In un momento come questo il desiderio di viaggiare e di vedere posti nuovi e sorprendenti è più forte del normale, esistono posti meravigliosi nel nostro pianeta, ad esempio in Giappone c’è una foresta che nel mese di luglio tutti gli anni si illumina al ritmo di migliaia di lucciole in cerca d’amore. Scopriamo insieme la magia dell’isola di Shikoku, per viaggiare per il momento solo con la fantasia, in attesa di farlo di nuovo senza paure.
Giappone foresta lucciole: l’isola di Shikoku
L’isola di Shikoku è la più piccola e meno abitata tra le quattro maggiori isole che compongono l’arcipelago giapponese, si tratta di un posto veramente speciale: al calar della sera, all’inizio del periodo delle piogge, la sua foresta si accende di una miriade di puntini verdi: sono le lucciole. Così tante in quest’isola del Giappone da dare il soprannome di foresta delle lucciole, riescono ad illuminare a giorno il buio della notte. Inevitabile la sorpresa di chi ha la fortuna di ammirarle, rimanendo ipnotizzati dalla danza d’amore di questi insetti, riflettendo su quanto sia incredibile e meravigliosa la natura.
Come molti di voi sapranno, le lucciole sono degli insetti, in particolare dei coleotteri appartenenti alla famiglia delle Lampyridae. Nella fase di corteggiamento producono una caratteristica luce fredda, di intensità variabile a seconda della specie, la loro luminescenza è dovuta alla luciferina, un composto che, tramite la sua ossidazione, permette il formarsi di luce (ma non scendo troppo nei dettagli per non rovinarvi la magia del momento!). Quello che forse pochi di voi conoscono è che le lucciole rendono poetiche le nostre notti estive solo verso la fine della loro vita: nei due anni precedenti sono state delle piccole larve estremamente voraci che si sono nutrite di lumache e che sono facilmente riconoscibili grazie alla presenza di alcuni puntini luminosi sull’addome.
Certo, si tratta di una luce poco luminosa rispetto a quella che emetteranno quando cercheranno un compagno, ma è già in grado di renderle visibili ad un’incredibile distanza di 1 o 2 metri. Come le farfalle, anche le larve delle lucciole si creano un loro bozzolo, dal quale usciranno, desiderose di generare nuova vita e destinate a morire poco dopo, non essendo in grado di assumere cibo. La femmina cerca subito un luogo riparato e accende sua luce, la lascerà accesa fino a quasi due ore, cercando il suo principe azzurro. Il maschio invece vola cercando la sua bella: in alcune sottospecie non può produrre luce, mentre in altre emette brevi bagliori durante il suo volo rendendo caratteristiche le nostre notti.
Giappone foresta lucciole: la magia della natura
Ovviamente uno spettacolo simile attira migliaia di fotografi e di visitatori in Giappone ogni anno per visitare la foresta delle lucciole, che cercando di immortalare nei loro scatti e nella loro memoria la magia del momento che stanno vivendo. Che sia un momento da sempre vissuto con occhi meravigliati ce lo testimonia anche il passato: chi di voi da piccolo non ha mai provato a catturare una lucciola? Magari per poi rimanere estremamente deluso nel notare quanto questi insetti siano esteticamente insignificanti, una volta visti di giorno senza il loro addome luminoso così caratteristico.
In Giappone la pratica di catturare le lucciole era così diffusa da avere persino un nome: Hoturu-gari e spesso viene citata in letteratura come così diffusa da rivaleggiare con la contemplazione dei ciliegi in fiore quanto a popolarità. Per fortuna ai giorni d’oggi questa pratica si è ormai persa e resta l’attività di un bambino che scopre la natura rincorrendo queste luci volanti per catturarle con le sue manine, lasciandole ovviamente libere il prima possibile. In Giappone inoltre i piccoli abitanti della foresta delle lucciole sono visti con particolare rispetto, secondo il folklore locale, le lucciole ospiterebbero gli spiriti dei morti che danzano nel nostro mondo. Quello che è certo è che questi piccoli animaletti necessitano del buio per riprodursi e per essere ammirabili oltre all’assenza di pesticidi che potrebbero ucciderli. Ecco perché, ancora una volta di più, è necessario proteggere il nostro mondo, per preservare spettacoli come questi, ancora in grado, dopo millenni, di trasmetterci il desiderio del volo e la meraviglia del creato.