Non mancava poi “il banchetto delle meraviglie” (lo chiamo così personalmente, il nome ufficiale è più serio), cioè una postazione dislocata per Cortona a seconda degli eventi vari che permette ai fotografi incuriositi dai nuovi prodotti Canon di scattare o filmare per mezza giornata semplicemente lasciando un documento d’identità.
In questo modo pertanto, per moltissimi appassionati e affezionati del marchio (ma non solo) è stato possibile provare a Cortona prodotti come Canon EOS R6, Canon EOS R5, Canon EOS 1D-X Mark III, il nuovo RF 800mm f/11, il nuovo 600mm, le varie ottiche straordinarie come l’RF 28-70 f/2 e così via. Insomma, un luogo magico e d’eccellenza da fotografare con i giusti prodotti – attenti al tramonto, è il più gettonato con R5.
Cortona On The Move 2020: c’è ancora tempo
Se avete letto questo articolo e vi è venuta voglia di fare un giro a Cortona, nonostante il freddo e il brutto tempo che purtroppo stanno coinvolgendo questa parte dell’Italia (quindi Nord, prevalentemente), potete ancora farlo fino al primo novembre 2020. Le mostre infatti sono ancora aperte tutti i sabati e le domeniche dalle 10 alle 18 seguendo il normale programma visibile sul sito ufficiale del festival. Ovviamente dovrete rispettare tutte le varie normative, recarvi a Cortona muniti di mascherine e igienizzare le mani costantemente. Se siete “in zona” o a poco tempo di strada con la macchina o il treno, una visita del genere ne vale davvero la pena per scoprire non solo un luogo magico ma anche opere d’arte meravigliose.