Vi sarà sicuramente capitato di ottenere degli scatti poco contrastati in condizione di scarsa luce, oppure di cercare di fotografare un bellissimo fondale del mare per poi rendervi conto che l’acqua riflette e vedete quasi tutto bianco, ed ecco perché siete giunti nella nostra guida dedicata al filtro polarizzatore. Magari avete pure provato a fotografare l’interno di una macchina o di un negozio e avete visto le vostre foto rovinate dai riflessi. Poi avete aperto un social network e visto le foto di altri fotografi che non sembrano afflitte da questi problemi. Dopo tutta questa serie di “fallimenti” la vostra autostima ne avrà risentito tantissimo, avrete pensato che sia colpa della vostra attrezzatura scadente o della vostra capacità limitata in materia di post-produzione.
Prima di investire tantissimi soldi in queste due cose, leggete la nostra guida e scoprite come risparmiare un sacco di denaro, tempo e spazio, la soluzione è infatti più facile di quella che può sembrare: basterà dotarsi semplicemente di un filtro polarizzatore
Leggi prima questa guida, ti spiegherò come funziona un filtro polarizzatore, che effetti ha, che vantaggi e svantaggi comporta e capirai subito quale modello sarà il caso di acquistare (spoiler alert: non si tratta di quello economico da 20 centesimi che trovi nelle patatine e che ti fa pure il cappuccino).
Filtro polarizzatore: cos’è e come è fatto
Un filtro polarizzatore è prima di tutto un filtro (per approfondire vi consiglio la lettura della nostra guida filtri fotografici). Un filtro in fotografia è un oggetto utilissimo che si appone davanti alla lente frontale dell’obiettivo e modifica l’immagine che arriva al sensore della macchina fotografica, ognuno ha caratteristiche diverse ed utilizzi differenti: li possiamo trovare di dimensione quadrata (a lastra) che necessitano di un adattatore, oppure circolari che si avvitano direttamente sulla lente. Molti risultati ottenuti tramite filtri non sono riproducibili con il semplice uso di un software ed il filtro polarizzatore è uno di questi.
Il filtro polarizzatore è costituito da due elementi in vetro separati da una pellicola di materiale polarizzante. Il primo vetro viene fissato alla lente frontale dell’obiettivo, il secondo è libero di ruotare ed orientare il piano di polarizzazione nel modo migliore. “Libero di ruotare” non significa che deve girare come una giostra, per funzionare basterà girarlo di circa un quarto di rotazione. Dopo mezzo giro avrete annullato l’effetto ottenuto, ma ora mi spiego meglio.
Filtro polarizzatore: come funziona
Abbiamo detto che ruotando otteniamo il nostro effetto, ma perché?
La luce è formata da onde elettromagnetiche, la luminosità che percepiamo nell’ambiente che ci circonda non è data da un’unica fonte di luce, essa viene riflessa da tante superfici diffondendosi in ogni direzione. Avete mai messo uno specchio davanti ad una fonte di luce? La riflette, e se lo orientate riuscirete a far avvivare il fascio luminoso anche in zone buie. Il filtro polarizzatore è in grado di isolare le onde provenienti da una direzione scelta, eliminando tutte le altre luci parassita, quindi sostanzialmente elimina i riflessi.
Mmm che cosa complessa, vero? Sbagliato. La luce polarizzata viene usata in continuazione, anche ora la state usando: è impiegata negli schermi a cristalli liquidi, e sicuramente avete già usato dei filtri polarizzatori anche se non in fotografia. Le lenti degli occhiali da sole ad esempio. Avete mai fatto caso a come il cielo e in generale ogni colore appaia più saturo? E avete visto che sensazione fastidiosa si prova guardando lo schermo del cellulare (che è a cristalli liquidi, vi dice nulla?)? E ancora, avete mai visto un film in 3D al cinema? Anche quelli sfruttano i polarizzatori! Durante la proiezione c’è un filtro polarizzatore davanti al proiettore che alterna differenti direzioni di polarizzazione, uno per l’occhio destro e uno per quello sinistro, lo spettatore è dotato di appositi occhiali con filtri polarizzatori circolari e in questo modo abbiamo l’illusione di un’immagine in 3D.
Filtro polarizzatore: i tipi
Come vi ho detto nella guida sui filtri fotografici, tali accessori possono essere circolari o a lastra, il filtro polarizzatore non fa eccezioni. Nel caso sia a lastra si chiama polarizzatore lineare e ha come sigla PL, se invece è a vite prende il nome di polarizzatore circolare e lo trovate sotto le sigle C-PL, PL-CIR o CPL.
Come per ogni filtro fotografico, la versione a lastra va inserita nel suo porta filtri fissato alla lente frontale della fotocamera, il polarizzatore circolare invece va semplicemente avvitato sulla filettatura presente davanti all’obiettivo. Il risultato ottenuto mediante l’utilizzo di entrambi questi filtri è lo stesso, polarizzano in entrambi i modi. Sul mercato attualmente si trovano quasi solo quelli circolari, che sono quelli che vi consiglio perché sono gli unici che permettono al sistema autofocus di funzionare correttamente.
Filtro polarizzatore: quando usarlo
Abbiamo detto che nessun programma di fotoritocco è in grado di ottenere questo risultato, ma di che risultati parliamo? Abbiamo detto che un filtro polarizzatore elimina la luce parassita, ma questo nella pratica in cosa si traduce?
Il cielo
Il filtro polarizzatore, eliminando la foschia dovuta alla riflessione della luce sulle gocce di umidità che si trovano in sospensione nell’aria, renderà il blu dei vostri cieli più saturo e ridurrà un po’ quella leggera nebbia presente nei paesaggi. Le vostre foto avranno un migliore contrasto facendo risaltare di più il bianco delle nuvole sull’azzurro del cielo. Pertanto, se come me vivete in posti dove il cielo blu è un miraggio (Emilia-Romagna nel mio caso), il filtro polarizzatore diventerà l’alleato fondamentale dei vostri scatti anche solo per questo motivo.
L’acqua
Anche il mare o un fiume riflettono tanto, avete mai visto il sole quando si specchia nel mare quanto è accecante? Con l’uso del filtro polarizzatore il colore dell’acqua sarà più saturo e soprattutto, cosa meravigliosa, tornerà trasparente. Nell’acqua bassa riuscirete quindi a vedere il fondo del fiume o del mare, infatti tanti pescatori utilizzano delle lenti polarizzate per vedere cosa c’è sotto di loro per poter pescare meglio.
I vetri
Molte persone utilizzano le superfici riflettenti dei vetri come uno specchio d’emergenza per un rapido controllo, questa cosa è comodissima per verificare lo stato di capelli, trucco e abiti, ma in fotografia un po’ meno. Il riflesso del fotografo sulla vetrina o quello del sole sul vetro di una macchina non sono proprio bellissimi da vedere, certo, possono essere voluti e artistici in alcuni casi, ma in linea generale è meglio che non ci siano. Come fare quindi per fotografare un negozio o l’interno di una macchina? Abbattere la vetrina o abbassare il finestrino? Nah, basta il nostro fedele compagno di avventure, il filtro polarizzatore, e magicamente vedrete all’interno facendo diventare i vetri perfettamente trasparenti e non riflettenti, a patto, ovviamente, che siano puliti.
Gli alberi e l’erba
Anche le foglie e l’erba riflettono la luce, e vi accorgerete di quanto lo facciano semplicemente scattando una foto con il polarizzatore ed una senza, personalmente prima di provarlo non me ne ero mai resa conto. Il verde apparirà immediatamente più saturo e anche i frutti lucidi ne subiranno giovamento.
Le altre superfici riflettenti
Ragazzi, siamo circondati di superfici riflettenti e davvero, lo noterete un sacco solo dopo aver acquistato il vostro polarizzatore, scatole, legni verniciati, plastiche… ogni cosa riflette e genera fastidiosissime zone con colori alterati. Con questo filtro riuscirete ad eliminarli del tutto riportando i colori vivi e saturi originari.
Riassumendo:
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colori più saturi: le fotografie che scatterete all’aria aperta avranno toni più vivi e saturi, ve ne renderete conto soprattutto nelle parti di cielo, acqua, alberi e fogliame. Attenzione, questo è valido anche se scattate in bianco e nero! Avere i colori più saturi vi porterà ad una distinzione più netta fra i vari toni di grigio.
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contrasto aumentato: visibile soprattutto nel cielo con le nuvole, ma anche nel fondo degli specchi d’acqua e nel fogliame. Il contrasto si può aumentare in post-produzione, è vero. Ma la foschia non viene tolta così bene.
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Eliminazione dei riflessi: su acqua, vetri e altri materiali
Purtroppo, anche le superfici metalliche riflettono ma non si tratta di luce polarizzata, in questo caso non avrete nessun cambiamento con l’uso di questo filtro.
Filtro polarizzatore: come si usa
Se montate il filtro sulla lente e guardate la scena inquadrata, con il ruotare del filtro noterete il cambiamento dei colori nell’immagine. Dicendo “ruotare” non intendo farlo compulsivamente, facendogli compiere giri completi come se fosse un CD. Ruotando il filtro di ¼ avrete ottenuto l’effetto massimo, proseguendo di un altro ¼ (quindi complessivamente una mezza rotazione) ritornerete alla situazione iniziale.
Per avere il massimo effetto da un filtro polarizzatore è consigliabile avere il sole a lato, nel caso sia alle vostre spalle o di fronte non vedrete quasi nessun miglioramento, a prescindere da quanto giriate il vostro filtro.
Abbiamo detto che per polarizzare bisogna ruotare il filtro. I più attenti di voi avranno già notato un problema: in alcuni obiettivi di fascia più economica quando si mette a fuoco la parte frontale della lente ruota. Si tratta sicuramente di un bel problema e non è un caso il fatto che le lenti più costose non lo facciano e abbiano una messa a fuoco interna (Internal Focusing), perché la rotazione dell’obiettivo cambia la polarizzazione del vostro filtro. Per tanto, per risolvere, prima componete il vostro scatto e mettete a fuoco, quando sarete soddisfatti, bloccate la messa a fuoco (c’è il pratico tastino AF-L) o disattivate la messa a fuoco automatica. A questo punto girate il filtro e, mi raccomando, solo quello, altrimenti perderete il focus, dopodiché scattate.
Una buona abitudine che dovreste avere tutti è quella di ricontrollare lo scatto appena fatto. In questo caso a maggior ragione: togliendo la luce parassita, il filtro polarizzatore agisce come un leggero filtro ND (per approfondire leggete la nostra guida sui filtri ND) diminuendo l’esposizione di circa 2 stop. Pertanto, controllate sempre l’esposizione dello scatto e aggiustatela, eventualmente, secondo le regole del triangolo dell’esposizione.
Filtro polarizzatore: inconvenienti
Abbiamo detto che i vantaggi sono innumerevoli, ma allora perché non inserirli nella dotazione standard al momento dell’acquisto, magari davanti a tutti gli obiettivi? Paragonabili alle lenti dei vostri occhiali da sole, questi filtri bloccano una parte di luce facendo perdere uno o due stop della stessa; vi ho scritto che basta modificare le impostazioni di scatto ma questo non è privo di risvolti negativi: aprendo il diaframma (hai letto la nostra guida diaframma fotografia?) potreste perdere profondità, aumentando il tempo di esposizione rischiate di avere una foto mossa e alzando gli ISO avrete più probabilità di avere del rumore (vuoi approfondire la tua conoscenza sugli ISO? Leggi la nostra guida sensibilità ISO fotografia). Inoltre, abbiamo già visto come questi filtri creino problemi alla messa a fuoco di alcuni obiettivi.
In molti scatti la presenza di un riflesso, specie sull’acqua nelle fotografie di paesaggio o sulle vetrine nella Street Photography è quel tocco in più che valorizza lo scatto.
A volte può capitare di riscontrare una polarizzazione irregolare sui grandangoli, tipicamente si notano porzioni di cielo di un colore più scuro e altre più chiare, questo succede perché sono lenti con un vasto angolo di campo e che quindi inquadrano aree interessate da una diversa incidenza della luce. Inoltre, su alcuni grandangoli di un certo livello non si possono montare filtri a vite per la presenza di un paraluce fisso o per la forma convessa della loro lente frontale.
In aggiunta, come ogni filtro, si tratta pur sempre di una superficie che si va ad aggiungere alla vostra lente e che va quindi ad intaccare la qualità della foto, in che misura dipende dalla qualità del filtro, ovviamente. Infine, possono attirare la polvere e quindi vanno tenuti puliti per non inficiare il risultato. Ma come possiamo pulirlo? Vediamolo insieme.
Filtro polarizzatore: manutenzione e pulizia
Pulire la nostra attrezzatura è sempre importante e andrebbe fatto con regolarità, specie di ritorno da uscite fotografiche in zone polverose o, peggio, umide. Nel caso di un filtro sporco è come indossare un paio di occhiali pieno di ditate e polvere.
Farete fatica a mettere a fuoco perché il vostro occhio si concentrerà automaticamente sulla macchiolina presente sulla lente, in aggiunta vedrete come se ci fosse la nebbia. Nello stesso modo un filtro sporco avrà un contrasto differente e la messa a fuoco sarà imprecisa. La procedura è la stessa che usate per pulire gli obiettivi fotografici e il sensore fotografico. Avrete bisogno di una pompetta ad aria, un pennellino apposito, un panno in micro fibra pulito e sale q.b. un detergente per lenti.
Utilizzate la pompetta ad aria e il pennellino per togliere tutte le tracce di polvere che sono rimaste sul vostro filtro. Ancora una volta vi ricordo che soffiare via la polvere può essere una buona idea sulle superfici ma non sulla vostra attrezzatura fotografica, insieme all’aria inevitabilmente produrrete anche microscopiche goccioline di saliva e il risultato finale sarà un sensore, un filtro o un obiettivo più sporco di prima.
In precedenza, vi ho detto che il filtro polarizzatore è fantastico in presenza di superfici d’acqua, in questi casi c’è la concreta possibilità che si riempia di schizzi d’acqua, in questo caso non c’è pennellino che tenga, dovrete usare un panno in micro fibra, come quelli che usate per pulire gli occhiali, ma mi raccomando, assicuratevi che sia PULITO! Altrimenti andrete a graffiare il vostro filtro con fibre e particelle rimaste intrappolate. Per evitare questo inconveniente alcune aziende che producono filtri raccomandano l’impiego esclusivo di panni monouso. Inumiditelo con un detergente apposito e rimuovete lo sporco nello stesso modo in cui si disinfetta una ferita (vi lascio anche qualche nozione medica che male sicuramente non fa): partite dal centro e dirigetevi ai bordi con movimenti circolari, in questo modo porterete le impurità all’esterno. Quando sarete soddisfatti del risultato, asciugate il filtro con un angolo asciutto del panno, in modo da evitare la comparsa di aloni.
Per quanto sia facile pulire un filtro, rimane sempre un’operazione che potrebbe graffiarlo, quindi mi raccomando, non toccateli nella zona centrale quando li montate, per quello esistono i bordi, quando non vi servono lasciateli nelle loro scatole o nelle custodie costruite apposta per trasportarli senza danneggiarli.
Filtro polarizzatore: quale scegliere
Se mi avete seguita fino a questo punto ormai vi sarete convinti a comprare un filtro polarizzatore circolare. Come vi ho già detto nella nostra guida sui filtri fotografici, i filtri a vite sono rotondi e si fissano al nostro obiettivo tramite una filettatura maschile presente sullo stesso che si avvita a quella femmina che trovate sulla lente. Un parametro da sapere assolutamente è il diametro del vostro obiettivo, lo troverete sulla lente, vicino al simbolo Ø ed è espresso in millimetri. Per essere compatibile, il filtro che acquisterete deve essere di diametro superiore o uguale a quello delle vostre lenti.
Dico superiore e non solo uguale perché gli obiettivi non hanno tutti lo stesso diametro, e, prendendo un filtro del diametro specifico rischierete di poterlo montare solo su quella lente. Scegliete dunque un filtro polarizzatore della misura dell’obiettivo con diametro maggiore presente sul vostro corredo. In commercio troviamo infatti numerosi anelli adattatori, costruiti in plastica o in metallo che consentono di montare un filtro di diametro diverso da quello dell’obiettivo. Nel caso vogliate montare un filtro su una lente di diametro minore avrete bisogno di un anello adattatore step-up, si può fare anche il contrario utilizzando un anello adattatore step-down ma ridurrete l’angolo di campo ripreso e si produrrà un fastidioso effetto di vignettatura.

In quasi tutti i campi, e soprattutto in fotografia, la qualità si paga. Su internet potete trovare un filtro da 5 euro o uno da 200, funzioneranno nello stesso modo e saranno visivamente simili ma, visto che si tratta di un oggetto che ponete davanti alle vostre lenti costose, e che la luce deve attraversare prima di arrivare al sensore, sarebbe un peccato penalizzare la resa dei vostri scatti con un prodotto mediocre.
A voi sta la scelta. Potete comprare su internet un set di filtri a 5 €, dove dentro al pacchetto ne trovate 20 e anche una macchinetta del caffè in omaggio, giusto per provare il filtro e per capire come funziona o puntare a qualcosa di più costoso e di qualità. In aggiunta, un vetro più sottile fornisce una resa migliore, ma costa di più.
Hoya, Gobe, KeF, Haida, LEE Filter e Nisi sono le aziende leader nel settore e che anche io vi consiglio. Tenete presente che, con il crescere del diametro del filtro polarizzatore, crescerà anche il prezzo.
Nella vostra scelta ricordatevi di prendere un filtro robusto con una buona filettatura, visto che lo avviterete più volte si rovinerà meno. La maggior parte dei polarizzatori presenti sul mercato dispone di rivestimenti antigraffio e antiurto per minimizzare i danni dati da un uso poco accorto, tenetene in conto nell’effettuare la vostra scelta.
Filtro polarizzatore: le nostre conclusioni
Avrete ormai capito che un filtro polarizzatore sarà un alleato preziosissimo nella realizzazione delle vostre fotografie, sia che vi occupiate di paesaggi sia che preferiate la street photography per aiutare la saturazione e il contrasto delle foto in un modo irraggiungibile in fase di post-produzione.
Visto che ha un costo irrisorio rispetto al resto delle nostre attrezzature, questo filtro non dovrebbe mancare mai nel vostro zaino ed essere uno dei primi investimenti per chi muove i primi passi con maggiore consapevolezza nel mondo della fotografia. Poi, vi innamorerete dei filtri e il prossimo acquisto saranno un paio di filtri ND, ma un passettino alla volta!
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