È in arrivo nella giornata di oggi, sulla piattaforma streaming di Amazon Prime Video, “Harlem”, la nuova serie tv creata da Tracy Oliver che s’incentra sulla cultura femminile delle donne nere nel noto quartiere di Manhattan, New York. Abbiamo potuto vedere questa serie in anteprima e oggi ve ne parliamo, come sempre senza spoiler, con la Harlem Prime Video Recensione. Ecco tutti i dettagli
Il nome di Tracy Oliver probabilmente non è così tanto conosciuto qui in Italia, ma nella sua carriera di produttrice, sceneggiatrice e regista ha avuto un successo notevole al botteghino, presentando delle commedie fresche che sono finite sulla bocca di tutti. Basti pensare, per esempio, al film “Il viaggio delle ragazze” uscito qui da noi nel 2018 e “Il sole è anche una stella” del 2019, che l’hanno portata a diventare la prima sceneggiatrice afroamericana con un record d’incassi. Con i suoi lavori, la Oliver ha sempre cercato di portare una ventata d’aria fresca al cinema americano, svecchiando le tematiche e cercando di dare una voce alle culture che una voce non ce l’hanno. Un obiettivo nobile incanalato attraverso delle storie che non hanno pretesa alcuna se non l’intrattenimento e le atmosfere leggere, tipiche del genere comedy. Con “Harlem”, l’intento di Tracy Oliver è quello di evidenziare (anche attraverso le sue esperienze personali) la precarietà della vita a trent’anni, abbattendo l’ideale del percorso tracciato, mostrando invece quali sono le fragilità che provoca la società contemporanea. Ma basta avere un intento giusto per creare un’opera valida?
Harlem Prime Video Recensione: quattro amiche alle prese con il quotidiano
“Harlem”, ambientata nell’omonimo quartiere di New York culla della Black culture, segue le vicende di un gruppo di quattro amiche dai tempi dell’università che cercano di farsi strada nel mondo sentimentale e del lavoro facendo conto sulle proprie forze e ambizioni. Camille è un’insegnante di antropologia presso la Columbia, convinta di poter avere potere e controllo sulla propria vita ma perennemente in difficoltà quando si tratta di affrontare l’aspetto sentimentale. Tye è un’imprenditrice talentuosa appartenente alla comunità LGBT, nonché la creatrice della prima app d’incontri dedicata alle persone queer. Angie è un’aspirante attrice e cantante, alla ricerca della grande occasione che la farà sfondare nel mondo dello spettacolo, ma che per il momento approfitta dell’appartamento e dei soldi di Quinn, una stilista in erba alla ricerca dell’approvazione della sua famiglia. Quattro donne, quattro amiche, quattro persone tanto diverse da risultare subito identificabili per le specifiche caratteristiche. Insieme vivono le novità le une delle altre, fatte di carriera, relazioni e desideri che ancora non hanno avuto modo di emergere.
In “Harlem” l’unione fa la forza, anche quando ogni singolo personaggio si ritrova ad affrontare le difficoltà in solitaria, per poi fare il riepilogo davanti a un cocktail per sfogarsi e preparare la mossa successiva. La serie tenta in ogni episodio di mostrare le difficoltà dell’essere una donna trentenne che ancora non ha una carriera stabile, ancora non ha una relazione solida, ancora non ha le idee chiare su cosa vuole fare nella vita. Il tutto senza essere drammatica, ma piuttosto autoironica nei modi, nonostante le vulnerabilità che portano le protagoniste a bloccarsi. Così, ci si trova a osservare una Camille che non riesce a dimenticare l’ex, una Tye che pur di portare avanti le sue convinzioni non accetta di provare attrazione per una donna bianca, una Angie che si nasconde dietro alle più piccole scuse per non fare un salto nel vuoto e una Quinn che rinnega il suo essere romantica rovinando anche una relazione potenzialmente funzionante. Tutte queste insicurezze finiscono per nascondere ciò che davvero sarebbe bello poter vedere di loro: la caparbietà nell’inseguire i propri sogni.
Harlem Prime Video Recensione: una serie che tenta di essere indipendente
La serie tv è stata definita da tanti come la nuova “Sex and the City” e non potrei essere più d’accordo: peccato che io intenda questo con un taglio negativo. Non ho mai davvero gradito le avventure di Carrie Bradshaw e compagnia, che finiscono per essere un’accozzaglia di vicende stereotipate e diseducative. Mi spiace dover dire che “Harlem”, per quanto abbia delle intenzioni nobili, finisce per essere la versione nera di tutto ciò che trovo di sbagliato nell’opera con cui viene messa a paragone. Gli episodi calcano la mano sull’orgoglio di essere donne nere nel contesto americano per la maggior parte bianco, ma senza portare nulla di innovativo, scadendo nelle classiche battute a sfondo sessuale (che sembrano non destare sdegno, perché pronunciate da donne) o nei dibattiti riguardanti il razzismo. Tutti elementi che sanno già di sentito e che vengono portati avanti attraverso una storia orizzontale che non decolla mai e nel complesso prevedibile. Si parla di affermazione e indipendenza, ma quello attorno a cui sostanzialmente ruota tutto è l’uomo (o la donna) da conquistare, in una realtà come Harlem, un quartiere prevalentemente nero in cui trovare single è più facile a dirsi che a farsi. Si condanna la definizione di “donna nera forte” come termine coniato dai bianchi, ma con il solo scopo di far vedere che le donne possono essere emancipate pur essendo anche sensibili. Ancora una volta, una spiegazione che dal mio punto di vista non è necessaria e che se davvero fosse stata utile sarebbe stato meglio approfondire. Diventano sempre più evidenti le contraddizioni disseminate, che guastano ancora di più la scarsa fluidità della serie.
Quella che potrebbe essere una commedia divertente e in grado di far riflettere si trasforma ben presto in una storia che si perde in sé stessa senza sapere davvero come andare avanti, rappresentando scene di feste, primi appuntamenti e colloqui di lavoro che si sa già come andranno a finire. Non c’è nulla che spicca davvero, se non la chimica che s’instaura tra le protagoniste, speciali per l’essere tanto eterogenee ma accomunate dagli stessi ideali. Avrei voluto una serie che andasse ad approfondire le caratteristiche delle singole donne esaltandole, piuttosto che lasciarle abbozzate sullo sfondo e portando in evidenza una narrazione più facile e scontata. “Harlem” vuole essere il progresso, ma senza osare davvero, andando con i piedi di piombo e facendo lunghe premesse che coprono l’intero arco della prima stagione. Sono state messe le mani avanti con giustificazioni non necessarie prima ancora di poter cominciare la storia nel primo episodio, una cosa che mi ha fatto subito storcere il naso e mi ha invogliato sempre meno a continuare la visione. È stato davvero faticoso arrivare alla fine, lo confesso.
Harlem Prime Video Recensione: i dettagli tecnici
Come già detto in questo articolo, “Harlem” è una serie originale prodotta da Amazon Studios e Universal Television, composta da 10 episodi di mezz’ora l’uno e rilasciata nella sua interezza sulla piattaforma di Amazon Prime Video nella giornata del 3 dicembre. Nel cast troviamo Meagan Good nel ruolo di Camille, Grace Byers nel ruolo di Quinn, Jerrie Johnson nel ruolo di Tye e Shoniqua Shandai nel ruolo di Angie. Diverse sono le guest star ricorrenti, ma non possiamo non citare la mitica Whoopi Goldberg nei panni della Dottoressa Elise Pruitt. L’elenco dei produttori esecutivi include anche Amy Poehler, Kim Lessing, Dave Becky, Pharrell Williams e Mimi Valdés. Il regista di “Il viaggio delle ragazze”, Malcolm D. Lee è stato incaricato per la direzione dei primi due episodi. Il lavoro dietro questa serie è di circa due anni di preparazione e bruscamente interrotto a causa della pandemia di COVID-19 che ha devastato il mondo e New York, dove la serie è ambientata.
Harlem Prime Video Recensione: le conclusioni
Come sempre spero di sbagliarmi quando ho un’opinione negativa di qualcosa e solo la messa in onda della serie tv saprà darmi ragione o smentirmi. Vorrei tanto poter rimanere colpita dai prodotti che cercano di lottare contro la discriminazione, specie quando a essere protagoniste sono le donne. Forse hanno più presa su di me le storie più serie e impostate, che mi sappiano impressionare rimanendo sul pezzo anche utilizzando un tono drammatico e realistico.
Avevo davvero bisogno di un prodotto che sapesse parlarmi con sincerità e passione, dandomi la giusta spinta, la stessa che le protagoniste cercano, ma che non penso abbiano davvero trovato. Quando mi capita di avere un’opinione del genere riesco comunque a equilibrare gli aspetti positivi e negativi, stavolta però penso non sia così semplice. Di certo, purtroppo “Harlem” non è la serie tv che fa per me e non riesco a trovare un punto di vista che mi faccia cambiare idea. Almeno, per il momento.
Guarderete “Harlem”? Siete fan delle serie tv comedy? Ci sentiamo nei commenti!
Recensione in breve
Harlem
Una serie che ha come scopo quello di mostrare la forza e l'emancipazione femminile, ma che pecca nella realizzazione di una storia poco interessante e che stanca fin da subito.
PRO
- Attori ben preparati.
- Costumi adatti all'ambientazione.
CONTRO
- Una trama orizzontale piatta.
- Lunghi preamboli non necessari.
- Non vengono approfondite le tematiche che stanno alla base della serie tv.