X-H2 in offerta
Fujifilm X-H2 recensione è la nostra prova della nuovissima fotocamera mirrorless da poco presentata dal produttore giapponese. Con 40 megapixel di sensore e la possibilità di registrare in 8K, sulla carta questa fotocamera si pone come prodotto rivelazione del 2022, contando che il sensore resta APS-C. Avrà soddisfatto le nostre aspettative? Come si comporta ad alti ISO? A livello video come si comporta? Scopriamolo nella nostra prova, completa come sempre anche di file RAW scaricabili gratuitamente per testare voi stessi le possibilità di questo prodotto.
Guardando le caratteristiche di Fujifilm X-H2 e usando questo prodotto, oltre a rimanere colpito sotto tantissimi punti di vista per l’immenso lavoro fatto dagli ingegneri giapponesi nel creare questo piccolo gioiellino, mi sono posto una domanda: “il mondo sarà pronto per te?”
Il mio dubbio è presto svelato: viviamo una vita a duecento allora costantemente, dinamica, a tratti stressante (o anche sempre, dipende), una vita in cui il progresso tecnologico a livello fotografico ha toccato vette impensabili fino a poco tempo fa, ma poi ci si confronta con “la massa” con “i clienti” e si capisce che, purtroppo, le esigenze principali si basano quasi esclusivamente sulla pubblicazione di contenuti sui social, che per una questione tecnica, non accettano immagini pesanti o ad altissima risoluzione. Da qui parte il mio dubbio amletico: il mondo è pronto per questo capolavoro ingegneristico? Ve lo spiego in questa recensione sincera e personale, come sempre del resto.
Fujifilm X-H2 recensione: a chi è adatta?
Facevo riferimento proprio a questo punto quando mi sono chiesto se il mondo fosse adatto per questo prodotto, perché in effetti, al giorno d’oggi, la fotografia è diventata, purtroppo o per fortuna, qualcosa di fin troppo accessibile: oggi tutti possono essere fotografi, tutti possono fare foto, tutti possono produrre contenuti, basta uno smartphone. La mia paura era proprio legata al fatto che un prodotto come questo potesse passare inosservato, perso in un mare di smartphone, social, e disinteresse per la vera qualità d’immagine, quella ottenibile esclusivamente con una Fotocamera con la F maiuscola, cioè un prodotto che nasce per fare foto, non per telefonare.
Sulla base di questo, potrebbe non esserci assolutamente alcun tipo di target in grado di apprezzare X-H2 e magari nemmeno di utilizzarla, ma voglio essere positivo ed ottimista, perché a conti fatti, se c’è un numero importante di persone che scattano solo con uno smartphone, c’è un’altra grande quantità di professionisti o appassionati che riescono a capire quanta differenza faccia usare una fotocamera per fare foto, scattare a 40 megapixel, girare video in 8K e, soprattutto, farlo con un prezzo decisamente accessibile, più di qualunque altra full frame paragonabile, sulla carta, a questo prodotto.
Fujifilm X-H2, paradossalmente, può essere adatta a tutti o a nessuno.
Sono passati più di 4 anni dall’introduzione di Fujifilm X-H1, era il lontano 14 febbraio 2018 e in quel momento, con quel prodotto, il target era molto chiaro, perché X-H1 era pensata soprattutto per i videomaker, dato che fu la prima Fuji ad integrare uno stabilizzatore d’immagine a 5 assi. Con X-H2 le cose cambiano un po’, perchè il sensore ha una risoluzione incredibile anche per le foto e, lato video, troviamo possibilità incredibili come il ProRes RAW in camera e la registrazione video in 8K@30fps con FLog2 a 720Mbits. Quello che non troviamo però, purtroppo, è la registrazione in 4K@120fps, limitata a Fujifilm X-H2s, la sorella arrivata qualche mese fa e dedicata prevalentemente alla fotografia sportiva.
Pertanto, se apprezzate davvero la qualità d’immagine e ne avete bisogno ad ogni costo, certamente con Fujifilm X-H2 non rimarrete delusi. Allo stesso modo, se le vostre esigenze sono basilari e non vi servono tanti megapixel e tantomeno la registrazione fino all’8K in ProRes, allora X-H2 potrebbe essere davvero troppo per voi.
Fujifilm X-H2 recensione: design e materiali
La forma, il design e i materiali di questa nuova X-H2 ricordano moltissimo sia X-H2s, sorella “di sensore”, ma anche la linea medio formato del produttore giapponese. Le due caratteristiche che saltano subito all’occhio, a livello estetico, sono la grande estrusione del grip frontale, adatta sicuramente ad una presa perfettamente salda per chi ha le mani piuttosto grandi, e il monitor superiore che fornisce informazioni utili su batteria, dati di scatto e minuti rimanenti lato video. Utilizzando Fujifilm X-H2 per qualche tempo, ho ritrovato l’amore e la comodità proprio per il display superiore, che manca nella maggior parte delle mirrorless odierne per questione di spazio e spessore. Per chi ha iniziato con le reflex, il display superiore era ormai diventato “ordinario”, mentre con le mirrorless, purtroppo, questa cosa si è un po’ persa. È bello che Fujifilm però abbia deciso di riportare questo display prima sulla serie GFX medio formato e poi sulla serie X-H.
Allo stesso modo, il corpo macchina di Fujifilm X-H2 ricorda molto quello di una reflex “rugged”, vecchio stile e generosa nelle dimensioni. Ciò che cambia però, in questo prodotto, riguarda perlopiù l’esperienza di utilizzo della fotocamera, piuttosto lontana da quella “classica” delle APS-C di Fuji e molto più vicina alle fotocamere “normali” di altri brand. Questo significa che non avrete le solite ghiere “Fuji Style” ma più una conformazione standard. Potrete tuttavia continuare ad utilizzare le ghiere dei diaframmi sugli obiettivi Fujinon compatibili, ma anche utilizzare le due ghiere (frontale e posteriore) a piacere. Io, ad esempio, ho impostato le ghiere “Nikon style” (in quanto 13 anni fa iniziai proprio con Nikon) mettendo il diaframma in quella davanti e il tempo d’esposizione in quella posteriore (l’opposto degli utenti abituati a Canon, insomma).
Sotto questo punto di vista, l’unica ghiera “esterna” che troverete in X-H2 è la ghiera dei programmi, che, al contrario delle solite ghiere di Fuji, offre la scelta netta tra “foto” e “video”, spaziando però nelle classiche priorità (tempi, diaframmi, program), e offrendo ben SETTE modalità custom pienamente configurabili (che sono un’infinità). In sostanza, potrete richiamare rapidamente ben sette diversi “scenari” preimpostati sia per quanto concerne la parte foto che quella video. Tale soluzione, in ambito video, l’ho trovata comodissima per richiamare modalità con framerate o risoluzioni diverse, a seconda se volessi registrare in 4K, 6K, 8K e così via.
Analizzando il corpo nel dettaglio, nella parte superiore troviamo quindi la ghiera dei programmi, la slitta hotshoe insieme all’EVF da 5.76 milioni di pixel in grado di avere un refresh rate fino a 120fps, un display E-Ink, lo switch di accensione sotto al tasto di scatto, un tasto dedicato alla registrazione video, un tasto dedicato alla sensibilità ISO, uno dedicato al bilanciamento del bianco e uno “jolly” configurabile, che io ho deciso di sfruttare per le varie simulazioni pellicola al fine di permettermi uno switch rapido tra le varie tipologie di colori. Sul lato del mirino EVF troviamo due tasti che possono tornare molto utili: uno riguarda la view mode, che vi permette di passare rapidamente da EVF a monitor (e viceversa) oppure attivare il sensore per farlo automaticamente; oltre a questo, troviamo anche il tasto “lampadina” che serve ad accendere la retroilluminazione del display superiore E-Ink, cosa particolarmente utile nelle situazioni di buio pesto (ma anche in quelle di buio sugo). Interessante il fatto che tutti i tasti superiori possano essere rimappati a piacere, in questo modo, se per qualche strano motivo non vi va bene che la sensibilità ISO sia su “ISO”, potete impostarla dove volete.
La parte frontale di Fujifilm X-H2 offre ben due tasti configurabili a piacere, il tasto di sgancio dell’ottica e la sempre comoda porta PC Sync per flash esterni, oltre alla luce di ausilio AF e la ghiera frontale.
La parte posteriore offre un display vari-angle da 3″ con 1.63 milioni di punti di tipo LCD, i vari tasti funzione già visti in altre FUJI e un Joystick molto più comodo e facilmente gestibile rispetto a quello di X-T4; lo dico perché il grip sembra decisamente migliore, unitamente al posizionamento, comodo sempre per chi ha una mano grande come la mia, un po’ meno per chi ha la mano piccola. Non manca poi una ghiera posteriore e una seconda estrusione posteriore per mantenere il grip decisamente comodo. Da notare poi, sempre nella parte posteriore, che, una volta aperto il display vari-angle, possiamo notare le due viti laterali che permettono il fissaggio della ventola esterna presentata insieme a X-H2S, in questo modo, potrete registrare video senza limiti e senza problemi di surriscaldamento. La ventola, come in X-H2s, oltre ad essere un componente da acquistare separatamente, è anche un accessorio pienamente regolabile all’interno del menù: si può infatti fare in modo che sia sempre accesa, che si accenda nei momenti di bisogno o che venga gestita automaticamente dal sistema. Il tutto viene regolato da un connettore da 5 pin nascosto da una piccola guaina di silicone proprio nella parte inferiore. Tale guaina deve ovviamente essere tolta per consentire la connessione della ventola opzionale.
Ma veniamo alla parte dei connettori, dove molti di voi faranno un boato di piacere: si, c’è la porta HDMI full, e questa fotocamera, insieme alla X-H2s è tra le prime Fuji ad avere tale “lusso”, nella speranza che si continui verso questa direzione per arrivare finalmente al compimento della mia missione iniziata tempo fa: far cessare l’esistenza della porta micro-hdmi in ambito foto / video. Oltre a questo troviamo un connettore per le cuffie e uno per microfono esterno in due simpatiche porte separate affinché vi sia possibile aprire soltanto quella che vi serve mantenendo così il più possibile la tropicalizzazione del corpo macchina. Non manca poi una porta Type-C laterale che può anche essere usata per la ricarica della fotocamera.
Le novità arrivano però anche nel lato destro, cioè quello opposto all’altro dedicato ai connettori vari: sparisce uno slot SD per far spazio ad uno slot CFExpress Type B già visto in molte Nikon Z e in alcune Canon. Pertanto, avrete due slot: uno CFE-B e uno SDHC, chiaramente dovrete usare il primo per le raffiche più veloci / con buffer illimitato o per i video in 8K e/o con codec particolarmente “importanti” (come il ProRes).
Nella parte inferiore troviamo il solito attacco a vite per treppiede, la porta per la connessione del battery grip e lo slot per la batteria, che rimane una NP-W235 uguale a quella usata per X-T4. Secondo lo standard CIPA, questa batteria può garantire fino a 680 scatti con display posteriore attivo oppure fino a 2 ore di registrazione in 8K. Dal mio utilizzo, ho notato come, in effetti, la batteria riuscisse a performare molto bene nell’utilizzo misto foto/video, portandomi anche quasi a fine giornata in una situazione dinamica come quella di Milano Comics, evento in cui tutto ciò che ho fatto io, tra foto di reportage e video, è stato prodotto da questa Fujifilm X-H2 con il nuovo 56mm WR.
Fujifilm X-H2 recensione: caratteristiche e specifiche tecniche
Questa nuova APS-C “ammiraglia” è la prima ad avere il nuovo ed incredibile sensore X-Trans CMOS 5HR BSI da ben 40.2 megapixel, sempre insieme al fedele compagno X-Processor 5. Si tratta inoltre della prima fotocamera APS-C al mondo ad offrire la possibilità agli utenti di registrare video fino alla risoluzione 8K@30fps con codec Apple ProRes interno.
Ci sono tanti “wow” e “incredibile” tra le specifiche, perché troviamo anche la possibilità di scattare fino a 1/180000s di secondo (rendendo possibile, ad esempio, l’utilizzo del 50mm f/1.0 a mezzogiorno in sole pieno ad apertura massima), così come la modalità Pixel Shift Multi Shot che permette di catturare foto fino a ben 160 megapixel. C’è un AF fino a 425 punti in grado di funzionare fino a -7EV con Deep Learning integrato che impara dalle nostre abitudini di scatto e migliora di giorno in giorno, di utilizzo in utilizzo. Grazie a questo nuovo AF è possibile selezionare dal menù anche il tipo di animale o veicolo seguire, a scelta tra “animale” “uccello” “automobile “moto e bici” “aeroplano” e “treno”, così la fotocamera saprà bene come gestire ciò che deve inquadrare. Troviamo poi uno stabilizzatore integrato fino a 7 stop, un mirino EVF da ben 5.76 milioni di punti, slot compatibile con CFExpress Type B, supporto a ProRes 422 (HQ, standard ed LT), codec h.264/h.265, bitrate fino a 720Mbps, 19 modalità di simulazione pellicola, porta HDMI tipo A, porta Type C, Bluetooth, WiFi, display superiore E-Ink, ghiera PASM e un LCD Vari-Angle da 3.0″ con 1.62 milioni di punti.
Ecco il consueto riepilogo delle principali specifiche e caratteristiche di Fujifilm X-H2:
- Sensore X-Trans CMOS V BSI da 40.2 megapixel
- X-Processor 5
- Video fino all’8K@30fps
- Assenza del supporto 4K@120fps (si ferma a 60fps)
- ProRes 422, LT e HQ interno
- Slot CFexpress Type B + SD
- Sensibilità ISO fino a 51200
- Supporto HEIF 4:2:2 10 Bit e RAW 14 Bit
- Bitrate video fino a 720Mbits
- 19 simulazioni pellicola
- Autonomia fino a 680 foto in modalità Economy oppure fino a 140 minuti di video
- Dimensioni pari a 136.3mmx92.9mmx84.6mm
- Peso pari a 660 grammi con batteria e scheda
- Bluetooth 4.2
- WiFi
- Supporto Ethernet con battery grip opzionale
- HDMI di tipo A, Connettore Type C, Jack cuffie e microfono
- LCD Vari-Angle da 3.0″ LCD con 1.62 milioni di punti con supporto Touch
- Otturatore elettronico fino a 1/180000s
- Mirino EVF da 5.76 milioni di punti
- Autofocus con Deep Learning
- Pixel Shift per foto fino a 160 megapixel
Fujifilm X-H2 recensione: prestazioni
Senza troppi giri di parole, sicuramente il fulcro della nuovissima X-H2 è il suo incredibile sensore, un BSI X-Trans da ben 40.2 megapixel, una sorpresa per molti in questo settore e soprattutto in questo segmento. Attualmente infatti, X-H2 offre il sensore con la maggior risoluzione al mondo nel mercato APS-C.
A differenza di X-H2S, che è la prima fotocamera Fuji con sensore Stacked X-Trans, X-H2 integra un X-Trans CMOS con la circuiteria “classica”, molto simile a quella vista in X-H1 e nelle varie Fuji con X-Trans. Il sensore è BSI, quindi retroilluminato, cosa che permette migliori prestazioni negli utilizzi in scarse condizioni di luminosità e ad alti ISO. Questa differenza fa capire chiaramente il motivo per cui X-H2s è dedicata allo sport e X-H2 più alla paesaggistica o altro: il sensore contenuto in X-H2 ha una velocità di readout ben inferiore rispetto allo stacked di X-H2s, pertanto è più adatto a contenuti “meno dinamici” rispetto comunque ad una corsa di Formula 1, una partita di calcio e così via. Questa, chiaramente, non è una certezza assoluta, perché in effetti dipende dalle situazioni e da tantissimi altri fattori, tuttavia però, un sensore X-Trans come questo rispetto ad uno Stacked X-Trans produrrà comunque più rolling shutter, è tecnicamente piuttosto inevitabile, ed è qualcosa che conta tantissimo a livello sportivo.
Nonostante questo però, Fujifilm X-H2 ha un otturatore elettronico incredibile, in grado di arrivare fino a ben 1/180.000s di esposizione, al contrario della sorella X-H2s che si ferma a 1/32.000s. Allo stesso modo, l’otturatore meccanico si ferma a 1/8000 e, la sua durata, è pari a circa 500.000 scatti, niente male davvero.
Il nuovo X-Processor 5, lo stesso presente su X-H2s, è il processore di nuova generazione che senz’altro vedremo presto su altre fotocamere Fuji ed è spinto da una CPU da 1GHz, un nuovo record rispetto ai 608MHz di X-Processor 4. Tuttavia però, X-H2 integra anche un processore da 600MHz (pari quasi ad un X-Processor 4 di un tempo) dedicato solo al nuovo stabilizzatore d’immagine da 5 assi in grado di arrivare fino a 7 stop. Grazie al nuovo sensore, Fujifilm X-H2 offre un nuovo range ISO con un valore nativo che parte da 125 ed è in grado di arrivare fino a 12.800, con la possibilità di essere espanso da 64 a 51.200.
Interessante anche la funzione “teleconverter“, presa un po’ in prestito dalla serie X100 forse, che vi permette, grazie al grande sensore da 40 megapixel, di effettuare un crop 1.4x oppure 2x per avere quindi una sorta di zoom anche con un obiettivo grandangolare fisso. Tale funzione vi facilità un pochino il compito in post se volete riprendere subito una scena con un crop effettivo anziché farlo dopo.
Se però dovessero servirvi più dei già tantissimi 40 megapixel, Fujifilm X-H2 offre anche la nuova modalità “Pixel Shift Multi Shot”, per la prima volta in una fotocamera della serie X. Grazie a questa modalità, potrete ottenere foto fino a ben 160 megapixel; grazie al nuovo sistema di stabilizzazione d’immagine incredibilmente sensibile e preciso, il sensore viene mosso ben 20 volte per creare un’immagine incredibilmente definita. Nonostante però i 7 stop di stabilizzazione, tale modalità è strettamente riservata ad un utilizzo con treppiedi, perché diversamente potreste incontrare delle difficoltà.
Fujifilm X-H2 recensione: qualità d’immagine
Se è vero che tante volte la qualità d’immagine è data anche dall’obiettivo e dal tipo di sfocato (magari in caso di fotografia ritrattistica), è altresì vero che per creare grandi immagini ci vuole un grande sensore, ed è proprio il caso di Fujfiilm X-H2, che, grazie ai suoi 40.2 megapixel (che in realtà possono arrivare fino a ben 160), offre qualcosa che non si era mai visto su una APS-C della serie X, e forse, magari, molto probabilmente, che non si era mai visto neanche su un sensore APS-C. La prima volta in cui ho provato Fujifilm X-H2 ero semplicemente in ufficio, non stavo facendo niente di che, e quindi ho provato a fotografare Luca Dondossola mentre scriveva una news per FotoNerd. Già quel piccolo risultato è stato assolutamente incredibile e stupefacente, perché anche solo dal piccolo display integrato di X-H2 ho potuto vedere la grande qualità, i dettagli, lo zoom e così via.
Non contento, chiaramente, ho portato con me Fujifilm X-H2 insieme al nuovo Fujinon XF56mm f1.2 WR all’edizione autunnale di Milano Comics 2022 di Malpensa Fiere (Busto Arsizio – VA), un evento in cui ho voluto testare interamente ogni singolo aspetto di Fujifilm X-H2, cercando di stressarla continuamente. Nel corso di questo evento mi sono quindi imposto di usare soltanto il 56mm, una scelta piuttosto azzardata, perché tra pubblico sotto al palco e persone in giro, spesso era richiesto un 18mm. Ok, in un paio di occasioni ho usato il 18-55 XF di Fuji, ma per il resto solo 56mm, e, permettetemi di dirlo, l’accoppiata X-H2 + 56mm f/1.2 WR è assolutamente incredibile, forse anche di più che con il 50mm f/1, perchè quest’ultimo è si più spettacolare nel bokeh e più luminoso ma anche molto più lento a mettere a fuoco (oltre che più grosso e più pesante).
Insomma, fotografando cosplayer, persone, momenti, concerti e spettacoli in due soli giorni ho capito che Fujifilm X-H2 è una macchina prestante, in grado di “tenere il ritmo”, adattarsi a mille difficoltà diverse e farlo nel modo migliore. Certo, fare video a mano libera, senza alcun gimbal quindi, affidandosi soltanto allo stabilizzatore integrato e con un 56mm ha messo a dura prova il sistema, che però, nonostante tutto, ha retto senza troppi problemi. Ho scattato più di 400 foto e girato più di 300 clip in due giorni, facendo fuori praticamente una batteria e mezza, il che mi fa capire che non si parla soltanto di alta qualità ma anche di grande efficienza dal punto di vista energetico.
L’unica cosa che forse ha un po’ stonato è stato il tasto “View mode” di fianco all’EVF, toccato dentro troppe volte e quindi ritrovandomi a non capire perché non riuscissi a vedere il mirino EVF avvicinando l’occhio (poi ci ho fatto l’abitudine). Per il resto, il connubio X-H2 + 56mm in soli due giorni è riuscito fortemente a far vacillare il mio mix di X-T4 + 50mm f/1.0, ma, a conti fatti, sono due corpi macchina diversi per esigenze nettamente diverse. Con Fujifilm X-H2 mi sono quasi sentito come con una full frame vera e propria, per profondità d’immagine, qualità, velocità e resa finale. Usata a livello lavorativo cambia davvero tutto, perché le varie caratteristiche diventano comodità irrinunciabili, come ad esempio il display superiore, la possibilità di registrare anche “solo” in 4K@60fps, il crop dell’immagine, la possibilità di scalare i JPEG, l’autofocus con Deep Learning e così via.
Questa qualità d’immagine abbinata alle simulazioni pellicola Fuji che non passano mai di moda rendono il prodotto un “must buy” per tutti coloro i quali non hanno budget per una full frame o medio formato oppure non hanno nemmeno le esigenze di avere un sensore più grande, perché in fondo con Fujifilm abbiamo visto di come spesso i limiti insuperabili di un sensore APS-C vengano poi effettivamente superati sempre e comunque. Chissà dove ci porterà il futuro, data questa X-H2.
Fujifilm X-H2 recensione: sensibilità ISO
A onor del vero, forse una delle primissime domande che mi hanno fatto dopo l’unboxing e le prime impressioni di Fujifilm X-H2, riguardava proprio la tenuta ad alti ISO, richiesta che in fondo è normale, perché sapendo di un sensore da 40 megapixel e per giunta APS-C, era lecito aspettarsi un “crack” ad alti ISO, magari anche già a 6400ISO.

Niente di più falso, perché, sorprendentemente, Fujifilm X-H2 offre incredibili capacità anche lato ISO, riuscendo a permettere scatti più che buoni anche a 10.000 ISO. Certo, con “più che buoni” intendo non a “cubettoni”, quindi recuperabili facilmente con un po’ di Lightroom o Capture One. Se ci pensate però, questo dato fa piuttosto paura, perché 10.000ISO per una fotocamera APS-C da 40 megapixel sono davvero tantissimi, soprattutto se pensate che un risultato simile l’ho raggiunto e valutato con la mia Nikon D850 qualche anno fa, fotocamera reflex full frame tra gli ultimi grandi modelli di un’era tecnologica ormai passata. Ricordo bene in varie prove di aver descritto Nikon D850 come “molto utilizzabile anche a 10.000 ISO”, e la prova riguardava anche la fotografia notturna, dov’è facile coprire le stelle con il rumore elettronico. Sorprendentemente quindi, questa Fujifilm X-H2 si comporta bene anche a quel livello di sensibilità.

Certo, più salirete e più l’immagine diventerà inutilizzabile, mostrando sempre più grana e sempre meno definizione, ma a questo punto mi sembra più che normale.

Lato video invece, la stessa cosa posso dirla anche fino a 6400ISO, dove le immagini risultano tranquillamente utilizzabili senza grande bisogno di correzione in fase di montaggio.

Si tratta quindi di un grande risultato, l’ennesimo grande risultato direi, per questa fotocamera mirrorless APS-C “delle meraviglie”, perché questa qualità non era facile da raggiungere, ma Fujifilm ce l’ha fatta.
Fujifilm X-H2 recensione: autofocus
Nonostante la profonda differenza di sensore, X-H2 condivide lo stesso e identico sistema di autofocus della sorella più veloce X-H2s, incluso il Deep-Learning basato sulla rilevazione del soggetto che abbiamo scoperto proprio con X-H2s.
Questa X-H2 può variare i punti AF esattamente come le altre Fuji, arrivando quindi ad un totale di circa 425 in varie modalità. Allo stesso modo, selezionando la personalizzazione dell’AF-C è possibile avere un’interfaccia molto simile a quella già vista in altri prodotti, come ad esempio X-T4, motivo per cui sarà molto familiare agli utenti del brand e facile da imparare per chi invece passa a Fuji.
Le performance in AF sono rapide e fantastiche esattamente come in X-H2s (anche se il sensore stacked della versione S dovrebbe offrire qualcosa in più in termini di velocità effettiva), pertanto, anche in questo caso è possibile vedere degli amabilissimi rettangoli che si spostano sui soggetti vari o sugli occhi dei soggetti. Mi dispiace molto che non ho potuto riprendere con il mio smartphone ciò che stavo vedendo nel display della X-H2 mentre registravo Giorgio Vanni sul palco (ed ero esattamente dietro di lui), ma è stato impressionante, e ora proverò a spiegarvelo in breve: in sostanza, Fujifilm X-H2 integra questo nuovo riconoscimento multiplo dei soggetti basato sul deep learning e aiutato dall’X-Processor 5 da ben 1GHz; questo, in termini pratici, si traduce in situazioni in cui ad esempio, mentre ero sul palco, vedevo decine di rettangoli che analizzavano ogni singola persona davanti a Giorgio Vanni (ma dietro rispetto all’AF della fotocamera – dato che io ero dietro a Giorgio e quindi mi stava dando le spalle). Questo significa che X-H2 stava riconoscendo in tempo reale, e con una velocità aliena, tutto ciò che succedeva, in termini di movimento, per ogni singola persona.
Se una persona si muoveva a destra e un’altra stava ferma a sinistra, X-H2 se ne accorgeva, analizzandola di continuo, cercando di capire di cosa io avessi bisogno e su cosa dovesse spostare la priorità. Vedere una cosa del genere con così tante persone davanti a te è qualcosa di incredibile, perché alla fine, in ogni caso, è tutto a fuoco. Il rovescio della medaglia, in questo caso, è che il sistema dava spesso la priorità al pubblico e non a Giorgio Vanni, proprio perché era di spalle, il tutto in un momento in cui io però volevo riprendere Giorgio e sfocare il pubblico. Fortunatamente, grazie alla funzione MF+AF attiva, è bastato un rapido giro di ghiera della messa a fuoco per sistemare tutto e far capire alla fotocamera la mia priorità (e non lasciare la “sua”).
Questo significa che, supponendo di fare tante scene di concerti e correggendo ogni volta il fuoco sul soggetto di spalle, nel corso del tempo X-H2, tramite Deep Learning, avrà modo di imparare dalle mie scelte e cercare di compensare il più possibile, andando a fare meno analisi sui visi delle persone nel pubblico e magari concentrandosi di più sul soggetto in primo piano seppur di spalle.
Certo, tale problematica si sarebbe potuta tranquillamente risolvere disattivando dalle opzioni la priorità verso gli occhi umani, ma in quel momento volevo proprio mettere alla prova questa funzione e capire quanti calcoli riuscisse a fare in una frazione di secondo, e ne sono rimasto allibito.

In termini di raffica di scatto, X-H2 non è veloce come X-H2s, ma è normale e giusto così, le differenze di megapixel si fanno sentire e sono rilevanti per il tipo di genere fotografico scelto. Ad esempio, se scegliete l’otturatore meccanico, X-H2 si ferma a 15fps a risoluzione piena con AE/AF, che è comunque veloce per una fotocamera di risoluzione alta come questa. Allo stesso modo, cambiando verso l’otturatore elettronico, X-H2 è in grado di arrivare fino a 20fps, sempre con AE e AF, cioè ben 20fps in meno rispetto ai 40 offerti da X-H2s, che però ha anche 14 megapixel in meno, ed è certamente una differenza da valutare attentamente. Allo stesso modo, bisogna notare che la modalità a 20fps di X-H2 con otturatore elettronico esegue comunque un crop pari a 1.29x, stessa cosa che viene fatta in risoluzione 4K@60fps con stabilizzatore pienamente attivo (cosa che succede in quasi tutte le mirrorless full frame di fascia media).
Fujifilm X-H2 recensione: video
Prima di continuare con la parte video, ecco alcune caratteristiche che forse vi siete persi e che vanno sicuramente evidenziate:
- Registrazione fino all’8K@30fps con registrazione interna in ProRes
- Registrazione 6.2K interna in ProRes
- 4K (UHD e DCI) ProRes fino a 60fps sia in HQ che standard ed LT
- Nuova funzione “focus meter” per micro-regolazioni di precisione nella messa a fuoco manuale
- Uno dei migliori stabilizzatori d’immagine di sempre
- Ottime performance anche in condizioni di scarsa luminosità nonostante il grosso sensore
- Funzione di Digital Zoom con una piccola perdita di qualità d’immagine che può essere usata in 4K UHD e 4KDCI, oltre che in FullHD
- F-Log 2
- HDMI di tipo A con possibilità di registrazione RAW in output su Atomos Ninja o recorder Blackmagic Design
Detto questo, i video sono una caratteristica fondamentale di X-H2, cosa che ho avuto modo di sperimentare proprio durante Milano Comics 2022, fiera di due giorni in cui FotoNerd era presente con lo stand e in cui ho avuto modo di fare sia foto che video.
Lato foto, il mio compito era quello di fare un reportage generico in quanto gli altri ragazzi di FotoNerd erano allo stand a fare foto sui set. Lato video invece, il mio lavoro era un po’ diverso, perché dovevo realizzare quello che in gergo si chiama “after movie” dell’evento, cercando quindi di saltare da un padiglione all’altro riprendendo quanto più possibile della fiera, il tutto sempre con il 56mm f/1.2 WR, come da mia “sfida personale”. Avevo a disposizione soltanto due CFExpress Type B da 64GB, quindi potevo assolutamente scordarmi di girare in 8K, cosa peraltro non necessaria perché avevo bisogno di più frame per poter creare un po’ di amorevole slow motion in post. Pertanto ho deciso di girare in 4K@60fps in h.265 ALL-Intra, preferendolo al Long-GOP al fine di avere più qualità in post (dato il 4:2:2 a 10-Bit). Con 64GB di CFExpress riuscivo a registrare circa 11 minuti di filmato usando queste caratteristiche, ciò significava che ogni tot clip cambiavo scheda e dopo un po’ dovevo per forza tornare allo stand per scaricare tutto, questo significa che se avete bisogno di più minutaggio dovrete munirvi di schede parecchio capienti ma anche decisamente veloci.
Fortunatamente, Fujifilm ha già messo a disposizione le LUT “standard” per l’FLog 2 di X-H2, dandomi modo di convertire facilmente lo spazio colore dal log puro in camera ad un altro formato standard, senza fare troppi ritocchi o troppo color grading. La resa, anche solo con una semplice LUT “di serie”, è straordinaria, perché i colori sono brillanti ma anche cinematografici, i fermo-immagini sono fotografie “parlanti” e tutto viene condito alla perfezione.
Lato video, ci sono più di 13 stop di gamma dinamica usando F-Log 2 (a differenza di X-H2s che offre più di 14 stop di gamma dinamica), ma si vedono tutti, perché sono riuscito anche a recuperare alcune scene palesemente “bruciate” proprio per capire la resa e il recupero in post lato video, sempre con DaVinci Resolve 18.
Grazie alla possibilità di collegare una ventola esterna, che però non avevo con me, estende la possibilità di registrazione video, portandola a circa 50 minuti in condizioni di calore importante, come ad esempio 40°C. Nel mio caso, tuttavia, non ho avuto assolutamente bisogno di nessuna ventola, perché registrando brevi clip in 4K@60fps in 4:2:2 a 10Bit non c’è stato nessun tipo di surriscaldamento, nonostante facesse particolarmente caldo e tenessi spesso la fotocamera sotto al sole pieno. Lo stesso discorso vale in realtà per l’8K, in quanto le situazioni di surriscaldamento valgono perlopiù per video decisamente lunghi, che superano i 20 minuti. Questo minutaggio è infatti il limite dichiarato dal produttore per una registrazione senza ventola alla massima definizione possibile lato video.
Lo stabilizzatore è un altro componente che si è comportato decisamente bene, nonostante l’abbia messo a durissima prova, perché ho deciso di registrare l’after movie di Milano Comics a mano libera, senza nessun gimbal, camminando in giro e facendo carrellate rapide sfruttando soltanto stabilizzatore hardware + software interno. Certo, ci sono alcune scene nel video in cui si vede chiaramente qualche “saltellio”, ma diamine, avevo un 56mm f/1.2 a massima apertura ed ero a mano libera, tali miracoli ancora non esistono, altrimenti DJI e Zhiyun fallirebbero in tempo zero, non vi pare?
Fujifilm X-H2 recensione: galleria fotografica
Fujifilm X-H2 recensione: scarica i file RAW
Come per ogni recensione pubblicata su FotoNerd.it, anche in questo caso avrete modo di scaricare i file RAW di questa fotocamera. Potete scaricare i file RAW di Fujifilm X-H2 premendo qui oppure sul tasto qui sotto.
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Fujifilm X-H2 recensione: le nostre conclusioni
Questa nuovissima X-H2, ne sono certo, diventerà una must-buy per molti e si tratta di una grandissima dimostrazione di abilità da parte del brand, perché mettere 40 megapixel in un sensore APS-C e fare in modo che la rendita, anche lato ISO, sia alta, non è assolutamente facile. Una missione assolutamente complicata ma riuscita perfettamente, perché la qualità degli scatti è incredibile, l’autofocus magico, le potenzialità video importanti.

Spiace solo per l’assenza del 4K@120fps, così come anche di qualche simulazione pellicola aggiuntiva o “nuova”, per il resto però, Fujifilm X-H2 entra di diritto nelle migliori fotocamere del 2022, e farà la gioia di moltissimi utenti, anche e soprattutto a livello lavorativo.
Recensione in breve
X-H2
Questa nuovissima X-H2, ne sono certo, diventerà una must-buy per molti e si tratta di una grandissima dimostrazione di abilità da parte del brand, perché mettere 40 megapixel in un sensore APS-C e fare in modo che la rendita, anche lato ISO, sia alta, non è assolutamente facile. Una missione assolutamente complicata ma riuscita perfettamente, perché la qualità degli scatti è incredibile, l'autofocus magico, le potenzialità video importanti.
PRO
- Grandissima qualità d'immagine a 40 megapixel
- Video fluidi fino alla risoluzione 8K@30fps
- Fino a 160 megapixel di scatto
- Ergonomia perfetta
- Grande autonomia con una singola batteria
- Menù chiaro e ordinato
CONTRO
- Manca il 4K@120fps
- La ventola è opzionale e non costa poco