Fujifilm X-T4 in offerta
Non mi sento di esagerare quando dico che Fujifilm X-T4 è una delle fotocamere più attese in assoluto di questo 2020, un anno decisamente particolare per tantissimi motivi e che ha portato innumerevoli difficoltà a tutti. Non è però questo l’articolo in cui essere “negativi” e pensare a ciò che stiamo vivendo ma anzi, prendetela più come un’opportunità per realizzare un piccolo sogno personale: toccare presto con mano un prodotto che certamente rivoluzionerà i prossimi “mesi fotografici”. Vediamo quindi come si è comportata Fujifilm X-T4 in questa particolare recensione “in quarantena”.
Devo dirlo: sono stato particolarmente fortunato per un motivo in particolare, mi riferisco al fatto che ho ricevuto Fujifilm X-T4 a cavallo tra la “fase 1” e la “fase 2” della quarantena, pertanto ho avuto il tempo necessario per “spippolarla” a casa, accarezzarla e dormirci insieme qualche notte per poi uscire a fare foto pronto e ben preparato sulle varie potenzialità di questo nuovo prodotto. E credetemi, non so bene da dove iniziare, perché le novità sono più del previsto.
Fujifilm X-T4 recensione: specifiche e scheda tecnica
A vederla da lontano (ma molto lontano), Fujifilm X-T4 assomiglia molto al modello precedente e al modello precedente ancora. Avvicinandovi piano piano però inizierete a notare molte differenze, a partire dal monitor Vari-Angle, cioè un display posteriore articolato che, al momento dell’annuncio, ha reso gioiosi videomaker in erba e fotografi particolarmente creativi circa le angolazioni di scatto alternative. Si tratta di una novità molto importante per Fujifilm e molto richiesta dagli utenti: di fatto ora è anche possibile “chiudere” il display e avere un’esperienza simil X-Pro 3 limitandosi ad utilizzare il mirino elettronico. Oltre a questo troviamo un sensore X-Trans CMOS 4 da 26 megapixel con retroilluminazione e stabilizzatore integrato che compensa fino a 6.5 stop, altra fondamentale innovazione di Fujifilm X-T4 e altra grande richiesta da parte degli utenti. Questa aggiunta è un’altra rivoluzione in quanto, finora, la stabilizzazione in casa Fuji era esclusiva delle ottiche e della serie X-H (che per ora si presenta “solo” con X-H1). La raffica di scatto arriva fino a ben 30 fps, rendendo questa fotocamera particolarmente indicata anche per la fotografia sportiva, caratteristica resa possibile con l’aiuto di un AF ormai molto apprezzato da 425 punti e varie modalità di tracking veloci e personalizzabili. Troviamo poi la possibilità di registrare video fino al 4K@60fps sia UHD che DCI, uno slow motion in 1080p fino a 240fps e tantissime personalizzazioni avanzate lato video. Il mirino elettronico è da 3.68 milioni di punti ed è di tipo OLED con 100fps di refresh rate, ergo, se deciderete di sfruttare principalmente il mirino elettronico al posto del display posteriore non avrete nessun tipo di problema e nessun lag o ritardo.
È presente la nuova batteria NP-W235 che offre un’autonomia di circa 500 scatti per carica (come dichiarato in base allo standard CIPA), doppio slot SD UHS-II, connettore USB-C con power delivery per ricarica da presa di corrente o powerbank e ben 12 simulazioni pellicola tra cui la nuova Eterna Bleach Bypass.
Vediamo quindi un breve ricapitolo delle specifiche tecniche di Fujifilm X-T4
- Sensore X-Trans CMOS 4 da 26 megapixel retroilluminato
- Stabilizzatore in-body fino a 6,5 stop
- Raffica di scatto fino a 30fps con un crop pari a 1-25x oppure fino a 20fps senza crop (o fino a 15fps con il nuovo otturatore meccanico)
- Video fino al 4K UHD / DCI a 60fps oppure 1080p fino a 120fps con output diretto in slow motion (in camera)
- Display articolato posteriore
- Processore X-Processor Pro 4
- Gamma ISO da 160 a 12.800 estendibile da 80 a 51.200
- Autofocus ibrido (contrasto / fase) fino a 425 punti con modalità Eye Tracking e funzioni avanzate per la fotografia sportiva
- Mirino elettronico da 3.68 milioni di pixel di tipo OLED con un refresh rate di 100fps
- Nuova batteria NP-WP235 con un’autonomia fino a 500 scatti per ricarica singola
- Doppio slot SD UHS-II
- Connettore USB Type-C con supporto power delivery
- 12 simulazioni pellicola che includono la nuova Eterna Bleach Bypass
- La fotocamera misura 134.6 x 92.8 x 63.8mm
- Il peso del solo corpo è pari a 607 grammi
Fujifilm X-T4 recensione: design e materiali
Per quanto concerne il corpo macchina di Fujifilm X-T4 sono stati fatti profondi miglioramenti sotto alcuni punti di vista: al di là del redesign e riposizionamento di alcuni tasti (che restano pur sempre configurabili a piacere per un’esperienza più “X-T3 style”) troviamo ora un grip molto più confortevole e prominente rispetto al passato e che permette una presa molto più salda anche a chi ha mani più grandi. Il corpo è realizzato in ABS / policarbonato con inserti in alluminio ed è tropicalizzato, quindi resistente ad agenti atmosferici (ma non portate la fotocamera con voi nella vasca – visto che in piscina ancora non si può andare). Partendo dalla parte superiore, troviamo un ordine delle ghiere praticamente uguale al modello precedente, ci sono però novità importanti “sotto” alle ghiere principali: Fuji è solita creare delle ghiere “ibride”, cioè con possibilità di essere usate per duplici funzioni. Per questo motivo, la ghiera della sensibilità ISO posta a sinistra include anche una ghiera secondaria (nella parte inferiore) dedicata ad alcune modalità di scatto: potrete quindi scegliere di fare uno scatto panoramico (con tanto di unione in real-time di tutti gli scatti, come accade negli smartphone), creare un bracketing avanzato (quindi vari scatti con diverse esposizioni), scegliere la raffica veloce (CH) o una raffica più lenta (CL), scattare in modalità scatto singolo oppure, grande novità, passare allo scatto dedicato alla fotografia HDR. Per quanto concerne questa funzione, in sostanza, non dovrete più entrare in menù arzigogolati per riuscire a fare uno scatto di questo genere ma vi basterà un rapido movimento di questa ghiera secondaria per attivare lo scatto multiplo con merging automatico, permettendovi così di avere un risultato finale già pronto “in-body”. Ovviamente se preferite il metodo “classico” o più “manuale” potete sempre girare la ghiera sul bracketing. Per quanto concerne la ghiera della sensibilità ISO, il valore massimo visibile è pari a 12800, che corrisponde anche alla massima sensibilità ISO per la modalità HDR. Spostandovi poi su “C” potrete regolare manualmente il valore di sensibilità arrivando fino a 51200 (tramite la ghiera secondaria frontale), ma fate attenzione: non vale per tutte le modalità di scatto, pertanto assicuratevi di sfruttare lo scatto RAW+JPEG. Sempre nella parte superiore si passa “attraverso” al mirino che integra nella parte superiore una slitta hotshoe utilizzabile per i vari accessori, un regolatore per la diottria e un tasto per scegliere la modalità di visione. Il mirino elettronico “nascosto” sotto alla slitta hotshoe è da 3.68 milioni di punti e di tipo OLED, ha un ottimo refresh rate e, sinceramente, non sbaglia un colpo.
Tra l’altro, questa versione del mirino EVF integra ora tre modalità: priorità bassa luminosità (che regola la luminosità del display per rendere più visibili i soggetti in ombra), priorità risoluzione (che migliora le prestazioni del mirino per garantire una migliore visione dei dettagli) e priorità frequenza, che aumenta la frequenza di aggiornamento per l’EVF uniformando il movimento. Passando alla seconda ghiera troviamo poi i tempi di scatto e alcune modalità (tipo Bulb, Priorità tempo e priorità diaframmi, i classici di una ghiera dei programmi). La vera novità, anche in questo caso, sta nella ghiera secondaria proprio sotto a quella “classica Fuji” dei tempi, ovvero il selettore “still / movie”. Grazie a questo nuovo selettore potrete passare rapidamente dalla modalità Foto a quella Video avendo notevoli migliorie in quanto molti menù verranno nascosti o mostrati a seconda della modalità di scatto che avete scelto, così da non confondervi troppo. Si tratta di una novità molto gradita che permette anche, finalmente, di fare ordine nei vari menù offrendo così più funzioni agli utenti ma senza troppo disorientamento. Presenti poi anche il classico tasto di scatto che è anche lo switch di accensione, la ghiera della compensazione dell’esposizione e un tasto Fn personalizzabile. Preoccupati per l’utilizzo della ghiera secondaria? Tranquilli, il metodo non è cambiato: c’è un piccolo perno sporgente nella parte posteriore (posteriore se impugnate la fotocamera, frontale se guardate la fotocamera da davanti) che vi permette di gestire la ghiera secondaria in un batter d’occhio e senza nessuna difficoltà. Sopra al mirino elettronico, fortunatamente, non c’è nessun flash pop-up, cosa che sarebbe stata una grande caduta di stile e sicuramente un accessorio non necessario ad un professionista che decide di acquistare questo prodotto.
Guardando la parte frontale di Fujifilm X-T4, notiamo un design con la solita e classica texture che aumenta fascino e grip, poi c’è una luce di messa a fuoco, un tasto funzione regolabile a piacere, la ghiera secondaria, un connettore PC Sync (che rimane un’ottima conferma e una rarità su molte mirrorless) per collegare, ad esempio, flash esterni da studio, il tasto di sgancio dell’ottica e il selettore del tipo di messa a fuoco, a scelta tra M (manuale), C (continua) e S (singola).
Bene, ora guardiamo la fotocamera dalla parte posteriore per analizzare i lati: sul lato destro è presente il sempre gradito doppio slot per scheda SD di tipo UHS-ii in cui, grazie alla vostra migliore scheda SD, potrete effettuare varie operazioni di backup, eccedenza, divisione file in base al tipo e così via. Il lato sinistro è sempre quello delle connessioni in una fotocamera, e infatti troviamo due “sportellini” che possono essere ben richiusi per garantire la corretta tropicalizzazione del corpo (lo spessore degli sportelli è garantito da una guaina apposita che evita contatti fastidiosi con liquidi che potrebbero entrare nella fotocamera, attraverso i connettori, e rovinarla). Nella parte superiore è presente la porta d’ingresso per il microfono, l’ingresso proprietario per un telecomando esterno a filo e la porta delle cuf…ah no, attenzione, Fujifilm ha tolto la porta delle cuffie da questo prodotto. Spero che non ci troviamo di fronte alla “moda degli smartphone” in cui vengono rimossi connettori importanti in favore di adattatori, anche se, sempre nel caso degli smartphone, è possibile “risolvere” il problema con degli auricolari senza filo, qui no. Fortunatamente, c’è da dirlo e sottolinearlo, Fujifilm, togliendo questo connettore, ha aggiunto nella confezione un adattatore USB-C -> Jack femmina con cui potrete sfruttare la porta USB-C della fotocamera per usare le cuffie. La porta USB Type-C si trova nella parte inferiore del lato sinistro, vicino all’uscita micro HDMI, e, come di consueto, permette la ricarica. La mia unica perplessità riguarda una problematica che abbiamo già vissuto con gli smartphone: e se dovessi aver bisogno di ricaricare la fotocamera mentre uso le cuffie? In sostanza, è possibile utilizzare alcuni adattatori USB Type-C già visti per i vari MacBook, notebook e smartphone per ovviare al problema, resta però il fatto che per utilizzi professionali non è certamente la cosa più comoda in assoluto. La soluzione? Bisognerebbe trovare il modo di collegare auricolari Bluetooth alla fotocamera, anche se sono certo che molti non sarebbero d’accordo in quanto non si tratta di una soluzione professionale per il monitoraggio dell’audio (e sono d’accordo).
Passando alla parte posteriore, troviamo l’estrusione del mirino elettronico che prova a rubare la scena al nuovo display articolato senza però, questa volta, riuscirci: è ovviamente il nuovo display il vero protagonista della parte posteriore. Credetemi, il fatto che sia orientabile / articolato, costituisce un vantaggio netto circa le reali possibilità creative. Non sto di certo dicendo che è una novità assoluta in fotografia, anzi, ma mi fa molto piacere che una soluzione del genere sia arrivata anche su un’ammiraglia di questo tipo. Il display posteriore è touchscreen e ha una risoluzione pari a 1,62 milioni di punti, caratteristiche sempre presenti e che tornano utili unitamente alla possibilità fisica di orientare il tutto. Con “orientare” intendo anche che il display può essere fisicamente “chiuso” verso l’interno garantendo così un miglior strato protettivo alla fotocamera, soprattutto quando viene posta nello zaino.
C’è da notare poi che questa parte posteriore offre una miglior estrusione del corpo nella parte alta a destra per garantire un grip ancora più accurato per tutti: una miglioria gradita insieme al miglioramento del grip frontale. Sembra di tenere in mano un’altra macchina fotografica. Sempre nella parte posteriore non mancano, ovviamente, i tasti per la gestione dei vari menù, il tasto “Q” per il quick menù, il tasto AEL, il joystick per gestire i punti di messa a fuoco, un D-Pad e un bottone dedicato al layout grafico del display posteriore. Non manca ovviamente la ghiera “primaria”, cioè quella con cui gestirete il tempo d’esposizione “secondario” nel classico “modo Fuji”: con la ghiera superiore dei tempi modificate il parametro primario, es. 1/250, poi, con la ghiera posteriore, potete fare “micro” regolazioni, come ad esempio portarvi a 1/200 oppure a 1/320, e così via.
Nella parte inferiore troviamo il consueto attacco a vite per treppiede, i contatti per il battery pack opzionale (opportunamenti coperti con un guscio protettivo, sempre per la storia della tropicalizzazione) e il vano batteria. Ho due approfondimenti da fare per quanto concerne batteria e battery pack: la batteria è tutta nuova, ora è “cicciosa”, si chiama NP-W325 e ha un’autonomia media fino a circa 500 scatti. Per quanto concerne il battery pack (o vertical grip), è disponibile come acquisto opzionale, si chiama VG-XT4 e, sorpresa, ha il jack delle cuffie. Pertanto, se Fujifilm X-T4 diventerà la vostra nuova fotocamera super mega iper professionale anche per il lato video (e soprattutto con l’utilizzo di un treppiede), vi consiglio di meditare l’acquisto di questo accessorio. Certamente, per quanto mi riguarda, acquisterei il vertical grip a priori per una questione di miglior ergonomia complessiva (a discapito di peso e dimensioni, ovviamente) e maggior comodità nello scatto in verticale. Certo, dimenticavo anche l’autonomia, perché non dimenticatevi che con questo accessorio potrete avere un totale di tre batterie per un’autonomia fino a circa 1700 scatti in modalità economy. Decisamente sorprendente.
Tra l’altro, sempre parlando di nuove batterie “cicciose” (mi piace molto questa nuova batteria, lo specifico) penso che possa interessarvi sapere che Fujifilm ha creato un nuovo accessorio dedicato proprio alle esigenze professionali di chi ha bisogno di batterie cariche (e magari, ovviamente, ne ha più di una). Si chiama BC-W235 e permette di caricare due batterie contemporaneamente, ergo, è l’accessorio perfetto per me che normalmente acquisto 7-8 batterie per ogni corpo macchina che uso e le mantengo sempre cariche sulla base delle necessità lavorative (le scarico anche quando le uso, tranquilli).
Non mancano poi le connessioni WiFi e Bluetooth per gestire le operazioni da e verso smartphone/tablet a vostro piacimento. Con la connessione continua tramite Bluetooth vi sarà possibile scattare una foto e avere subito una versione a 2 megapixel sullo smartphone, perfetta per la condivisione sui social e così via. Tramite il WiFi invece potrete gestire il controllo remoto (quindi a distanza) della fotocamera e condividere con i vostri dispositivi (tablet, smartphone…etc) non solo file RAW a risoluzione piena ma anche video.
Fujifilm X-T4 recensione: prestazioni
Una delle cose più importanti da provare quando si impugna una fotocamera Fujifilm è sicuramente l’esperienza di scatto. È fondamentale che il tipo di esperienza che Fuji vuole “regalarvi” sia ben interpretata e usata nel modo corretto. Certamente questo non vale per tutti noi in quanto siamo diversi, proviamo emozioni diverse e abbiamo esperienze / preferenze di scatto differenti. Per quanto mi riguarda, non vorrei definirmi “trend settler”, ma di fatto, ogni volta in cui impugno una Fuji ritrovo un’innata voglia di raccontare storie, di non pensare alla fotografia come “lavoro” “sforzo” e così via e, qualora dovessi avere qualche blocco creativo, riesco a “curarmi” in un solo istante. Questo, per quanto mi riguarda, è garantito da diversi fattori, a partire dal feeling che si ha nel momento dell’impugnatura, il tatto con il bottone di scatto particolare ed esclusivo, il contatto con la texture del corpo macchina e, ovviamente le simulazioni pellicola. Queste simulazioni, per chi ancora non lo sapesse, sono una trasposizione digitale riadattata per le nostre esigenze moderne di alcune “vecchie” pellicole di successo del produttore. Ad oggi quindi, con le fotocamere Fujifilm, è possibile rivivere la “magia” di alcune particolari “marcature” di colore (o di bianco e nero esclusivo ed unico) tipiche del passato. In sostanza, grazie alle simulazioni pellicola, che sono 12 in Fujifilm X-T4 grazie all’adozione della nuova e spettacolare “Eterna Bleach Bypass” (che non so perché ho deciso che si deve chiamare “spiaggia slavata” anche se “Bleach” non c’entra nulla con “spiaggia” – lasciatemi perdere nelle mie convinzioni malate), è possibile ottenere un particolare colore già in fase di scatto e, volendo, applicarlo anche in post-produzione richiamandolo direttamente dal profilo salvato nel file RAW.
Per chi non lo sapesse infatti, indipendentemente dal fatto che decidiate di utilizzare Lightroom, Capture One o i programmi che Fujifilm mette a disposizione, come RAW Studio, non solo potrete avere un JPEG finale di grande qualità e con già la simulazione applicata, ma potrete anche richiamare tale “profilo” su un file RAW. Su Lightroom, ad esempio, nel modulo “Sviluppo” (Develop in inglese – no, non c’entra con “developpa giù” come dicevano Aldo, Giovanni e Giacomo), è possibile selezionare il profilo colore e richiamare non solo la simulazione pellicola scelta ma anche cambiarla sulla base di quella disponibile nella fotocamera. Per questo motivo, sempre parlando di Lightroom (ma vale anche per gli altri programmi sopracitati), se avete, ad esempio, scattato una foto con la simulazione Bleach Bypass, in post-produzione potrete cambiarla con un’altra qualsiasi tra quelle disponibili nella fotocamera ed effettuare la VOSTRA post-produzione di ombre, alte luci e così via sulla base delle vostre preferenze. Per quanto concerne questo discorso delle simulazioni pellicola, si tratta di una reale esclusiva Fujifilm, perché nessun altro produttore ha una funzione del genere dal punto di vista della personalizzazione dello scatto. Certamente ci sono tanti altri produttori che offrono profili colore vari, ma difficilmente riescono ad avvicinarsi alla qualità visiva di una simulazione pellicola. Grazie a questo vantaggio importante, è anche possibile, ad esempio, avere la possibilità di scattare in JPEG e ottenere già foto finite che non necessitano di alcun tipo di post-produzione. Motivo per cui vi sarà possibile essere anche più rapidi per alcuni determinati servizi fotografici. Se siete amanti del Classic NEG come me, sarete sempre innamorati della “pasta” di uno scatto e non avrete quindi bisogno di apportare altre modifiche particolari alla scena o ai colori (fatta eccezione per crop e simili, ma è un altro discorso).
Fujifilm X-T4 recensione: qualità di scatto
Fujifilm X-T4 integra lo stesso sensore da 26 megapixel presente in X-T3, pertanto potreste pensare che, dal punto di vista di un fotografo, non cambi poi così tanto rispetto al modello precedente. Vero, ma anche falso. Si, perché sebbene la qualità d’immagine non sia cambiata poi così tanto, così come le possibilità di modifica dei file RAW, c’è da dire che sono state introdotte molte “funzionalità” che migliorano ulteriormente le possibilità di scatto offerte ad un fotografo. Questo significa che, di fatto, Fujifilm non ha deciso di mantenere lo stesso sensore precedente perché non era in grado di fare di meglio, sono certo che il produttore potrebbe sviluppare un sensore APS-C da 30 megapixel anche domani stesso, ma sarebbe servito a qualcosa? No.
Il discorso è molto semplice: Fujifilm ha deciso di inserire molte novità come la nuova simulazione pellicola Eterna Bleach Bypass che resta una meraviglia dal punto di vista estetico e lo stabilizzatore d’immagine che, anche in fotografia, porta notevoli miglioramenti. Migliori prestazioni non significa prettamente “più megapixel”, perché credetemi, 26 megapixel sono più che sufficienti per la maggior parte delle esigenze, professionali o amatoriali che siano. C’è poi da sottolineare che qualche piccolo miglioramento sotto la scocca c’è stato, perché di fatto Fujifilm X-T4 in molti casi soffre meno di rumore elettronico ad alti ISO rispetto a tanti altri competitor con sensore full frame, e questo è già un punto importante da non sottovalutare.
Per il resto, l’esperienza Fuji è quella che vince su tutto: in un mix di tecnologia allo stato puro, richiami al passato e bellezza estetica (parlo sempre del lato fotografico), non c’era bisogno di aumentare i megapixel, ingrandire il sensore (eresia tra l’altro, perché Fujifilm non farà mai sensori full frame, ed è una scelta interessante per quanto concerne il loro stesso mercato di fotocamere medio formato) e così via.
Posso pertanto concludere il paragrafo dedicato alla qualità di scatto sottolineando come, nella mia esperienza personale con questa fotocamera, più scattavo foto (con simulazione film già applicata) e più sentivo il bisogno e la voglia di continuare a farlo, semplicemente perché scorrendo le varie simulazioni pellicola sono una più bella dell’altra, e quando sei all’interno di una sessione di scatto, magari di street photography, e vuoi raccontare qualcosa (com’è giusto che sia), questa fotocamera non ti fa smettere di volerlo fare.
Dal punto di vista tecnico, c’è un nuovo otturatore che offre uno scatto a raffica aumentato fino a 15 fps, e si parla sempre del lato “meccanico”. Il nuovo sistema ora risulta più silenzioso e con una vita raddoppiata rispetto al passato. In sostanza, il produttore dichiara che la vita di questo nuovo otturatore passa dai 150.000 cicli di X-T3 a ben 300.000 con X-T4. Per quanto concerne la raffica, è possibile arrivare fino ad un incredibile velocità di ben 30fps (con l’otturatore elettronico), tuttavia dovrete però accettare un crop pari a circa 1.3x che, su 26 megapixel, non è comunque poi così tanto. Per questo motivo, vi sarà possibile fare fotografia sportiva senza alcun problema.
Fujifilm X-T4 recensione: stabilizzatore d’immagine, una novità molto gradita
Avevamo già sentito parlare di stabilizzatore d’immagine in Fujifilm X-H1, fotocamera che monta la stessa dotazione hardware di X-T2 ma che fece scalpore proprio per la presenza di questo IBIS integrato in camera, e quindi non solo nelle ottiche. Rispetto a quel tipo di stabilizzatore, Fujifilm ha lavorato molto dal punto di vista ingegneristico, portando in X-T4 un sistema di nuova concezione che ora è il 30% più piccolo e il 20% più leggero di quello montato su X-H1. Oltre a questo, ci sono anche dei sensori giroscopici per compensare ulteriormente il movimento a livello elettronico, e adesso lavorano 8 volte più precisamente rispetto sempre a X-H1. In sostanza, per scendere un po’ nel tecnico, X-H1 utilizza dei ganci elastici e molle a spirale, mentre X-T4 delle molle magnetiche. Sotto lo stesso punto di vista, X-H1 utilizza tre magneti per i sensori di posizione e altri tre magneti per gli attuatori, mentre X-T4 sfrutta “solo” 3 magneti per tutte le funzioni di stabilizzazione. Per questo motivo, il nuovo stabilizzatore è più piccolo, più leggero, più prestante e più “studiato” dal punto di vista ingegneristico, e le cose possono solo andare ben in questo caso.
C’è poi un nuovo meccanismo di assorbimento per le vibrazioni: X-H1 aveva un tipo di attuazione sopra e sotto l’otturatore, mentre X-T4 offre un’attuazione sopra, sotto e a lato dell’otturatore. Il tutto mantenendo comunque una compattezza interna migliore, una precisione migliore e prestazioni che non possono avere paragoni col passato. Tutti questi cavilli tecnici per spiegarvi che ora, con questo IBIS (che no, non è l’uccello, parlo sempre dell’In Body Image Stabilization), Fujifilm X-T4 può arrivare ad una stabilizzazione di ben 6.5 stop di compensazione del movimento, che…beh, non ci sono altre parole per dirlo, è TANTISSIMO. Il tutto avviene però con “solo” 18 delle 29 ottiche disponibili a catalogo.
Fujifilm X-T4 recensione: nuove funzioni importanti
Prima di passare, come di consueto, a parlarvi di Autofocus, Sensibilità ISO e lato video, dove le novità sono moltissime, vorrei descrivervi alcune peculiarità che forse non tutti hanno notato. Ad esempio, Fujifilm X-T4 offre la nuova funzione “White Priority / Ambience Priority” che, in sostanza, riguarda l’ottimizzazione del bilanciamento del bianco. Da qui deriva la “White priority” che dà priorità alla riproduzione del bianco, utile se state ad esempio scattando una modella con un vestito bianco su sfondo bianco in un ambiente con luci al neon o tendenzialmente “gialle”. Poi c’è la Ambience Priority (o “priorità ambiente”) che fondamentalmente fa la stessa cosa ma offre priorità alla luce ambientale anziché ai bianchi presenti nella scena. La modalità “Auto” invece crea una media tra le due funzioni per cercare di offrirvi una sorta di bilanciamento del bianco “ibrido”.
Arriviamo poi a quel punto da veri nerd della fotografia: che significa che Fujifilm X-T4 ha un processore quad core? Che me ne faccio?
Ottima domanda ragazzi, grazie. Sì, perché Fujifilm X-T4 ha un processore quad core quasi ai livelli di un classico computer, scelta che non solo migliora la rapidità, la fluidità e l’operatività generale, ma grazie al connettore USB Type-C può diventare una vera manna per tutti voi. Finora infatti, nella vita, acquistare una fotocamera professionale e/o ammiraglia in grado di produrre file “importanti” significava, di conseguenza, avere un computer in grado di poter gestire questa mole di dati. Infatti non può esistere che voi abbiate una fotocamera con sensore da 45 megapixel e un PC con processore Celeron M, perché non potreste riuscire a gestire praticamente nulla di quei file. Ecco perché l’idea di Fujifilm è stata geniale: tramite il programma gratuito Fujifilm X-Raw Studio, collegando la fotocamera al computer tramite cavo USB Type-C è fisicamente possibile sfruttare la potenza di calcolo del processore all’interno di X-T4 per permettervi di essere “aiutati” nella fase di post-produzione. Ve lo rispiego meglio perché ammetto che la cosa mi ha eccitato troppo.
Navigando nel menù di Fujifilm X-T4, andando nella “chiave inglese” e poi su “impostazione connessione”, troverete la voce “modalità connessione”. All’interno poi c’è la voce “CON.RAW USB/RIP.BAC.” che letta così sembra non voler dire nulla, ma personalmente penso che avrebbero semplicemente potuto chiamarla “MAGIA” (sarebbe stato più semplice). Attivando questa funzione, vi basterà collegare X-T4 al computer, aprire X-Raw Studio e sfruttare la potenza del processore integrato in questa nuova fotocamera per dare una mano al computer nella post-produzione. Pertanto, se avete un PC un po’ datato e che, poverino, non ce la fa più tantissimo con la fotografia, potreste ancora potenzialmente aspettare a cambiarlo, perché X-T4 gli darà una mano (#XT4PERILSOCIALE).
C’è poi da aggiungere, come se non bastasse, che Fujifilm X-T4 supporta il software “Fujifilm X Acquire” che è sempre un eseguibile disponibile per Windows e Mac pensato per quei fotografi che condividono la stessa fotocamera. Si, avete capito bene, non vi bastava condividere l’abbonamento a Netflix, vero? (cosa illegale peraltro). Da oggi potrete condividere anche una X-T4: con X Acquire, in sostanza, potete salvare TUTTE le configurazioni create nella fotocamera (menù personali, personalizzazioni delle funzioni, personalizzazioni dei tasti e così via), tenerle nel computer, ripristinare la fotocamera, darla ad un amico / collega / congiunto (l’ultima è quella più valida per il periodo), aspettare che ve la restituisca (se lo farà davvero, ovviamente) e ricaricare tutte le vostre impostazioni. Il concetto è molto simile ai classici “utenti” dei vari sistemi operativi Windows, macOS e Android: immaginate di condividere un PC con mamma, papà e sorella/fratello, ovviamente andrete a creare degli utenti. Con Fujifilm X Acquire si fa più o meno la stessa cosa, ma con un procedimento software aggiuntivo. Il prossimo passo sarà quello di avere una schermata di blocco su Fujifilm X-T5 da sbloccare tramite Face ID e con cui sarà possibile scegliere l’utente che utilizza la fotocamera? Forse sarebbe figo. Credo. No. Si, forse.
Fujifilm X-T4 recensione: Sensibilità ISO
Siete ancora qui a leggere la recensione? Io al punto “CON.RAW USB/RIP.BAC” avrei chiuso tutto per andare subito a comprarla, ma ammiro la vostra tenacia. Ad ogni modo, scherzi a parte (mica tanto eh), lato ISO mi sembra quasi di aver visto dei miglioramenti importanti rispetto al passato, perché di fatto, la qualità è maggiore, la grana inferiore. Non a caso qualche paragrafo fa vi ho scritto che sembra quasi di avere per le mani un sensore full frame per quanto concerne il rumore elettronico, perché nella maggior parte dei casi è quasi tutto perfetto. Tutto questo sorprende per un semplice motivo: i sensori APS-C, a livello tecnico, non sono assolutamente fatti e concepiti per avere una resa vincente dal punto di vista del rumore elettronico, eppure nei laboratori di Fujifilm devono aver scoperto qualche formula strana mischiando acido desossiribonucleico, lego e policarbonato (parole a caso).

La ghiera della sensibilità ISO è posta, come nel modello precedente, nella parte superiore a sinistra. Questo significa che non dovrete usare una delle duecentocinquantamila ghiere presenti sulla fotocamera per “sacrificarla” per la sensibilità ISO. Non c’è un meccanismo “a molla” o “a rilascio” come in X-Pro 3 (con il vetrino, ricordate?) e personalmente lo preferisco così: è più facile e veloce da usare, si può avere una precisione migliore e, banalmente, potreste variare la sensibilità ISO anche senza guardare fisicamente le cifre (perché tanto vedete tutto dal mirino o dal display). Mi piace sapere e pensare che se il mio occhio è “all’interno” del mirino elettronico e, pertanto, non ho la visuale sull’esterno (passatemi il termine), posso comunque cambiare i vari parametri quasi ad occhi chiusi (si fa sempre per dire) perché ho un feedback non solo tattile ma anche visivo immediato. Se poi invece sto guardando fisicamente la fotocamera allora è tutto più semplice, perché con una rapida rotazione vado subito sul valore che desidero. Sulla ghiera i valori ISO si fermano a 12800, ma poi ci sono le due classiche lettere “A” e “C”. La “A” sta per “Auto”, pertanto sceglierà la fotocamera stessa il valore ISO più adatto per la scena inquadrata (funzione regolabile all’interno del menù). Per quanto concerne la “C”, che sta per “CUSTOM”, significa che potrete scegliere autonomamente il valore sfruttando, in questo caso, la ghiera posteriore o anteriore sul corpo macchina (a vostra scelta in base alle configurazioni soggettive).

Questo è il parametro che vi serve per poter arrivare, ad esempio, alla massima estensione della sensibilità ISO di Fujifilm X-T4, che in questo caso corrisponde a 51200 ISO. Mi piacerebbe potervi dire che i file a 51200 ISO sono inutilizzabili e da buttare, ma non è così. Paradossalmente, la grana presente a ISO 51200 è comparabile ad una grana a 25.600 ISO di alcuni competitor (anche full frame), motivo per cui certamente, vedrete del rumore (ci mancherebbe) e la foto sarà un po’ “sgranata”, ma il file, tutto sommato, non è da buttare. Questo stupisce, perché è una caratteristica che non ti aspetti su una fotocamera del genere, soprattutto sapendo che è APS-C. Ho fatto alcune foto al buio quasi assoluto, scattando a 51200 ISO, diaframma molto aperto e tempo piuttosto lento, ottenendo risultati utilizzabili e comunque non troppo pasticciati, il che è decisamente esemplare.
Fujifilm X-T4 recensione: Autofocus
Anche in questo caso, a prima vista, l’autofocus sembra lo stesso presente nella fotocamera precedente e anche in X-T30, quindi parliamo di un sistema ibrido (a rilevamento di fase e di contrasto) che può arrivare fino a 425 punti in varie modalità e zone. Include l’Eye Tracking, ottimizzazioni per la fotografia sportiva, possibilità di mantenere a fuoco un soggetto anche quando esce e rientra nel frame e così via. Tutto uguale a prima, vero? No.
Anche per quanto concerne l’autofocus è stato fatto molto lavoro dal punto di vista dei miglioramenti: è ora presente un nuovo algoritmo AF che vanta di una velocità operativa fino a 0,02 secondi, ovvero la massima velocità attualmente “disponibile” per una mirrorless APS-C. Sempre grazie a questo nuovo algoritmo, è ora possibile catturare un soggetto con una precisione che va oltre al 90%, motivo per cui, praticamente, non sbaglierete mai, nemmeno nei movimenti più dinamici.
Questo algoritmo, in realtà, porta miglioramenti un po’ a tutto il sistema di autofocus, non soltanto alla velocità di messa a fuoco e alla precisione. Il nuovo algoritmo utilizza infatti le informazioni sul colore e sulla forma del soggetto per bloccarne e tracciarne costantemente il movimento mantenendo però una messa a fuoco precisa e fulminea. È stata poi migliorata anche la reattività di messa a fuoco sui soggetti che si allontanano dalla fotocamera, pertanto non dovrete aspettare decenni per la “sistemazione” del punto di messa a fuoco a livello continuativo.
Provando questa Fujifilm X-T4 dal punto di vista dell’autofocus, sia per video che per foto, sono rimasto decisamente impressionato e basito dalla reale precisione e velocità nel compiere le varie operazioni. L’unico momento in cui Fujifilm X-T4 sbaglia la messa a fuoco è quando siete troppo vicini e, di conseguenza, non è fisicamente possibile mettere a fuoco a distanza così ridotta. Si, è un modo elegante per dirvi che, almeno in mano mia, non ha mai sbagliato un colpo.
Non dimentichiamoci poi del fatto che il sistema di autofocus di Fujifilm X-T4 può funzionare fino a ben -6EV, pertanto, quasi completamente al buio pesto (non al buio passata di pomodoro, attenzione – la smetto). In sostanza, il sistema AF a rilevamento di fase è rapido e preciso anche in condizioni di luminosità davvero scarsa, perfetto quindi per ritratti controluce (quando di luce ce n’è poca), fotografia notturna con AF e così via.
Fujifilm X-T4 recensione: Video
Sono ormai quasi due anni che Fuji non scherza affatto lato video e, gradualmente, sta portando e presentando al mercato prodotti realmente innovativi e dedicati ai videomakers. L’azienda ha capito quanto il mondo fotografico sia cambiato oggi e quanto sia necessario non solo offrire ottime soluzioni dal punto di vista fotografico, ma anche da quello video. Fino a qualche anno fa era facile dire “Ottima Fuji per le foto, decisamente sconsigliata per i video”, tuttavia, per le novità introdotte nel corso del tempo e soprattutto in X-T4, oggi potremmo dire “Ottima Fuji per i video, e poi fa pure le foto, cosa vuoi di più“. Si perché ci troviamo di fronte ad una fotocamera in grado di registrare video fino al 4K a 60fps in DCI o in UHD oppure fino a ben 240 fps in FullHD, ergo, potrete divertirvi davvero tanto con gli slow motion (X-T3 si fermava a 120 fps in FullHD). Prima però di parlare di lati puramente tecnici, è bene specificare che la più grande novità funzionale che ho trovato in X-T4, oltre al display articolato, è anche lo switch “Still • Movie“, cioè un selettore fisico posto nella ghiera dei programmi secondaria a quella del tempo di esposizione che vi permette di passare rapidamente dalla cattura di “frame” a quella di “frame rate”. Ok, sarò più chiaro: passerete al volo dalla modalità foto a quella video.
Cosa comporta questo? La scelta più intelligente che ha fatto Fujifilm è stata quella di dividere i menù “foto” da quelli “video” così non c’è possibilità di confondersi o avere menù complessi da usare, come spesso succede in altri competitor. Se siete nella modalità foto non vedrete le impostazioni video e viceversa. Questo comporta una serie di vantaggi anche nel menù “Q” (Quick), perché ora sono anche in questo caso due “estetiche” e “disposizioni” distinte: da una parte avete tutte le voci rapide per le foto, dall’altra per i video. Il risultato è differenziazione, velocità operativa, maggiore intuitività. Funziona.
Oltre all’IBIS ibrido che funziona con l’OIS integrato nelle lenti per avere fino a 6,5 stop di stabilizzazione (l’IBIS è a 5 assi), è stato aggiunto anche il DIS, cioè Digital Image Stabilizer, che sfrutta 8 giroscopi per dare un contributo maggiore alla stabilizzazione. Oltre a tutte queste migliorie, sappiate che potrete usare anche la nuova funzione IS MODE BOOST, adatta per riprese a mano libera senza fare panning e tilting. Troviamo poi il nuovo formato di registrazione MP4/AAC, adatto per il Web e aggiunto al sempre presente MOV/LPCM. È poi ora possibile registrare su due slot diversi anche i video per effettuare un backup in tempo reale delle vostre riprese. Non mancano poi miglioramenti anche per i professionisti: oltre all’F-Log, il log di gamma di Fujifilm, è ora presente anche l’F-LOG VIEW ASSIST, cioè un sistema che vi offre la possibilità di applicare la curva BT.709 al log di gamma della camera, utile per verificare la corretta esposizione, lato video, direttamente dal display LCD oppure dal mirino EVF. Non manca poi l’opzione di Crop di 1.29x, selezionabile a parte (vi ricordo che X-T4 registra, di default, senza crop) per uniformare con un unico angolo di visualizzazione per diverse modalità video. Continuando con le funzioni aggiunte troviamo anche il Focus Check Lock, che vi sarà utile per il controllo del fuoco anche in modalità video. Grazie al Mic Jack setting, è ora possibile selezionare manualmente quale segnale inviare al jack da 3.5mm tra “MIC Level” e “LINE level”, altra chiccha interessante per i videomaker attenti, giustamente, al comparto audio.
Con la funzione “Movie Silent Control” e “Movie Optimized Control” sarete in grado ora di gestire diaframmi, iso e tempi in modalità “silente”, ottimo per evitare di sentire gli “SGRICK SGROCK” (temibili rumori di fondo, immaginateveli) di quando ruotate, ad esempio, la ghiera dei diaframmi sulla lente oppure la ghiera dei tempi sul corpo macchina. In questo caso pertanto, tutte le impostazioni delle ghiere meccaniche verranno ignorate. Questo è utile se state registrando l’audio direttamente on-camera, magari con un microfono, e avete bisogno del reale silenzio totale.
Insomma, anche lato video Fujifilm X-T4 non delude e dimostra come il produttore sia riuscito a portare miglioramenti importanti e inattesi che innalzano la qualità in maniera davvero importante e permettono ai videomaker di realizzare contenuti davvero unici e dal look professionale. Non dimenticatevi poi che tutte le 12 simulazioni pellicola disponibili per le foto lo sono anche per i video, ergo, potreste usare la simulazione Eterna, perfetta per un look “cinestyle”, per rendere superflua, potenzialmente, ogni necessaria operazione di color correction in post-produzione. Eterna è una simulazione davvero bella per chi fa video dal look “cinema” e sono certo che nella maggior parte dei casi non avrete bisogno di ritocchi ulteriori, altro elemento da non sottovalutare.
Fujifilm X-T4 recensione: galleria scatti
Nel corso della recensione testuale avete avuto modo di vedere i vari scatti effettuati con Fujifilm X-T4, tuttavia, vi riporto per comodità tutti gli scatti effettuati nel corso della recensione in questa galleria affinché sia più facile per voi la fruizione dei risultati ottenuti.
Fujifilm X-T4 recensione: scarica i file RAW
Come ogni recensione su FotoNerd, sapete bene quanto ci teniamo a permettervi di testare in prima persona l’output “straight from camera” dei vari prodotti, ecco perché, anche per Fujifilm X-T4, è possibile scaricare i File RAW e provare in maniera autonoma, sul vostro computer, il recupero delle ombre e delle alte luci, la post-produzione soggettiva, l’osservazione dei dettagli, del crop e così via. Potete quindi scaricare i file RAW di Fujifilm X-T4 cliccando qui oppure sul bottone qui sotto: in entrambi i casi verrete portati al nostro Amazon Drive dove potrete scaricare tutti i file che volete.
Fujifilm X-T4 recensione: le nostre conclusioni
Si sapeva già da tempo che Fujifilm stesse lavorando ad un’evoluzione di X-T3 e anche dopo la presentazione di X-T4 sono rimasto un po’ “dubbioso” su alcuni aspetti, perché mi rendo conto che se vi limitate a leggere una scheda tecnica o guardare qualche unboxing / recensione generica e frettolosa del prodotto non è facile capire le reali differenze e il potenziale di questo nuovo prodotto. Ho tenuto con me Fujifilm X-T4 per circa 3 settimane e ho aspettato molto tempo prima di “uscire” con la recensione per tanti motivi. Certo, sarei potuto uscire molto prima, magari anche due giorni dopo aver ricevuto il prodotto, ma che valori vi avrei trasmesso? Cosa avreste capito dalla recensione? Che dimostrazioni avrei potuto darvi? Come sarei stato in grado di spiegarvi tutto questo? Ecco perché mi sono preso il mio tempo, come sempre, ho provato a fondo tutte le varie funzioni e ho pubblicato questa recensione solo quando mi sono sentito “pronto”.

Fujifilm X-T4 mi ha regalato emozioni, tante, davvero tante. L’ho portata con me il 4 maggio, il primo giorno in cui si poteva uscire da casa (e dalla quarantena) per poter far visita ai parenti e/o ai congiunti. Nel mio caso, c’era un parente in particolare che volevo visitare: mia nonna. Per chi mi segue su Instagram, avrete già visto qualche giorno fa quegli scatti e la storia annessa, ma di fatto, la maggior parte dell’ispirazione di scatto è arrivata da Fujifilm X-T4 e dalle nuove potenzialità e funzioni: mi sono sentito libero di poter scattare da ogni posizione e angolazione per sperimentare composizioni potenzialmente impensabili con il modello precedente, o amato la nuova simulazione Eterna Bleach Bypass e mi sono divertito a testare lo stabilizzatore d’immagine.
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Fujifilm X-T4 è una fotocamera importante, ma prima di tutto, secondo me, è un ottimo motivo d’incoraggiamento per raccontare storie, trarre ispirazioni, far viaggiare la propria mente e ritrovare il piacere di fotografare, quello puro e sincero. Sono certo che Fujifilm X-T4 possa essere un’ottima alleata per quanto concerne scopi lavorativi, ma a me piace pensare a lei come prodotto in grado di regalare emozioni, ecco perché mi è piaciuta: mi sono divertito, sono stato bene, ho apprezzato il tempo passato con lei e ho fatto fatica a decidere se dormire con lei o con la mia ragazza (ma questo a lei non ditelo, per favore…si, parlo di X-T4). Fujifilm X-T4 è acquistabile ad un prezzo pari a €1.829,99 per il solo corpo oppure 2.239,99€ per il kit con XF18-55mm f/2.8-4 e ancora, volendo, a 2.339€ in kit con ottica XF16-80mm. C’è da dire che, purtroppo, visto il periodo, non sarà così facile reperire e acquistare questo prodotto, ma Fujifilm Italia sta facendo il possibile per garantire a tutti una buona disponibilità e, di conseguenza, accontentare i consumatori.
Recensione in breve
Fujifilm X-T4
Fujifilm X-T4 è indubbiamente una fotocamera da scoprire, e chi pensa che non sia cambiato nulla (o quasi) dal modello precedente si sbaglia di grosso. Le novità "sotto al cofano" e dal punto di vista funzionale sono davvero tantissime e potenzialmente non è sufficiente nemmeno una recensione da 7000 parole per descriverle tutte al meglio. X-T4 resta una scelta incredibilmente unica e fantastica per tantissimi generi fotografici, oltre ad essere un prodotto dall'incredibile rapporto qualità-prezzo.
PRO
- Sicuramente una "game changer" per il mercato APS-C
- *si inginocchia* Eterna Bleach Bypass, vuoi sposarmi?
- Un autofocus incredibile
- Lo stabilizzatore d'immagine è talmente "fermo" che bisogna lanciare la fotocamera per notare dei movimenti
- La nuova batteria garantisce faville
- Nuovi controlli più intuitivi e ben configurabili
- Intuitività come mai prima d'ora
CONTRO
- Usare un adattatore per le cuffie su una mirrorless professionale non è il massimo della vita
- Sarebbe fantastico un software che gestisca il processore quad core non solo con programmi proprietari ma anche diversi
Grazie, la tua recensione è chiara, utile per un fotografo amatoriale come sono io e facile da leggere. Bel lavoro.