La fotografia notturna è un genere fotografico di cui si sente parlare sempre di più negli ultimi tempi, grazie soprattutto all’avvento di vari smartphone che hanno modalità dedicate agli scatti in scarsa luminosità. È per questo motivo che molti si stanno lentamente avvicinando a questo genere, spesso partendo da uno smartphone, per poi rendersi conto che non è sufficiente se vogliono più qualità, più stelle o più possibilità. Con questa guida dedicata a come fare fotografia notturna (o come fotografare di notte) vorrei elencarvi i miei vari trucchi e segreti frutto di esperienza di vari anni in questo genere che ho sempre amato. Pronti? Spegnete la luce e iniziamo (fortuna che il display è retroilluminato).
Fotografia notturna: cos’è e come funziona
Abbiamo visto come grazie al saggio compromesso tra tempo di esposizione, regolazione diaframma fotografia e gestione sensibilità iso fotografia, sia possibile ottenere una corretta esposizione e quindi foto ben esposte…di giorno.
Si, perché le principali regole, tra cui quelle viste nel capitolo dedicato all’esposimetro (sempre nella guida dedicata all’esposizione che ho linkato poco sopra) sono valide per determinate condizioni di luce, ma di notte tutto cambia, perché l’esposimetro non è in grado di percepire le corrette fonti di luce, dato che non ce ne sono. Certo, so che state pensando che, di notte, la prima fonte di luce visibile è la Luna, oppure le luci di una città. Per come vedo la fotografia notturna io, la Luna è nemica e le luci della città vanno gestite, ma tranquilli, vedremo tutto passo per passo in questa generosa guida.
Si può definire “fotografia notturna” qualsiasi genere fotografico che si verifica in condizioni di scarsa luminosità, anche se poi le effettive variabili sono molte, come ad esempio l’astrofotografia, che è ben diversa dal fare qualche foto alla via lattea o alle stelle. L’astrofotografia infatti è un genere fotografico che io reputo davvero per grandi esperti non solo di fotografia ma anche di stelle, pianeti e così via. Mi sarebbe piaciuto avere una conoscenza sugli astri, ma non sono mai riuscito ad approfondirla al meglio…beh magari avrò tempo quando andrò in pension..ehm cosa? Beh continuiamo.
Partiamo appunto dalla base, perché di base si parla. Questa è un’introduzione alla fotografia notturna che vi permetterà di fare pratica fin da subito ma senza trasformarvi improvvisamente in professoroni della fotografia notturna.
Cosa succede di notte?
Di notte la luce è decisamente minore rispetto a quella che si vede di giorno, e fin qui vi ho fatto scoprire l’acqua calda, ma come si gestisce tutto questo?
Sicuramente questo è uno di quei casi in cui l’attrezzatura fa la differenza indipendentemente dalla vostra abilità, perché per quanto io vi possa spiegare oggi, se non avete i giusti “ferri del mestiere” farete fatica ad ottenere grandi risultati, soprattutto se avete uno smartphone o una fotocamera entry level, ma niente paura, si può fare tutto passo per passo.
Cosa si può fotografare di notte?
Di notte si può fotografare praticamente tutto. Per quanto mi riguarda tantissimi scenari acquistano un grande fascino quando il sole cala, sta solo a voi scegliere il giusto soggetto. Bisogna però distinguere bene la fotografia notturna in città da quella alle stelle, perché entrambe non possono coesistere in nessun modo, a meno che non abbiate un account su 500px e siate in grado di notare fotomontaggi pazzeschi e clamorosi come quelli che mostrano la Via Lattea sopra al Colosseo.
Prima regola: l’inquinamento ambientale fa la differenza. Quando parlo di inquinamento ambientale parlo di fonti luminose. Più ne avrete vicino a voi e più quella che state sperimentando è pura fotografia notturna urbana. Se volete fotografare le stelle dovete prendere la vostra auto, qualche vestito bello pesante e allontanarvi da ogni fonte luminosa, ecco perché un buon trucchetto è quello di andare in montagna o cercare un osservatorio astronomico vicino a voi. Se volete farvi una spaventosa idea delle condizioni di inquinamento luminoso a livello mondiale, potete consultare questa fantastica mappa dedicata proprio alla Light Pollution.
Tendenzialmente, vicino agli osservatori c’è pochissimo inquinamento luminoso proprio perché, per studiare stelle, pianeti e quant’altro, i ricercatori necessitano del buio.
A tal proposito fate attenzione e mi raccomando, se fate notturna vicino ad un osservatorio astronomico rispettate il lavoro dei ricercatori utilizzando soltanto luci rosse e puntate verso il basso. In questo modo non rovinerete possibili scoperte o anche “solo” ore ed ore di lavoro in corso.

Fotografia notturna: come fare foto di notte
Il primo trucco per scattare foto di notte è sicuramente quello di averlo bello aperto, ma aperto tanto, tantissimo, tanto da farci entrare un sacco di roba.
Ovviamente parlo del diaframma e della luce: più il diaframma è aperto e più luce entrerà, permettendovi di ottenere i giusti risultati.
Questo significa che se avete una lente F/4 potrete sperimentare la fotografia notturna, ma chi usa una lente f/2.8 vi supererà, in termini qualitativi, senza problemi.
Se fate foto notturne in città potete permettervi di mantenere gli ISO relativamente bassi e non esagerare con i tempi d’esposizione, se però vi interessano stelle e via lattea, allora servirà un’ottica f/2.8, ISO mediamente alti (tra i 1600 e i 3200) e tempi compresi tra i 15 e i 30 secondi d’esposizione a seconda dell’ottica e della fotocamera che state utilizzando, ma di questo ne riparleremo meglio verso la fine della guida.
Ovviamente in questo caso non è fondamentale avere una fotocamera full frame. Mi spiego meglio: una full frame può aiutarvi, certo, ma sarebbe stupido acquistarne una solo perché vi piace fare le foto alle stelle. Ho ottenuto moltissimi risultati ottimi anche con fotocamere APS-C e le giuste lenti.
Quali sono i miei segreti per la fotografia notturna?
Avrete ormai capito che di notte tutto cambia: luce, regole, attrezzatura e…vestiti. Se siete abituati a scattare di giorno, sappiate che molte delle vostre abitutini vanno cambiate e dovrete essere pronti per un’esperienza completamente diversa che non si ferma alla sola fotografia ma va ben oltre, diventando una vera esperienza di vita (molto piacevole, tra l’altro). Prima di tutto però, ho creato un piccolo elenco che può tornarvi utile per capire cosa fare per quanto riguarda le impostazioni della fotocamera, dettagli diversi rispetto a quelli che vi ho scritto sopra e che riguardavano perlopiù il triangolo dell’esposizione.
- Bloccate l’ingresso della luce dal mirino ottico se avete una reflex: forse non lo sapevate, ma, anche dal mirino ottico può entrare la luce (magari di un lampione dietro di voi), e sarà proprio quella fonte luminosa a rovinarvi quasi completamente lo scatto. Tanti anni fa, quando ancora non avevo sufficiente esperienza in merito, mi lamentavo di vedere risultati finali con strani flare chiari e tendenti al violaceo e non riuscivo a capire quale fosse il problema. Alla fine ho scoperto che tutto era causato da un ingresso di luce dal mirino, anche perché magari, banalmente, usavo minuscole torce poco potenti per illuminare giusto la parte posteriore della fotocamera e controllare gli scatti ad esposizione in corso. È per questo motivo che alcune fotocamere sono dotate di un particolare accessorio, di solito montato direttamente sulla tracolla da mettere al collo, che permette di bloccare il mirino ed impedire l’ingresso della luce. Nel caso in cui il vostro modello dovesse esserne sprovvisto, in vendita ci sono moltissimi accessori di questo genere. In realtà anche la mano può essere sufficiente per quanto concerne la durata dell’esposizione della foto (che è variabile e dopo scoprirete perché), tuttavia, qualora stiate realizzando più scatti e per più ore, non sarà facile rimanere immobili con la mano che copre l’oculare.
- Disattivate ogni tipo di modalità che abbia a che fare con l’NR su Lunghe esposizioni: la sigla “NR” significa “Noise Reduction” ed è una funzione disponibile su moltissime fotocamere. Grazie a questa funzione di riduzione del rumore, potrete permettere alla fotocamera di ridurre la grana automaticamente dopo uno scatto a lunga esposizione (necessario per la fotografia notturna). Personalmente, credo che, in modo universale, questa funzione debba essere disattivata di default e per ogni foto, e per vari motivi. Il primo è sicuramente il fatto che, come ben saprete, sono contrario agli automatismi e non voglio che la fotocamera ragioni necessariamente per me, anche perché, eventualmente, sarò io a decidere cosa correggere e come in post-produzione. Secondo motivo è che, per quanto concerne le lunghe esposizioni notturne, potreste dover attendere anche 10 minuti prima di poter scattare nuovamente una foto (tempo necessario per l’elaborazione e la correzione della fotocamera circa il rumore presente nel frame, variabile in base al modello che avete e al processore montato). Terzo motivo fondamentale e più importante in assoluto: le stelle, intesi come puntini in un frame, verranno sicuramente letti dal software come “grana”, quindi disturbo e, di conseguenza, rumore da eliminare; ergo, potreste ritrovarvi con un cielo stellato senza stelle, cosa non propriamente carina (visto che le stelle dovrebbero essere il soggetto del vostro scatto).
- Non toccate mai la fotocamera, neanche per sbaglio: contando che si tratta di foto a lunga esposizione, se toccate dentro la fotocamera o il treppiede su cui è montata, il risultato sarà ovviamente mosso. Per questo motivo, vi consiglio, innanzitutto, un treppiede saldo e resistente che non si spaventi troppo del potenziale vento presente nella zona in cui vi trovate e, soprattutto, un telecomando per lo scatto remoto. In questo caso, il mio consiglio è quello di preferire un telecomando con filo, magari un intervallometro (per essere specifici) e di evitare anche di pensare all’utilizzo del Wi-Fi con l’app per lo scatto remoto, perché semplicemente il tipo di esperienza di scatto non è lo stesso. Contando che potreste utilizzare quel telecomando anche per scatti diurni a lunga esposizione, magari con filtri ND, è comodo poter sfruttare la funzione BULB (ve l’ho spiegata nella guida dedicata alla ghiera dei programmi), ed è una possibilità offerta soltanto da un telecomando fisico, che varia da fotocamera a fotocamera (vi lascio comunque un esempio casuale qui sotto). In alternativa, se proprio siete in una situazione disperata o solo di prova, sappiate che tutte le fotocamere hanno una funzione di autoscatto che prevede un piccolo ritardo dal momento in cui premete il bottone di scatto al momento effettivo dell’esposizione. Impostando il ritardo a 10 secondi, avrete il tempo di premere il tasto di scatto e far stabilizzare la fotocamera, che poi esporrà per il tempo da voi indicato.

(vi rammento che l’intervallometro qui sopra è solo un esempio, cliccate sul link e cercate quello compatibile con la vostra fotocamera)
- Ultimo ma non meno importante: disattivate assolutamente l’autofocus. Non importa quale motore di messa a fuoco avete nella vostra fotocamera, che sia ad infrarossi, a motore silente, a rilevazione di fase o di contrasto, a ioni al litio, al biocarburo o con tecnologia Tesla, i calcoli saranno quasi sempre sbagliati perché c’è poca luce e la distanza è…come dire…”importante” tra voi e le stelle. Usate la messa a fuoco manuale, così non sbaglierete mai, tanto per la fotografia notturna si mette sempre a fuoco ad infinito (o al massimo in iperfocale per pochissime esigenze, ma non di certo quella di un panorama aperto pieno di stelle).

Fotografia notturna: attrezzatura consigliata per non farsi trovare impreparati
Ricapitolando, quindi, quale può essere l’attrezzatura perfetta per la fotografia notturna?
Come già vi facevo notare poco sopra, parlando di “attrezzatura” non è detto che io mi riferisca esclusivamente alla fotocamera, all’obiettivo e al treppiede, perché per questo genere fotografico dovrete prendere tanto freddo. Certo, poi tutto è relativo, magari la vostra idea di fotografia notturna è una piccola città in Sardegna ad agosto con le varie luci, e allora sicuramente starete a maniche corte senza problemi e senza soffrire. La mia idea di fotografia notturna invece è inerente alle stelle, la via lattea e così via; per questo tipo di foto, dovrete prendere tanto freddo per molti motivi: dovrete andare tendenzialmente in posti molto bui e “in alto” rispetto al livello del mare, cercare un cielo pulito, evitare l’inquinamento luminoso della città e posizionarvi lì, in attesa, per un po’ di tempo. Ecco perché, di solito, si sceglie la montagna per andare a fare questo genere di foto e, contando che nel nostro emisfero il periodo migliore per la via lattea e le stelle è tra agosto e settembre, non illudetevi di poter stare a maniche corte, farà comunque freddo là in alto. Ma andiamo con ordine: ho stilato un elenco (once again) di attrezzatura mista che vi consiglio, pertanto ho incluso sia attrezzatura fotografica sia attrezzatura “fisica” (che non fa calcoli complessi e risolve particolari algoritmi ma vi scalda…ok, la smetto).
- Obiettivo grandangolare luminoso: è il primo punto per importanza assoluta ed è anche il motivo per cui adesso finalmente capirete che la fotografia notturna è un genere che crea delle differenze nette in base alla vostra attrezzatura. Come saprete, ho sempre sostenuto che non è la fotocamera a fare il fotografo, ma qui le cose un po’ cambiano e il corredo giusto può fare la differenza. Nessuno vi vieta di usare un classico 18-55mm f/3.5-5.6 da kit per sperimentare la fotografia notturna, ma non potrete avere gli stessi risultati di chi ha ottiche migliori. Perché? Perché la luminosità è tutto e, pertanto, più l’ottica è luminosa e più riuscirete a “captare” luce e dettagli vari. Io, ad esempio, ho sempre usato ottiche 24-70mm f/2.8, quindi ad apertura fissa e costante e piuttosto luminosa. Magari siete i fortunati possessori di un 24mm f/2 o di un 14mm f/1.4 (esiste? No…mi spiace) e quindi sicuramente in vantaggio rispetto ad altri. Anche l’escursione focale è tutto: usare un 24mm full frame su APS-C non vi darà vantaggi, perché con il fattore di crop arrivate praticamente ad avere un 35mm. Anche in questo caso, ci sono teorie discordanti sull’escursione focale da usare in fotografia notturna: ho sentito di persone che usano 50mm e 105mm per fotografare le stelle e per carità, non sto dicendo che è sbagliato, dico solo che io non lo farei mai, perché per uno scatto del genere ha senso coprire un’area maggiore di scatto e, magari, prendere anche un po’ di paesaggio (alberi) da mettere in ombra. Questo per una pura questione di composizione fotografica, ma per carità, la scelta finale sta a voi, lungi da me dal voler giudicare. Ricordatevi inoltre di montare, se possibile, il paraluce fornito in kit con l’obiettivo: nonostante sarete a scattare di notte, non è detto che qualche flare fastidioso possa comunque entrare nell’ottica e rovinare lo scatto.
- Taaante batterie: avete visto quante “a” ho usato? Non vi stavo indicando il tipo di batteria (vedi “AAA”, ndr spiritoso) ma sto solo cercando di farvi capire che in questo genere le batterie servono, soprattutto se starete fuori tante ore. Come molti di voi sapranno, per temperature sotto allo 0 possono iniziare a “crearsi” dei problemini alla batteria, come ad esempio un consumo maggiore di energia (variabile in base alla temperatura effettiva e alla batteria). Se poi calcolate il fatto che farete tante lunghe esposizioni e accenderete spesso il display posteriore per controllare il lavoro svolto, allora il consumo è in continuo aumento. A seconda che abbiate una mirrorless (a maggior ragione direi) o una reflex, munirsi di batteria aggiuntive è un’ottima idea. La scelta migliore sarebbe quella di acquistare un battery pack (detto anche “vertical grip”) se esistente per la vostra fotocamera.
Perché un battery pack?
Innanzitutto perché avrete una seconda batteria da usare insieme a quella predefinita e, di conseguenza, maggiore autonomia. Oltre a questo poi, la maggior parte dei battery pack consentono un cambio batteria “on-the-go”, questo significa che se la fotocamera sta esponendo e si scarica la batteria dentro al battery pack, potrete estrarla (con dentro la batteria primaria nel corpo della fotocamera), cambiarla e continuare a scattare senza interrompere nulla, un grande vantaggio soprattutto per chi fa Time Lapse o Star Trails. Potete trovare battery pack di diverso genere e per tutti i modelli di fotocamere supportate, anche se il mio consiglio è quello di investire un po’ di più e cercare di prendere l’accessorio originale in modo da evitare problematiche di qualsiasi tipo con l’alimentazione della vostra fotocamera (che è sempre una cosa da non sottovalutare).
- Telecomando con o senza filo: questo punto in realtà ve l’ho già spiegato qualche paragrafo sopra ma ve lo riporto giusto per “ordine mentale” e per non farvi dimenticare di un componente fondamentale per la vostra fotografia notturna. Si, perché in questo caso anche un singolo tocco di troppo durante l’esposizione in corso può rovinare tutto il lavoro. Ricordate: potete scegliere tra un telecomando semplice con anche la modalità BULB oppure un intervallometro che vi permette di fare più scatti (come ad esempio per Time Lapse e Star Trails). La scelta sta a voi.
- Treppiedi di ottima fattura: penso che molti mi fraintendano quando scrivo “di ottima fattura”, perché non intendo che debba essere graficamente accattivante la fattura che vi fanno quando ve lo vendono, intendo proprio che il corpo e i componenti devono essere buoni e proporzionati a ciò che dovete fare. Ho visto, ahimé, tante fotocamere cadere in montagna per un po’ di venticello e per colpa di un treppiede da 30-40€ su Amazon, pertanto, fatevi questa domanda: vi piacerebbe vedere la vostra fotocamera per terra e romperla in un attimo? Se la risposta è “si” allora andate su Amazon, scrivete “treppiede fotografico”, chiudete gli occhi e comprate il primo a caso (cosa che tra l’altro potrebbe anche andarvi di fortuna e farvi comprare quello giusto). Diversamente, se tenete alla vostra fotocamera e alle foto che andrete a scattare, pensate ad un investimento più duraturo nel tempo con qualche euro in più. Personalmente, quando vado in montagna a fare questo tipo di scatti, vorrei evitare di portare con me il Gitzo Mountaneer da 5Kg, perché è vero che è fatto apposta per quell’utilizzo ed è super resistente, però è anche vero che dopo un po’ camminare con quello sulle spalle diventa difficile. Io ho scelto un Manfrotto BeFree in carbonio: leggero, resistente, compatto e completo. Non potrei chiedere di meglio.
Modello standard

Modello in carbonio

- Torcia: sempre che siate interessati alla fotografia notturna di stelle e non in città, una torcia è assolutamente necessaria, ma meglio se da testa (così avrete le mani libere) e con luce rossa (così non disturberete il lavoro di eventuali osservatori astronomici in zona).

- Scaldamani o scaldamuscoli: al contrario di quanto potreste pensare, questi accessori non sono assolutamente per voi ma per la vostra fotocamera. Come molti di voi sapranno, quando la temperatura scende sotto al punto di rugiada, i vetri si appannano, ed ecco spiegato (velocemente) il motivo scientifico per cui se parcheggiamo la macchina fuori di notte in un posto freddo si appanna il vetro. La stessa cosa succede con occhiali e, indovinate un po’, obiettivi. Si, perché gli obiettivi sono in vetro e come tali si appannano, rendendo quindi impossibile il vostro scatto. Immaginatevi la scena: avete preso tutto il necessario, trovato il luogo perfetto, nessuno vi disturba, inquadratura meravigliosa, tutto fantastico e…mentre scattate si appanna l’ottica e la foto risulterà con un fascio grigiastro che la renderà inutilizzabile. Chi scrive questa guida ha provato la sensazione trovandosi in mezzo ad una nuvola in pochi secondi (e il concetto è lo stesso), pertanto so quanto si soffre ragazzi, credetemi. Anche perché, la prima cosa che vi verrà da fare quando scoprirete che l’obiettivo si è appannato, sarà andarci sopra con un panno o con dei guanti: altro errore, perché in questo modo lascerete dei segni del passaggio (soprattutto se non sono stracci specifici tipo pelle di daino) creandovi un altro problema in fase di scatto: con le lunghe esposizioni potrebbero vedersi i segni che avete inconsapevolmente lasciato sull’obiettivo durante la pulizia. Pertanto, che si fa? Aspettate che la temperatura scenda sotto al punto di rugiada e poi andate a casa? Assolutamente no, perché c’è un super trucco incredibile che non vi aspettereste mai: uno scaldamani, di quelli che si trovano da Decathlon e così via, “azionato” e legato con un elastico all’obiettivo (meglio se in zona paraluce). Questo trucco farà si che lo scaldamani crei una sorta di “aurea” di calore che impedirà al vetro di appannarsi, salvando così la vostra sessione di scatto e magari facendovi portare a casa qualche scatto in più dei vostri amici che poco prima avevano fatto i fighi col 14mm f/1.4 (che ancora non esiste) sfottendo il vostro 18-55mm.

Fotografia notturna: problemi che possono bloccarvi
A proposito del trucco che vi ho appena spiegato dello scaldamani, sappiate che si possono verificare tantissimi problemi durante la vostra sessione di scatto alle stelle o, in generale, per la fotografia notturna. Oltre alla lente che si appanna, un treppiede poco stabile, un’attrezzatura sbagliata, i guanti dimenticati a casa e il giubbotto troppo leggero, c’è da considerare anche la presenza, in cielo, di un “piccolissimo” satellite “quasi invisibile”: la Luna.
Ovviamente scherzavo per il “piccolissimo” e “quasi invisibile”.
La Luna è il vostro personale nemico numero uno per quanto concerne la fotografia notturna dedicata alle stelle. Perché? Perché fa entrare troppa luce nel sensore e quindi, esponendo per quindici o trenta secondi il risultato finale sarà quasi certamente pessimo. Pertanto, cercate di uscire a fotografare quando la Luna non c’è, e assicuratevi di essere in un punto piuttosto alto, pari almeno a 1300-1500 metri sopra al livello del mare per ottenere risultati interessanti. Chiaramente, più sarete in alto e più otterrete risultati importanti.
Oltre alla Luna però, c’è un altro problema che potrebbe ostacolare la riuscita di un buono scatto: le nuvole.
Esse infatti si interpongono (ovviamente) tra voi e il vostro soggetto (che siano stelle o via lattea) facendo risultare gli scatti coperti e “da buttare”. Ciò significa che potrebbe capitare che abbiate l’attrezzatura perfetta, che siate in un luogo fantastico e in totale assenza di Luna/ inquinamento luminoso senza riuscire comunque a portare a casa qualcosa di decente per colpa delle nuvole. A me è capitato fin troppe volte.
Se pensate di prediligere questo genere fotografico, è bene, secondo me, che programmiate nei minimi dettagli la vostra uscita per riuscire ad assicurarvi che la Luna non vi dia fastidio, che non ci siano molte nuvole e, soprattutto, che nel punto che avete scelto non ci possano essere troppi problemi di inquinamento luminoso causato da città limitrofe. Come fare però? Per risolvere c’è un’app che vi viene incontro in tutto questo: si chiama PhotoPills ed è un’app irrinunciabile per qualsiasi fotografo perché aiuta a pianificare ogni singola cosa. Il database di PhotoPills è incredibile e, grazie alla modalità “Planner”, riuscirete a pianificare i vostri scatti tenendo conto della posizione del Sole o della Luna, la posizione della Via Lattea, i punti bui perfetti, eventuali ostacoli che potreste trovare e molto altro. Oltre a questo, ci sono molti tool integrati che sono comodi e funzionali, come ad esempio il calcolo dell’iperfocale, il convertitore per i Time Lapse e molto altro.
Fotografia notturna: la regola del 600
No, non ho ancora finito con la guida e ora sono giunto al famoso punto del “ma lo vediamo alla fine della guida” che ho messo tra i paragrafi iniziali. C’è un altro trucco / regola che dovreste sapere per scattare nel modo migliore: la regola del 600.
Si tratta di una regola che io ho sempre definito così, cioè “del 600”, ma può avere diversi tipi di numeri che vanno in base proprio al tipo di fotocamera che avete (o sensore, meglio). Ecco perché potreste trovare la regola del 500, la regola del 300 e così via.
Regola del 600: cos’è e come funziona
Di solito quando si parla di numeri la mia attenzione e il mio interesse calano drasticamente, sarà perché in matematica avevo sempre 9 (che è la somma di 3 verifiche con un bel 3 come voto – visto che i calcoli li so fare, cara prof delle medie?). Ad ogni modo, in questo caso è giusto rimanere vigili e attenti perché la regola del chiamatela come volete in base al sensore che avete, potrebbe salvare il vostro scatto finale.
Questa regola vi aiuterà a risolvere l’ennesimo problema della fotografia notturna dedicata alle stelle, cioè il fatto che un’esposizione di 30 secondi potrebbe essere troppo lunga e, nonostante un buon risultato apparente, le stelle potrebbero risultare mosse. Non si tratta di un errore di messa a fuoco e nemmeno del fatto che potreste aver toccato per sbaglio la fotocamera, però il problema visibile è molto simile al micromosso e riguarda sempre un’errata configurazione del tempo di esposizione.
Come si risolve quindi? Facendo una piccola operazione matematica.
Oddio, ho scritto matematica. Io, Ricky Delli Paoli, media del 2 in matematica, vi sto spiegando qualcosa che la riguarda. Io…matem…ehm vabbè.
Insomma, questa regola del 600 è una piccola operazione che vi permetterà di trovare il giusto tempo d’esposizione basandovi sull’ottica che state utilizzando per eseguire lo scatto.
È necessario fare 600 diviso la lunghezza focale che è uguale al tempo di scatto.
(di solito questa regola viene espressa come 600 / f = t, ma da quando hanno introdotto le lettere in matematica ho smesso di capire le cose, quindi ho voluto semplificare. Per ringraziarmi di questa cosa sentitevi liberi di mandarmi 200€ tramite PayPal).
È un calcolo banalissimo, ma mi rendo conto che possa essere complicato.
Lasciatemi fare un esempio:
Supponiamo che abbiate un obiettivo 24-70mm montato e stiate ovviamente scattando a 24mm.
600 diviso 24 è uguale a 25, ovvero il tempo espresso in secondi che dovrete utilizzare per l’esposizione. Quindi in questo caso, il mio consiglio è di scattare a 24mm, ISO 1600 o 3200, F/2.8 e 25 secondi d’esposizione.
Tutto molto bello e facile, vero? Si ma…se avete APS-C?
Beh le cose si complicano un pochettino, perché, come saprete, le ottiche APS-C hanno il cosidetto “fattore di Crop” che varia in base al sensore che utilizzate. Di solito Nikon, Sony e Minolta usano un crop pari a 1.5x mentre Canon usa 1.6x.
Ad ogni modo, vorrei condividere un altro piccolo segreto e trucchetto per evitare calcoli più complessi e simili.
La regola del 600 si chiama così in maniera generica, ma magari voi l’avete sentita con altri numeri. Questo perché il numero 600 si usa con full frame, mentre se avete altri corpi macchina la storia cambia.
Usate quindi 600 per full frame, 400 se avete APS-C Nikon (quindi facendo ad esempio 400 diviso 18 e ottenendo 22 secondi), usate 375 se avete una APS-C Canon e 300 se avete una micro quattro terzi, come ad esempio una Panasonic GH5 o simili. Nel caso in cui abbiate Sony APS-C, potete usare comunque 400, il fattore di crop è lo stesso di Nikon.
Attenzione però: non prendete la regola del 600 per legge, perché in questo caso non è detto che le stelle non saranno mai mosse, ma per questo ci sono mille ragioni scientifiche legate alla posizione in cui siete, al giorno, all’emisfero, al gatto, al cane, alla nonna e alla zia.
Fotografia notturna: conclusioni
Che siate appassionati, professionisti, interessati alle città o alle stelle, poco importa, perché preparatevi: state per vivere un’esperienza straordinaria che non riguarda solo la “mera” fotografia, si tratta di molto di più: può essere un’esperienza in solitaria, per passare del tempo soli con sé stessi a riflettere, oppure una gita da fare in compagnia di qualche amico con la vostra stessa passione (lasciate a casa gli alcolici però, altrimenti le foto verranno davvero mosse e se proprio dovete portarli, fate la differenziata a consumo effettuato e non guidate). Io ho sempre vissuto la fotografia notturna in tanti modi, ma so molto bene quanto mi piaccia e quanto mi rilassi.
Non vendo le mie foto in notturna, non è un lavoro e nemmeno un passatempo lucrativo, è pura passione, fatta di stelle, scienza, condivisione, amicizia e amore per ciò che si fa. Certo, magari lasciate a casa il partner, non per cattiveria ma perché se non è interessato/a alla fotografia in generale, vi dirà che ha freddo dopo qualche minuto e diventerà complicato gestire la situazione.