Tramite l’utilizzo di droni, la Croce Rossa Italiana è in grado di operare anche nelle zone più remote, monitorando la temperatura corporea, riuscendo a consegnare beni di prima necessità e effettuando interventi di sanificazione mantenendo i propri operatori distanza di sicurezza diminuendo in questo periodo, il rischio di contagio da coronavirus e diventando parte attiva per la prevenzione della diffusione della malattia ed aiutando considerevolmente il Sistema Sanitario nel trattamento dei pazienti infetti. Vediamo insieme come.
Croce Rossa droni coronavirus: droni e Land Rover
Flavio Ronzi, segretario generale della Croce Rossa Italiana ha annunciato una collaborazione con Land Rover, che potenzia la flotta di droni dell’associazione, mettendola in condizione di rispondere in maniera più efficace alle situazioni di emergenza. Jaguard Land Rover Italia ha infatti raccolto una richiesta giunta dalla CRI e ha messo a disposizione una serie di vetture da impiegare come parte delle unità SAPR (Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto) che è già una parte integrante delle attività di ricerca e soccorso (Search and Rescue, SAR) della Croce Rossa Italiana. A seguito dell’intervento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha equiparato i droni impiegati in questo genere di attività ad aeromobili di stato, è stata consentita di fatto la piena operatività di questi velivoli durante la pandemia di coronavirus in corso.
Con strumenti di alta tecnologia possiamo arrivare nelle zone più remote, consegnare beni di prima necessità ed effettuare interventi a distanza. Grazie alla collaborazione con @LandRoverItalia, oggi potenziamo la nostra flotta di droni per rispondere all’emergenza #Covid19. ? pic.twitter.com/ifEHHACe2J
— Croce Rossa Italiana (@crocerossa) April 14, 2020
Croce Rossa droni coronavirus: gli impieghi
Grazie alle loro videocamere, i droni della Croce Rossa riescono a monitorare gli scenari operativi e a individuare e disperdere gli assembramenti. Grazie all’istallazione di appositi speaker sono impiegati per la diffusione di comunicati su salute e sicurezza, possono inoltre controllare la temperatura corporea mantenendo l’operatore a distanza di sicurezza e sanificare grazie all’irrorazione ampie aree a rischio infezione da coronavirus. Non da ultimo sono perfetti per la consegna di materiale sanitario urgente, come mascherine, dispositivi e attrezzature mediche.
In Italia, la prima azienda a rendersi conto delle potenzialità dei droni nella lotta contro il coronavirus, è stata DJI, che, come potete leggere nel nostro articolo DJI Italia contro coronavirus aveva offerto a titolo gratuito i propri droni per il trasporto di farmaci e tamponi. Questa iniziativa della CRI è in realtà l’importazione del progetto svolto in Cina, dove DJI combatte il coronavirus con l’impiego di droni DJI Agras in grado di irrorare zone inaccessibili con il disinfettate, diffonde messaggi sonori per informare e disperdere le persone e monitora la temperatura corporea a distanza.