L‘epoca che stiamo vivendo è contraddistinta da una costante: le fotografie, anche quelle più belle ed importanti, finiscono quasi sempre esclusivamente online su un social network, o su altri portali. Purtroppo, e lo dico a malincuore, negli ultimi anni l’arte di stampare è andata pian piano scemando, tanto che la maggior parte dei nuovi fotografi non effettua mai il suddetto processo. Esteban Toro, però, insieme all’agenzia Hahnemühle, ha deciso di combattere una battaglia per mantenere in vita il processo di stampa. Ecco tutti i dettagli.
Esteban Toro battaglia stampa: dare valore alla fotografia
Prima di raccontarvi della crociata di Esteban Toro per salvare la stampa, vorrei darvi il mio personalissimo parere a riguardo. Sono nato nel 1992 e ho vissuto quello che molti potrebbero definire il “periodo di mezzo”, ossia quello che ha visto nascere i primi smartphone, crescere lo sviluppo tecnologico in pochissimo tempo, cambiare il mondo della fotografia. Partendo da questo presupposto, ho notato come negli ultimi dieci anni il processo di stampa è andato via via a perdersi, colpa anche delle tante piattaforme web sulle quali è possibile pubblicare gli scatti. L’arrivo, tra tutte, di Instagram è stato significativo sotto questo punto di vista: i nuovi fotografi hanno iniziato a pubblicare i loro scatti sulla piattaforma pensando che fosse l’unico mezzo da utilizzare per valorizzare le proprie immagini, non capendo che cotanta bellezza sarebbe finita nel mezzo di un ammasso di dati ed informazioni che ne avrebbe significato, per forza di cose, la dissoluzione. Non voglio assolutamente essere frainteso: i social network, al giorno d’oggi, sono importantissimi e sono uno dei mezzi più utili per i content creators per far conoscere i propri lavori al mondo e trovare, di conseguenza, nuovi clienti. Tutto questo, però, non valorizza la fotografia come una stampa.
Esteban Toro, fotografo professionista, insieme alla società Hahnemühle che si occupa di produzione cartacea, sta combattendo una battaglia “feroce” per salvaguardare la stampa e tutto quello che significa per la fotografia. Esteban, da sempre, utilizza portfoli stampati per mostrare i propri lavori ad eventuali nuovi clienti, quindi era logico aspettarsi che diventasse uno dei “martiri” di questo movimento che vuole tornare a valorizzare un processo tanto importante quanto snobbato negli ultimi anni. La scelta della carta giusta, delle cartucce, del formato: tutto concorre a realizzare una buona stampa fotografica e oggi queste conoscenze sono andate perse nei meandri dell’agevolazione e dell’apatia del web. Una recente serie pubblicata da Toro dal nome Aperture esamina attentamente questo processo attraverso una serie di conversazioni che ha con Brent Lewis del New York Times e Scott Gray della World Photography Organisation. Osservando il video, si può carpire l’emozione di Esteban nel parlare della stampa, e le risposte positive dei due interlocutori. “Questa è una fotografia con cui voglio passare del tempo. Questo è il potere di una stampa davvero buona”, afferma Lewis.
Esteban Toro battaglia stampa: conclusioni
Non penso ci sia molto altro da dire: sono convinto che il mio pensiero sia stato abbastanza chiaro, mentre Esteban continuerà la sua battaglia per tornare a valorizzare la stampa girando il mondo. Questo processo, per concludere definitivamente l’articolo, non deve assolutamente scomparire ma piuttosto tornare in auge perché, come abbiamo visto, per quanto possa essere bello ricevere likes su un social, nulla equivale a poter toccare, respirare e vivere una fotografia che ci emoziona e che abbiamo stampato.