Leggendo qualche guida o qualche recensione di macchine fotografiche probabilmente vi sarete imbattuti nel termine “fattore di crop”, ma cosa significa? Perché è importante tenerne conto? Per spiegarvi meglio di cosa si tratti e perché sia un elemento da considerare per la buona riuscita dei vostri scatti nasce questa guida. Ecco a voi cosa c’è da sapere sul fattore di crop.
Fattore di crop: cos’è
All’interno delle vostre macchine digitali, siano esse fotocamere reflex, mirrorless, fotocamere bridge o fotocamere compatte, è presente un chip di silicio che prende il nome di sensore fotografico e che serve a trasformare la luce che arriva in un’informazione digitale contenente i dati su colori, luminosità e figure che poi diventerà la vostra fotografia. Le dimensioni del sensore sono tantissime, si misurano in pollici (o frazioni) come 1/2.5”, 1/8”, 1”, 4/3” (anche detto micro quattro terzi), 1,8” (anche detto formato APS), 2,58″ (full frame) fino ad arrivare al medio e grande formato, con misure ancora superiori. Non so se ci avete fatto caso, ma ho parlato di fotocamere digitali, le analogiche infatti sono prive di un sensore, la componente atta al compito di trasformare la luce in fotografia in questo caso è la pellicola che ha due possibili dimensioni, quella più diffusa è 24 x 36 mm, chiamata comunemente 35 mm.
Essendo così comune, la dimensione di questi rullini è stata elevata a standard e la misura di un sensore fotografico viene rapportata a quella di questa pellicola. Infatti, è per questo motivo che le macchine fotografiche con un sensore full frame prendono il nome di pieno formato: il chip presente su queste fotocamere ha le stesse dimensioni della pellicola da 35 mm, cioè 24 x 36 mm, le altre invece sono una versione ridotta. Il rapporto esistente fra le dimensioni minori di questi sensori e quelle del negativo analogico (o del sensore full frame, visto che sono uguali) prende il nome di fattore di crop o crop factor, se siete più “international”. In parole povere stiamo parlando di quanto sia più piccolo il vostro sensore rispetto al formato 35 mm o full frame.
Fattore di crop: come si calcola
Essendo il risultato di un rapporto, il fattore di crop si calcola semplicemente dividendo il valore della diagonale di un sensore full frame per quello del vostro sensore. Seguitemi un attimo che vi faccio sedere un secondo sui banchi di scuola per la vostra lezione di matematica (ma tranquilli, poi c’è il trucco). Calcolare la diagonale di un rettangolo è come trovare l’ipotenusa di un triangolo rettangolo, perché, a conti fatti, tracciare la diagonale in un rettangolo o in un quadrato significa creare due triangoli rettangoli. Vi ricordate il teorema di Pitagora? L’ipotenusa è data dalla radice quadrata della somma dei due lati elevati al quadrato, che graficamente diventa:
Sapendo che Carlo ha 4 mele e Ricky gliene mangia 3 (all’interno della redazione siamo sicurissimi di questo risultato), quante ne rimangono a Luca? No, dai, scherzi a parte (anche perché Luca mangia solo sushi), abbiamo detto che un sensore full frame misura 24 x 36 mm, quindi la sua diagonale misurerà la radice quadrata di (24^2 + 36^2), cioè 43,27. E un numero è andato.
A questo punto cerchiamo il valore della diagonale di un sensore APS-C Canon che misura 22,2 x 14,8 mm (ho specificato la marca perché un sensore APS-C di Nikon, Sony, Pentax e Fujifilm è più grande e misura 23,6 x 15,7 mm) e, calcolatrice alla mano, scopriamo che la diagonale misura 26,68. Ci siamo, eccoci arrivati all’operazione finale: 43,27/26,68= 1,6.
Ora che vi ho terrorizzati con numeri ed operazioni strane vi svelo il trucco: i valori sono ormai noti, ecco i principali:
- Canon APS-H: 1,29
- Canon APS-C: 1,6
- Nikon, Sony, Pentax e Fujifilm APS-C: 1,5
- Sigma Foveon: 1,73
- Micro Quattro Terzi (Olympus e Panasonic): 2
Potete trovare questo valore anche espresso come una moltiplicazione, ad esempio 1,29x.
Fattore di crop: a cosa serve?
Perfetto, ora che avete questi dati potete mettere via carta e penna, ma un dubbio vi è sicuramente rimasto, che me ne faccio di questo valore? Si mangia? No, purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista, non è commestibile. Scattare con una fotocamera con un sensore di dimensione inferiori significa registrare una porzione più piccola dell’immagine, ecco perché viene utilizzato il termine “crop”, che significa ritaglio, perché catturiamo per l’appunto un ritaglio dell’immagine.
Il risvolto è che in questo modo la ingrandiamo, vedendola più ravvicinata. Volete provare a indovinare qual è il fattore di moltiplicazione? Esatto, proprio quello che abbiamo appena calcolato.
Fattore di crop: la lunghezza focale equivalente
Il fattore di crop si ripercuote anche sulla lunghezza focale effettiva dei vostri obiettivi fotografici. Infatti, montando una lente su un corpo macchina con un sensore di dimensioni minori ad uno full frame otterrete una lunghezza focale reale pari a quella segnata sul barilotto dell’obiettivo moltiplicata per il fattore di crop. Per questo motivo se utilizzerete un 50 mm su una macchina fotografica Nikon con sensore APS-C dovrete moltiplicare 50 x 1,5. La lunghezza focale reale sarà di 75 mm e non di 50. In questo caso 75 mm è la focale che si dovrebbe usare su un sensore full frame per ottenere la stessa immagine che otterreste con il sensore di dimensioni minori.
Naturalmente sarà ancora maggiore se utilizzerete un sensore più piccolo, come un Micro Quattro Terzi, con il quale otterrete 100 mm a causa del suo fattore di crop di 2, è come avere già un moltiplicatore di focale. A questo punto starete tutti pensando: “Quindi meglio comprare una Micro Quattro Terzi e una lente da 200 mm e risparmiare qualche soldino piuttosto che una full frame e un 400 mm se il risultato è lo stesso”, purtroppo non è così. Il fattore di crop modifica solo l’apertura angolare del campo visivo, che diminuisce all’aumentare del fattore di crop, non la profondità di campo, l’apertura del diaframma, la resa della lente e altri parametri importanti come l’angolo di visuale. Chi è notevolmente avvantaggiato dal fattore di crop sono i fotografi naturalisti, infatti questa moltiplicazione aumenta la portata dei teleobiettivi, generando delle lenti veramente molto spinte, permettendo loro di avvicinarsi meno agli animali ritratti e regalando loro immagini ad ingrandimento maggiore.
Fattore di crop: la distanza iperfocale
Un altro parametro che dipende dalla lunghezza focale è la distanza (o lunghezza) iperfocale, ossia la lontananza alla quale mettere a fuoco per ottenere il fotogramma a fuoco da metà di quella distanza fino all’infinito, raggiungendo in questo modo la massima profondità di campo per l’obiettivo.
Il calcolo dell’iperfocale si esegue seguendo una formula abbastanza complessa o visitando siti come questo oppure scaricando app gratuite sul vostro Android o iOS come queste:
Utilizzando la stessa lente su due corpi macchina dotati di sensori di dimensioni differenti noterete come la lunghezza che state calcolando sarà più lontana di 1/fattore di crop, risultando quindi più vicina sulla macchina full frame.
Fattore di crop: scattare a mano libera
Come forse alcuni di voi sapranno, per evitare di ottenere foto mosse quando si scatta a mano libera, il tempo di esposizione dovrebbe essere circa minore o uguale all’inverso della lunghezza focale, quindi, utilizzando un teleobiettivo da 200 mm in teoria dovreste impostare come tempo di esposizione un valore pari o inferiore a 1/200 secondi, ma quando vi ho scritto focale intendevo quella riportata sul barilotto della lente o sto parlando di focale equivalente? Si, questa regola si applica con la focale equivalente.
Pertanto, se montaste il teleobiettivo su una fotocamera Nikon, Sony, Pentax e Fujifilm APS-C, il tempo corretto sarebbe…Si, 1/300. Questo è il motivo per il quale moltissime persone si trovano a seguire questa regola per poi ottenere fotografie mosse. Attenzione, ho scritto in teoria perché si tratta di una regola empirica, dovete tenere in conto anche alcune caratteristiche della macchina fotografica che state utilizzando, come la presenza di un sistema che riduce le vibrazioni, e considerare anche la velocità di movimento del soggetto che state fotografando, ma questa regola è un buon punto di partenza per calcolare un tempo di scatto abbastanza corretto.
Fattore di crop: le conclusioni
Per questi motivi il fattore di crop è una variabile da tenere in considerazione, può essere un problema perché vi costringerà ad utilizzare tempi di scatto ridotti che potrebbero essere difficilmente impiegabili in situazioni dove la luce è scarsa. D’altro canto, su una fotocamera con un sensore di dimensioni inferiori a quello full frame potrete disporre di una lunghezza focale maggiore che vi permetterà di avere teleobiettivi più spinti, sfruttando la porzione di lente che fornisce risultati migliori, ovvero quella centrale. In aggiunta quando vi troverete a scattare in interni o in ambienti di dimensioni più ridotte potrete gestire lo spazio disponibile in maniera migliore. Infine, conoscere il fattore di crop della vostra fotocamera vi consentirà di calcolare correttamente la lunghezza iperfocale ed ottenere la migliore nitidezza su tutta la profondità di campo del fotogramma. Infatti, il modo migliore per utilizzare al meglio la propria attrezzatura, fotografica e non, è conoscerla appieno per poter sfruttare tutte le sue potenzialità ottenendo la giusta ricompensa per i vostri sforzi.
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Spero che questa guida sul fattore di crop vi sia piaciuta e sia stata chiara. Se così non fosse, sentiti libero di dirci cosa ne pensi o di fare domande nello spazio previsto per i commenti che trovate in fondo a questo articolo. Altrimenti potresti continuare ad approfondire la tua conoscenza teorica nel tuo percorso per imparare a fotografare o approfondire alcuni argomenti come:
- Fotocamere reflex: cosa sono e come funzionano in fotografia;
- Mirrorless: ecco spiegata la tecnologia dietro alle fotocamere del futuro;
- Fotocamere compatte Scopriamo tutto quello che c’è da sapere sulle fotocamere compatte, una gamma di prodotti sottovalutata ma molto vasta;
- Fotocamere bridge: le macchine fotografiche che si pongono a metà tra le compatte e le reflex;
- Tempo di esposizione: come gestire i tempi di scatto nelle foto e comprendere i vari utilizzi;
- Sensore fotografico: alla scoperta di come le nostre macchine fotografiche vedono l’immagine.
Davvero un articolo ben scritto, Vi ringrazio e mi iscrivo al vostro sito.
alessandropesci.com
Grazie Alessandro, e benvenuto!
L’articolo è molto chiaro, complimenti.
Non mi è chiara una cosa però. Per ottenere una immagine equivalente ad 50mm full frame su un Aps-c dovrei prendere un 35mm giusto? Tuttavia, la profondità di campo ottenibile sarà pur sempre quella di un 35mm e non di un 50mm. È corretto il ragionamento?
Bravissimo Maxxi, il tuo ragionamento è corretto 🙂
Mi meraviglio sempre nel vedere che nessuno considera mai il fatto che nessun sensore potrà mai cambiare la lunghezza focale e quindi il fattore di ingrandimento di un ottica. per quanto bella possa essere credere a questa favola, un 50mm montato su apsc rimane un 50mm, con la differenza che il campo inquadrato è minore, cioè relativo ad un 75mm. Quindi nel caso di caccia fotografica, che si abbia una apsc o una full frame, il nostro telemantiene esattamente lo stesso fattore di ingrandimento, solo che il campo inquadrato è piu piccolo….questo puo dare la falsa impressione di avere un vantaggio, ma in realtà se per caso abbiamo un tele da 300mm, sia che lo usiamo su una full frame o che lo usiamo su una apsc, lui rimane un 300mm. I miracoli non si possono fare!