La fotografia ha il potere di essere terapeutica ed importante non solo per chi la realizza ma anche per chi sta dall’altra parte dell’obiettivo, ecco perché vi consiglio di visitare la mostra “Solo”, realizzata dalla Comunità riabilitativa di Torre Certalda. Ecco tutti i dettagli dell’esposizione.
Fotografia terapeutica mostra: chi siamo?
L’articolo potrebbe essere molto veloce da scrivere, ma mi piacerebbe sfruttare l’occasione e prendere la palla al balzo che per spiegarvi perché la fotografia può essere terapeutica, e una mostra come “Sono” importantissima per tutti. L’esposizione, promossa dal Comune di Montone in collaborazione con l’Associazione Umbria Film Festival, Asad e Netfo, curata dall’educatore Samuele Burattini, dall’arteterapeuta Luca Cerrao e dalla psicoterapeuta Francesca Di Giovane, mira proprio a raccontarci il potere terapeutico del linguaggio fotografico, da sempre mezzo tramite il quale veicolare delle emozioni, dei punti di vista e delle ideologie. “Sono” racconta le persone tramite l’arte della fotografia ritrattistica, messa a disposizione della comunicazione e della cura personale. Sceglie di trasformare la macchina fotografica in un mezzo con il quale relazionarsi con altri individui e il mondo intero, con il quale raccontare raccontandosi. Ecco perché questa esposizione è importante, perché ci ricorda come questa diramazione artistica ormai consolidata nel nostro DNA può arrivare a farci conoscere noi stessi più di quanto siamo in grado di immaginare.
Dandovi quello che è il mio personalissimo parere, basato su anni di esperienza diretta sul campo, questa mostra racconta perfettamente la capacità terapeutica della fotografia. Mi è capitato, durante la mia “carriera” fotografica, di ritrarre persone che non si sentivano all’altezza o, peggio ancora, pensavano di essere brutte e lontane anni luce dai canoni iconici di bellezza standardizzata che il mondo ci ha imposto crescendo. Riuscire a dare a quelle persone delle fotografie dove si vedevano “belle”, ed erano in grado di apprezzarsi, per me era una vittoria di inestimabile valore, proprio perché loro potevano sentirsi bene tramite quello che è il mio linguaggio comunicativo. Lo stesso discorso si può applicare agli autoritratti: mi è capitato spesso di ritrarmi da solo, nella mia stanza, quando non stavo bene, per un motivo o per l’altro. Mettersi a nudo davanti alla macchina fotografica, spogliarmi dei problemi e dell’armatura che ognuno di noi si crea per fronteggiare la vita, mi ha salvato e mi ha fatto conoscere parti di me che nemmeno pensavo esistessero.
Fotografia terapeutica mostra: imparare a donarsi
Ecco perché una mostra come “Sono” è importante. Utilizzare la fotografia in questo modo è essenziale e ci permette di conoscere i meandri della nostra anima, quella parte di personalità che non pensavamo di avere. Quindi, il mio consiglio, nel caso foste della zona, è di andare a visitare questa esposizione che aprirà i battenti domenica 2 agosto e durerà fino al 14 agosto 2020 al Chiostro di San Francesco, a Montone. Ammirare le persone raccontarsi tramite la fotografia non ha prezzo e, forse, farlo può aiutarci a trovare noi stessi.
Per maggiori informazioni, vi invitiamo a visitare il sito ufficiale del comune sul quale è possibile trovare tutti i dettagli.