La fotografia macro, anche detta macrofotografia o macro photography perché in inglisc fa piiùffigo, è un genere fotografico in grado di attrarre chiunque: insettini, fiorellini, piccoli dettagli, chi non impazzisce per queste foto effetto wow? Ma come si realizza? È vero che si può fare solo con obiettivi costosissimi? Ecco la nostra guida dedicata alle grandi foto a soggetti piccoli.
Fotografia macro: cos’è?
La macrofotografia è un genere fotografico che, tramite particolari tecniche fotografiche, restituisce immagini di soggetti molto piccoli con grandi rapporti di ingrandimento. E già qui sorgono i primi problemi: qual è questo rapporto di ingrandimento? Convenzionalmente si tratta di fotografia macro quando il rapporto di riproduzione del soggetto ritratto è uguale o superiore a 1, in simboli RR ≥ 1:1 e questo accade quando le dimensioni dell’immagine sul sensore fotografico sono le stesse del soggetto su scala reale o superiori. Avere un rapporto di riproduzione superiore, come 2:1 o 3:1 ha come risultato ingrandimenti ancora maggiori, macro ancora più spinte, come se fossero realizzate utilizzando un microscopio.
Sicuramente la macro photography è estremamente apprezzata perché, concentrandosi su soggetti piccoli o piccolissimi, come fiori, insetti, gocce d’acqua, fiocchi di neve e gioielli solo per fare alcuni esempi, li rende affascinanti rivelando aspetti in genere invisibili, ci spinge a guardare ciò che ci è davanti agli occhi tutti i giorni e che solitamente ci limitiamo a vedere.
La macrofotografia è elogio del dettaglio, è emozione, sorpresa, è guardare il mondo con l’entusiasmo e la curiosità degli occhi di un bambino che scopre (o riscopre) la bellezza del particolare.
Fotografia macro: l’attrezzatura
Come ogni cosa nel mondo, per riuscire bene la macro photography necessita di una buona conoscenza della tecnica e di un’attrezzatura dedicata. Sfortunatamente (ma ormai siete fotografi e lo sapete già) l’attrezzatura professionale creata apposta per questo genere fotografico ha dei costi abbastanza elevati, anche se questo non è valido per ogni cosa. Scopriamo insieme cosa mettere nella lista della spesa o, scelta molto saggia, in quella dei desideri per i regali di Natale o di compleanno. Chissà, forse quest’anno al posto dei soliti maglioni, mutande, calzini e libri che non leggerete mai, riceverete qualcosa di più utile.
Perché siamo onesti, fare un regalo è sempre una scocciatura, anche i vostri parenti si domandano “E mo’? Che regalo a Silvia per Natale?” e ripiegano sul solito profumo. Beh, cari parenti, ecco cosa vorrei quest’anno:
Macrofotografia: la fotocamera
Siamo abituati a pensare che le fotocamere con un sensore fotografico full frame siano il massimo dell’aspirazione per un fotografo, in realtà ci sono alcuni ambiti dove un formato APS-C si rivela di grande aiuto, la fotografia macro è uno di questi. Ciò accade per merito del fattore di crop, infatti il sensore di queste macchine fotografiche è di dimensioni minori e registra quindi una porzione più piccola di immagine (crop = ritaglio), con il risultato di ingrandirla, per il numero dato dal fattore di crop, ossia
- Canon APS-H: 1,29
- Canon APS-C: 1,6
- Nikon, Sony, Pentax e Fujifilm APS-C: 1,5
- Sigma Foveon: 1,73
- Micro Quattro Terzi (Olympus e Panasonic): 2
Ma, sebbene le reflex e le mirrorless siano il top di gamma per la realizzazione della macro photography, è possibile realizzare questo genere di scatti anche con una fotocamera compatta o con una bridge che presentano fra le impostazioni quella dedicata alla macrofotografia, solitamente contrassegnata da un simbolo che rappresenta un tulipano, e che setta in automatico i parametri della fotocamera per il raggiungimento del miglior risultato possibile secondo la macchina, con gli esiti possibili per un mezzo un po’ limitato come queste tipologie di macchine fotografiche. Questa modalità è presente anche su alcune reflex e mirrorless di fascia bassa.
Macrofotografia: gli obiettivi
Innanzitutto, non facciamoci prendere dal panico, se è vero che nella definizione di fotografia macro è riportato un rapporto di riproduzione 1:1, è anche vero che una lente che può raggiungere un rapporto di 1:3 (ossia ogni 3 cm del vostro soggetto corrispondono a 1 cm sul sensore) vi permetterà di ottenere degli ingrandimenti degni di nota e abbastanza spinti da permettervi di approfondire le vostre competenze nell’ambito della macro photography e di fare un po’ di esercizio. Come in molte cose, il mio consiglio in ambito fotografico è sempre lo stesso: non fatevi ingolosire dall’attrezzatura più costosa e, soprattutto, non pensate subito che se le vostre fotografie non sono soddisfacenti sia colpa del vostro corredo, piuttosto spremete come dei limoni le lenti e i corpi macchina in vostro possesso, studiate a fondo e fate tanta pratica, solo allora capirete i reali limiti della vostra attrezzatura e saprete cosa comprare per ampliarla.
In commercio potete trovar anche delle lenti zoom che riportano la scritta “macro” all’interno del loro nome. Questi obiettivi non consentono il raggiungimento di un rapporto di ingrandimento di 1:1, ma permettono di ridurre la distanza di messa a fuoco necessaria per le lunghezze focali più alte, grazie ad una levetta contrassegnata dal simbolo preposto allo scopo. Con queste ottiche potrete sperimentare il genere della fotografia macro, per poi capire da soli se avete necessità di comprare qualcosa di più adatto.
Si, “più adatto” vuol dire “più costoso” in fotografia… Ma dovete tenere presente che sono lenti apposite, in grado di fornire una nitidezza veramente degna di nota, con una distorsione quasi nulla e sono inoltre complesse a livello ottico e di costruzione, e la qualità si paga sempre.
Gli obiettivi più indicati per questo genere fotografico sono quelli a lunghezza focale fissa, partono dai 30 mm a salire, fino ad arrivare a 90, 100 o 105 mm che sono le lunghezze più frequenti ed apprezzate da chi si dedica alla macro photography. Quando vi troverete a scegliere il vostro prossimo obiettivo per fotografia macro cercate di capire che genere di soggetti vi ispirano di più: le focali intorno ai 150/200 mm vi permetteranno di mantenere una maggior distanza di messa a fuoco e questo è perfetto per insetti o piccoli animali, in quanto potrete riprenderli da una distanza tale da non farli sentire in pericolo e quindi scappare. Le lunghezze comprese fra i 30 e i 60 mm invece saranno perfette per coloro che desiderano realizzare fotografie macro di oggetti immobili, fiori e foglie.
Ecco una selezione delle migliori lenti per macro photography, vi segnalo che, nel caso di prodotti di terze parti, potete scegliere in fase di acquisto l’attacco per la vostra fotocamera anche se, per brevità, abbiamo scelto di mostrarvene solo uno alla volta. Infine, Nikon utilizza una terminologia lievemente differente per le sue ottiche dedicate alla macrofotografia: esse riportano la dicitura “micro” invece di macro.
Macrofotografia: il treppiede e il comando di scatto remoto
Il treppiede è un accessorio che non dovrebbe mai mancare nel vostro corredo, sia che siate fotografi paesaggisti, sia che adoriate le lunghe esposizioni o la fotografia Still Life o che vi piaccia lavorare quando la luce è molto scarsa.
Nella fotografia macro il treppiede è utile per evitare che le vostre fotografie risultino mosse, infatti si tratta di un genere dove, a causa delle lunghezze focali spinte e dell’estrema nitidezza delle lenti, il micromosso viene amplificato e diventa estremamente fastidioso. L’utilizzo di un treppiedi ovvia l’inconveniente, rimuovendo anche le vibrazioni generate dalle vostre mani e, una volta disattivate, dalla stabilizzazione della fotocamera e dalla riduzione delle vibrazioni dell’obiettivo. Sicuramente si tratta di un accessorio indispensabile nella macro photography che ha come soggetto materiali inanimati, come piccoli oggetti, fiori e foglie, ma anche negli scatti fatti agli animali trova una sua dimensione, permettendovi di alleviare la sofferenza (e quindi anche il mosso provocato dalle vostre braccia stanche) causata dall’aspettare lo scatto giusto in posizioni poco riposanti con un’attrezzatura non particolarmente leggera. In questi casi la scelta migliore è un treppiede con la testa snodabile, che vi permetterà di ruotare la macchina fotografica liberamente intorno al punto di ancoraggio. Nella nostra guida dedicata ai migliori treppiedi per foto potrete trovare numerosi modelli adatti alle vostre esigenze e al vostro budget.
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A questo punto tornerà estremamente utile anche un telecomando per lo scatto remoto, permettendovi di fotografare senza toccare fisicamente la fotocamera e senza rovinare la vostra fotografia macro con le vibrazioni generate dalla pressione che il vostro dito imprimerà sul pulsante di scatto. Questi comandi esistono di diverse tipologie, sia a filo che ad infrarossi, i secondi sono più costosi ma non sono legati alla fotocamera tramite un cavo, permettendovi maggior libertà di movimento.
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Alternativa più economica è quella di dotarsi di app per controllare lo scatto dal vostro smartphone, come Nikon SnapBridge, con le quali, grazie al Bluetooth e/o al Wi-Fi, potrete regolare le impostazioni e scattare.
Macrofotografia: gli accessori
Con il paragrafo precedente abbiamo esaurito la lista di attrezzatura caldamente consigliata, ora vediamo insieme alcuni accessori che potete prendere in considerazione per implementare il rapporto di ingrandimento o per sostituire i costosi obiettivi macro.
Le lenti close-up
Si tratta di filtri fotografici che vanno avvitati sulla lente anteriore dell’obiettivo e che si comportano come una lente di ingrandimento, magnificando il soggetto e riducendo la distanza di messa a fuoco. Si classificano in base al loro potere di ingrandimento secondo il numero di diottrie di correzione, da +1 a +10. Vi ricordo che in linea generale, meno lenti vengono frapposte fra la fonte e il sensore migliore sarà la qualità dell’immagine ottenuta, ma se acquisterete delle lenti close-up di buona qualità potrete ridurre la distanza di messa a fuoco e ottenere dei risultati strabilianti. Attenzione, l’utilizzo di queste lenti comporta la perdita di circa uno stop di luminosità, da compensare secondo le regole del triangolo dell’esposizione.
I tubi di prolunga
I tubi di prolunga sono un accessorio molto comodo nella macrofotografia, sono semplicissimi cilindri in plastica o in metallo, cavi e privi di lenti interne che si avvitano tra l’obiettivo e la macchina fotografica. in questo modo l’obiettivo verrà distanziato dal sensore e la distanza di messa a fuoco sarà ridotta, incrementando così in maniera indiretta il fattore di ingrandimento.
Essendo privi di elementi ottici interni, i tubi di prolunga non provocano una perdita di qualità nei vostri scatti di macro photography e in genere sono venduti in set composti da 3 dimensioni differenti, utilizzabili singolarmente, a coppie o tutti insieme per avere un rapporto di ingrandimento differente. Se da un lato l’uso di questi accessori non influisce sulla luminosità e sulla nitidezza della foto, la maggior parte dei tubi di prolunga non permette la trasmissione dell’autofocus e sarete costretti ad utilizzare il focus manuale, ma questo non è un vero problema e lo vedremo più avanti.
I moltiplicatori di focale
I moltiplicatori di focale sono accessori utilizzati nella fotografia macro e in quella naturalistica, aumentano infatti la distanza focale senza modificare la distanza minima di messa a fuoco, cioè potrete ottenere un ingrandimento senza cambiare la vostra posizione e fornendo ai vostri scatti un migliore sfondo sfocato.
Il funzionamento di questo sistema ottico consiste nel far divergere i raggi luminosi per farli arrivare in un’area maggiore del sensore, effettuando un vero e proprio crop ottico. Il risvolto negativo della medaglia ormai lo saprete da soli, ponendo elementi ottici ulteriori fra il soggetto e il vostro sensore, avrete una perdita di qualità dell’immagine che sarà tanto minore quanto maggiore sarà la qualità del moltiplicatore di focale. Inoltre, la luminosità sarà drasticamente ridotta, perderete infatti 1 stop nel caso di un moltiplicatore 1.4x e 2 stop con i 2x.
Gli anelli di inversione
Con l’utilizzo di questi anelli di inversione potrete girare il vostro obiettivo e montarlo al contrario, con la lente frontale a ridosso della vostra macchina fotografica, riducendo in questo modo la distanza minima di messa a fuoco. In genere sono anelli in metallo, filettati dal lato destinato all’obiettivo e con un aggancio a baionetta per il corpo macchina. Utilizzando questi accessori economici perderete tutti gli automatismi, cioè messa a fuoco e diaframma.
Il flash
Quando la luce è veramente scarsa servirà una spinta in più data dal flash. No, dimenticatevi quello integrato pop-up presente sulla vostra fotocamera, quello ha una sola funzione: quella di permettere agli altri fotografi di capire il livello di preparazione di chi è vicino a loro. Un flash separato dalla fotocamera è la scelta migliore e se proprio disponete di un sacco di soldi da investire nella macrofotografia, esistono i flash appositi, come quelli denominati “ring”. Si tratta di un dispositivo circolare che si monta sulla lente tramite l’attacco per i filtri e che illumina il soggetto in maniera uniforme.

Il pannello riflettente
Utile in moltissime occasioni, il pannello riflettente vi permette di utilizzare la luce naturale, diffondendo quella presente nell’ambiente, fornendo un risultato non artificiale.

La slitta micrometrica
Costituita da una base con una scala millimetrica da montare sul cavalletto, la slitta micrometrica vi permetterà una macrofotografia di precisione, aiutandovi ad ottenere una messa a fuoco perfetta, regolando l’accuratezza della posizione della macchina fotografica sul treppiede.
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Il plamp
Uno strano ibrido fra pinza e cavalletto, il plamp è fornito di un lungo braccio dotato di una pinza all’estremità. Questo accessorio si monta sul cavalletto e vi permetterà di montare i props, ossia gli scenari, alla giusta altezza dal soggetto. Fissando un fiore o un fil d’erba nella disposizione migliore potrete limitarvi ad attendere l’arrivo del vostro soggetto in una posizione più comoda e in una situazione di luce più controllata.
Fotografia macro: la distanza di messa a fuoco
Ok, ora che abbiamo finalmente terminato la lista dei regali da richiedere ad amici e parenti, possiamo passare a vedere insieme come si realizza concretamente la macrofotografia. Nelle vostre prime esperienze vi renderete conto che non riuscirete a mettere a fuoco ad una distanza sufficientemente ridotta, o che il vostro soggetto non ha uno sfondo sfocato a sufficienza, che non è abbastanza ingrandito, illuminato, fermo, nitido e chi più ne ha più ne metta. Ma andiamo per gradi, parliamo della distanza di messa a fuoco nella macrofotografia.
Per avere una buona fotografia macro è indispensabile essere molto vicini al soggetto, cioè avere una buona lunghezza focale o avvicinarsi fisicamente. La distanza minima di messa a fuoco è la lontananza minima, solitamente espressa in mm o in cm, alla quale il vostro obiettivo è in grado di mettere a fuoco il soggetto scelto. Se posizionerete l’oggetto ad una distanza inferiore, la messa a fuoco risulterà impossibile. Funziona come con i vostri occhi, avvicinando progressivamente una matita ai vostri occhi vi renderete conto che superata una certa distanza (15-20 cm, meno per un miope e di più per un ipermetrope) non riuscirete più ad avere la punta della matita nitida, ecco, il concetto è lo stesso, con la differenza che non sentirete il motore della messa a fuoco dei vostri occhi girare a vuoto, mentre nel caso di un obiettivo si.
Ora capirete come mai gli obiettivi macro sono creati apposta per questo genere fotografico, si tratta di un delicatissimo gioco di equilibri fra ingrandimento e distanza di messa a fuoco, infatti con un grandangolo potrete avere la distanza minima di messa a fuoco richiesta, ma non l’ingrandimento corretto perché la focale è troppo corta, mentre un teleobiettivo vi consentirà un maggiore ingrandimento, a scapito di una maggior distanza minima di messa a fuoco che vi farà diminuire l’ingrandimento.
Fotografia macro: la distanza minima di lavoro
È verissimo, avvicinarsi il più possibile ai soggetti vi permetterà di esplorare superfici e di vedere dettagli fuori dall’ordinario che vi cattureranno con la loro inusualità, ma potete avvicinarvi di 5 centimetri ad un ragnetto senza spaventarlo o, peggio, rischiare di schiacciarlo? Ecco entrare in gioco la distanza minima di lavoro, ossia la più breve distanza fra la lente anteriore della vostra ottica e il vostro soggetto sufficiente a realizzare una macrofotografia, ossia con un ingrandimento pari a 1:1. Con fiori, foglie e piccoli oggetti non dovrete utilizzare quest’accortezza ovviamente, ma utilizzare una lente con una distanza minima di lavoro superiore vi permetterà di ridurre la probabilità che il vostro soggetto fugga, magari vanificando 20 minuti di appostamento.
Giusto per farvi un esempio: con una lente macro da 50 mm vi servirà una distanza minima di lavoro di 7 cm per raggiungere il rapporto di ingrandimento desiderato di 1:1. 7 cm è la lunghezza del mio pollice, solo per darvi un’idea, a questa distanza da un oggetto sconosciuto, rotondo, nero, rumoroso e che vi segue credo che scapperebbe qualunque cosa abbia la possibilità di farlo. Al contrario, una lente per macrofotografia da 100 mm avrà bisogno di 14 cm per raggiungere il rapporto di ingrandimento voluto, si tratta del doppio della distanza, sufficiente per non far venire un infarto a tutti gli insettini che vi circondano.
Fotografia macro: la messa a fuoco
Esistono poche regole sulle quali si è tutti concordi in ambito fotografico, una di queste è la messa a fuoco manuale nella macrofotografia. Infatti, nella macro photography la profondità di campo è estremamente limitata, e il vostro soggetto è così magnificato che la vostra macchina fotografica può facilmente cadere in errore e realizzare una messa a fuoco imprecisa. Impostandola come manuale invece, potrete ottenere lo scatto voluto e con gli elementi giusti a fuoco, come gli occhi a fuoco e le ali sfocate o viceversa nel caso degli insetti.
Regolare la messa a fuoco in questo modo vi aiuterà anche a ridurre le vibrazioni durante lo scatto, potrebbe succedere infatti che, dopo aver composto la vostra fotografia, aver messo a fuoco e aver premuto il pulsante di scatto con timer, la fotocamera decida che il soggetto non è più a fuoco, scegliendo proprio quel momento per impostare nuovamente la messa a fuoco.
Ottimo assistente per la messa a fuoco automatica è il focus peaking, utile funzione presente in molte macchine fotografiche, che vi permette di visualizzare la sezione del vostro fotogramma correttamente messa a fuoco e che, da miope, è un mio fedele alleato.
Qualora non disponiate del focus peaking e abbiate una reflex economica vi consiglio di utilizzare il LiveView piuttosto che il mirino, che spesso in questi modelli risulta piccolo e buio. Pagando il prezzo di un maggior consumo di batteria, potrete ottenere delle fotografie macro migliori, poiché potrete ingrandire la porzione desiderata del fotogramma per controllare la precisione della messa a fuoco e il grado di nitidezza.
Fotografia macro: la profondità di campo
Come saprete se avete letto le nostre guide sulla profondità di campo e quella sullo sfondo sfocato, sono 4 i fattori che influenzano la porzione fuori fuoco della vostra immagine, ossia:
- l’apertura del diaframma,
- la lunghezza locale;
- la distanza che separa il punto di messa a fuoco dalla macchina fotografica;
- la distanza che separa il soggetto dallo sfondo.
La lunghezza focale aumentata e la vicinanza al soggetto provocano una profondità di campo ridottissima, dove spesso solo una piccola porzione del vostro soggetto risulta essere a fuoco, e se riflettiamo un secondo su quanto millimetrica questa sia, capiremo facilmente come mai gli obiettivi e la macchina fotografica fatichino così tanto ad ottenere una corretta messa a fuoco.
Per rimediare a questo problema, seguendo le regole del triangolo dell’esposizione, dovrete andare a chiudere il diaframma, usando aperture superiori a f/8 o f/16, evitando di esagerare per non incorrere nella diffrazione, ossia nella perdita di qualità che si verifica a diaframmi troppo chiusi e ad aumentare i tempi (qualora stiate ritraendo soggetti inanimati).
Fotografia macro: le impostazioni
Come vi ho detto prima in fotografia non ci sono molte regole sulle quali i fotografi sono tutti concordi, le impostazioni per la macrofotografia…no, non sono tra queste. Il modo migliore per capire quali sono le impostazioni corrette per quella macrofotografia che state per realizzare è provare e riprovare, cambiando di volta in volta le impostazioni e le angolazioni, in questo modo troverete il vostro stile. Spesso infatti in fotografia i principianti chiedono all’autore di una foto “Quali sono i dati di scatto?” è una domanda che lascia un po’ il tempo che trova, perché non avrete mai le stesse condizioni per replicare lo scatto, e se anche fosse, avreste realizzato una copia della fotografia originale, non qualcosa di vostro.
Posso però darvi qualche consiglio generale per realizzare la migliore macro photography che possiate fare, attenzione però, si tratta di linee guida, non di un Vangelo da seguire!
- La modalità (per approfondire leggi la nostra guida sulla ghiera dei programmi): scegliete sempre la Modalità Manuale (M) o al massimo quella Priorità di Diaframma o di Apertura (A o Av) per poter impostare la messa a fuoco e l’apertura del diaframma, il parametro fondamentale, lasciando alla macchina fotografica il compito di calcolare gli altri.
- L’ apertura del diaframma (vuoi fare un ripassino? Ecco la nostra guida diaframma fotografia) influenza la profondità di campo, quanto minore la vorrete più dovrà essere aperto il vostro diaframma, mentre se vorrete una maggior parte del vostro soggetto a fuoco dovrete chiuderlo il più possibile. Ricordate che lo sfondo deve essere più neutrale e sfocato possibile, per non sviare l’attenzione dal soggetto scelto.
- La sensibilità ISO (per approfondire ecco la nostra guida dedicata alla sensibilità ISO fotografia) può essere lasciata su automatico, per poter regolare al meglio gli altri valori, avendo cura di controllare che non si innalzi troppo, rimanendo fra i 100 e i 500, per evitare l’introduzione di rumore digitale che rovinerebbe i vostri scatti, ovviamente il tutto compatibilmente con le regole del triangolo dell’esposizione.
- I tempi di scatto (questo argomento viene trattata in maniera più specifica nella nostra guida tempo di esposizione) dipendono dal soggetto, possono essere lenti se si tratta di un oggetto, mentre dovranno essere rapidi, più di 1/100 s, per congelare un soggetto animato o esposto all’azione degli elementi, come un fiore in balia del vento.
Fotografia macro: i momenti migliori
Ormai ve lo avranno detto tutti, fotografia significa scrivere con la luce, e quindi anche nella macrofotografia la qualità e la quantità della luce è determinante. Viste le impostazioni citate in precedenza, la scelta apparentemente più ovvia è quella di ritrarre i vostri soggetti nelle ore più insolite per un fotografo: quelle più luminose della giornata. Novelli vampiri, probabilmente saranno passati secoli da quando avrete messo piede fuori di casa con la vostra fotocamera a mezzogiorno, ma non preoccupatevi, le vostre macchine fotografiche non prenderanno fuoco per autocombustione appena colpite dai raggi del Sole. La luce di mezzogiorno vi permetterà di impostare un tempo di scatto più veloce, creando però alcune ombre molto nette. Grazie ad un pannello riflettente potete ammorbidire e direzionare meglio le ombre e la luce. Per amor del vero però la natura dà il meglio di sé in orari differenti durante la giornata e quindi, prima di dedicarvi alla macro photography dovrete improvvisarvi anche piccoli biologi ed entomologi. Se siete interessati agli insetti dovrete sapere che nelle ore centrali della giornata essi saranno più attivi, mentre se punterete la sveglia presto li troverete reattivi come me appena alzata e prima di aver preso il primo caffè della giornata, sarà quindi più facile fotografarli senza che scappino, poiché il Sole non li ha ancora scaldati a sufficienza per renderli attivi. Sarete avvantaggiati anche dal vento, che è più lieve al mattino e alla sera, e dalla luce, più morbida, in grado di valorizzare le tinte pastello e diffusa in maniera migliore.
Di contro le piante fanno sbocciare i fiori per farli impollinare dagli insetti, quindi tenderanno ad essere più evidenti, aperti e colorati durante le ore centrali della giornata, quando gli impollinatori hanno già preso il loro secondo caffè e sono belli produttivi.
Un momento certamente suggestivo durante l’anno è costituito dall’autunno e dall’inverno, dove la brina, i cristalli di ghiaccio e la condensa arricchiscono i soggetti meno interessanti.
Fotografia macro: da dove iniziare?
Non vi abbattete se i primi risultati che otterrete nella macro photography saranno a volte un po’ deludenti, per eccellere in una tecnica e averne l’assoluto controllo avrete bisogno di tantissima pratica, vi lascio alcuni consigli per iniziare ad avvicinarvi alla macrofotografia.
- Armatevi di pazienza. Dovrete attendere il momento giusto, con la posa giusta, la luce giusta e il soggetto giusto, senza distrarvi o farvi prendere dallo sconforto.
- Evitate i soggetti più impegnativi come gli insetti vivi. Si muovono, scappano e avrete pochissimo tempo a disposizione, con il rischio di lavorare con l’ansia di fare in fretta e, come dicono le nonne, presto e bene raro avviene, specie all’inizio. Anche gli oggetti molto brillanti come i vetri o le pietre preziose sono da evitare, poiché generano luci e riflessi difficili da gestire.
- Non scattate in pieno sole, in questo modo non dovrete gestire diffusori e pannelli riflettenti, permettendovi di concentrarvi solo sulla tecnica.
- Scegliete fiori, foglie, piccoli oggetti che avete in casa, meglio se al chiuso, in una situazione priva di correnti d’aria e dove potete gestire al meglio e con la calma sufficiente la luminosità.
- Ricordate sempre che nella fotografia, e ancor di più nella macro photography, less is more, meno è meglio: isolate il soggetto dallo sfondo in maniera corretta e rimuovete dall’inquadratura gli elementi di disturbo.
- Scegliendo oggetti quotidiani potrete rivelare aspetti nuovi e meno conosciuti delle cose che utilizzate tutti i giorni, spingendo l’osservatore ad una riflessione attenta.
- Giocate con prospettive, luci e profondità di campo, in questo modo troverete il vostro stile.
- Una leggera sovraesposizione vi regalerà immagini tendenzialmente più memorabili.
- Sforzatevi di guardare il mondo che vi circonda con occhi nuovi, in questo modo troverete nuovi soggetti per le vostre fotografie macro.
Fotografia macro: la post-produzione
Spesso bistrattata, la post-produzione è una componente fondamentale nelle nostre fotografie. Non deve coprire errori fatti in fase di scatto, modificare sfondi e aggiungere filtri atroci o mongolfiere nel cielo (per favore, no!!!!), dovrebbe limitarsi ad esaltare una fotografia ben riuscita, come un quadro correttamente valorizzato dalla sua cornice, dalla posizione all’interno della casa o della galleria e dalla corretta illuminazione.
La macro photography è caratterizzata dalla nitidezza e dallo sfondo sfocato, potrete pertanto andare a correggere questi elementi grazie ad un software di post-produzione. Regolate finemente anche l’esposizione e la saturazione dei colori per esaltare al meglio il vostro soggetto.
Spesso nella fotografia macro si evidenziano piccoli dettagli sgradevoli, come la presenza di qualche granello di polvere o filamenti, la rimozione di queste minime imperfezioni renderà la vostra composizione più gradevole e meno dispersiva.
Insomma, sbizzarritevi, ma ricordatevi che la post-produzione è elevazione di una fotografia eseguita correttamente e non lo stravolgimento di uno scatto mediocre, in questo caso sarebbe meglio ripetere l’acquisizione per imparare e per perdere meno tempo le volte successive.
Fotografia macro: conclusioni
La macrofotografia è un genere fotografico per persone zen, estremamente tecnica e di immensa precisione, richiede una maniacale cura per i dettagli e una pazienza infinita. Mostrare il lato più inusuale del quotidiano e stupire i vostri amici con i dettagli degli oggetti che stanno sempre sotto il loro naso richiede tranquillità, attenzione e disponibilità.
Se sarete disposti ad immergervi in questo mondo sconosciuto potrete portare alla luce il meraviglioso dettaglio del creato, stupendovi nel capire che state guardando il mondo con occhi nuovi ed estremamente poetici. E perché no, magari questo esercizio di pazienza potrebbe anche modificare il vostro carattere, rendendovi meno irruenti e più riflessivi, perché non provare? Potrebbe essere anche un argomento a favore quando chiederete a parenti e amici dell’attrezzatura per macrofotografia, qualcosa di simile a “Mamma, mi vuoi più paziente? Regalami per Natale una lente macro!” (fatemi sapere se funziona eh?).
Fotografia macro: potrebbe interessarti anche…
Ti è piaciuta la nostra guida sulla macrofotografia? Fantastico, in attesa che ti arrivi a casa tutta la nuova attrezzatura che hai ordinato su Amazon, potresti continuare il percorso per imparare a fotografare oppure farti un ripasso sul resto, dando un’occhiata a queste altre guide elencate qui sotto:
- Sensore fotografico: alla scoperta di come le nostre macchine fotografiche vedono l’immagine
- Fattore di crop: perché montando la stessa lente su sensori diversi si ottengono immagini differenti?
- Lunghezza focale: come si differenziano gli obiettivi?
- Alla scoperta dei filtri fotografici: ecco quali sono indispensabili
- Il triangolo dell’esposizione: impariamo ad usarlo per avere foto perfette
- Sfondo sfocato: come rendere perfetti i nostri scatti
- Profondità di campo: cos’è e a cosa serve