Per San Valentino vi proponiamo di prendere un impegno davanti allo schermo: esce infatti una miniserie dedicata all’amore, affrontato in un modo non classico e in grado di creare dibattiti e riflessioni. Stiamo parlando di Fedeltà, una creazione completamente italiana a cui ci siamo dedicati in anteprima per questa recensione senza spoiler, i cui episodi usciranno proprio da lunedì su Netflix. Scopriamo insieme di cosa si tratta.
Fedeltà recensione Netflix: introduzione
Prima ancora di parlare del progetto cui Alessandro Fabbri, Elisa Amoruso e Laura Colella si sono dedicati, Fedeltà nasce come romanzo scritto da Marco Missiroli e pubblicato nel 2019 dalla casa editrice Einaudi. Ai tempi le opinioni in merito sono state estremamente contrapposte, dividendo la critica tra chi lo esaltava e chi ne condannava il contenuto. L’autore, che esordì con “Senza coda” e venne portato alla vera ribalta con “Atti osceni in luogo privato”, non è nuovo al mondo dell’editoria, tanto da vedere riconosciuto il suo lavoro con numerosi premi. Non per ultimo, ricordiamo, “Fedeltà” ha vinto il Premio Strega Giovani nel 2019.
A prescindere dall’opinione soggettiva, quando un’opera riesce a scatenare dibattiti merita comunque di essere recuperata. Di certo “Fedeltà” rimane una storia ambiziosa in grado di raggiungere l’ampio pubblico nonostante sia chiaramente rivolta a una cerchia ristretta, quella rappresentata da coloro che certe situazioni le hanno vissute sulla propria pelle e che quindi possono rimanere toccate in modo particolare da ciò che viene raccontato.
Fedeltà recensione Netflix: la trama
“Fedeltà” è quello che definiremmo più comunemente “un nome, un programma”. Una storia, quella che lega i protagonisti Carlo e Margherita, composta da dubbi, tormenti e angosce che nascono come un sussurro fino a divenire un rumore disturbante e distruttivo. Ciò che viene sconvolto è il loro equilibrio coniugale, intessuto con successo nel corso del tempo ma che in un attimo inizia a dare segni di cedimento strutturali. Carlo, professore universitario di scrittura creativa, viene visto nel bagno dell’università in compagnia proprio di una di queste, Sofia. Una miccia che fa partire un’indagine ma in cui le parti in causa si difendono allo stesso modo: è un malinteso, dato da una situazione di malessere fisico della ragazza e del pronto intervento di chi era lì in quel momento.
Una miccia che però, anziché spegnersi, non fa altro che instillare e alimentare il dubbio nella moglie Margherita, un’aspirante architetta che però ha rinunciato al suo sogno in favore di una stabilità economica maggiore data da un’agenzia immobiliare. Non c’era stato, fino a quel fatidico momento, motivo di credere che il rapporto potesse incrinarsi: nonostante il normale scorrere della quotidianità, lei e Carlo avevano dei progetti per il futuro, come una casa e, chissà, anche dei figli. Se da un lato, per lui, la faccenda rimane insignificante, per Margherita è motivo di riflessione sia su sé stessa che sulla coppia. Una riflessione che presto coinvolgerà anche Carlo, trasformando un pensiero in un dubbio sempre più crescente.
Al che sorge spontanea una domanda: che cosa significa realmente la parola Fedeltà?
Fedeltà recensione Netflix: i molteplici significati
Proprio il significato del titolo è il perno a cui tutta la serie ruota attorno continuamente, in modo quasi morboso e ossessivo. D’altronde il malinteso stesso diventa motivo di ossessione, sia per Carlo che per Margherita. Si gioca sadicamente, quindi, sulla contrapposizione tra amore e tradimento, sul pensiero e l’azione, sulla fedeltà alla coppia e a sé stessi. Avere delle fantasie significa che il tradimento è già compiuto oppure è qualcosa di legittimo che passa il confine solo con i fatti? Può essere possibile rimanere fedele all’altro ma non a ciò che si desidera realmente? Cosa è più importante, la fedeltà individuale verso il nostro pensiero o la fedeltà nei confronti di chi si ha accanto?
Tutto questo viene esplorato dalla serie tv in modo approfondito ma non universale, inserendo tematiche di vita molto importanti e focalizzandosi puntata dopo puntata anche sui personaggi “di contorno” ma altrettanto fondamentali per la buona riuscita della storia. La vita è fatta di tantissime sfumature, così come le parole di cui usufruiamo costantemente per comunicare con il mondo. Fedeltà insegna a non soffermarsi su ciò che mediamente risveglia il termine ma ad andare in profondità per ricavare anche altro, con il risultato di ottenere una connotazione diametralmente opposta a quella di partenza.
Fedeltà recensione Netflix: l’esplorazione di un dubbio
La serie mette a nudo le personali intenzioni mostrando come ognuno decide di affrontare la vita, fatta di sogni e compromessi, fragilità e forza umana. La storia è un’esplorazione fluida nel quotidiano di qualcun altro ma che con una facilità estrema può riflettersi sulla vita di chiunque con una sfaccettatura diversa ogni volta. Al tempo stesso, oltre a essere una serie introspettiva, riesce a essere in costante dinamicità grazie al cambio continuo del punto di vista, dando a chi osserva esternamente delle informazioni sempre nuove e ricche di particolari.
Quelli di Carlo e Margherita sono tormenti che si attaccano addosso come una seconda pelle e da cui, come ho detto all’inizio, si può rimanere o meno coinvolti a seconda di come si è. Anche se generale, quello della fedeltà può essere un tema non sempre di interesse, nella misura in cui l’opinione in merito non ha necessità di essere smossa, perdendo così l’andare a stuzzicare sempre più con decisione un equilibrio interiore che però è già saldo. La serie non manca, comunque, di affascinare con i suoi ambienti immersivi, tipici della vita milanese e che rappresentano un tributo appassionato a Dino Buzzati, a cui fa riferimento Missiroli in prima battuta.
Fedeltà recensione Netflix: un lavoro tutto italiano
Come già accennato in precedenza, la serie tv Fedeltà ha una produzione completamente italiana. Oltre ai creatori citati all’inizio, la regia è stata affidata ad Andrea Molaioli (regista di Suburra – la serie) e Stefano Cipani. Il cast di attori invece è così composto: Michele Riondino nel ruolo di Carlo Pentecoste, Lucrezia Guidone nel ruolo di Margherita Verna, Carolina Sala interpreta la studentessa (di Carlo) Sofia, Leonardo Pazzagli il fisioterapista (di Margherita) Andrea e Maria Paiato è Anna Verna, la mamma di Margherita.
Da un punto di vista recitativo non c’è nulla da segnalare negativamente: l’interpretazione degli attori si adatta alla confezione precisa dei personaggi della storia, portando su schermo l’espressività delle emozioni, veicolate anche solo dai movimenti del corpo e gli sguardi. Notevole anche il lavoro sulla colonna sonora, che porta all’attenzione una delle canzoni di punta di Lewis Capaldi (cantata anche in occasione del Festival di Sanremo 2020) e il brano inedito “Verosimile” cantato da Arisa e scritto in collaborazione con Stefano Cipani e Mario Fanizzi.
Fedeltà recensione Netflix: conclusioni
Fedeltà porterà ancora una volta, a distanza di poco tempo, a far scontrare tra loro le opinioni su ciò che è stato rappresentato sullo schermo e, proprio per questo, non vediamo l’ora di scoprire quale sarà il suo reale impatto sul pubblico. Questa è una serie tv che ha, sicuramente e a prescindere, il merito di entrare a far parte di un catalogo di produzioni anche internazionali di rilevante importanza. Se non siete amanti del romanticismo ma cercate comunque una storia che parli di coppie in modo plausibile, vi consigliamo quindi la visione di “Fedeltà”, che uscirà il 14 febbraio su Netflix con i suoi sei episodi.
Guarderete la serie? Fatecelo sapere nei commenti!
Recensione in breve
Fedeltà
Fedeltà è una serie che affronta il tema controverso intrinseco del titolo in modo non scontato e in grado di dividere il pubblico sullo stesso sviluppo degli eventi.
PRO
- Una serie tv scorrevole e che non annoia
- Attori all'altezza dei ruoli e della storia che si vuole raccontare
- Una tematica controversa che andrebbe indagata di più
CONTRO
- La serie potrebbe non essere compresa da tutti