Pixel 6 Pro in offerta
Google Pixel 6 Pro recensione fotocamera è la nostra prova riguardante esclusivamente il modulo fotografico dell’ultimo flagship della casa di Mountain View. Grazie a Google Italia, abbiamo avuto modo di testare approfonditamente le caratteristiche e le prestazioni di questo smartphone di fascia alta e siamo pronti a dirvi cosa ne pensiamo, seppur si tratti di una recensione pensata e sviluppata esclusivamente per il modulo fotografico. Ecco com’è andata.
Con il Pixel 7 ormai alle porte, abbiamo deciso di provare l’ultima versione disponibile a listino, anche per capire se ha senso avere un dispositivo come questo dopo un anno, se è “invecchiato bene” oppure no, se varrà sempre la pena avere un Google Pixel e così via.
Non sono di parte e, a dirla tutta, attualmente nemmeno un utente Android, tuttavia, ricordo bene che il mio primo vero amore è stato il Google Pixel 2XL: quando uscì, nonostante fossi un utente iOS, decisi di acquistarne uno perché ammiravo molto la strategia di Big G e soprattutto il concetto secondo cui non serviva avere duecento fotocamere senza un software intelligente e adatto all’utilizzo. Il concetto di smartphone fotografico di Google è sempre stato questo: rispetto agli altri produttori principali, la gamma Pixel non ha mai avuto troppe “esagerazioni” e nemmeno troppi moduli fotografici. Google ha sempre puntato in primis sull’essenzialità, poi sul software, in grado di capire il tipo di scatto, analizzare la scena, aiutare l’utente. In fondo, per molti questo concetto vince, perché, teoricamente, se facciamo foto con lo smartphone ci serve un’esperienza “punta e scatta”, senza troppi fronzoli. Nel corso degli anni, questo approccio ha dato ragione a Google, nonostante comunque la concorrenza si impegnasse continuamente ad “aggiungere anziché togliere”.
Google Pixel 6 Pro è il top di gamma dell’anno 2021 dell’azienda californiana, un dispositivo amato da molti e di grande successo, ennesima evoluzione della fortunata serie. Dato che mancava la nostra prova, volevamo capire il comportamento di questo smartphone oggi, nel 2022, a poco tempo dall’uscita della nuova versione. Contando la concorrenza attuale, Google Pixel 6 Pro è ancora un dispositivo che, a livello fotografico, è in grado di reggere il confronto con gli altri? Quali migliorie interessanti lato tecnologico e software offre il modulo fotografico di questo dispositivo?
Google Pixel 6 Pro recensione fotocamera: design e materiali
La prima impressione impugnando questo dispositivo è quella di uno smartphone reinventato: non ha nulla a che fare con il Pixel 5 di generazione precedente, perché Google si è concentrata su qualcosa di nuovo, moderno, pensato nuovamente e ridisegnato, soprattutto per quanto riguarda il modulo delle fotocamere. Ad esempio, ho trovato la scelta di design di un array della fotocamera esteso orizzontalmente una genialata, perché Google ha voluto “sfidare” la concorrenza che offre spesso design molto simili (come ad esempio il modulo camera posto in verticale su un lato e spesso in stile “semaforo”). Certo, dal punto di vista tecnico e realizzativo (sempre in ambito fotografico) non cambia nulla avere un array verticale oppure orizzontale, cambia però alla vista, nel design, nello stile, cosa che Apple ha “insegnato” con il notch qualche tempo fa, inizialmente odiato da tutti, poi apprezzato. Penso che questo design abbia avuto lo stesso tipo di impatto sul mercato, con un inizio difficile ma poi una lenta “abitudine” da parte degli utenti, che ora, nel corso del tempo, hanno finalmente imparato ad apprezzare gli sforzi di Big G per creare qualcosa di nuovo. Il punto è molto semplice: se non si osa, non si ottiene, e Google lo sa molto bene. È solo così che si può avere successo.
Un altro elemento nuovo che permette a Pixel 6 Pro di discostarsi dal design precedente riguarda senz’altro il pannello frontale in Gorilla Glass AMOLED da 6,7″. Si tratta quindi di un dispositivo più grande sotto ogni punto di vista, con nuovi bordi curvi nel display e una maggior gradevolezza sia al tatto che all’occhio.
Google Pixel 6 Pro recensione fotocamera: specifiche e caratteristiche tecniche
La versione Pro del sesto modello di Pixel integra un display da 6.7″ OLED LTPO con un refresh rate di 120Hz e una risoluzione QHD+. Troviamo poi il nuovo chipset Tensor sviluppato da Google stessa e fino a 512GB di ROM. Si tratta inoltre del primo dispositivo della serie Pixel ad utilizzare una tripla fotocamera con tre moduli diversi, uno ultra-wide, un tele e una “normale”. Il sensore è da 1/1.31″ e offre fino a 50 megapixel di risoluzione che, tramite downsampling, arriva a 12.5 megapixel per l’immagine finale.
La fotocamera principale è quindi da 50 megapixel con 1.2µm pixel e sensore da 1/1.31″ con un’escursione focale equivalente a 24mm, obiettivo con apertura f/1.85, OIS e Dual PDAF. La fotocamera ultra-wide offre 12.5 megapixel in un sensore da 1/2.86″ con 1.25µm ed è equivalente ad un obiettivo 16mm offrendo anche un’apertura f/2.2 ma senza OIS. Il tele invece offre un sensore 1/2.0″ da 0.80µm in grado di sviluppare 48 megapixel in un’escursione focale equivalente a 102.6mm (4x) con un’apertura f/3.5, OIS e PDAF. Non manda poi il sistema LDAF (Laser Detection Autofocus), un flash LED e la possibilità di registrare video in 4K@30/60fps.
Scendendo più nel tecnico delle possibilità offerte dalle fotocamere, la grandangolare utilizza il pixel binning, che avviene in maniera automatica indipendentemente dalla scena. Grazie a questo tecnicismo, con la modalità Notte è possibile sfruttare pixel più grandi da 2,4 micron per avere un 150% di luce in più rispetto a Pixel 5. Tuttavia, dato che il pixel binning non si verifica soltanto nella modalità notte, anche la modalità di scatto normale e quella dedicata ai ritratti sfrutteranno questa possibilità al fine di permettervi di ottenere foto più definite ma con una risoluzione effettiva più bassa.
Il fulcro di tutto questo funzionamento intelligente, mirato a permettere agli utenti di ottenere foto di qualità senza sforzi o conoscenze tecniche varie, è il nuovo chip Tensor creato direttamente da Google, un SoC che dirige tutte le varie performance, automazioni, funzioni e apprende dall’utilizzo dell’utente grazie all’intelligenza artificiale e il deep learning. In questo modo, più foto scattate con Pixel 6 Pro, migliori saranno e meglio si regoleranno sulla base delle vostre abitudini ed esigenze.
Oltre alla parte delle fotocamere, bisogna notare altre caratteristiche e specifiche tecniche interessanti di Google Pixel 6 Pro, eccole riassunte qui:
- Processore Google Tensor con 2 Cortex X1 da 2.80Ghz + 2 Cortex A76 da 2.25Ghz + 4 Cortex A55 da 1.80 GHz
- 12 GB di Ram con supporto fino a 512GB di memoria d’archiviazione integrata
- Display da 6.7″ con 1440×3120 pixel da 513ppi di tipo LTPO Amoled da 120Hz con 16 milioni di colori e Corning Gorilla Glass Victus
- Tre fotocamere: 50 megapixel + 12 megapixel + 48 megapixel con risoluzione di scatto fino a 8165×6124 pixel
- Stabilizzazione ottica
- Angolo di campo massimo pari a 114°
- Flash Dual Led
- Zoom ottico fino a 4x
- Fotocamera frontale da 11.1 megapixel f/2.2
- Video fino al 4K@60fps con slow motion fino a 240fps
- Videocamera frontale con supporto video fino al 4K@30fps
- WiFi 802.11 a/b/g/n/ac/6
- Bluetooth 5.2 A2DP/LE/aptX
- USB Type C 3.1
- NFC
- GPS A-GPS/GLONASS/Galileo/QZSS
- Batteria LiPo da 5003 mAh
- Supporto a NanoSim + eSIM
- Dimensioni pari a 163.9×75.9×8.9mm
- Peso pari a 210 grammi
Google Pixel 6 Pro recensione fotocamera: prestazioni
Parliamo in primis di esperienza d’uso con Google Pixel 6 Pro: nonostante si tratti di un dispositivo con più di un anno di vita, si difende ancora benissimo nella user experience e nelle possibilità offerte. Con una doppia pressione rapida del tasto laterale dedicato all’accensione del dispositivo, è possibile aprire rapidamente la fotocamera nella modalità “standard”, diversamente, si può anche impostare un percorso rapido nella lockscreen. Pixel 6 Pro è assolutamente un dispositivo intelligente, ecco perché in alcuni casi vi usciranno dei suggerimenti direttamente nella prima schermata della fotocamera, come ad esempio “prova astrofotografia“, un tasto che se premuto vi regola automaticamente il dispositivo per una lunga esposizione notturna. Tali suggerimenti escono sulla base di ciò che la fotocamera vede, pertanto un suggerimento dedicato alla fotografia notturna non vi uscirà mai in pieno giorno.
L’interfaccia complessiva della fotocamera è intuitiva e piuttosto uniformata con ciò che vediamo oggi anche nei vari concorrenti: scorrendo il menù orizzontale in basso è possibile passare da una modalità all’altra, pertanto potreste anche, ad esempio, forzare voi stessi una foto notturna qualora ne sentiate l’esigenza e senza consigli diretti forniti dallo smartphone. Per un approfondimento delle funzioni software vi rimando però al capitolo qui sotto.
Qualità d’immagine
All’epoca in cui Google Pixel 6 Pro uscì, fu il primo smartphone ad avere uno slider dedicato alla gestione manuale delle alte luci, le ombre e la temperatura colore, un plus non indifferente per chi vuole gestire questi aspetti come un professionista della fotografia – il tutto ovviamente prima di scattare la foto.
Il concetto fotografico di Google è molto simile a quello di Apple: si tratta di uno dei pochi smartphone Android in cui non è veramente presente una modalità “Pro” con tutti i valori da impostare manualmente, ma alcune cose possono comunque essere gestite e regolate prima di scattare la foto.
L’esperienza di scatto e la qualità effettiva sono straordinarie, perché Google Pixel 6 Pro ha un’ottima gamma dinamica, gestita in maniera egregia e soprattutto il deep learning, unito all’intelligenza artificiale, funziona davvero bene, adattandosi velocemente ad ogni condizione di scatto e offrendo risultati straordinari. In molti casi mi è capitato di scattare una foto, vederla in un modo, e dopo qualche secondo vedere delle modifiche applicate in tempo reale, caratteristica permessa dall’intelligenza artificiale che cerca di rendere davvero perfetto ogni scatto. Benché sia una cosa disattivabile e che potrebbe dare fastidio a molti, io l’ho trovata una funzione interessante ed estremamente adatta ad un’esperienza da “punta e scatta”, perché di fatto, nella maggior parte dei casi, non mi ha fatto nemmeno venire voglia di post-produrre gli scatti in quanto non necessario, un po’ come succede con le simulazioni pellicola su Fujifilm.
È vero, manca la modalità manuale o “pro” in questo dispositivo, ma onestamente non ne ho sentito la mancanza, un po’ per l’ottima intelligenza artificiale e un po’ perché è possibile scattare in RAW+JPEG, caratteristica che offre il massimo delle possibilità in post-produzione.
Teleobiettivo e Ultra-Wide
È sempre vero che negli smartphone le foto migliori si scattano con l’obiettivo / sensore “standard”, cioè quello che, in fin dei conti, ha la risoluzione più alta e la qualità più pura. Avendovi detto che comunque la qualità d’immagine di questo dispositivo è molto alta con la fotocamera standard, come si comportano gli altri due obiettivi? Di solito, in molti smartphone, il teleobiettivo offre comunque una buona qualità, quello ultra-wide invece perde dettagli e sembra una vecchia GoPro con il peso del tempo sulle spalle. Sarà il caso anche di questo Pixel 6 Pro?

L’intelligenza artificiale e il deep learning agiscono tranquillamente anche con gli altri due obiettivi, cercando di fare il meglio possibile sulla base però di sensori più piccoli e meno pixel con cui lavorare. I risultati, anche in questo caso, ad occhio risultano meglio di tanti altri competitor, camera ultra-grandangolare compresa.

Ho provato anche a fare zoom “spinti”, fino a 20x, con risultati eccezionali in condizioni difficili, ottenendo comunque foto “salvabili” e utilizzabili non solo come ricordo ma anche per stampa.

Allo stesso modo, sono rimasto stupito dall’obiettivo ultra-grandangolare, perché non è mai risultato “slavato” “degratato” o “inferiore” rispetto agli altri due, motivo per cui spesso, a livello creativo, ho deciso di preferirlo agli altri due sensori.
Modalità Notte
Fin dal primo modello di Pixel, la modalità Notte è sempre stata una funzione interessante con cui provare a catturare foto in situazioni di scarsa luminosità, azzardando anche fotografia alle stelle. Con questo dispositivo, Google ha affermato che nella modalità notte è possibile catturare il 150% in più di luce rispetto ai modelli precedenti, pertanto non vedevo l’ora di provarla.
Benché io sia stato un po’ sfortunato e non abbia mai veramente potuto provare a fotografare le stelle (condizioni climatiche avverse e luoghi molto illuminati), sono rimasto positivamente stupito anche della modalità Notte di questo dispositivo. Tuttavia, l’intelligenza artificiale mi è sembrata diversa in questi casi, andando alcune volte a peggiorare lo scatto anziché migliorarlo. Allo stesso modo, chiaramente, c’è più rumore negli scatti, meno possibilità di crop, meno definizione, ma in linea di massima e confrontando questo dispositivo con altri prodotti del 2021, penso che si tratti di una delle migliori modalità notturne.
Modalità Movimento
Se aprite l’app “Fotocamera” di Google Pixel 6 Pro e scorrete tra le varie modalità, di sicuro noterete una funzione chiamata “movimento“. La prima volta in cui l’ho provata immaginavo cosa potesse fare ma non lo avevo compreso a pieno finché non l’ho provata, e lì, onestamente, mi sono spaventato (positivamente).
Se conoscete la tecnica del panning in fotografia, sapete anche che è qualcosa di piuttosto complicato a livello realizzativo, perché ci sono una serie di cose che vanno impostate e altre che DEVONO andare bene. Ad ogni modo, fare un panning manuale con una fotocamera normale non è certo cosa per principianti, soprattutto se volete un effetto movimento spettacolare, con ad esempio una macchina che corre a tutta velocità ma rimane immobile nella foto, mostrando il movimento soltanto sulle ruote e sullo sfondo.
Tutte queste “complicazioni tecniche” vengono risolte incredibilmente con l’intelligenza artificiale di Google Pixel 6 Pro, che permette a tutti di creare panning spettacolari semplicemente premendo un tasto, il resto lo fa l’IA. Ecco perché mi sono spaventato.
Per carità, non si tratta di una vera e propria novità in ambito fotografia per smartphone, molti lo fanno, ma con questo dispositivo cambia il modo in cui si fa, la facilità, la chiarezza. Ho fatto alcuni test con mezzi e persone in movimento e sono rimasto estasiato.
Posso dire sicuramente che questa è la modalità che mi ha impressionato di più in Pixel 6 Pro, insieme a quella che vi racconto nel capitolo successivo.
In pratica, con la modalità Movimento, Pixel 6 Pro scatta una foto a lunga esposizione e poi, da quello che mi è sembrato di notare, alcuni frame più rapidi da cui prendere eventuali elementi mancanti; unisce tutto, elabora e tac, in un attimo avete un panning perfetto. Straordinario.
Quello che si scopre di un po’ meno straordinario legato a questa modalità è che l’IA darà sempre precedenza ai volti umani, pertanto sarà relativamente facile fotografare una persone davanti ad una ruota panoramica che gira mantenendo la persona ferma e creando un effetto scia sulla ruota panoramica, per esempio. Se però la persona è di spalle oppure ciò che state fotografando è un oggetto in movimento, sarà più difficile farlo capire all’IA e, di conseguenza, ottenere il risultato sperato.
Sia questa modalità Movimento che la modalità a lunga esposizione, possono creare un risultato più preciso e spettacolare se montate lo smartphone su un treppiede, tuttavia, sono riuscito a creare buoni scatti anche a mano libera (trattenendo il respiro).
Gomma Magica
Sebbene questa funzione non sia una vera esclusiva di Pixel 6 Pro bensì più una funzione di Google Foto, resta senz’altro una delle mie preferite tra tutte nonché una delle più spettacolari e funzionali. La cosa che mi stupisce riguarda il fatto che per fare questo tipo di operazioni molti anni fa, con Photoshop, ci voleva davvero molto tempo, poi è arrivato il “cerotto” (sempre su Photoshop) unitamente al Content Aware (“cancella in base al contenuto”) e le cose sono cambiate, ma restavano un’esclusiva di un’app professionale dedicata, per l’appunto, a professionisti.
Il fatto che una funzione del genere così ben strutturata e soprattutto effettivamente funzionante sia inclusa in uno smartphone alla portata di tutti è davvero incredibile e dimostra come i servizi di Google abbiano fatto passi da gigante nel corso degli anni.
Se ancora non lo avete capito, Gomma Magica (Magic Eraser in inglese) è una funzione che vi permette di cancellare rapidamente persone e oggetti da una foto. Supponiamo che vi troviate in un bellissimo luogo, oppure banalmente al mare, però non riuscite a fare una foto “pulita” come volete voi perché il luogo è pieno di persone. Basterà un tocco su “modifica” e poi su “gomma magica” per poi scoprire che l’intelligenza artificiale è in grado, in un nanosecondo, di rilevare eventuali “persone fastidiose” all’interno della scena; se però non siete soddisfatti del risultato, potete sempre eliminare oggetti e persone manualmente semplicemente disegnando con il dito nella zona d’interesse.
Sebbene in alcuni casi si “impasti” un po’ (come peraltro accade anche su Photoshop), sono rimasto sorpreso nell’effettivo funzionamento di questa Gomma Magica. Sono riuscito a rimuovere tutte le persone che c’erano in una banale foto in spiaggia, erano molte persone, sia sulla sabbia che in mare, e ci ho messo davvero 10 secondi. Impressionante.
La cosa interessante è che questa funzione è in costante miglioramento, perché gli algoritmi si aggiornano costantemente tramite connessione internet.
Google Pixel 6 Pro recensione fotocamera: autofocus e modalità video
Sebbene la recensione fosse incentrata più nella parte fotografica, bisogna notare i passi avanti fatti da Google anche per quanto concerne la parte video, con un autofocus veloce e preciso e una costanza di registrazione in 4K@60fps in tutte e tre le modalità, ovvero Slow Motion, Time Lapse e Normale (tra cui cinematica). Non c’è la possibilità di un vero confronto con, ad esempio, iPhone 13 Pro e le sue modalità cinematografiche, perché sono due cose un po’ diverse, ma Google, a modo suo, ha integrato funzionalità interessanti.
Al di là delle tre singole modalità video, che sono piuttosto standard per tutti gli smartphone attuali, le parti interessanti, secondo me, si raggiungono premendo l’icona sulla destra poco sopra al pulsante di registrazione video, quella che, di default, dovrebbe mostrare la classica “mano” che simboleggia lo stabilizzatore di immagine.
Aprendo il menù contestuale, si accede a 4 funzioni diverse, tra cui:
- Standard: per lievi movimenti (impostazione predefinita)
- Bloccata: per fermi immagine a distanza con zoom 2X
- Attiva: per movimenti dinamici
- Panning cinematografico: per riprese con panning senza interruzioni in cui la velocità è dimezzata e la registrazione audio è disattiva
A seconda della scelta che andrete a fare, cambierà completamente la tipologia di registrazione video, offrendovi quindi la possibilità di adeguare il comportamento dello smartphone a ciò che volete fare.
Ho provato sia la stabilizzazione attiva sia il panning cinematografico in movimento, ad esempio mentre andavo in bicicletta, con risultati estremamente interessanti e precisi, ai livelli di alcune action cam decisamente più blasonate.
Tuttavia, come dicevo poco sopra, il panning cinematografico non lo reputo paragonabile con la modalità Cinema di iPhone, perché sono due cose un po’ diverse: Apple punta molto sul cambio di fuoco oltre che sulla stabilizzazione, Google, in questo caso, punta più sulla stabilizzazione, che risulta utile quasi esclusivamente nel caso in cui vogliate girare delle clip da montare successivamente in maniera creativa.
L’autofocus è piuttosto veloce, funziona bene, è preciso e, ovviamente, perde tutte le sue qualità prevalentemente nelle situazioni di scarsa luminosità, tuttavia, nella maggior parte dei casi, ha funzionato alla grande.
Sono certo che le varie funzioni offerte da Pixel 6 Pro in ambito video potrebbero non essere comparabili ad altri prodotti sul mercato, tuttavia, nelle giuste mani si possono ottenere risultati senz’altro interessanti.
Peccato, lato video, che non ci siano codec o bitrate più avanzati, per provare ad osare di più, come ad esempio il formato ProRes offerto da iPhone 13 Pro e 14 Pro, ma confido che in futuro Google possa osare di più anche su questo aspetto.
Google Pixel 6 Pro recensione fotocamera: galleria
Google Pixel 6 Pro recensione fotocamera: scarica i file RAW
Dato che lo smartphone di Google, come molti altri, ha la possibilità di scattare in RAW (dng in questo caso), abbiamo deciso, come sempre, di mettervi a disposizione i file originali da scaricare gratuitamente per poter giudicare voi stessi il tipo di post-produzione possibile, la gamma dinamica e molto altro. Potete scaricare i file raw di Google Pixel 6 Pro cliccando qui oppure sul tasto qui sotto:
Google Pixel 6 Pro recensione fotocamera: conclusioni
Google Pixel 6 Pro è un’evoluzione importante rispetto al passato, un passo avanti coraggioso, diverso, a tratti rivoluzionario. Sebbene Google sia sempre stata convinta che fossero più importanti le novità lato software della fotocamera, con la sesta versione dello smartphone proprietario si è reso necessario cambiare qualcosa anche lato hardware, e la cosa ha funzionato, perché ora c’è una sinergia migliore, una qualità più alta, colori più brillanti, un display che rende giustizia e il tutto viene sapientemente diretto da un software e da un’intelligenza artificiale che, ad oggi, hanno pochi rivali sul mercato.
È vero, non ci sono modalità PRO, codec particolari, possibilità di girare video con funzioni manuali e così via, ma Google Pixel 6 Pro è principalmente uno smartphone “per tutti” e adatto a tutti, e in questo Google ha raggiunto un grande traguardo.
Con Google Pixel 7 alle porte, questo Pixel 6 Pro rimane un dispositivo molto interessante, ancora al passo con i tempi e che, in un certo senso, anticipa il futuro di Google nella telefonia mobile.
Recensione in breve
Pixel 6 Pro
Google Pixel 6 Pro, fotograficamente parlando, è un vero top di gamma intelligente e adatto a tutti. La più grande novità riguarda sicuramente i nuovi moduli dedicati alla fotografia, che sono migliorati di pari passo alla grande intelligenza artificiale dietro ad ogni scatto. Questo dispositivo può essere la scelta giusta per voi se cercate uno smartphone punta e scatta dalle infinite possibilità, un po' meno se volete personalizzare manualmente ogni vostra foto.
PRO
- Grandi dettagli sia in ambienti illuminati che bui
- Grande gamma dinamica sia per foto che per video
- Stabilizzazione video efficace e personalizzabile
- Modalità movimento creativamente fantastica
- La gomma magica è una funzione eccezionale
CONTRO
- Molto rumore nelle immagini scattate in situazioni poco luminose
- Manca un vero codec professionale per i video
- A volte un autofocus poco preciso per i video nelle condizioni di scarsa luminosità