Ormai è un domino che non si può fermare: vi abbiamo raccontato di diverse aziende del mondo della fotografia che hanno attuato restrizioni verso la Russia e investito per sostenere gli aiuti umanitari verso il popolo ucraino, e ora è il turno di Epson nel prendere posizione sulla scacchiera. Ecco qual è l’impegno dell’azienda tecnologica.
Epson Russia: donazioni e sanzioni
Epson, azienda giapponese leader per quanto concerne il mondo della produzione tecnologica, ha deciso di sostenere gli aiuti umanitari per le persone colpite dalla crisi in Ucraina tramite una donazione di ben 1 milione di dollari attraverso l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e la Croce Rossa. Restando nell’ottica di una polita di solidarietà che si impegna al massimo per rispettare i diritti umani e condannare gesti di violenza, ha deciso inoltre di fermare le esportazioni dei suoi prodotti in Russia e Bielorussia. Inoltre, gli uffici commerciali di Epson Europa in EMEA si stanno organizzando per una raccolta fondi con donazioni del personale che andrà ad incrementare l’aiuto. L’intero Gruppo Epson chiede con forza la fine immediata del conflitto, e il ripristino di tutti i diritti e della pace.

La posizione dell’azienda è chiara e netta, e si unisce a quella di altre aziende che vi abbiamo raccontato come Fujifilm, Sony, Adobe e Canon. La prima e la seconda hanno stanziato rispettivamente 2 milioni di dollari destinati agli aiuti umanitari, mentre la seconda (il Gruppo Europa) ha bloccato le spedizioni verso la Russia e la terza, oltre a una donazione, ha bloccato l’accesso a Creative Cloud. Tante aziende del mondo, comunque, stanno prendendo le distanze dopo l’inizio del conflitto e, di contraltare, aiutando con donazioni e investimenti la popolazione in fuga dallo stato.

Epson Russia: conclusioni
Un altro giro di sanzioni per lo stato comandato da Putin, e siamo sicuri che Epson non sarà l’ultima azienda nel mondo della fotografia a porre dei paletti. Vedremo come si evolverà questa terribile situazione, fermi sulla posizione di desiderare un mondo pacifico che rispetti il diritto di libertà, espressione e comunicazione.
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