Fujifilm X-Pro 3 in offerta
Fujifilm X-Pro 3 recensione è la nostra prova di una fotocamera decisamente importante e diversa dalle altre. Come si sarà comportata? Cercherò di spiegarvelo con una recensione un po’ diversa dal solito, più incentrata sull’emozione che sulle specifiche, perché è questo il messaggio che il produttore vuole darci.
Sono passati tre anni e mezzo dalla presentazione di X-Pro 2, diretta evoluzione di X-Pro, presentata invece nel mese di febbraio 2012. Fin dall’introduzione della prima Fujifilm X-Pro, il produttore ha voluto delineare un target leggermente diverso per quanto concerne il tipo di utilizzo. Sebbene al giorno d’oggi siano diversi i target di riferimento per le fotocamere, dove quindi troviamo, tendenzialmente, i modelli entry level, i mid-range, la gamma “pro” e le ammiraglie, Fujifilm, già nel 2012, ha voluto sfidare il mercato creando quello che potrebbe essere definito come target “enthusiast”, cioè dedicato a chi ha emozioni, gusto, piacere e forte passione verso la fotografia; sì, perché oggi abbiamo a disposizione migliaia di modelli diversi di fotocamere in grado di scattare foto ad altrettanti migliaia di megapixel, dati tecnici mostruosi e prestazioni mai viste in passato.
Fujifilm X-Pro 3 recensione: essenza di fotografare
Oggi è di fatto possibile usare un grande sensore per avere così tanti megapixel da evitare (quasi) di dover acquistare una lente zoom in quanto, grazie banalmente ad un semplice crop, è comunque possibile recuperare l’immagine in modo più che decente. Insomma, siamo di fronte ad un esubero provocato da eccessive comodità che portano la nostra mente a “rilassarsi” troppo e quindi, per abitudine e per osmosi, a concentrarsi sempre meno sulle cose più importanti. Succede anche con gli smartphone, dove intere generazioni vengono costantemente distratte dal feed di Instagram, dalla bacheca di Facebook o dalle ultime offerte di Amazon. È la generazione social, la generazione “gobba”, la generazione che ormai viene anche dopo quella dei millenials, persone che invece comprendono il tipo di passaggio (in quanto affrontato quasi direttamente).
È proprio su questo discorso estremamente filosofico e culturale (ma anche di attualità) che si basa il concetto con cui fu sviluppata la prima X-Pro, caratteristica che però vediamo realizzarsi ancora di più in X-Pro 3.
Fujifilm X-Pro 3 è una fotocamera che, vista da lontano, sembra identica al modello precedente. Avvicinandosi però si iniziano a notare tante sfaccettature e dettagli profondamente diversi e rivisti, provandola invece, si riesce a capire la vera intenzione del produttore. No, non è questione di marketing o modi alternativi per vendere un prodotto, quello che viene annunciato da Fujifilm è verità assoluta: X-Pro 3 potrà riportarvi verso il piacere di fotografare.
Fujifilm X-Pro 3 è una fotocamera da comprendere, e, soprattutto, un prodotto che piace già al primo hands-on; se non piace, significa che non fate parte di quel target. L’essenza della fotocamera è permettere al fotografo di concentrarsi sullo scatto, sulla composizione e, soprattutto, sul famoso “carpe diem fotografico”. In questo Fujifilm ha vinto e il messaggio è chiaro, perché è innegabile che oggi, grazie ai profondi piaceri che l’evoluzione tecnologica ci porta, tendiamo a perdere troppo tempo davanti al display della fotocamera a fissare più volte uno scatto subito dopo aver premuto il bottone dedicato, operazione che di fatto ci distoglie dalla realtà e non ci permette di accorgerci che, proprio di fianco a noi, la vita va avanti e le cose succedono. Potrebbe esserci un meraviglioso arcobaleno davanti a voi, solo per qualche istante, però magari siete distratti dal display della fotocamera per guardare l’ultima foto fatta ad un sasso con una strana forma. Certo, questo è solo un semplice esempio, ma è ben chiaro l’intento di Fujifilm con questo modello e, almeno con me, ha funzionato tantissimo: scattare con questa fotocamera è stato come farlo per la prima volta in assoluto nella mia vita. Ho riacquistato una passione incredibile, una gran voglia di fare, di immortalare, comporre, pensare, concentrarmi, riflettere e solo dopo, alla fine della sessione di scatto, apprezzare. Tranquilli, adesso vi spiego il motivo di questa lunga ma necessaria introduzione.
Fujifilm X-Pro 3 recensione: design e materiali
La prima grande novità di questa fotocamera è proprio davanti agli occhi di tutti nel primo sguardo verso il prodotto, solo che va conosciuta per essere apprezzata davvero. Sto parlando del materiale con cui è stata realizzata questa fotocamera, il titanio, scelto non in maniera casuale ma grazie soprattutto alle proprietà e alla resistenza che riesce ad offrire. Di solito le fotocamere hanno materiali “standard”: nella quasi totalità dei casi si parla di Magnesio per la struttura e policarbonato o ABS per il rivestimento del corpo, per poi magari trovare, in alcuni casi, alluminio o metalli semplici per alcune rifiniture. Il titanio in effetti è una novità importante e interessante, perché porta alcuni vantaggi fondamentali in questo prodotto: si parla innanzitutto di resistenza e si arriva fino all’esclusività, perché estetica e scocca, per un prodotto come questo, devono fare la differenza.
Non è tutta in titanio però, perché la parte centrale rimane in magnesio, mentre le estremità inferiori e superiori sono appunto totalmente in titanio. Fujifilm ha però presentato una seconda variante di questa fotocamera, e la differenza non sono i gigabyte disponibili nella memoria flash (dato che invece riguarda gli smartphone) bensì il tipo di rivestimento. Al titanio “classico” si affianca la variante “DURATECT” che è un particolare rivestimento (sempre per la calotta superiore e inferiore) in grado di conferire al corpo una maggiore resistenza alle abrasioni.
Questo tipo di titanio necessita di un’artigianalità finale completamente umana: un esperto incaricato nel controllo e nella rifinitura si assicura che tutto sia assolutamente perfetto e ben costruito, rimuovendo eventuali imperfezioni provocate dalla macchina robotizzata.
Pertanto, per distinguere le due versioni, Fujifilm ha definito quella in “titanio classico” come “Ti” e la variante Duratect con “Dr” affinché sia più semplice, per l’utente finale, comprendere i due tipi di costruzione del corpo. Cambia anche il prezzo in realtà, ma di questa caratteristica ve ne parlerò meglio al termine di questo articolo di approfondimento.
Nonostante le novità in termini di materiali e design, il peso della fotocamera rimane molto simile a quello del passato, fermandosi a 447 grammi e garantendo comunque la resistenza alle intemperie, permettendo ai fotografi di scattare (quasi) in ogni situazione.
Il mirino rimane una caratteristica importante di X-Pro 3, offrendo il classico stile a Telemetro ibrido già visto in passato. Si chiama Advanced Hybrid Viewfinder e permette al fotografo di scegliere come inquadrare in base a come si è svegliato al mattino. Pertanto, se al mattino vi svegliate “digitali” e pronti all’evoluzione userete il mirino elettronico, diversamente, se vi svegliate malinconici o stufi di tutta questa tecnologia, con la levetta posta nella parte frontale potrete disattivare completamente il mirino elettronico e passare a quello ottico classico. Tale funzionalità la considero, personalmente, una meraviglia per un semplice ma non troppo banale motivo; le mirrorless sono fotocamere fantastiche, le apprezzo davvero tanto, ma hanno tutte un problema importante nella ritrattistica in studio: provate ad impostare ISO 100, F/14 e 1/125 in una sessione con flash monotorcia, non solo non riuscirete a vedere il soggetto (nonostante le luci pilota), ma vi sarà anche quasi impossibile mettere a fuoco. Questa fotocamera risolve il tanto agognato problema della ritrattistica con mirino elettronico e, pertanto, può permettere al fotografo di essere più preciso e rapido rispetto magari ad una mirrorless anche più costosa o tecnicamente prestante (in fondo se non potete vedere cosa inquadrate sarà davvero difficile ricreare il giusto scatto).
Ci sono però importanti novità anche nel mirino (sia elettronico che ottico): è presente un nuovo design e una nuova UI (User Interface, interfaccia utente, ndr) che vi offre più informazioni sullo scatto. La struttura del mirino, per la parte interna, è stata profondamente modificata per permettere tre grandi vantaggi:
- ridurre la distorsione nelle zone periferiche;
- aumentare l’eye point a 17mm in modo da permettere un maggior confort visivo a chi, ad esempio, porta occhiali con grandi montature;
- viene ora garantito un campo di visione a 27mm, più utile per una grande molteplicità di scatti.
Per quanto concerne il mirino elettronico invece, la tecnologia del display passa da TFT a OLED, migliorando quindi notevolmente la qualità globale, i colori e il frame rate. Parlando proprio di colori, la gamma dello spazio colore sRGB è ora a 97%, la risoluzione passa a 3.69 milioni di pixel e il frame rate è stato aumentato a 100fps, per garantire una visione assolutamente perfetta e priva di lag (non che ce ne fossero nella versione precedente, anzi). Un’altra caratteristica importante per quanto concerne il refresh rate riguarda l’utilizzo di quello che si chiama “black frame”, cioè un semplice frame completamente nero che permette, tramite una specifica funzione presente nel menù di risparmio energetico, di diminuire l’effetto scia e aumentare il frame rate a ben 200fps, utile per chi davvero vuole prestazioni estreme.
Troviamo poi l’eliminazione del D-Pad (il cursore di spostamento in 4 direzioni, ndr) in favore di un grip migliore e di un’ergonomia globale maggiormente piacevole. Tutte le funzioni sono ora gestibili dal Joystick, variazione per nulla fastidiosa in quanto l’ormai quasi totalità della gamma Fujifilm presenta “solo” un Joystick con cui poter gestire tutto (ed è davvero comodo). Nella parte superiore è presente anche un nuovo tasto di scatto, che esteticamente sembra uguale a quello precedente, nella realtà dei fatti è però più preciso, morbido e confortevole, caratteristica che, anch’essa, riesce ad offrire un’esperienza più piacevole in fase di scatto.
La vera novità estetica che subito si nota girando la fotocamera verso la parte posteriore è sicuramente dedicata al display che…non c’è più. Ad essere più precisi però, in una seconda occhiata si nota che in realtà è presente ma ben nascosto (per un motivo specifico che spiegherò a breve) e, a conti fatti, i display effettivi sono due. A prima vista infatti noterete subito il piccolo display da 1.25 pollici che svolge due funzioni: vi permette di vedere il tipo di simulazione pellicola in utilizzo (richiamando il concetto del vecchio talloncino della pellicola che vi faceva capire quale delle tante era in uso) oppure, cambiando le impostazioni nel menù, è possibile vedere i dati di scatto attualmente in uso per avere subito sotto controllo la situazione, un po’ come già succede per i display superiori delle “classiche” reflex o mirrorless più evolute. Spostando il display posteriore verso il basso, l’effettivo monitor da tre pollici si estende e può ruotare fino a 180° verso il basso, permettendovi quindi di inquadrare una scena anche nei momenti in cui la fotocamera è sopra o sotto rispetto ai vostri occhi. Niente di più vero: la sensazione è proprio questa.
Cerchiamo però di capire, lato pratico, come si comporta sul campo Fujifilm X-Pro 3 e quali caratteristiche tecniche offre.
Fujifilm X-Pro 3 recensione: prestazioni importanti
Personalmente, guardando e provando questa fotocamera mi sono interessato poco alle specifiche tecniche da “nerd” perché non è questo il main focus nell’essenza di questo prodotto. Ad ogni modo, all’interno di Fujifilm X-Pro 3 troviamo il già apprezzato sensore X-Trans CMOS 4 APS-C da 26 megapixel spinto dalla quarta generazione di X-Processor Pro. È quindi disponibile un rilevamento di fase su tutto il sensore, otturatore ibrido con possibilità di disattivare la prima tendina e in grado di arrivare fino a 1/8000 per il meccanico oppure 1/32000 per l’elettronico. I punti di messa a fuoco sono 425, è presente il riconoscimento di volti e occhi e, soprattutto, tutte le varie modalità dinamiche e sportive che rendono l’AF più rapido e scattante, esattamente come già visto in X-T3. Non manca l’intervallometro integrato per i time lapse, la conversione RAW a 8 o 10 bit, la registrazione di video fino a 4K@30 fps (anche questo esattamente come X-T3), Wi-Fi e Bluetooth. Ho particolarmente apprezzato inoltre la presenza di un doppio slot per SD, caratteristica non così scontata nelle mirrorless di fascia medio-alta. Grazie a questa caratteristica vi sarà possibile inserire due schede di memoria Secure Digital al fine di dividere foto e filmati (es.: foto sulla prima, filmati sulla seconda) oppure eseguire un backup in tempo reale di ciò che memorizzate al fine di avere una maggior sicurezza personale.
Presente anche una porta USB-C laterale che permette la ricarica della fotocamera tramite Powerbank oppure con cavi USB di tipo C (quelli reversibili, per intenderci).
C’è da notare un’importante caratteristica che mi ha fatto sobbalzare dalla sedia una volta scoperta: Fujifilm X-Pro 3 può mettere a fuoco fino a condizioni di luce pari a -6EV, il che significa che praticamente riuscirete comunque a sfruttare l’autofocus nel bel mezzo del buio pesto. Tale caratteristica è assolutamente da record in quanto, normalmente, le fotocamere (anche di fascia alta) si comportano bene “solo” fino a -4EV, e due stop in più fanno davvero la differenza.
Per quanto concerne la raffica, X-Pro 3 arriva fino a 30fps, inteso per il solo otturatore elettronico e con crop 1.25x che corrisponde ad un buffer massimo di 60 foto in JPEG, 37 in RAW lossless oppure 34 in formato RAW non compresso. Se invece usate l’otturatore meccanico, la raffica si “ferma” a 11 con un buffer di 145 foto in JPEG, 42 in RAW lossless oppure 36 in RAW non compresso. Si tratta comunque, in entrambi i casi, di numeri importanti che, fino a poco tempo fa, vedevamo soltanto nelle ammiraglie, le costosissime fotocamere dedicate ai fotografi sportivi.
Tra le novità importanti che meritano una menzione ad honorem troviamo anche la nuova simulazione pellicola chiamata “Classic Neg” e corrispondente alla vecchia pellicola Superior 100. Mi sono assolutamente innamorato fin da subito degli scatti con questo tipo di simulazione applicata. I colori sono piuttosto desaturati e il look globale è decisamente “cine-style”, cioè “da cinema”, esattamente come piace a me. Non manca poi una nuova simulazione dedicata anche al bianco e nero definita “Monochromatic color” e che offre al look B&W un’estetica ancora più affascinante. Se poi siete fotografi “vecchio stile” abituati a fotografare con la grana vera, Fujifilm ha pensato anche a questo: è presente infatti una funzione che vi offre la possibilità di aumentare o diminuire densità e dimensione della grana presente nello scatto.
Per accontentare i più esigenti, Fujifilm ha inoltre inserito nel firmware un particolare settaggio dedicato alla curva tonale: all’interno del menù vi sarà quindi possibile vedere in tempo reale il tono delle alte luci o delle ombre per assicurarvi che l’esposizione o la quantità di luce nel vostro scatto sia effettivamente di vostro gradimento. Certamente in questo caso si tratta di una funzione prettamente digitale, quindi, tornando al discorso iniziale, è valido soltanto per i giorni in cui vi alzate dal letto col piede “digitale”.
C’è poi una sezione dedicata alle esposizioni molteplici: si parte dall’ormai classico HDR da tre scatti e con intensità variabile a seconda dei gusti per poi passare alla multi esposizione avanzata, cioè fino a 9 scatti che possono essere automaticamente uniti uno sopra l’altro per avere effetti estremamente creativi e originali; il tutto potendo scegliere una simulazione film diversa per ogni scatto e, sopratutto, senza la necessità di avere un computer per post-produrre: avviene tutto in camera.
Non manca nemmeno una funzione molto simile alla tecnica conosciuta come “focus stacking”, cioè un tipo di scatto che, in questo specifico caso, unisce fino a 999 frame scattati di una singola scena al fine di ottenere la reale messa a fuoco perfetta per ogni esigenza possibile.
Fujifilm X-Pro 3 recensione: la qualità di scatto
Per quanto la composizione, l’estetica e la qualità di uno scatto siano opinioni estremamente personali e soggettive, in quanto forma d’arte, non mi sono volutamente soffermato troppo sui lati “digitali” e sul numero di megapixel; ho infatti voluto provare questa sorta di “X-Pro Experience” (come mi piace definirla) al 100%. Ho scattato per un paio d’ore circa a vari soggetti tra cui modelli, elementi d’arredo, palazzi e fiori riuscendo a resistere dalla tentazione di aprire il display più grande e rivedere quanto scattato (oppure, banalmente, riguardando lo scatto nel mirino elettronico, cosa ovviamente possibile) ed effettivamente ho riscoperto il vero amore per la fotografia, divertendomi tantissimo. Va bene, lo confesso, un paio di volte ho aperto il display per riguardare gli scatti, ma, a mia discolpa, avevo bisogno di capire alcune particolarità (penso che come scusa sia sufficientemente credibile).
Perché è stato così divertente ed emozionante? Mi spiego meglio: se avessi usato una qualsiasi altra fotocamera, per una questione puramente mentale, psicologica e di abitudine, avrei preso l’esperienza più dal punto di vista lavorativo, prestando quindi attenzione al risultato, focalizzandomi sullo scatto eseguito e pensando soprattutto a come presentare il risultato finale al Cliente. Con X-Pro 3 ho vissuto un’esperienza totalmente diversa, senza pensare al lavoro, senza vedere ciò che stavo facendo come un impegno da portare a termine a tutti i costi. Nel mio personalissimo caso, questa fotocamera ha colpito nel profondo psicologico, perché fa parte della mia vita di tutti i giorni la fotografia per lavoro, quella in cui devi fare le cose come vuole il Cliente oppure devi assolutamente consegnare entro un orario prestabilito. Ci mancherebbe, fa parte del lavoro ed è considerato tale per questo motivo, ma in effetti mi mancava da un po’ lo scatto “per passione” o per divertimento senza impegno, semplicemente perché nelle mie fotocamere di tutti i giorni ci vedo un mezzo di lavoro. Fujifilm X-Pro 3 è lontana dall’essere un mezzo di lavoro, perché merita di essere vissuta come passione, amore, riscoperta della fotografia pura. Ogni singolo richiamo a livello estetico o funzionale è stato studiato per questo motivo, e funziona tuto alla perfezione in questo senso. Scattando per la prima volta con questa fotocamera mi sono sentito come le prime volte in cui presi in mano una fotocamera, decisamente tanti anni fa. Ho rivissuto sensazioni che credevo di aver dimenticato, emozioni profonde e mi sono ricordato, cosa molto importante, che amo la fotografia e non potrei mai vivere senza. A volte è fondamentale avere una “memo” del genere, perché spesso nella vita frenetica e tecnologica del giorno d’oggi dimentichiamo alcuni valori, alcuni fondamenti o semplicemente ci dimentichiamo di come ci si rilassa, di come si affronta una passione e di quanto sia bello esplorare e raccontare con mezzi che una volta erano impensabili e che oggi offrono qualcosa di unico.
È per questo motivo che sono stato triste quando ho restituito questa fotocamera: non volevo separarmi da X-Pro 3. Sono riuscito a concentrarmi sulla vita intorno a me, su sguardi, emozioni, sensazioni, composizioni, costruzioni, cose che vedo tutti i giorni ma che hanno un significato purtroppo diverso. Con questa fotocamera anche un tavolo in legno può diventare un’opera d’arte, e non è vero che non è possibile fare la stessa cosa con un’altra fotocamera, siamo noi (o almeno, io) che non riusciamo ad esprimerci allo stesso modo.
Chiaramente il mio discorso è valido prettamente per la “mia” cerchia di target: professionisti (liberi o non) che lavorano tutti i giorni con la fotografia, che vivono una vita frenetica, che subiscono pressioni normalissime dai Clienti e così via.
Come però ho scritto all’inizio di questo approfondimento, Fujifilm X-Pro 3 è un tipo di fotocamera a cui dai un giudizio la prima volta in cui la provi: ti può piacere oppure no. Di certo non piacerà a tutti, di certo non tutti proveranno le stesse emozioni di scatto, ma è esattamente questo il tipo di risultato che ci si aspetta da X-Pro 3; è una fotocamera dedicata ad una nicchia piuttosto ristretta disposta a comprendere a fondo che, in questo caso, non si parla di tecnologia e nemmeno di megapixel, si parla di emozioni e passione.
Fujifilm X-Pro 3 recensione: conclusioni
In questo momento è un po’ finita la magia dell’emozione di scatto, perché sono arrivato a confrontarmi con un prezzo piuttosto alto e fuori dalle mie aspettative. Pur comprendendo il tipo di qualità da “elite” di questo prodotto e la sua esclusività, il mercato in cui si deve confrontare oggi è sicuramente difficile. Certamente non si tratta di una questione tecnica e, proprio per questo motivo non voglio vedere X-Pro 3 come un prodotto “da lavoro”, non che non possa farcela, però è giusto differenziare il tipo di passione e di scatto. Mi è piaciuto tantissimo emozionarmi e divertirmi con questo prodotto e desidero che la sensazione rimanga tale.
Certamente come fotocamera “da weekend” il prezzo è piuttosto proibitivo, contando che dovrete poi aggiungere anche il costo di varie ottiche se non ne siete già in possesso. Per tutti i miei scatti ho deciso di usare il 35mm F1.4R e non me ne sono affatto pentito, ad ogni modo, su questo prodotto potete montare qualsiasi ottica della serie X, anche il 200mm F2 (se ne avete il coraggio, ovviamente).
Fujifilm X-Pro 3 recensione: prezzo e disponibilità
Fujifilm X-Pro 3 è disponibile in due varianti: la versione “Ti” quindi “base” al costo di 1939,99€ a partire da fine novembre e la versione “Dr” con il trattamento Duratect al costo di 2139,99€ a partire da metà dicembre, prezzi ovviamente per il solo corpo. Se in questo articolo “Fujifilm X-Pro 3 recensione” non avete trovato tutte le specifiche tecniche che cercavate, vi invitiamo a visitare la pagina dedicata sul sito del produttore cliccando qui.

Fujifilm X-Pro 3 recensione: galleria scatti
Recensione in breve
Fujifilm X-Pro 3
X-Pro 3 è una fotocamera che emoziona, su questo è vero. Quanto siete disposti a spendere per emozionarvi e ritrovare la magia in fase di scatto? Se non ci sono problemi, allora questa è la fotocamera per voi, diversamente, potrebbe non essere adatta. Senz'altro Fujifilm merita un encomio per il tipo di approccio psicologico con i fotografi moderni che, almeno nel mio caso, si è rivelato vincente e straordinariamente eccitante.
PRO
- Grande qualità d'immagine
- Feeling meraviglioso
- Concentrazione sullo scatto
- Mirino ibrido fantastico
- Simulazione film strepitosa
- Doppio slot
CONTRO
- Switch del mirino buggato
- Autonomia migliorabile
- Menù poco intuitivo
- Video in 4K limitati
- Prezzo piuttosto alto