Ad un tratto vi sentite pronti, finalmente per uscire a fotografare, un momento però, cosa sarà mai quella ghiera dei programmi che vedete sulla fotocamera? E soprattutto, come fate già a sapere che si chiama così? Grazie a questa nostra guida potrete finalmente scoprire a cosa serve quella sorta di rotella con tutte quelle lettere e quei simboli strani che sta, di solito, nella parte superiore della vostra fotocamera.
Ghiera dei programmi: cos’è e come funziona
No, la vostra fotocamera non è un televisore e quella ghiera con le lettere non serve a cambiare canale alla ricerca dei vostri programmi preferiti, tutto il contrario: quella ghiera è l’inizio delle vostre avventure fotografiche. Una ghiera dei programmi per me è come per un pilota di Formula 1 il cambio sequenziale: è fondamentale, anche se si può quasi dire che non la uso così tanto perché il mio programma preferito è solo uno: il manuale; ma ci arriveremo, un passo alla volta.
Ad ogni modo, la ghiera dei programmi viene così definita perché vi permette, per l’appunto, di passare da un programma ad un altro. I “programmi” sono tanti piccoli set di impostazioni rapide o meno tra le cui potete spostarvi in completa scioltezza al fine di dire alla fotocamera come deve comportarsi oppure lasciar fare tutto a lei.
Se avete acquistato una fotocamera reflex, una mirrorless o una bridge è sicuro che abbiate una ghiera dei programmi ben visibile e tendenzialmente “grande”, più difficile invece se la vostra fotocamera appartiene al segmento delle compatte, anche se, ad oggi, la maggior parte hanno comunque una ghiera per cambiare i vari programmi seppur molto limitata.
Tale selettore è importante da padroneggiare tanto quanto altri basi fotografiche, però si tratta, obiettivamente, di una delle cose più facili da capire e tra le più veloci da imparare, quindi tranquilli, per questa guida non aspettatevi algoritmi, formule scientifiche, pozioni miracolose o quant’altro, tutto ruota intorno a delle facili lettere (e comunque non c’entra l’algebra) e a varie modalità diverse.
Ogni produttore ha il proprio modo per definire un preciso programma, quindi le lettere per abbreviare quella specifica funzione possono variare, tuttavia, universalmente, tali funzioni possono comunque essere riconosciute e svolgono lo stesso tipo di modalità. Grazie a questa guida riuscirete quindi a capire, o scoprire, cos’è la “priorità di diaframma”, la “priorità di tempi”, cosa sono le scene, i richiami rapidi, la modalità manuale e così via.
Imparerete poi col tempo che, come scrivevo poco sopra, a seconda del produttore cambiano i modi di definire le modalità di scatto. Ad esempio, Sony, Nikon, Canon e Panasonic Lumix sono piuttosto standardizzate e offrono una ghiera con varie lettere per le modalità, Fujifilm invece ha un sistema un po’ diverso e spesso sfrutta la ghiera dei tempi per inserire anche alcune delle modalità. Non troverete quindi la “M” ad esempio perché già l’utilizzo stesso delle singole ghiere per scegliere tempo e diaframma costituisce, di fatto, la modalità manuale (che ora vi ho spoilerato, quindi potreste anche saltarla dopo).

Ghiera dei programmi: capire e sfruttare le varie modalità
Avrete quindi capito che, in base a come viene ruotata una ghiera dei programmi, cambiano le funzioni disponibili, gli automatismi e di base, il tipo di situazione di scatto. Non è sempre vero che dovremo usare soltanto la modalità manuale (ahimé) perché in alcune situazioni estremamente dinamiche potreste decidere, per salvare lo scatto, di lasciare prendere qualche decisione alla fotocamera in quanto, volente o nolente, ragiona più velocemente del vostro cervello (ciò non significa che il risultato finale pensato da lei sia migliore). Attenzione però: non sentitevi improvvisamente autorizzati a scattare tutto in modalità AUTO, cioè quella in cui fa tutto la fotocamera. Cancellatela col pennarello, quella parte della fotocamera non dovrà mai esistere per voi, altrimenti non imparerete mai (sono stato troppo sgarbato? Aspettate di arrivare alla descrizione della modalità automatica allora).
Ho raggruppato qui sotto le principali modalità presenti in una fotocamera affinché sia possibile per voi capire velocemente a cosa corrisponde una specifica lettera e come sfruttare quel programma al meglio. Ricordatevi che, per alcuni automatismi, le abbreviazioni cambiano da produttore a produttore (ad esempio, ci sono delle differenze tra Canon e Nikon, ma il funzionamento resta lo stesso).
Modalità Manuale (M)
Questa è l’unica modalità che vi serve, fine della guida.
Davvero, fine della guida.
Ok, la smetto. La modalità Manuale è sicuramente la più diffusa tra i fotografi che vogliono personalizzare ogni aspetto del proprio scatto: potrete quindi regolare il tempo di esposizione, il diaframma, la sensibilità ISO, il bilanciamento del bianco, la misurazione dell’esposizione e così via. Insomma, questa è la modalità definitiva per avere il controllo totale della foto che state scattando, anche se molti produttori permettono comunque di mantenere alcuni automatismi attivi anche in questo caso, come ad esempio il bilanciamento del bianco e la sensibilità ISO.
Priorità del diaframma (A per Nikon, Av per Canon)
Grazie alla priorità del diaframma, l’utente ha la possibilità di impostare l’apertura del diaframma fotografia desiderata (quindi al fine di avere più o meno profondità di campo) e lasciar pensare al resto la fotocamera. In questo caso quindi si tratta di una modalità semi-automatica in cui l’utente agisce effettivamente solo su un parametro e lascia la scelta all’intelligenza artificiale della macchina. Tale programma può essere utile in situazioni dinamiche in cui non avete possibilità di dimenarvi troppo ma sapete già a che diaframma scatterete. Un esempio può essere la Street Photography.
Priorità dei tempi (S per Nikon, Tv per Canon)
Continuando tra le modalità semi-automatiche, quella dei tempi fa quasi il contrario rispetto a quella del diaframma. Come avrete già capito precedentemente, le priorità servono a far scegliere all’utente una singola funzione per poi far pensare la fotocamera al resto. In questo caso si parla di tempi, quindi voi imposterete il tempo di esposizione e la fotocamera penserà a diaframma, Sensibilità ISO fotografia e tutto il resto. Tale programma può esservi utile quando, ad esempio, state scattando una foto ad un soggetto molto rapido e avete già capito che tempo utilizzare ma saprete di non avere la possibilità di regolare altro in quel frangente di secondo (vedi una moto che passa e simili).
Programma (P)
Questo programma non è così diffuso sulle fotocamere ma lo troverete nella maggior parte dei modelli. Si tratta di una modalità che permette di lasciar impostare automaticamente alla fotocamera il diaframma e il tempo di esposizione giusti per ottenere la giusta esposizione secondo la modalità di misurazione esposizione scelta. Con alcune fotocamere è possibile scegliere varie coppie tempo/diaframma e mantenere l’equilibrio giusto senza creare problemi a questo tipo di automatismo. Rimane esclusa dalla modalità la sensibilità ISO, che sarà quindi regolabile manualmente dall’utente, così come bilanciamento del bianco e altre modalità. Si tratta di una modalità piuttosto diffusa nelle fotocamere compatte che, magari, non hanno la modalità manuale e puntano tutto sul “punta e scatta” al posto del “pianifica, regola, rifletti, inquadra, punta, accertati dei settaggi, scatta” (procedura che mi sono inventato in questo momento ma che riflette molto bene il concetto di “fotografia manuale affrontata da un non professionista”).
Profondità di campo (A-DEP)
Si tratta di una modalità presente nella ghiera dei programmi di alcune Canon e quindi poco diffusa globalmente a livello di fotocamere “generiche”. Questo programma può fare in modo che la fotocamera gestisca autonomamente il diaframma fino a che il soggetto inquadrato non rientri nella totale nitidezza della scena in base ai punti della messa a fuoco. Traduzione: se state usando 51 punti di messa a fuoco e un diaframma troppo aperto per avere il soggetto a fuoco, questa modalità chiuderà il diaframma finché tutti i punti che inquadrano il soggetto non risultano a fuoco.
Scene (creative/preset/simulazioni)
Le scene sono modalità pre-configurate che, di solito, non sono presenti sulle fotocamere professionali e che basano tutto su preset e profili colore preimpostati. Non c’è un vero e proprio simbolo predefinito e uguale per tutti i modelli: c’è chi usa la scritta “SCN“, c’è chi usa il volto di qualcuno stilizzato, c’è chi mette l’immagine di un paesaggio e chi più ne ha più ne metta. Il senso però non cambia: il programma “scene” contiene al suo interno tanti preset per scattare una foto in determinate condizioni. Ad esempio, se siete davanti ad un panorama potrebbe esserci la scena “panorama”, che terrà il diaframma un po’ chiuso e tempi relativamente rapidi a seconda della quantià di luce. Se volete fare una foto di notte ci sarà il programma “fotografia notturna su treppiede” che, tramite l’ausilio di un treppiede, fa uno scatto a lunga esposizionVIPREGONONUSATELA.
Ecco, a tal proposito, le scene possono essere lontanamente utili per novizi che vorrebbero passare la giornata successiva a quella di scatto dicendo agli amici quanto è bello fare i fotografi, quanto sono bravi etc etc, nella realtà dei fatti, crescendo a livello di esperienza fotografica, capirete che questi automatismi non fanno altro che guastarvi la vita, perché ogni foto è diversa, ogni scena è diversa, ogni esigenza è diversa. È sempre tutto diverso (nella maggior parte dei casi), pertanto dovete essere voi gli artefici del vostro scatto esattamente come l’avete immaginato, cosa che riuscirete a fare dopo aver accumulato un po’ di esperienza.
C1 – C2
Vi capiterà di vedere, su alcune fotocamere, le scritte “C1” e “C2” (a volte anche “C3”), cosa sono? Se ve lo state chiedendo, no, non è battaglia navale e usandolo non inizierete a giocare ad un gioco del genere. Si tratta di due “slot” che i produttori vi lasciano per impostare specifiche configurazioni manuali e richiamarle rapidamente. Ad esempio, se sapete che al venerdì sera andate a fare le foto alla discoteca “DA MIMMO PIZZERIA E RISTORANTE: SE NON FAI LE FOTO SEI UN BIRBANTE” (nota discoteca fittizia ma forse neanche troppo) e avete imparato che la luce presente nella scena non cambia mai, potreste pensare di creare un preset di impostazioni personalizzato e richiamarlo velocemente girando la ghiera su C1 o C2 (a vostra scelta). Ovviamente se avete C1 e C2 significa che avete due “slot” di possibilità, se avete anche C3, secondo voi invece quanti ne avrete?
B (BULB)
A questo punto vi starete chiedendo “ma passeremo tutto l’alfabeto per arrivare fino alla fine della guida?”, forse, in un certo senso, si, ma non proprio tutto tutto. B è una di quelle modalità che spesso non sono presenti sulla ghiera dei programmi ma si limitano ad essere all’interno del programma manuale cambiando il tempo di esposizione. Nella maggior parte delle fotocamere infatti, se si cerca di rallentare il tempo di esposizione più di 30 secondi (di solito) esce una “B” oppure la scritta “Bulb“, la stessa che avete letto all’inizio di questo paragrafo e che potreste trovare come modalità direttamente sulla ghiera dei programmi in alcune fotocamere. In sostanza, scattando in BULB sarete voi a scegliere manualmente il tempo di esposizione per la vostra foto, e forse, questa è la volta in cui davvero controllate al 100% il tempo di esposizione. Si, perché la fotocamera inizierà ad esporre nel momento in cui premete il bottone di scatto e smetterà di farlo quando lo premerete nuovamente, pertanto potreste anche arrivare a 10 minuti di esposizione senza problemi. Certo, ci sarebbe un altro discorso da aggiungere in questo caso e legato all’utilizzo di Filtri ND o sui motivi che vi spingono a fare un tipo di lunga esposizione del genere, ma non è questo l’articolo giusto.

A (AUTO)
Si, quasi tutto l’alfabeto come scrivevo poco sopra. Siete finalmente giunti a quella che non posso chiamare “modalità” o “programma”, posso però chiamarla “cosa”. Questa cosa è quella che si sceglie quasi per scherzo giusto per vedere come funziona per poi cambiarla subito, o almeno, questo è quello che spero che facciate, perché, come avrete intuito, in questo caso lasciate fare tutto alla fotocamera. Con tutto intendo proprio tutto, voi premete solo un bottone. In questo caso pertanto, se questa diventa la vostra modalità preferita dovreste forse chiedervi il motivo per cui avete speso dei soldi per una fotocamera e soprattutto perché siete qui a fingervi di interessarvi alla materia, quando alla fine, in termini pratici, state scattando foto con lo stesso metodo che utilizzereste con uno smartphone. Per carità, lungi da me dal giudicare le scelte di una persona, ma sicuramente, come avrete capito, non amo particolarmente questa modalità. Si tratta ad ogni modo di un programma necessario (lo sto dicendo davvero, dannazione), per quelle fotocamere compatte economiche punta e scatta che vengono acquistate da chi effettivamente cerca magari una qualità migliore rispetto ad uno smartphone ma non sa e non vuole sapere nulla di tecnica fotografica.
Video
Sono ancora molti i produttori che mettono direttamente nella ghiera dei programmi la selezione della modalità video che serve appunto per registrare fotogrammi in movimento. Di solito il simbolo che indica la modalità video è un rettangolo o, in alcuni casi, una piccola videocamera su treppiede stilizzata, dipende da che modello di fotocamera utilizzate. Attivando la modalità video su una reflex sarete obbligati ad utilizzare il display posteriore per registrare le clip, mentre con una mirrorless potrete usare anche il mirino (in quanto elettronico).
Ghiera dei programmi: le nostre conclusioni
Non ditemi che vi siete offesi per quella storia della modalità automatica. Ad ogni modo, i miei pensieri sinceri sono sempre scritti per voi, per cercare di farvi capire che se siete in questo sito e avete una fotocamera è giusto impegnarsi, concentrarsi e imparare, solo così potrete padroneggiare il dispositivo e concentrarvi sulla creazione dei vostri capolavori personali. Fate pratica, usate le varie modalità, capite le differenze e andate oltre per raggiungere la vostra personale perfezione o autonomia di scatto. Ci sono tante altre modalità esistenti e che si trovano magari su alcuni modelli di fotocamere, ma con questa guida dedicata alla ghiera dei programmi ho voluto evidenziare quelle principali e tra le più diffuse che dovette assolutamente imparare per cultura fotografica e amore della conoscenza.
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Se ti è piaciuta la nostra guida dedicata alla ghiera dei programmi significa che, probabilmente, stai percorrendo il tuo percorso personale per imparare a fotografare nel modo migliore. Ti consigliamo quindi di dare uno sguardo a queste altre guide che potresti trovare utili:
- Sensibilità ISO fotografia : cos’è e come si usa
- Tempo di esposizione
- Modalità di misurazione esposizione
- Diaframma fotografia : cos’è e come si usa