Fujifilm GFX 50S in offerta
Circa tre settimane fa Fujifilm ci ha dato la possibilità di provare GFX 50S, una delle tre macchine fotografiche medio formato del suo catalogo, e quando ho avuto la possibilità di recensirla in prima persona il mio cuore è sobbalzato: mai avevo avuto l’opportunità di utilizzare una fotocamera di questo calibro per più di cinque minuti e, la sola idea di tenermela stretta giorno e notte per un paio di settimane, ha creato in me un’eccitazione indescrivibile. Ho spolpato, analizzato e testato questo modello in diversi ambiti, alcuni dei quali non propriamente indicati per il suo utilizzo, per cercare di capire fin dove potesse arrivare a spingersi e, a conti fatti, devo ammettere di essermi davvero divertito un sacco. Dopo una ventina di giorni eccoci qui, alla recensione di Fujifilm GFX 50S.
Fujifilm GFX 50S recensione: specifiche e scheda tecnica
Durante i giorni antecedenti l’arrivo a casa mia di Fujifilm GFX 50S ero in uno stato di fervida trepidazione: non avevo mai utilizzato, fino a questa opportunità, una fotocamera medio formato con la possibilità di tenerla con me giorno e notte. Quindi vi lascio immaginare quanto fossi felice e gasato all’idea di poterlo fare, sfruttando un sensore che da sempre mi incuriosiva parecchio. Quando l’enorme pacco è arrivato col corriere (era più grande di me, c’è la foto sul nostro profilo Instagram) e l’ho aperto per controllare che ci fosse tutto, ho subito pensato: “Questa è una bestia!”. Non per le dimensioni, sia ben chiaro, ma perché fin da subito mi ha restituito un feeling pazzesco: l’impugnatura è da premio oscar e il corpo, davvero piccolo per essere medio formato, restituisce quella sensazione di solidità e resistenza che molti altri modelli non sono grado di restituirti. Ho provato tanti corpi nella mia vita, passando da un brand all’altro, ma non ho mai avuto questa sensazione al primo impatto. Devo essere onesto su una cosa, però: esteticamente, inizialmente, non mi ha fatto impazzire. Probabilmente questo è dovuto dal fatto che, come design, preferisco quello di Fujifilm GFX 50R. Dopo un po’ di volte che la guardavo e contemplavo con uno sguardo palesemente ammaliato, però, ha iniziato a piacermi sempre di più e ora posso dirvi in tutta onestà che ne sono letteralmente innamorato.
Scrivere la recensione di Fujifilm GFX 50S non è facile, per due motivi: il primo è proprio il fatto che non ho altre fotocamere medio formato con le quali paragonarla o avere dei riferimenti, la seconda invece riguarda il fatto che, forse, non sono propriamente il fotografo giusto per così tanta potenza. Non fraintendetemi, lavoro principalmente in campi fotografici, come la fotografia ritrattistica, dove avere una medio formato sarebbe congeniale. Essendo però un fotografo che ama scattare in movimento, solitamente in esterna e senza l’ausilio di luci e treppiedi, diciamo che non è propriamente la macchina fotografica che più si addice al mio stile. Le fotocamere medio formato, come Fujifilm GFX 50S, per rendere al massimo delle loro qualità devono essere utilizzate in contesti controllati dalla a alla z, dove ogni minimo particolare è sotto controllo. Questa potrebbe sembravi una grossa limitazione, e sotto un certo punto di vista non mi verrebbe da obiettare, ma è necessario capire che l’ambito di utilizzo cambia da corpo a corpo e certi modelli nascono esclusivamente per soddisfare le esigenze di alcuni generi fotografici. Scegliere di avere ogni parametro sotto controllo, dalla luce al set, permette a fotocamere come Fujifilm GFX 50S di rendere al meglio e, di conseguenza, di realizzare delle fotografie qualitativamente superiori a quelle ottenute con sensori inferiori. La resa di questa fotocamere è sublime in tutto e per tutto, ma ne parleremo più avanti. Procediamo con calma durante la recensione perché voglio spiegarvi tutto nel dettaglio.
Vorrei procedere per gradi nella recensione di Fujifilm GFX 50S, quindi mi pare logico partire dalla specifiche tecniche così da darvi fin da subito le basi necessarie a comprendere quello che andrò a dirvi da qui a non molte righe. Fujifilm GFX 50S è stata la prima fotocamera medio formato della linea GFX di Fujifilm, annunciata ormai nel lontano 2016, e si è portata dietro l’arduo onere di essere la prima mirrorless con un sensore di questo tipo. Le aspettative, profondamente ripagate da una qualità d’immagine e da prestazioni di assoluto livello, hanno convinto molti fotografi tradizionalisti ad abbandonare gli altri sistemi per passare a quello senza specchio, con tutti i vantaggi del caso. Il miracolo di Fujifilm, però, è stato un altro: aver sviluppato un modello così prestante e potente mantenendo delle dimensioni decisamente contenute, quasi da reflex potrei dire, mentre tutti gli altri competitors nel campo delle medio formato producevano (e producono) modelli enormi, ingombranti e pesanti. Mi rendo conto che questa possa per molti essere una sottigliezza, ma dal mio punto di vista è un traguardo tecnologico importantissimo. Potrebbe sorgervi una domanda spontanea: perché recensire un modello uscito tanti anni fa? La verità è che Fujifilm GFX 50S, nonostante non sia un modello recente, è un prodotto di nicchia, che non soffre il passare degli anni come altri prodotti, e avere la possibilità di testarlo e recensirlo è un’opportunità da non lasciarsi assolutamente sfuggire.
Sotto la scocca di Fujifilm GFX 50S batte un sensore CMOS con matrice Bayer medio formato (44 x 33), realizzato da Sony, con una risoluzione pari a 51,4 megapixel che, grazie al processore d’immagine X Processor Pro, restituisce un’immagine dalla risoluzione spaventosa. Se volessimo essere pignoli e fare il rapporto con una macchina fotografica con sensore full frame, sarebbe una top di gamma da 30 megapixel. Permette di scattare in RAW a 14 bit di profondità colore, ha una sensibilità ISO che si estende da 100 a 102400, l’autofocus è composto da ben 117 punti di messa a fuoco e può arrivare a realizzare raffiche di scatto da 3 fps con otturato meccanico. Il mirino elettronico è un OLED da 3,69 milioni di punti mentre il display, che è articolabile verso l’alto e il basso, è un TFT touchscreen da 3,2″ e 2.360.000 punti di risoluzione. La stabilizzazione dell’immagine non è presente, la si ritrova esclusivamente sulle lenti, il che la rende una macchina da utilizzare principalmente con l’utilizzo del miglior treppiede per foto, e può arrivare a registrare video ad una qualità Full HD a 30fps. Come si può facilmente intuire da queste due ultime caratteristiche, Fujifilm GFX 50S non è una macchina fotografia pensata per chi realizza video, tanto meno per i fotografi che prediligono la street photography o una fotografia dinamica e di movimento. È un prodotto che va utilizzato mettendolo nelle migliori condizioni possibili, usando la testa e progettando ogni minimo particolare del set. Non ho la minima esitazione nell’affermare, in questa recensione, che Fujfilm GFX 50S non è una fotocamera per tutti e nemmeno per tutti i generi fotografici: è sviluppata per dare il meglio di sé in determinati contesti, solitamente quelli con una progettualità maggiore, proprio per darvi il meglio possibile in quelle situazioni. E quel meglio, fidatevi, è davvero assoluto.
Per concludere questo paragrafo introduttivo, eccovi una bella carrellata delle specifiche tecniche di Fujifilm GFX 50S:
- Sensore CMOS matrice Bayer da 51.4 milioni di pixel;
- Processore d’immagine X Processor Pro;
- Sensibilità ISO da 100 a 12.800, espandibile fino a 102.400;
- Velocità di scatto fino 1/4000;
- Autofocus da 117 punti di messa a fuoco;
- Display LCD TFT touchscreen da 3,2″ con 2.360.000 di pixel;
- Mirino elettronico da 0,5″ con 3.690.000 pixel di risoluzione e copertura 100%;
- Supporto memoria SD, SDHC e SDXC;
- Registrazione video in Full HD a 30fps;
- Raffica di scatto a 3 fps;
- Batteria NP-T125;
- Il peso del solo corpo, con EVF, batteria e scheda, è di 920 grammi;
- La fotocamera misura 147,5 x 113,8 x 91,4 mm, con EVF montato.
Fujifilm GFX 50S: design e materiali
Parlando del corpo macchina, realizzato in lega di magnesio e tropicalizzato, è impossibile nascondervi quanto sia stato bello utilizzarla: il grip, come vi dicevo prima, è sensazionale e il senso di robustezza nel maneggiarla è quanto di più bello io abbia mai provato in vita mia (parlando di macchine fotografiche, ovviamente). La parte frontale è caratterizzata dal classico bottone per l’aggancio e lo sgancio dell’obiettivo, mentre in quella posteriore salta subito all’occhio il display TFT da 3,2″. Grosso, robusto, sporgente, regolabile verso l’alto e il basso; il compagno di scatti ideale per il mio genere fotografico e ho apprezzato moltissimo anche il touchscreen sempre reattivo e preciso. Sempre sul retro, nella parte destra, troviamo il classico D-Pad a quattro direzioni, un paio di pulsanti funzione e il joystick, tra i più comodi che abbia mai utilizzato. Su quest’ultimo, vorrei soffermarmi un secondo: ho sfruttato davvero tante macchine fotografiche nella mia vita, da Sony a Panasonic, ma nessun joystick è mai riuscito a restituirmi lo stesso feeling che provo con quelli realizzati da Fujifilm. Sia sulla X100F, che ho utilizzato per più di un anno, che sulla X-Pro3 e GFX 50S, è qualcosa di eccezionale, perfetto sia per quanto concerne le dimensioni che per la fluidità nel muoverlo col dito. Un altro livello, detto molto schiettamente, dal quale altri produttori dovrebbero prendere spunto.
Salendo verso l’alto del corpo macchina troviamo una rotella (che può essere cliccata per avere due funzioni con lo stesso pulsante), e le solite, bellissime, uniche ghiere della sensibilità ISO e dei tempi di scatto di Fujifilm. Devo essere onesto: per quanto esteticamente mi piacciano, sulla X100F le avevo trovate un pelino lente per il mio modo di fotografare, ma qui sono perfette. Fujifilm GFX 50S, come oramai penso che abbiate capito da quanto detto in questo inizio di recensione, è una macchina che vi spinge a pensare, a prendervi il vostro tempo, a godere della regolazione dei parametri per ottenere lo scatto definitivo. Quindi la lentezza, personalmente, qui non è stata assolutamente un problema bensì un pregio assoluto che mi ha dato il tempo necessario per riflettere e impostare tutto nel modo corretto. Le ghiere, inoltre, presentano un comodo bottone centrale che, cliccandolo, permette di inchiodarle sui parametri inseriti ed evitare che, durante il suo utilizzo, si vada a strusciare contro modificandoli. Una sottigliezza molto carina che, per come sono abituato a muovermi io sul set (in modo veramente burbero), è stata fondamentale. Concludendo, la parte superiore della fotocamera presenta il display con i dati di scatto (che indica lo stato della batteria anche a macchina spenta, incredibile comodità), anch’esso molto utile anche se per abitudine tendo a guardarlo veramente poco, mentre il tasto di scatto l’ho trovato pressoché perfetto dalla corsa al feeling che restituisce quando lo si pigia per scattare. Forse, l’unica cosa che non mi ha fatto impazzire, ma penso sia soprattutto perché sono abituato ad averlo da un’altra parte, è il pulsante per rivedere gli scatti, posizionato in alto e in un punto che mi era un po’ difficile raggiungere con rapidità. Detto tutto questo, una cosa nelle intenzioni di Fujifilm è molto chiara: rendere l’ergonomia dei propri corpi, da quelli APS-C a quelli Medio Formato, simile e con dei comandi intuitivi unici su tutti i modelli. Una mossa che, personalmente, trovo vincente proprio perché permette a chi sceglie di passare al grande formato di non “subire” il cambio ma di trovarsi subito comodo nell’utilizzo.
Il mirino elettronico EVF (che va montato a parte) è ottimo, ma non quanto avrei sperato. Non fraintendetemi, si vede benissimo, però mi sarei aspettato qualcosa di più. Probabilmente patisce un po’ il peso degli anni, ma nulla che possa influire sulla vostra sessione fotografica. Risulta comunque confortevole e, soprattutto, grazie al suo pronunciamento, riesce perfettamente ad isolare l’occhio dal contesto attorno permettendo una migliore concentrazione in fase di scatto.
Incamminandoci verso la fine di questo capitolo della recensione di Fujifilm GFX 50S, vorrei parlarvi delle varie porte presenti sul corpo macchina, oltre che della batteria e dei sistemi di connettività interni. Presente il doppio slot SD, una porta Micro USB 3.0, HDMI tipo D, un jack per il microfono e, infine, il connettore da 2,5mm per lo scatto remoto. Internamente, invece, troviamo il Wi-Fi, molto utile se si intende utilizzare Fujifilm GFX 50S con l’applicazione del produttore e scattare da una distanza maggiore. La batteria, invece, l’ho trovata ottima: con un utilizzo intenso si arrivano a fare circa 400 scatti che, seppur al giorno d’oggi possano sembrare pochi per una macchina di questo livello, il fatto che sia un prodotto che non vi spinge a scattare a raffica ma piuttosto a calibrare ogni fotogramma, sono più che sufficienti per quasi qualsiasi sessione di scatto. Potrebbe essere migliorata? Si, assolutamente, ma non penso che sia un problema così grande.
Per concludere, due parole sulle dimensioni e il peso di Fujifilm GFX 50S: vedere una medio formato di queste dimensioni e questo peso (praticamente quello di una reflex di medio-alto livello), è impressionante. Fujifilm ha creato un vero e proprio capolavoro, capace di essere resistente e robusta nonostante abbia delle dimensioni decisamente contenute che sono impossibili da riscontrare in altri modelli degli altri brand. Anni fa non sarebbe stato assolutamente possibile raggiungere questo traguardo, il fatto che manchi lo specchio fa tanto, ma non possiamo fare altro se non insignire Fujifilm per aver realizzato una “bestia” fotografica così piccola, portatile e leggera.
Fujifilm GFX 50S recensione: prestazioni
Questo è il punto focale della recensione, quello che voglio approfondire con maggiore cura perché sento che è necessario spiegarvi come ho utilizzato Fujifilm GFX 50S. Partiamo subito da un presupposto importantissimo: non ho mai utilizzato questo modello nel canonico modo in cui dovrebbe essere utilizzata, tranne una volta. Le motivazioni sono nella mia voglia di sperimentare, provare anche a stressarla, e vedere il responso finale. La prima sessione che ho fatto con lei l’ho fatta a Milano, in zona Brera, per uno shooting di fotografia ritrattistica. Io, con un mio amico bodyguard portato con me solo per coprirmi le spalle prima che dei malintenzionati provassero a rubarmela, abbiamo sentito una modella proprio per testarne le capacità. Inizialmente avevo pensato di portarmi dietro il cavalletto per farla rimanere il più stabile possibile, date le dimensioni del sensore (più è grande il sensore, maggiore è il rischio di incorrere nel micromosso) e l’assenza della stabilizzazione interna, però poi ho desistito e ho provato ad utilizzarla a mano libera. Ve lo dico sinceramente: usare Fujifilm GFX 50S in questo modo, per quanto sia obiettivamente leggera rispetto ai prodotti della concorrenza, non è ne facile ne indicato. Il minimo movimento della modella, abbinato alla non ferma tenuta in mano (per quanto possiate pensare di essere stabili, fidatevi, non lo siete) possono implicare dei problemi di micromosso. Nulla di trascendentale, tanto meno che possa farvi buttare lo scatto, però è per farvi capire che un prodotto del genere, anche in una sessione di fotografia ritrattistica in esterna, andrebbe utilizzato su un supporto stabile o altrimenti con dei tempi di scatto decisamente elevati. Questo non significa che è impossibile, assolutamente: ho scattato e ho ottenuto dei risultati stratosferici, la maggior parte delle foto non avevano problemi, però ammetto che alcune sono uscite leggermente mosse e, se per me non è un problema, per altri potrebbe esserlo.
Ho avuto la possibilità di utilizzare Fujifilm GFX 50S con due obiettivi, uno fisso e uno zoom, proprio per svariare e vedere quanto potesse essere dinamica e poliedrica una macchina fotografica che, per concezione, monta un formato che è tutto tranne che dinamico e poliedrico. Devo ammettere di essere rimasto piacevolmente stupito sotto tutti i punti di vista perché questo modello è davvero comodo per diversi generi fotografici, ovviamente con tutte le controindicazioni del caso. Fare street photography con Fujifilm GFX 50S è fattibile, ma difficile. Ci ho provato subito dopo la sessione di ritratti, però non mi sono trovato molto bene e le persone si accorgevano subito della mia presenza. Una medio formato, d’altronde, si comporta bene in tutti quei generi fotografici statici come la fotografia di ritratto in studio, la fotografia paesaggistica e di still life. Le lenti che mi sono fatto mandare da Fujifilm per provarla sono Fujinon 110mm f/2, equivalente circa di un 85mm su Full Frame, e Fujinon 100-200mm f/5.6. Il fattore di crop, per chi non lo sapesse, non esiste solo sui modelli Micro 4/3 e APS-C: per valutare una lunghezza focale si utilizza sempre il sensore da 35mm, quindi full frame, ergo anche per i formati più grandi bisogna applicare una specie di crop inverso. Nella prima sessione di ritratti ho scelto di adoperare esclusivamente il 110mm perché la lunghezza focale che maggiormente utilizzo in questo genere fotografico è proprio l’85mm e, ormai, il mio occhio si è abituato alla resa che restituisce. Le successive uscite, dove l’ho utilizzata per un paio di paesaggi urbani e non, ho optato per lo zoom così da avere un’escursione focale maggiore che mi garantisse di poter raggiungere punti decisamente distanti.
Andiamo ora a valutare tutti i parametri da tenere in considerazione quando si parla di prestazioni, così da offrirvi una recensione di Fujifilm GFX 50S il più completa possibile.
Qualità d’immagine
C’è davvero poco da dire: Fujifilm GFX 50S ha una resa stratosferica inarrivabile anche sulle migliori fotocamere full frame. Non è tanto una questione di nitidezza, perché se valutassimo solo quella ci sarebbero macchine con più risoluzione di questo modello anche nel segmento delle 35mm, come Sony a7RIV. Io parlo proprio di resa generale: la tridimensionalità che il medio formato restituisce è totale, sembra quasi di essere all’interno della scena fotografata, offre uno stacco assoluto dei soggetti e ti fa “respirare” l’immagine. Da un prodotto di questa tipologia (e questo prezzo) era lecito aspettarsi qualcosa di livello, eppure è stata in grado di slogarmi la mascella più volte. Una cosa che ho notato fin da subito, e che è presente in tutti i modelli del produttore, è l’ottimo bilanciamento del bianco. Fujifilm non sbaglia mai, ha una resa cromatica perfetta che non possiede mai dominanti di nessun tipo e permette di ottenere, già in fase di scatto con il RAW, un’immagine ottima sotto tutti i punti di vista e con dei colori gradevoli.
Molto del merito va al processore X Processor Pro che lavora benissimo, anche se ovviamente non è indicata per scattare sempre con la raffica da 3fps. I file in fase di post produzione risultano molto piacevoli da elaborare e abbastanza malleabili da giocarci a proprio piacimento. Sul nostro canale Twitch abbiamo tenuto una sessione di Lunedìting (il giorno della settimana in cui editiamo insieme) e davvero, i presenti possono confermarvi quanto siano lavorabili i RAW di questa macchina fotografica. Si è sempre sentito dire in giro che i file di Fujifilm non fossero il massimo da post-produrre ma, se questo può valere in un certo senso con alcuni modelli APS-C più datati, è assolutamente fuorviante quando si parla di Fujifilm GFX 50S. Sono riuscito a fare dei recuperi decisamente spinti senza il minimo problema e ho potuto giostrare con i vari parametri di Lightroom a mio piacimento. Il risultato, manco a dirvelo, è devastante. L’unica controindicazione è il peso dei RAW, intorno i 110 MB a scatto, quindi si rende necessario dotarsi di hard disk capienti.
La tenuta ad alti ISO non è affatto male per essere una macchina fotografica medio formato, e sono riuscito ad arrivare a 3200 ISO senza troppi problemi di rumore (comunque gestibile in post produzione). Anche questo, fidatevi, è un piccolo traguardo che Fujifilm può vantarsi di aver raggiunto. Le macchine fotografiche medio formato da sempre sono studiate per essere utilizzate con una situazione di luci perfettamente sotto controllo, quindi arrivare a tenere una misura di ISO così spinta (merito anche dei “soli” 51 megapixel) non è affatto una cosa da sottovalutare. C’è da ammettere che, avendo comunque un sensore maggiore, la grana risulta più fine e piacevole da guardare quindi non è impossibile arrivare sui 6400 ISO con dei file abilmente lavorabili. Per quanto concerne l’amatissimo bokeh, è inutile stare a dirvi che questo sensore, grazie allo stacco che riesce a ricreare, è quanto di meglio si possa trovare sul mercato.
Impossibile non citarvi una delle caratteristiche che, fin da subito, ha contraddistinto tutti i modelli e le serie del produttore: le simulazioni pellicola. Anche su Fujifilm GFX 50S troviamo le solite, incredibili ed appassionanti simulazioni del produttore, che altro non sono se non dei profili colore particolari e sviluppati tramite alcuni algoritmi specifici che non vanno a deteriorare l’immagine ma anzi a sfruttarla appieno per raggiungere traguardi spettacolari, che richiamano fortemente le pellicole che il brand produceva durante l’era della fotografia analogica. Poter utilizzare il Classic Chrome o l’Across su questo modello mi ha tolto una soddisfazione immensa. Lo ammetto, sono un super appassionato dei profili colore di questo brand e, se potessi scegliere sempre, andrei di JPEG tutta la vita. Ora, aspettate a tirare fuori i forconi: i JPEG di Fujifilm sono eccezionali già di base, ma con le simulazioni pellicola raggiungono una vetta qualitativa che è difficile replicare persino in lunghe fasi di post produzione sul RAW. Le possibilità di modificarli direttamente in camera, scegliendo il livello del contrasto, della nitidezza o delle ombre, per esempio, permette di ottenere fin da subito un’immagine fatta e finita, perfetta per essere utilizzata online o essere stampata. Altro fattore che mi ha piacevolmente colpito è l’uguaglianza della resa cromatica tra le macchine fotografiche del produttore, che siano APS-C o medio formato, sempre identica e di indubbia qualità. Questo fattore, da una parte, permette di avere una coerenza importante se si utilizzano in combo i due sistemi, ma dall’altra potrebbe far storcere il naso ai non amanti della “pasta” che si ottiene. Mi rendo conto che questo aspetto è sostanzialmente soggettivo, soprattutto perché il produttore ha da sempre una resa dell’immagine molto particolare, con un richiamo alla pellicola evidente.
Autofocus e raffica di scatto
Quale è la caratteristica che, più di tutte, mi ha stupito? L’autofocus. Fidatevi, non sto scherzando: l’AF di Fujifilm GFX 50S è letteralmente spaventoso. Potrei scrivere questo aggettivo in maiuscolo così da rendervi un’idea migliore, ma non ne trovo il bisogno. L’autofocus di questo modello è velocissimo, tanto da lasciarmi a bocca aperta ogni qualvolta vedevo che riusciva ad agganciare il soggetto in una frazione di secondo. Fin dall’alba dei tempi le medio formato sono state macchine fotografiche lente, e anche quando siamo passati al digitale e a sistemi di AF potenziati hanno continuato a soffrire di questo problema dovuto sia per le dimensioni dei sensori, sia per le tecnologie interne. Fujifilm GFX 50S spazza letteralmente via le più fervide convinzioni sulla lentezza ed offre, senza mezzi termini, un AF degno quasi di una top di gamma full frame. Un’altra medaglia da incollare sulla divisa dell’azienda, che davvero è riuscita a sviluppare un modello senza compromessi sotto questo punto di vista.
Nonostante una velocità incredibile, però, ho trovato l’eyes focus poco preciso. Mi spiego meglio: sono abituato ormai da anni ad utilizzare Sony e, patti chiari amicizia lunga, è ancora il produttore con il sistema di AF più veloce e preciso del mercato. Abituato come sono da tre anni a questa parte a vedere il quadratino verde dell’autofocus incollato sull’occhio del soggetto, ho notato una differenza abbastanza netta nell’utilizzo di Fujifilm GFX 50S e che non potevo non riportarvi all’interno di questa recensione. Ora, importantissimo, servono un paio di delucidazioni: in parte me lo aspettavo proprio perché essendo medio formato, per la tecnologia attuale, non può arrivare ad avere una velocità e una precisione da full frame top di gamma. Però, e sono onesto, mi aspettavo qualcosa di meglio soprattutto ad ampie aperture. Scattando ad un’apertura del diaframma f/2, che con questo sensore è un mezzo suicidio, ho notato alcune difficoltà dell’AF. Difficoltà che speravo il motore interno non mi causasse. Nulla di trascendentale, se non becca l’occhio becca la parte bassa del naso e la differenza è quasi impercettibile, però abituato come sono questa cosa mi ha preso un po’ alla sprovvista. Sapete che ci tengo a darvi sempre il mio parere obiettivo, e posso capire anche chi di voi in questo momento stia pensando che l’ho utilizzata male, ma ci arriveremo tra poco a quando ho deciso di sfruttarla nel modo corretto. In tutto questo, comunque, vorrei solo ricordarvi che sono riuscito a portare a casa tantissimi scatti ottimi sotto i punti di vista. Non sto parlando di difetti effettivi, sto parlando di situazioni in cui un prodotto funziona meglio e altri in cui fatica maggiormente.
Per quanto concerne la raffica di scatto c’è molto poco da dire: Fujifilm GFX 50S non è una macchina studiata per essere utilizzata in questo modo, e infatti si arriva a scattare ad un massimo di 3fps. Una velocità che reputo adeguata in fotografia ritrattistica, ma che non trovo assolutamente adeguata in altri generi. D’altronde, nelle diramazioni fotografiche a cui punta questo modello, la raffica non serve affatto: la fotografia still life non la necessita, la ritrattistica e la paesaggistica nemmeno. Qui urge, infine, fare una considerazione davvero molto importante: una macchina fotografica deve adattarsi alle esigenze del fotografo, quindi è inutile andare a prendere una medio formato per fare fotografia di strada in movimento. Per svolgere questo genere ci sono altri prodotti, quindi è importante capire e comprendere quali modelli sono maggiormente indicati per alcuni generi. Posso dirvi solo che, nei tre principali generi per i quali è stata sviluppata Fujifilm GFX 50S, da la polvere a quasi tutte le altre fotocamere esistenti.
Le altre sessioni effettuate le o fatte tutte con il cavalletto, sempre per Milano, e la differenza l’ho percepita. Utilizzarla con il miglior treppiede per foto è tutta un’altra cosa, permette di tenere tempi di scatto relativamente brevi e non aver paura di inceppare nel microcosmo. I palazzi che ho ripreso, così come le altre situazioni, hanno una qualità e nitidezza che non avevo mai avuto modo di lavorare. Mettermi al PC, con questi file, è stato bellissimo e mi ha fatto capire quanto questo modello abbia da offrire a coloro che la utilizzeranno bene nei loro generi fotografici.
Menu ed interfaccia utente
Il menu di Fujifilm GFX 50S è il classico che si può trovare su qualsiasi modello del produttore, quindi risulta facile orientarsi se si è già utilizzata una macchina fotografica di questo brand. Nel caso si arrivasse da totali sconosciuti del sistema, c’è da riconoscere l’ottimo lavoro di dislocamento delle voci e della traduzione, davvero ben fatta e che fa capire sempre, in qualsiasi momento, cosa si sta andando a toccare. Il menu di Fujifilm GFX 50S si districa in 6 sezioni dove i vari parametri son ben distribuiti, da quelli fotografici a quelli destinati ai videomakers (nonostante questo modello arrivi a registrare solo in Full HD a 30p). Provandola ed utilizzandola, nonostante avessi già maneggiato vari modelli del brand, mi sono trovato subito a mio agio e penso che questa sia veramente una cosa importante soprattutto per chi si approccia la prima volta. Ad un’occhiata generale, infatti, il menu risulta pulito e chiaro, strutturato bene con ogni voce al punto giusto e facilmente raggiungibile.
L’interfaccia utente sul display e nel mirino, durante la fase di scatto, è abbastanza intuitiva e semplice. Il touchscreen del display è comodo, il che la rende molto facile da utilizzare una volta tra le mani. Questo, detto onestamente, non me l’aspettavo: Fujifilm GFX 50S è una macchina paragonabile, se questi prodotti fossero hotel, ad un albergo “superior”. Trovare un sistema dalla strabiliante facilità di utilizzo, in un prodotto di questa tipologia, non è scontato ne tanto meno dovuto. Fa davvero piacere che Fujifilm abbia puntato tantissimo su questo aspetto.
Altri parametri
Ci sono altre caratteristiche da valutare, ma che obiettivamente non meritano un paragrafo a sé stante. In primo luogo vorrei affrontare il discorso relativo ai video, alla qualità e alle possibilità che Fujifilm GFX 50S offre ai videomakers. Di base, senza firmware, la macchina fotografica arriva a registra ad un massimo di 30 fotogrammi al secondo in Full HD; una risoluzione normale, ormai passata, che però può avere ancora il suo perché in determinate produzioni (principalmente homemade, magari per piattaforme come Youtube). Fatto sta, e lo dico sinceramente, che se uno arriva a comprare Fujifilm GFX 50S per fare video significa che ha sbagliato in toto macchina fotografica, e se arriva a comprarla per fare contenuti su YouTube significa che ha tanti soldi da buttare via e che di prodotti non ci capisce molto. Seppur arrivi ad offrire un’ottima risoluzione, e dei colori decisamente appaganti, non è un modello indirizzato a chi realizza questo tipo di contenuti. Per farli ci sono altri prodotti, di Fujifilm stessa, che si possono andare a puntare e che restituiscono una qualità superiore. Fatto sta, comunque, che se la cavicchia abbastanza bene, nonostante qui sia essenziale avere un treppiede fotografico perché altrimenti risulterebbe impossibile.
Sotto l’aspetto delle connettività, come vi ho scritto sopra, Fujifilm GFX 50S incorpora il chip per il Wi-Fi, molto comodo se si intende scattare da una notevole distanza, mentre le varie porte presenti offrono, secondo me, tutto quello di cui c’è bisogno su un modello di questo tipo. Per concludere, due parole sulla batteria relativamente buona. Arrivare a 400 scatti non è difficile nemmeno con un utilizzo intenso della macchina fotografica, che non è studiata per scattare a raffica ma piuttosto per farvi ragionare sul singolo shot. Viene naturale, quindi, definire quasi “troppi” i 400 scatti che si possono raggiungere, proprio perché studiando, analizzando e progettando ogni singola inquadratura vi verrà difficile realizzarne di più. Fatto sta, dal mio punto di vista, che è un parametro che possono migliorare.

Fujinon XF 100mm f/2 e XF 100-200mm f/5.6
Non è la sede adeguata per fare quella che potremmo definire una recensione delle due lenti che ho provato, però penso sia importante raccontarvi come mi sono trovato con loro e il feeling restituitomi una volta montate sulla macchina fotografica. Le due lenti si differenziano dal concept stesso, essendo una fissa e l’altra zoom, ma posso garantirvi che sono entrambe di ottimo livello. Potremmo definire Fujinon XF 100-200mm f/5.6 l’ottica “kit” delle medio formato del produttore giapponese, nel senso che è una tra le più economiche in vendita, eppure restituisce una resa dell’immagine davvero notevole dalla qualità generale alla nitidezza. Discorso diverso, invece, per il 110mm f/2: l’ottica, oltre ad essere una freccia con l’autofocus (ma lo è anche lo zoom che ho provato), ha una qualità disarmante e il centro dell’immagine è qualcosa di sublime. La qualità va leggermente a perdersi man mano che ci si sposta dal centro e ci si avvicina ai bordi, ma nulla di preoccupante e la resa cromatica viene mantenuta omogenea lungo tutto il fotogramma. Entrambe le ottiche sono perfettamente bilanciate una volta montate su Fujifilm GFX 50S, complici anche le rispettive dimensioni contenute, e dopo aver passato ben sei ore a tenere in mano la camera con il 100-200mm f/5.6 montato non ho sentito alcun dolore al polso. Questa, da parte mia, è una qualità importantissima. Da sempre sono un forte sostenitore del bilanciamento dei corpi, quindi ritrovarmi con una medio formato di queste dimensioni (che pur essendo piccola, per me che sono minuto risulta “grande”) e non sentire il peso delle ore passate a tenerla in mano è un pregio. Le ghiere della messa a fuoco e del diaframma scorrevano bene, e la stabilizzazione ha fatto il suo dovere.
A conti fatti, entrambe le lenti si sono rivelate ottime, di buona fattura e costruzione, con un motorino dell’autofocus interno silenzioso e all’altezza delle aspettative, con delle dimensioni contenute rispetto alla concorrenza. Quali consiglierei tra le due? Onestamente è molto difficile dirlo, perché sono due ottiche diverse per tipologie di fotografi diversi. Il 100-200mm è sicuramente più versatile, ma il 110mm restituisce un’immagine unica e ricca di tridimensionalità, anche se è molto limitante in certi contesti fotografici.
Fujifilm GFX 50S recensione: galleria fotografica
Fujifilm GFX 50S recensione: scarica i file RAW
Se siete rimasti incuriositi dai file che produce questa macchina fotografica, e sono sicuro che lo siete, avete la possibilità di scaricare direttamente i RAW e provare voi stessi a lavorarli. Come in ogni nostra recensione ci teniamo a darvi la possibilità di “testare” con mano i modelli di macchine fotografiche che abbiamo la possibilità, come redazione, di provare e recensire per voi. Ricordate sempre che la post produzione è un passaggio fondamentale nel voto complessivo che una fotocamera può ottenere, perché esiste dall’alba dei tempi (si, anche dall’era analogica) e può far fare il salto di qualità alle vostre immagini. Una sola, piccola, avvertenza: i file presenti in questa recensione di Fujifilm GFX 50S sono pesanti, molto pesanti, quindi scaricateli con parsimonia. Potete fare il download dei RAW direttamente da questo link.
Fujifilm GFX 50S recensione: conclusioni
Cosa potrei dire per concludere la recensione di Fujifilm GFX 50S? Potrei dirvi che è stato per me un onore immenso poter utilizzare in un paio di servizi questa macchina fotografica, che è stato un piacere enorme potermi confrontare con un modello che è stato in grado di lanciare Fujifilm in questo settore e che ha significato un punto di arrivo, e di conseguente ripartenza, per il mercato fotografico. Ho amato a dismisura il feeling nel tenerla in mano e nell’utilizzarla sul campo, la sua “lentezza” e il fatto che richiedesse al fotografo un ragionamento approfondito prima di fotografare. Mi è piaciuta la resa cromatica, la nitidezza, nonché la qualità intrinseca della macchina fotografica e la possibilità di ottenere dei JPEG fantastici che non hanno nessun bisogno di essere post prodotti. Fujifilm GFX 50S è stato un punto di partenza importantissimo per il brand, e ora capisco perché. La sua importanza, anche a distanza di anni, si fa sentire e, soprattutto il sistema di AF, è impressionante. Ci sono cose che non mi hanno fatto impazzire di Fujifilm GFX 50S, come la posizione di alcuni pulsanti e la precisione dell’autofocus, però è innegabile il fatto che il brand giapponese abbia fatto un passo avanti gigantesco che non può essere altro se non un trampolino di lancio per quello che arriverà in futuro. Forse, e lo dico col cuore, non sono il fotografo adatto a lei: sono una persona che tende a muoversi e scattare rapidamente mentre sono in movimento, quindi l’utilizzo canonico di questa macchina va un po’ a cozzare con il mio stile. Questo, però, non è assolutamente un difetto, perché ognuno deve sempre ricercare il miglior prodotto per sé e la fotografia che intende realizzare. Comprerei Fujifilm GFX 50S per i miei servizi fotografici? La risposta potrebbe essere no, perché se è vero integra una qualità generale da far slogare la mascella, è altrettanto vero che io non sarei in grado di sfruttarla appieno e, con ogni probabilità, ora come ora sarebbe decisamente superflua per me. Potrei azzardare a dire che è la macchina fotografica medio formato per eccellenza? Potrebbe esserlo, a patto che decidiate di utilizzarla nel modo corretto.
Recensione in breve
Fujifilm GFX 50S
Fujifilm GFX 50S è una macchina impressionante, tanto potente quanto non adatta a tutti i fotografi. Non utilizzerei mai questo modello per fare fotografia di strada, tanto meno per realizzare dei reportage dinamici, ma in tutti gli altri contesti dove è richiesta una qualità senza compromessi, una profondità di campo incredibile e una tridimensionalità senza eguali, è la scelta adeguata. Penso ai fotografi ritrattisti, pubblicitari, di paesaggio e still life: tutti loro potrebbero trovare in Fujifilm GFX 50S la compagna ideale con cui condurre una felice e inarrivabile vita fotografica.
PRO
- Qualità d'immagine senza compromessi
- Tridimensionalità inarrivabile per altri formati
- Resa cromatica classica di Fujifilm
- Simulazioni pellicola
- Autofocus velocissimo per questa categoria
- Adatta solo ai professionisti di certi generi fotografici
- Ti fa riflettere molto prima di scattare
CONTRO
- Adatta solo ai professionisti di certi generi fotografici
- Durata batteria ok, ma migliorabile
- Eyes Focus non sempre preciso
- Posizionamento di alcuni pulsanti
- Mirino elettronico senza infamia ne lode