La bird photography, ossia l’arte di fotografare gli uccelli, sta prendendo sempre più piede in Italia. Capire il perché è piuttosto facile, non è possibile osservare un uccello senza pensare ai dinosauri e senza stupirsi per quanto siano diversi per forme, colori o dimensioni. In aggiunta compiono con maestria e senza sforzo apparente il sogno di ogni essere umano, volare. Come fanno a volare? Ma quanto sono belli così colorati? E quanto è delizioso il loro canto? Se è splendido guardarli lo è anche fotografarli, ma approcciarsi a questo genere fotografico può creare un po’ di confusione. Ecco che FotoNerd vi viene in soccorso come sempre con una guida apposita alla fotografia degli uccelli. Pronti? Via!
“Alla zampa di ogni uccello che vola è legato il filo dell’infinito.”
– Victor Hugo
Marzo 2021. In pieno lockdown, intrappolata in casa con mamma e nonna, guardavo fuori dalla finestra, cercando una via di fuga da quella reclusione forzata. Vedevo gli uccelli volare leggeri, apparentemente liberi da ogni afflizione, così gioiosi e spensierati mentre cantavano per attirare l’attenzione di una compagna con la quale mettere su un nido. Era uno spettacolo così rilassante che non ci misi molto a rivolgere a loro la mia fotocamera, complice il fatto che durante il lockdown non c’era molto altro da fotografare in casa, esclusa la food photography, ma il lievito era così raro, ricordate?
Questo è stato per me l’inizio di un viaggio che mi ha cambiata davvero profondamente, mi ha insegnato la pazienza e risvegliato la curiosità, donandomi al contempo una pace profonda e un amore sconfinato verso tutto ciò che cresce. Ecco il motivo per il quale sono qui oggi a scrivere questa guida, per trasmettervi anche solo una porzione della gioia che provo nel fotografare gli uccelli. Tranne i piccioni, quelli continuano a piacermi poco. Meglio guardare tutti gli altri, in fondo esistono un numero quasi infinito di specie di uccelli! Si parla di un numero compreso fra 10 e 15mila! Per rimanere in Italia, i dati del 2021 parlano di 551 specie in Italia (delle quali 287 nidificanti). Ci sarà pur qualcosa di carino, no?
Fotografare gli uccelli: cosa vuol dire e dove farlo
Che la chiamiate bird photography o fotografia di uccelli, per me non ci sono dubbi: fotografare i volatili è il genere fotografico più complesso e più soddisfacente fra le mille sfaccettature che compongono la fotografia. La bird photography si occupa per l’appunto d’immortalare gli uccelli, che possono essere contestualizzati nel loro ambiente oppure riempire tutta la foto come un ritratto, fermi oppure in volo. Questa sotto categoria della wildlife photography è realizzabile in molti più posti di quanti possiate immaginare. Gli uccelli infatti sono dappertutto! Al mare, in montagna, in pianura, in montagna o in città. La fauna si trova ovunque, nei parchi cittadini, in mezzo ai palazzi, nelle oasi o nel cuore di un bosco, le possibilità sono infinite. Ok, sicuramente se state cercando un uccello in particolare forse sarete costretti a spostarvi, ma come vi ho detto prima, io ho iniziato a fotografare gli uccelli da dentro casa, dalla finestra della mia cucina per essere precisa! Questo è un consiglio che mi sento di darvi, se vi interessa la bird photography iniziate dalle cose semplici, come possono essere i più comuni uccellini quali merli, piccioni, colombacci, codibugnoli, cince, codibugnoli, pettirossi e altri passeriformi che vedete dalla finestra di casa vostra o quelli del parco vicino alle vostre abitazioni. Una volta che avrete capito bene come funziona e che impostazioni usare per la bird photography, vi potrete lanciare nel mondo e realizzare i vostri scatti migliori, allontanandovi da casa alla ricerca di uno specifico animale.
La primavera è un periodo perfetto per osservare gli uccelli e quindi anche per fotografarli: impegnati nella ricerca di un compagno saranno più rumorosi e visibili, quindi vediamo un po’ come si fa, visto che il momento giusto è adesso.
Fotografare gli uccelli: i momenti migliori
Se volete realizzare splendidi scatti di uccelli dovrete anche imparare a conoscerli. Sapere le loro abitudini vi aiuterà tantissimo a fotografarli al meglio. La maggior parte degli uccelli si sveglia poco prima dell’alba e va a dormire al tramonto, evitando le ore centrali della giornata, dove la luce forte li evidenzia agli occhi di un predatore o delle loro prede proiettando in maniera troppo netta le loro ombre.
Altri invece escono di notte, vivono alla luce delle stelle per poi dileguarsi al primo raggio di sole. Purtroppo di notte non abbiamo molte alternative all’utilizzo di flash o luci aggiuntive, ma di giorno è più facile fotografarli.
Ho il sospetto che gli uccelli siano, in segreto, dei fotografi. Sembrano conoscere alla perfezione le ore d’oro della fotografia, ossia una mezz’ora prima e dopo alba e tramonto, quando la luce è tenue e soffusa, ed è bassa e quindi non crea ombre forti sul soggetto e tinge il mondo di un caldo giallino. Quasi consapevoli del fatto che in questi momenti vengano ritratti meglio, all’alba e al tramonto gli animali si esibiscono nella maggior parte delle loro attività. Al mattino gli uccelli cantano salutando l’alba e per ribadire la loro presenza nel territorio, poi si riuniscono per fare colazione con amici e parenti o si separano per cercare un partner.
Durante l’ora di pranzo sono quasi sempre al sicuro fra le fronde degli alberi, per poi uscire nuovamente nel pomeriggio e riunirsi con canti e voli di gioia all’imbrunire.
Per dire la verità alcuni uccelli sono avvistabili anche durante le ore più calde della giornata, anche se non d’estate. Questo però non è d’aiuto in bird photography perché, come saprete sicuramente, a mezzogiorno la luce è perpendicolare al soggetto e crea forti ombre sul becco o sul corpo e dei contrasti eccessivi nel fotogramma.
Per quanto riguarda il meteo, gli uccelli non escono mai durante una pioggia intensa, ma spesso appena ha smesso è possibile trovare numerosi insettivori intenti a banchettare con gli animaletti che approfittano dell’umidità per uscire.
In aggiunta una leggera pioggerella non ostacola troppo gli animali che si alimentano a terra. Nemmeno la neve li ferma, ma se fermasse voi non otterreste foto strepitose con un deciso sapore in più. Se cercate uno scatto ambientato dal sapore un po’ dreamy potete inoltre sfruttare la nebbia per ritrarre qualche uccello di dimensioni maggiori, come le oche, mentre con un cielo coperto otterrete una luce più diffusa, realizzando scatti con soggetti illuminati alla perfezione. In effetti bel tempo e buon tempo per fare fotografia non sempre significano la stessa cosa, anzi! L’importante è saperlo e uscire con le giuste precauzioni: un impermeabile e qualcosa per proteggere la fotocamera e l’obiettivo.
A proposito di fotocamera e obiettivo, cosa serve per fotografare gli uccelli?
Fotografare gli uccelli: l’attrezzatura
Questa non è la prima guida che scrivo per FotoNerd. In questi anni ho ripetuto fino alla noia “Non è l’attrezzatura che fa la foto, è il fotografo”. Beh, in alcuni generi questo è meno vero di altri e, purtroppo, la bird photography è abbastanza dipendente dall’attrezzatura. Ma tranquilli, non sarete costretti a investire 20mila euro per iniziare. Forse quelli verranno dopo, ad esempio il sogno della mia vita si chiama Nikon Z 400mm f/2.8 TC VR S e costa solo 15.500 euro, ma ho ottenuto risultati buoni anche con attrezzatura che costa una cifra che ha uno 0 in meno.
In aggiunta è valido anche il ragionamento contrario: non è sufficiente avere una fotocamera da 5mila euro e un obiettivo da 16mila per fare delle foto perfette agli uccelli, serve anche tanta pratica e tanta pazienza. Ho iniziato a fare questo splendido genere fotografico con una macchina progettata per fare filmati e foto agli eventi, quindi non era proprio il suo genere! Inizialmente i risultati erano disastrosi, ma non era colpa della fotocamera, era mia! Ci ho messo un po’ ad imparare, ma ora ottengo risultati soddisfacenti anche con un’attrezzatura non proprio perfetta e che non costa 4 reni e mezzo. Meno male. Il mio conto in banca ha tirato un sospiro di sollievo.
Vediamo quindi che equipaggiamento serve per realizzare fotografie di avifauna da sogno.
La macchina fotografica
Partiamo dalle basi, che macchina fotografica scegliere per la bird photography se non ne avete già una o se volete cambiare quella che avete? Uno dei parametri più importanti da considerare nella scelta di una fotocamera per fotografare gli uccelli è l’autofocus. Sembra una cosa ovvia, ma gli uccelli volano, e pure velocemente! Non lo avreste mai detto, eh? L’efficienza della messa a fuoco è quindi un must have, i modelli più nuovi di mirrorless hanno un sistema più moderno che supporta il tracciamento della messa a fuoco perfetto per i vostri soggetti poco collaborativi, oppure sono dotate di un algoritmo in grado di imparare quali siano i vostri soggetti preferiti, iniziando a tracciarli meglio.
Anche la velocità della raffica di scatto va considerata: gli uccelli più piccoli si muovono in fretta, e fare uno scatto singolo non è la scelta più furba. Una raffica più lunga (indicata da un numero alto di FPS, ossia fotogrammi per secondo), comporta più foto da selezionare o da post-produrre, ma avrete più possibilità di avere lo scatto perfetto.
Potrei fermarmi qui, dicendo “comprate la fotocamera più veloce che possiate permettervi”, ma ci sono un altro paio di caratteristiche che tornano utili.
Spesso gli uccelli sono distanti o piccoli nel frame, un buon numero di megapixel vi aiuterà qualora desideriate croppare.
Per quanto riguarda il sensore fotografico in genere si predilige il full frame, ma la bird photography è anche il regno delle APS-C e delle Micro Quattro Terzi, a patto che siano dotate di una buona risoluzione, un sensore più piccolo vi permette infatti di sfruttare il fattore di crop per aumentare l’angolo di campo della vostra ottica. In questo modo otterrete un angolo di campo simile a quello ottenibile da un obiettivo per full frame con la lunghezza focale moltiplicata per 1.5 se stiamo parlando di una APS-C, o per 2 per le Micro Quattro Terzi. In effetti, per fotografare gli uccelli i millimetri non bastano mai, qui il detto “più lungo è meglio” è la sacrosanta verità!
Un altro parametro importante è la tenuta ad alti ISO. Gli uccelli si muovono velocemente e spesso la luce è poca. Per questo motivo spesso vi ritroverete ad alzare gli ISO in bird photography. Una fotocamera in grado di reggerli bene, consentendovi di alzarli senza perdere troppa qualità, vi permetterà di realizzare scatti suggestivi in ogni atmosfera.
La presenza di uno schermo orientabile vi aiuta a scattare in maniera più agevole quando la fotocamera è fissata sul treppiedi, mentre controllate se macchina e obiettivo sono resistenti a polvere e umidità. Gli uccelli sono sempre all’aperto, e voi con loro, quindi è meglio se la vostra attrezzatura è resistente all’acqua: pioggia, nebbia e umidità sono sempre in agguato!
Gli obiettivi
Gli animali selvatici non si avvicinano volentieri all’uomo, avrete bisogno di un teleobiettivo con una lunghezza focale di almeno 100 mm per ottenere qualcosa di valido. Maggiore sarà la lunghezza focale dell’ottica, maggiore sarà la dimensione del soggetto all’interno del fotogramma, senza costringerci ad avvicinarci agli uccelli, anche perché se sono in volo si fa un po’ fatica ad avvicinarli!
In commercio esistono numerosissimi zoom che spaziano dai 100 ai 600 mm, perfetti ed estremamente versatili per la fotografia di uccelli, come ad esempio Canon RF 100-500mm f/4.5-7.1 L IS USM, del quale potete leggere la mia recensione qui. Come sempre, il sogno di tutti sono gli obiettivi fissi, che si distinguono per la loro qualità superiore, ma in questo genere fotografico sono particolarmente costosi e molto pesanti, tranne due super tele Canon, Canon RF 600mm f/11 IS STM (che ho recensito qui) e Canon RF 800mm f/11 IS STM (trovate la mia recensione qui).
Qualora i millimetri non siano sufficienti e i vostri soggetti siano davvero piccoli o molto lontani, potete ricorrere ad un moltiplicatore. Chiamato anche TC o teleconverter, un moltiplicatore di focale si mette tra corpo macchina e obiettivo, e funziona in modo molto simile a una lente d’ingrandimento: come suggerito dal nome, moltiplica (in genere per 1.4 o per 2) la lunghezza focale del vostro obiettivo. Detto in maniera tecnica è una lente divergente che allarga l’immagine che arriva al sensore. Facile, e allora perché è solamente un’opzione e non la regola? Perché i TC riducono leggermente la nitidezza dello scatto, poiché l’immagine di partenza viene ampliata. In aggiunta si riducono le aperture disponibili di almeno uno stop. Con 1.4x si perde uno stop di luminosità, quindi un’ipotetica ottica 400mm f/4 diventa un 560 mm (400 x 1.4) f/5.6, mentre con il 2x si perdono 2 diaframmi di luminosità. Ne vale la pena? Rimane una vostra scelta, ma in genere si moltiplicano ottiche nitidissime e luminosissime, come possono essere i fissi di cui abbiamo parlato prima.
Treppiedi e monopiede
Utilizzando un obiettivo con una lunghezza focale simile avremo un grande ingrandimento, ma anche un peso notevole. Un buon treppiedi aiuta a mantenere immobile la fotocamera, mentre un monopiede aiuta a scaricare parte del peso. In entrambi i modi ridurrete il micro-mosso, potrete allungare leggermente i tempi di scatto e riuscirete a rimanere più immobili, spaventando meno il vostro soggetto.
Un buon treppiedi per fotografare gli uccelli deve essere leggero e robusto, dovendo reggere pesi impegnativi. Giusto per farvi un esempio, il mio set up per bird photography pesa 3.5 kg di solo corpo e ottica.
La miglior testa fotografica per fotografare gli uccelli è la testa cardanica (o gimbal) perché vi permette di seguire in maniera perfetta il movimento degli uccelli senza perdere il momento giusto. Anche in questa sezione il ragionamento sulla qualità è mandatario.
La mimetica
Gli uccelli sono poco abituati agli esseri umani, avrete sicuramente osservato divertiti un bambino cercare di rincorrere i piccioni. Appena si avvicina troppo i volatili si… volatilizzano. Per questo motivo, se non abbiamo a disposizione qualche oasi dotata di capanni, dovremo nasconderci e cercare di stare più immobili possibile. In questo modo saremo meno evidenti per i nostri soggetti che si avvicineranno maggiormente, mantenendo al contempo un atteggiamento più naturale e rilassato, non percependo nessuna minaccia. In commercio esistono tantissimi abbigliamenti mimetici 2D che nascono per la caccia e che vengono da sempre usati anche dai birdwatcher.
Passerete molto tempo all’aperto, quindi pantaloni, magliette, felpe, cuffie e ogni cosa che indossate dovrebbe essere calda, mimetica, resistente agli strappi e possibilmente impermeabile, per permettervi di rimanere immobili a lungo, a contatto con il terreno, senza finire congelati. In questo modo l’unica cosa che porterete a casa saranno dei bellissimi scatti, e non un bel raffreddore.
Anche l’obiettivo andrebbe mimetizzato, esistono numerose cover mimetiche che in aggiunta sono anche impermeabili e antiurto, e quindi offriranno una maggior protezione alla vostra attrezzatura.
Ancora più evoluti sono gli abbigliamenti che sfruttano un camouflage 3D, cioè sono composti da fili o foglie in rilievo, per offrire una mimetizzazione ottimale, in grado di dissimulare anche la superficie. Per questo motivo in genere sono disponibili dei teli mimetici 3D, in questo modo potrete appostarvi, ricoprirvi e… sparire alla vista.
Particolarmente adatti per la bird photography sono i capanni mobili, una sorta di tenda dentro la quale potrete nascondervi in attesa di un uccellino fotogenico!
Attrezzatura varia
L’elenco che ho fatto finora comprende l’attrezzatura necessaria o quasi, ma c’è tutta una serie di accessori che vi semplificheranno la vita, come uno sgabello portatile e leggero, un binocolo per identificare meglio gli uccelli più lontani, una borraccia termica e i guanti.
Fotografare gli uccelli: conosci i tuoi soggetti
Siete quasi pronti a volare fuori per fotografare un sacco di uccelli! Ma trattenete l’entusiasmo, prima di vedere nel concreto come farlo e svelarvi qualche segreto del mestiere, ve ne svelo uno da mettere in pratica ancora prima di uscire di casa. Know your enemy. Se volete realizzare ottimi scatti di uccelli non importa solo la tecnica e l’attrezzatura, serve anche una buona conoscenza dei vostri soggetti.
Dal momento che gli uccelli si muovono velocemente, è importante conoscere il loro comportamento, per anticipare i loro movimenti e attenderli nel posto giusto. Gli uccelli tendono ad essere molto territoriali e abitudinari, hanno i loro posti preferiti per mangiare e dormire, scelgono sempre lo stesso posatoio per cantare e prediligono lo stesso tipo di cibo, proprio come noi. Per questo motivo è utile programmare un’uscita di bird photography. Volete fotografare una determinata specie? Cercate sui manuali dove vive, quali sono le sue abitudini e se e quando il maschio indosserà la sua livrea nuziale, ossia il piumaggio più colorato per cercare una compagna. Al contrario se avete in mente una meta, sempre sui manuali troverete quali sono le specie presenti in zona e come si comportano, oppure, se state visitando un’oasi, è presente una mangiatoia alimentata nel periodo invernale? Quali animali la frequentano? A questo punto l’ideale è fare un paio di sopralluoghi sul posto e prendere nota di che uccelli sono presenti e come si comportano.
Per fotografie di uccelli splendide, quello che conta non è tanto il tempo in attesa del soggetto o il tempo trascorso a fotografarlo, dobbiamo investire una buona parte del nostro tempo ad osservare i loro movimenti e le loro caratteristiche. In passato la maggior parte dei fotografi wildlife erano biologi, mentre oggi tutti abbiamo a disposizione internet, quindi tutta la conoscenza del mondo è nelle nostre tasche, basta sapere dove cercare e avere la voglia di farlo!
Ecco allora quanto sono utili alcuni libri specifici sugli animali, per studiare abitudini, diffusione e per riconoscerli facilmente, oppure app che vi permettono di riconoscere richiami e di localizzare più velocemente alcuni animali forniti di un localizzatore GPS.
Vi faccio un esempio: il martin pescatore tende ad utilizzare lo stesso posatoio e a tornare nello stesso luogo per cacciare per alcuni giorni di seguito, salvo poi spostarsi in cerca di un posto più pescoso. Il becco è mantenuto puntato verso lo specchio d’acqua come un vero e proprio arpione da pesca, proprio come in questa foto.
Una volta individuata la preda, scuote capo e coda e si tuffa di colpo, mantenendo le ali aperte e proteggendo gli occhi con la sua terza palpebra. In appena due secondi riemerge dall’acqua con il suo pesce nel becco, ritorna sul suo posatoio, lo sbatte violentemente sul ramo e lo deglutisce avidamente prima di… tornare appollaiato e in attesa! Quindi se vedo un martin pescatore in posizione di punta spiccare il volo e pescare, so già che tornerà nella stessa posizione di prima, probabilmente con un bel pesce nel becco!
Fotografare gli uccelli: le impostazioni della fotocamera
Gli uccelli sembrano sempre avere l’argento vivo addosso. Si poggiano una frazione di secondo e… puff, di nuovo via a conquistare i cieli. Con così poco tempo a disposizione raramente avrete la possibilità di ripetere uno scatto sbagliato, ecco perché è importantissimo scegliere i parametri giusti e impostare la fotocamera prima che i vostri soggetti arrivino!
Vediamo quindi come settare al meglio i valori del triangolo dell’esposizione.
Il tempo di scatto
L’ho già detto che gli uccelli sono veloci? Ecco. Essendo così minuti e rapidi, è importante impostare un tempo di scatto rapidissimo, anche perché state usando una lunghezza focale molto spinta. Se l’obiettivo è di congelare l’azione dell’animale dovrete utilizzare valori di almeno 1/500. Ricordatevi che, a mano libera, la velocità dell’otturatore più bassa che produce un’immagine nitida si ottiene usando il reciproco della lunghezza focale. Ad esempio a 200 mm potete usare 1/200, ma a 500 mm meglio spostarsi su un tempo più veloce, come 1/500.
Ovviamente non posso darvi numeri precisi sui tempi di scatto perfetti, dipendono dal tipo di fotografia che volete fare, dalla velocità dell’animale e dalla sua dimensione. Se il vostro soggetto è ad esempio un airone di grandi dimensioni fermo immobile in attesa di una preda e voi siete appoggiati a qualcosa, potete permettervi di allungare i tempi impostando 1/200, ma se puntate qualche piccolo uccellino un tempo più lento di 1/640 è utile solo a creare del mosso. Congelare un uccello in volo in linea generale richiede un tempo rapidissimo, come 1/1000 se la luce lo permette, mentre se volete dare la sensazione di movimento potreste allungare un po’ i tempi, per sfocare leggermente le ali del vostro soggetto, aggiungendo dinamicità.
L’apertura del diaframma
Il modo migliore per evidenziare un soggetto è riuscire ad averlo perfettamente nitido (o ancor meglio, aver nitido il suo occhio), mentre tutto lo sfondo è sfocato. Per ottenere un risultato simile dovrete aprire il più possibile il diaframma. Tenete presente però che non tutti gli obiettivi sono nitidissimi a tutta apertura, spesso le foto migliori si ottengono chiudendo di uno o due stop. Cercate quindi su internet lo sweet spot della vostra ottica, ossia l’apertura del diaframma alla quale si ottiene la resa migliore.
La sensibilità ISO
Sapendo che ho già due parametri da cambiare con rapidità, specie i tempi di scatto, spesso in bird photography tendo a lasciare gli ISO automatici, limitandomi a fornire un valore massimo sopra al quale non salire. Ovviamente ho detto “tendo“, qualora l’esposimetro della fotocamera non generasse lo scatto che voglio imposto gli ISO nel modo che desidero. Però se in fotografia in linea generale i tre parametri del triangolo dell’esposizione sono ugualmente importanti, per fotografare gli uccelli il valore più importante è dato dal tempo di scatto, gli altri 2 valori sono ottenuti quasi esclusivamente con lo scopo di ottenere una giusta esposizione e un bello sfondo.
La messa a fuoco
L’autofocus spesso è in grado di mantenere l’uccello perfettamente a fuoco anche durante il volo, per questo motivo è utile impostare la messa a fuoco automatica continua. Sul retro di quasi tutte le fotocamere è presente un pulsante che riporta la dicitura AF-ON. Questo serve per la messa a fuoco posteriore, permettendovi di scindere il pulsante di scatto da quello della messa a fuoco. Tenendo premuto il pulsante di messa a fuoco posteriore potrete tracciare gli spostamenti dell’animale, premendo il pulsante di scatto, e quindi scattando, soltanto quando avrete la miglior visuale o la composizione perfetta.
Alcune fra le più moderne fotocamere sono in grado di rilevare e tracciare in automatico il soggetto, ma qualora il vostro modello non sia così adatto alla fotografia d’azione, impostate la messa a fuoco su “AF point” (punto) e posizionate la messa a fuoco sul punto centrale della griglia, fa nulla se in fase di scatto non rispettate la regola dei terzi, quella la potete ricreare dopo con un crop! In genere il punto centrale è il più preciso e accurato fra tutti i punti di messa a fuoco di ogni fotocamera, e nella bird photography è importante avere una buona nitidezza e una perfetta messa a fuoco.
La modalità di scatto
Dal momento che i vostri soggetti non sono in posa per voi, per fotografare gli uccelli è consigliatissimo scattare in modalità scatto continuo in modo tale che sia possibile tenere premuto il pulsante di scatto per catturare più immagini in sequenza, usando la modalità “burst” (raffica) della fotocamera. In questo modo porterete a casa molte più foto e aumenterete le vostre probabilità di avere un buon fotogramma di quel momento.
Fotografare gli uccelli: costruisci lo scatto e il punto di ripresa
Quando realizzate un ritratto, una cosa importantissima è non avere nel frame elementi di distrazione. In fondo anche la fotografia di uccelli si occupa di ritratti, il nostro obiettivo sarà quindi quello di far risaltare l’uccello dallo sfondo. Evitate quindi colori troppo accesi o elementi distraenti, aspettando con pazienza che l’uccellino si sposti e cercando di mantenere la maggior apertura possibile. Esattamente come succede con le foto degli esseri umani, la zona più importante in una fotografia di uccelli sono gli occhi. Un occhio a fuoco darà a chi guarda la sensazione che tutta l’immagine sia a fuoco e creerà un punto fortissimo che calamiterà l’attenzione dello spettatore.
Dal momento che gli occhi sono così fondamentali, le foto riprese alla stessa altezza del vostro soggetto sono le più riuscite, in aggiunta se l’animale sembrerà guardare dritto in camera… ecco lo scatto di bird photography che vale tutta la preparazione fatta!
Fotografare gli uccelli: l’etica e l’atteggiamento giusto
Nell’ansia di fotografare al meglio un animale potremmo essere travolti dalla fretta di generare uno scatto perfetto, dimenticandoci l’impatto che abbiamo sui nostri soggetti. La priorità di ogni fotografo di wildlife che si rispetti è mantenere il benessere degli animali e l’integrità del loro habitat, agendo da spettatori silenziosi e rispettosi. Non fate rumori per costringere gli uccelli a guardarvi o ad involarsi, non nutriteli se non è inverno e non sapete cosa state facendo, non lasciate cadere carte, fazzoletti o altra spazzatura nel loro ambiente. So che sembra strano, ma gli uccelli hanno un buon senso dell’olfatto oltre a quello dell’udito, quindi attenzione a profumi o suoni eccessivi. Il modo migliore per morire giovani è entrare in un capanno di osservazione senza aver messo in silenzioso il telefono e ricevere 20 chiamate e 200 notifiche varie. Attenzione a quello che fate, ricordatevi che siete in mezzo alla natura, nascosti con della gente armata di fotocamere pesanti e treppiedi voluminosi, non fateli arrabbiare!
Collegandoci al discorso di prima riguardo allo studio, ricordatevi anche che in alcuni periodi dell’anno gli animali sono più sensibili e non andrebbero disturbati: durante l’accoppiamento, la nidificazione e l’allevamento di giovani è sempre meglio osservarli e fotografarli a rispettosa distanza. Il rischio che un genitore infastidito da un fotografo abbandoni il nido è altissimo! Per questo motivo la scoperta di un nido di una specie rara o minacciata andrebbe tenuta segreta, non geotaggate con precisione la foto su Instagram ad esempio!
Fotografare gli uccelli: conclusioni
Proprio come la fotografia degli esseri umani, anche la bird photography ha infinite possibilità. Se fino a qualche anno fa la maggioranza degli appassionati di uccelli dovevano limitarsi a guardarli con un binocolo, l’avanzare della tecnologia ha finalmente portato mezzi potenti nelle mani di tutti, permettendo a tutti noi di cimentarci nella fotografia di volatili.
Sicuramente la bird photography non è un hobby facile, vi ritroverete a scattare in condizioni di luce un po’ particolari e il clima non sempre sarà vostro amico, le prime fotografie saranno quasi sempre da buttare, ma più scatterete e più migliorerete. D’altra parte i risultati raggiunti con difficoltà sono sempre quelli che apprezziamo di più! Spesso anche il solo trascorrere un’oretta all’aria aperta lontani dalla vita frenetica della città è una ricompensa sufficiente, se poi arrivano anche belle foto ancora meglio! L’altro risvolto positivo è la quantità di storie che potrete raccontare ai vostri amici, riempiendoli di curiosità e aneddoti sugli uccelli, proprio come faccio io con i miei amici e sulla mia pagina Instagram!
Ad esempio, lo sapete che il becco importante del frosone (l’uccellino che vedete qui sotto) ha una forza impensabile? È in grado persino di spezzare i noccioli d’oliva, e per farlo serve esercitare una pressione compresa fra i 53 e gli 80 kg. Si, esatto, il peso di una persona! Niente male per un animaletto che pesa meno di 60 grammi!
Fotografare gli uccelli: potrebbe interessarti anche…
Ti è piaciuta la nostra guida sulla fotografia di uccelli? Fantastico! Ora, mentre attendi che il tuo uccellino si posi su quel bel posatoio, potresti continuare il percorso per imparare a fotografare oppure farti un ripasso sul resto, dando un’occhiata a queste altre guide elencate qui sotto:
- Sensore fotografico: alla scoperta di come le nostre macchine fotografiche vedono l’immagine
- Lunghezza focale: come si differenziano gli obiettivi?
- Triangolo dell’esposizione: impariamo ad usarlo per avere foto perfette
- Sfondo sfocato: come rendere perfetti i nostri scatti
- Autofocus: come funziona in fotografia
- Composizione fotografica: la guida per imparare a fotografare
- Fotografia wildlife: ecco come riscoprire il tuo lato selvaggio!
Ciao a tutti. Sono un appassionato di fotografia naturalistica e da poco ho partecipato ad un WS per fotografare i gruccioni dal capanno mimetico. Vi lascio la mia esperienza sperando possa essere d’aiuto. Come attrezzatura ho utilizzato una A6500+70-350mm G su treppiedi con testa sfera. Impostazioni della camera: Area AF Zona, Modo AF continuo, esposizione sulla zona AF, 1/2500-1/3200s, scatto raffica Hi+. In questa condizione si focheggia sul posatoio e si scatta quando il volatile arriva o se ne va. A casa ho fatto una severa selezione degli scatti, da 500 ne ho tenuti una trentina 🙂
Ciao Marco! Grazie per il feedback! I gruccioni sono meravigliosi, sono sicura che con queste impostazioni tu sia riuscito a fotografarli al meglio. Se ti va, taggaci su Instagram in questi scatti, in modo da farci vedere i risultati! A presto, Silvia