Hasselblad X2D 100C recensione è la nostra prova sincera e approfondita dell’ultima nata all’interno della storica azienda svedese (da tempo però di proprietà di DJI), un prodotto di cui non si parla moltissimo, una fotocamera senz’altro per pochi, con costruzione divina, materiali raffinati e tante particolarità che risultano in un interessante connubio tra storia e modernità tecnologica. Come si sarà comportata quella che per alcuni è la fotocamera perfetta per ritratti in studio e still life? Scopriamolo insieme.
Hasselblad, un nome che riecheggia da anni nella mia mente. Mio nonno aveva qualche Hasselbad, quando ancora non c’erano le SD e la “moderna” fotografia digitale, quando ancora si usavano i dorsi, e non solo nel nuoto. Tuttavia, a causa di una serie di sfortunate circostanze, nel corso della mia vita, tra una recensione e un’altra, non sono mai davvero riuscito a mettere le mani su questo tanto discusso (almeno nel mio passato) brand di fotocamere. Pertanto, Hasselblad X2D 100C per me rappresenta un traguardo storico e importante, calcolando che certo, non è la prima volta che provo una medio formato da 100 megapixel, motivo per cui ero ancora più curioso di comprendere il sistema, i menù e, ovviamente, il sensore.
Hasselblad X2D 100C recensione: essenza di rinascita
In casa Hasselblad c’era bisogno di mettere un punto e ripartire: negli scorsi anni e con i precedenti modelli, la storica azienda non se l’era vista benissimo con la critica, in quanto ai modelli precedenti mancava un AF a rilevamento di fase, c’era molta lentezza complessiva e Phocus, l’app per Windows e Mac di organizzazione e post-produzione degli scatti non era così performante. Se è per questo, nei modelli precedenti mancava anche la possibilità di ricarica tramite Type C, uno stabilizzatore e una memoria così importante. Per questo motivo, X2D 100C può prima di tutto definirsi “rinascita”, un prodotto pensato e sviluppato in maniera intelligente ma anche umile, perché Hasselblad è stata in grado di ascoltare le critiche, capirle e trasformarle in possibilità, producendo così un modello che va a risolvere tante, e forse anche troppe pecche del passato.
Ora troviamo un AF a rilevazione di fase, una batteria più longeva, una ricarica rapida tramite Type C, uno stabilizzatore a 5 assi fino a 7 stop di compensazione, uno slot CFExpress Type B e un incredibile SSD da 1TB integrato grazie al quale è possibile non preoccuparsi più della memoria disponibile (o quasi).
Per il resto si conferma una fotocamera Hasselblad vera, perché il produttore è stato in grado, almeno a mio avviso e finora, di non cedere al mercato aggiungendo anche la possibilità di fare video. Seguendo l’opinione di molti, ho notato che questa fotocamera è stata spesso discriminata e criticata proprio perché manca la possibilità di fare video. Dal mio personalissimo punto di vista è invece un grandissimo “pro”, perché è una Fotocamera con la F maiuscola, in cui la cosa più importante è la fotografia, il resto è per altri. Non è incapacità di inserire la funzione video, non è incapacità di adattarsi ai trend, è abilità nel credere fermamente nelle proprie idee. Oggi infatti tutti fanno tutto, sia le fotocamere che i fotografi stessi, questo però non significa che tutti siano in grado di fare tutto bene, il confine è davvero labile.
Pertanto, certamente il mio pensiero è condivisibile oppure no, ma trovo un grande “pro” l’assenza della registrazione video, perché diciamocelo, chi comprerebbe una Hasselblad per fare video? Questo brand ha mai avuto tale nomea? È semplicemente un mercato che non gli compete, e va bene così, perché concentrarsi su una cosa sola, alla fine, premia.
Hasselblad X2D 100C è una fotocamera in grado di diventare il mezzo definitivo per un fotografo pretenzioso, per chi scatta e basta, per chi vuole la qualità pura e quasi infinita. Se siete d’accordo con le mie parole, allora fate attenzione, perché questa fotocamere potrebbe piacervi anche troppo.
Hasselblad X2D 100C recensione: a chi è adatta?
Come molti di voi sapranno, scegliere una fotocamera non è mai facile, motivo per cui all’inizio di ogni mia recensione ci tengo a specificare il target a cui il prodotto si rivolge, al fine magari di evitarvi spese inutili o permettervi di scegliere intelligentemente. La sola parola “Hasselblad”, ancor prima del modello effettivo, dovrebbe già subito farvi capire di che prodotto stiamo parlando, della storicità, della grande “rivalità” storica con Leica e così via. Insomma, tra Hasselblad e Leica ci troviamo di fronte alla storia della fotografia del ‘900 (e anche dei giorni nostri), e soprattutto di storia delle fotocamere europee, perché entrambi i brand nascono “dalle nostre parti” e non in oriente come tutti gli altri.
Questa fotocamera è una medio formato con un prezzo decisamente alto per le tasche di chi inizia (e sarebbe una follia, a mio avviso, iniziare con una Hasselblad o con una Leica), ma è un prodotto perfetto per fotografi professionisti che operano nel settore della moda, della ritrattistica e anche della fotografia Still Life.
Esattamente come alcune fotocamere della concorrenza diretta, quindi in questo caso Leica, è importante capire anche con X2D 100C che la pazienza vince su tutto. A causa della tipologia di sensore, dei megapixel e di varie funzionalità.
Certamente non sceglierete questa Hasselblad per fare fotografia sportiva, dinamica, veloce, ma se pensate alla ritrattistica in studio o alla fotografia Still Life, allora difficilmente troverete qualcosa di meglio. Il sensore da 100 megapixel non è assolutamente da sottovalutare per la questione crop, perché tante volte in studio c’è bisogno di ritagliare in maniera importante, soprattutto se per qualche particolare motivo usate ottiche corte.
Hasselblad X2D 100C recensione: caratteristiche e specifiche tecniche
Questa nuova X2D 100C è una fotocamere mirrorless medio formato con un sensore BSI CMOS da 102 Megapixel effettivi in grado di catturare immagini da 11656×8742 pixel. La raffica è pari a 3fps in RAW, una foto, sempre in RAW, può arrivare a pesare fino a 206mb. C’è una gamma dinamica fino a 15 stop, colori a 16-bit, uno stabilizzatore d’immagine a 5 assi fino a 7 stop (IBIS), ISO fino a 25600 (con un minimo di 64), 1TB di SSD integrato, uno slot extra per CFExpress Type B fino ad un massimo di 512GB, la scienza colore di Hasselblad (HNCS – Hasselblad Natural Colour Solution), display da 3.6″ TFT a 24-Bit con 2.36 milioni di colori e funzionalità touch che può essere tiltato a 40 e 70°, un display superiore da 1,08″ con colori a 18-Bit e 158,400 punti, un mirino OLED da 5.76 milioni di punti, WiFi MIMO fino ax e porta USB Type-C.
Il corpo macchina è tropicalizzato, quindi resistente agli agenti atmosferici vari, e c’è un AF ibrido sia a rilevazione di contrasto che di fase con fino a 294 zone PDAF (Phase Detection Autofocus). La batteria ricaricabile è da 3400mAh e può essere ricaricata tramite USB-C oppure sfruttando il caricatore da 30W presente nella confezione della fotocamera. Il peso è pari a 895 grammi con batteria oppure 790 grammi senza batteria.
Ecco un breve riepilogo delle principali caratteristiche e specifiche tecniche di Hasselblad X2D 100C:
- Mirrorless con sensore medio formato
- Sensore BSI CMOS 43.8×32.9mm da 100 megapixel (102 megapixel effettivi)
- Fino a 15 stop di gamma dinamica
- ISO nativo da 64 a 25600
- AF ibrido fino a 294 zone
- Stabilizzatore d’immagine a 5 assi integrato con compensazione fino a 7 stop
- 1 TB di SSD integrato + slot extra CFExpress Type B
- Mirino OLED EVF da 5.76 milioni di punti
- Display TFT tiltabile ad alta risoluzione da 3.6″ con 2.36 milioni di punti
- Interfaccia touchscreen con funzioni rapide tramite swipe
- Display superiore da 0,8″ a colori con 158.400 punti
- WiFi
- Hasselblad Natural Colour Solution
- Peso pari a 790 grammi (senza batteria)
- Circa 420 scatti di autonomia
Hasselblad X2D 100C recensione: design e materiali
Quando ho aperto per la prima volta la “prima Hasselblad della mia vita”, sono rimasto subito esterrefatto dall’incredibile cura da parte del produttore a partire già dalla confezione. Colore prevalente: nero. L’unica cosa che fa capolino sulla scatola è il logo dell’azienda, niente di più. Niente numeri, scritte, cose, niente confusione. Pulizia totale, eleganza, raffinatezza. L’esperienza di apertura della confezione è stata molto simile a quella che ho sempre provato aprendo ogni mio nuovo iPhone nel corso degli anni, e il paragone non è a caso, perché è stato ampiamente dimostrato come Apple faccia studi incredibili sul tipo di “experience” che gli utenti devono provare aprendo la confezione dei dispositivi vari (sapete che c’è un tempo massimo per cui la scatola dell’iPhone debba aprirsi quando la sollevate? È tutto calcolato). Per questo, la memoria mi ha subito portato ad Apple, perché non avevo mai visto (o quasi) in fotografia una scatola così bella, pulita e curata. L’unica similitudine che mi sento di fare è proprio con Leica, anche le varie M hanno confezioni estremamente belle e curate. A molti non importa nulla, a me invece si, perché è soprattutto nei dettagli più piccoli e che le persone comuni non notano dove vedi la serietà dell’azienda.
Per quanto concerne il corpo macchina, è oggettivamente innegabile che il design e la costruzione di Hasselblad X2D 100C siano un’opera d’arte unica. Difficilmente trovo fotocamere così comode da impugnare ed estremamente ergonomiche. Il corpo macchina della fotocamera è completamente nero, fatta eccezione per il singolo tasto di scatto, che è arancione, tipico del brand. Tenendo in mano Hasselblad X2D 100C si ha una sensazione di robustezza ed eleganza, comodità ed ergonomia, praticamente al pari di Fujifilm GFX100S, con la differenza che l’ammiraglia svedese (ormai cinese) offre una sensazione di pesantezza maggiore (perché sfiora i 900 grammi) ma soprattutto sembra essere più robusta, grazie al materiale con cui è stata realizzata. La scocca di questa Hasselblad è infatti ricavata da un unico blocco di lega d’alluminio, con una fresatura eccezionale.
X2D 100C è leggermente diversa rispetto ai modelli precedenti per quanto concerne le dimensioni: parliamo infatti di una larghezza di 149mm, un’altezza di 106mm e una profondità di 75mm, pertanto è un po’ più alta e un po’ più spessa della versione passata.
Oltre a questo, il nuovo modello aggiunge un display superiore al posto della tradizionale ghiera delle modalità. Per cambiare programma o modalità è ora necessario tener premuto il tasto “M” e ruotare la ghiera di comando, differenza a cui sicuramente è necessario abituarsi ma che risulta comunque comoda dopo un po’ di utilizzi.
Un’altra differenza col passato riguarda il display posteriore, che ora può essere inclinato sebbene “solo” fino a 70°. C’è da notare anche che guardando la fotocamera dall’alto con il display inclinato, l’estrusione del mirino posteriore blocca un po’ la visuale nel punto più alto, cosa che per alcuni potrebbe rivelarsi scomoda. C’è comunque da dire che, a livello fotografico, questa tipologia di orientamento risulta piuttosto comoda per tutte le esigenze di scatto.
Il display, ad ogni modo, è eccezionale, perché oltre alle generose dimensioni (pari a 3,6″, più dei comuni 3,2″ ormai standard da tempo) è anche completamente touch, super definito (con 2.36 milioni di punti), luminoso, nitido e soprattutto preciso, dando una perfetta idea di resa e colori già in camera. Il touchscreen è estremamente reattivo e preciso, ottima cosa dato che questo nuovo modello basa molto sull’interfaccia e sull’usabilità “rapida”. La stessa interfaccia del menù è molto ispirata ai moderni smartphone o interfacce dei vari TV smart, dato che offre diverse funzioni sotto forma di “cubettoni” facili da leggere e soprattutto da selezionare. Quella che secondo me risulta essere un’importante mancanza, soprattutto per quanto concerne la comodità di utilizzo del punto di messa a fuoco, è il Joystick, che avrebbe certamente fatto un’enorme differenza di utilizzo nei vari shooting che ho fatto con questo prodotto.
Un altro grande upgrade rispetto al passato riguarda il mirino elettronico EVF, che ora è da ben 5.76 milioni di punti con un rapporto d’ingrandimento pari a 1x. Oltre a essere grande e comodo come dimensioni fisiche, questo EVF ha anche un refresh rate pari a 60fps, colori meravigliosi e un’ottima possibilità di oscurarsi completamente dalle luci esterne, cosa che lo rende effettivamente comodo da usare e spesso preferibile al display posteriore, che rimane comunque un’eccellente alternativa date le sue dimensioni e la sua resa in termini di colori e luminosità.
Hasselblad, con questa X2D 100C, ha voluto puntare molto sull’utilizzo della sua interfaccia tramite touch screen, cosa che mette molti utenti di fronte ad un bivio: ci sono molti utenti che sono abituati o che si abituano facilmente alle interfacce touch, altri che preferiscono più pulsanti fisici per un utilizzo prolungato; io sono esattamente in mezzo tra i due tipi di utenti, pertanto posso dirvi che mi sono trovato molto bene con la reattività del touch screen ma che avrei comunque gradito un Joystick, di cui ho sentito molto la mancanza.
La fotocamera si accende con una pressione prolungata sul tasto dedicato, mostrando subito la “H” di Hasselblad e poi le varie impostazioni di scatto usate l’ultima volta. Nella parte superiore troviamo il tasto “M” per cambiare modalità, il tasto “ISO/WB” per cambiare Sensibilità ISO o Bilanciamento del bianco (basta una doppia pressione), il tasto di scatto, il display, una slitta hotshoe e il mirino, fine, essenziale.
Essenziale è anche la parte posteriore, dove c’è largo spazio per il minimalismo e per poter appoggiare le dita comodamente senza rischiare di premere qualche tasto. I vari tasti funzione presenti sono AE-L, AF-D, il play (per vedere le foto scattate), un tasto per variare gli strumenti su schermo (a scelta tra griglia dei terzi, bolla e nulla), un tasto per cancellare o tornare indietro e il tasto per entrare nel menù con le varie impostazioni regolabili. Se si preme una sola volta il tasto del menù (quello con le tre linee orizzontali) si può accedere ad una visione più comoda dei dati di scatti, della modalità in uso, delle foto rimanenti e della percentuale della batteria residua.
Nella parte laterale sinistra (guardando la fotocamera da dietro) ci sono degli slot metallizzati, senza dubbio i più belli e comodi che abbia mai visto, che nascondono una porta Type-C per la ricarica o il passaggio delle foto da SSD interno a computer e uno slot per CFExpress Type B, che può risultare comodo qualora non vogliate usare l’SSD interno ed essere costretti a passare da Phocus per importare le foto nel vostro computer (certo, una CFExpress Type B da 1TB non potreste comunque metterla perché il supporto si ferma a 512GB, che risulta essere comunque una capienza decisamente costosa).
Nella parte frontale regna il minimalismo più assoluto, vedendo quindi la presenza soltanto di due tasti: uno per sbloccare l’obiettivo montato e l’altro per decidere la messa a fuoco a scelta tra automatica e manuale. Si tratta comunque di un tasto configurabile a piacere, dato che la scelta della tipologia di messa a fuoco, tra automatica e manuale, può essere fatta anche tramite la ghiera dei nuovi obiettivi presentati con questa fotocamera: basta infatti scorrere la ghiera su o giù per decidere rapidamente la tipologia di messa a fuoco, una possibilità estremamente comoda e ingegneristicamente furba.
Hasselblad X2D 100C recensione: prestazioni
Sebbene il reparto marketing di Hasselblad continui a pubblicizzare questa fotocamera dicendo che ha 100 megapixel, nell’effettivo, andando a guardare i file, la dimensione dell’immagine è pari a 11.656×8.742 pixel, ovvero 101,9 megapixel. Poca differenza in misure del genere, certo, ma è una precisazione che andava fatta. Dal punto di vista tecnico, il sensore di questa fotocamera è praticamente lo stesso di Fujifilm GFX100S, che di fatto è la rivale d’eccellenza di questo prodotto (anche se GFX100S produce immagini a 101,76 megapixel, per essere precisi). Il fatto che il sensore sia quasi il medesimo, non significa però che le immagini prodotte saranno le stesse, e qui è puramente una questione soggettiva. In Hasselblad X2D 100C abbiamo la “scienza colore” del produttore, che è proprietaria e che per molti costituisce già di fatto una rapida decisione in fase di scelta d’acquisto (a paragone con altri prodotti). Come vi dicevo, tuttavia, si tratta di un’opinione soggettiva.
Ho usato Hasselblad X2D 100C prevalentemente nel suo effettivo “ambiente perfetto”, ovvero in studio, per fare due shooting di ritrattistica in cui sono rimasto davvero molto sbalordito dalla qualità effettiva, la definizione, le possibilità di crop e il tipo di tridimensionalità che soltanto una medio formato può offrire.
Hasselblad X2D 100C recensione: workflow e qualità d’immagine
Nell’utilizzo effettivo, Hasselblad X2D 100C fornisce una gamma dinamica eccezionale, che può arrivare fino a 14 stop ma che, dal punto di vista tecnico, non sono mai riuscito a spingere oltre ai 12,5 stop. Le immagini catturate con questo prodotto sono già incredibili viste in camera dal display integrato, perché hanno tonalità ricche, colori unici, perfetta gestione di ombre e alte luci. Se non siete contenti però, vi farà piacere sapere che anche i file RAW di questa Hasselblad sono estremamente lavorabili e gestibili, sia con Hasselblad Phocus (software gratuito di importazione e post messo a disposizione dal produttore) sia con Capture One o Adobe Lightroom. Anche in questo caso, la scelta del software da usare per la post è assolutamente soggettiva, c’è chi è abituato a Phocus, c’è a chi piace fin da subito, c’è chi preferisce usare gli strumenti di sempre. Nel mio caso, che non sono un utente Hasselblad esperto, ho preferito usare Phocus soltanto per l’importazione delle foto, per poi passare a Lightroom per la post effettiva.
Nonostante Hasselblad X2D 100C abbia un SSD interno, esso non verrà letto dal vostro computer (almeno, così succede su macOS) come un normale hard disk esterno, ma sarà necessario passare da Phocus per poter vedere la fotocamera e importare le foto in una cartella a scelta sul vostro computer, per poi ovviamente importarle nel vostro software preferito. Questo procedimento a molti potrebbe risultare lungo o scomodo, soprattutto se si parla di tanti file da più di 150mb l’uno (come un normale shooting fotografico in studio, ad esempio), ma indovinate un po’, anche in questo caso è una scelta soggettiva. Se vi fermate a Phocus, potrete già fare la post lì, se dovete passare ad un altro software chiaramente c’è una scelta in più. Per ovviare a questo eventuale passaggio aggiuntivo che per molti potrebbe risultare scomodo, è sufficiente usare una CFExpress Type B nel nuovo slot “extra” aggiunto in questa generazione, così la scheda, una volta inserita nel vostro computer, verrà letta come ogni altra e potrete sfruttare il vostro stesso workflow di sempre anche senza scaricare Phocus.
Per il resto, una volta finite le varie “pippe mentali” su quale workflow utilizzare e quale possa essere meglio per le vostre esigenze, il mio consiglio è quello di impugnare questa fotocamera e scattare, usarla, vedere come si comporta, studiarla a dovere e apprezzare i file finali. I colori sono perfetti, la saturazione non è mai troppo eccessiva e, soprattutto, è tutto a 16-bit. Le foto sono estremamente nitide, soprattutto a ISO bassi, e già nei primi utilizzi si vede e si “sente” la differenza con un sensore full-frame, perché di fatto, per una questione di limitazioni tecniche, nessun sensore full frame può arrivare a donare la stessa e medesima profondità e qualità d’immagine di un medio formato. Le foto sembrano quasi “parlare”, uscire dallo schermo, comunicare qualcosa in più. Sembrano ancora più uniche, incredibili, definite e meravigliose.
Certo, non sto ovviamente denigrando il sensore full frame, ci mancherebbe, ma è chiaro e palese come le differenze si evidenzino anche con foto “banali” o “semplici”.
Tornando per un attimo nei tecnicismi, in questa Hasselblad X2D 100C è stato aggiunto anche l’IBIS, ovvero lo stabilizzatore d’immagine a 5 assi che può compensare fino a 7 stop. Si tratta di un’interessante aggiunta rispetto al passato, perché funziona bene, è preciso e compensa al meglio soprattutto nelle situazioni in cui il tempo di esposizione è particolarmente lento.
Hasselblad X2D 100C recensione: sensibilità ISO
Anche parlando di sensibilità ISO non ci sono troppi problemi: con sensibilità basse chiaramente avremo immagini più nitide e definite, alzando i valori andremo a scemare di qualità, ma senza eccessi, senza “palloni”, perché di fatto Hasselblad X2D 100C è tranquillamente utilizzabile fino a 6400 ISO, che non è poco contando il sensore e i megapixel. Si può salire fino a 25.600 ISO, ma lì chiaramente la grana si fa molto “viva” e potrebbe disturbare o rovinare uno scatto.

Parlando quindi di qualità effettiva d’immagine, è difficile trovare difetti, critiche o punti negativi, perché è qualcosa di unico, uno spettacolo a cui non si assiste tutti i giorni.
Hasselblad X2D 100C recensione: autofocus
Se fino a qui questa Hasselblad poteva sembrare la fotocamera perfetta, pronta a tutto e assolutamente da avere, nella parte dedicata all’autofocus, effettivamente, iniziano i problemini. Li definisco “problemini” per il semplice motivo che l’autofocus di Hasselblad X2D 100C è l’ennesima caratteristica “soggettiva”, cioè che può essere grandiosa oppure inadatta, sempre a seconda delle esigenze. Dire che questo prodotto ha un autofocus inadatto sarebbe sbagliato, oltre che falso, perché bisogna sempre vedere ciò che dovete fare.
Nella intro vi ho specificato che questa non è una fotocamera super veloce, non è adatta alla fotografia dinamica, sportiva, e così via. La prima regola quando si acquista una fotocamera è quella di sceglierne una adatta alle proprie esigenze. Questo significa, ad esempio, che se fate soltanto fotografia still life per lavoro e nessun tipo di video, una Sony A1 è assolutamente sprecata nelle vostre mani, così come lo sarebbe, probabilmente, anche una Fujifilm GFX100S. Nella fotografia in studio, che sia ritrattistica o di still life, non serve infatti avere 200.000 fps di raffica, buffer da 2 milioni di scatti e 948943 milioni di miliardi di punti AF, perché sarebbero oltremodo inutili e sprecati. Ecco perché Hasselblad X2D 100C pur avendo un autofocus “lento” se comparato alla maggior parte dei prodotti in commercio risulta invece efficace in studio, dove tendenzialmente si ha il tempo di “programmare” “pensare” “valutare” “riflettere” e in caso di problemi “rifare”.
Non sono mai stato un tipo che in studio scatta a raffica, soprattutto perché ho fatto “scuola” con i miei flash Elinchrom D-Lite RX4, che ormai sono vecchiotti e non hanno mai avuto un veloce tempo di ricarica tra un lampo e un altro. Inadatti? Lenti? E chi l’ha mai pensato? Questi flash mi hanno insegnato a dettare i tempi, a metterci un po’ di più a fare uno shooting al fine di fare le cose fatte meglio, e questa Hasselblad dev’essere vista, secondo me, allo stesso modo.
Viviamo in un mondo fin troppo dinamico e veloce, così tanto che non riusciamo più a goderci nulla, ecco perché vi dico che si, l’AF di questa fotocamera è lento, ma non è scritto da nessuna parte che sia un problema per chi fa questo genere di fotografia.
Eventualmente, come “problema”, si potrebbe attribuire a questa fotocamera la mancanza dell’Eye AF, che effettivamente avrebbe fatto comodo anche in studio, ma la lentezza (che poi non è così tanto lenta eh) non lo è di certo.
Ci tenevo a spiegare e specificare perché molte persone che hanno provato questo prodotto si sono scagliate a capofitto sulla lentezza di questo autofocus, solo che forse però non hanno contestualizzato bene la cosa. Confrontare questa Hasselblad X2D 100C con, sempre per mantenere l’esempio di prima, una Sony A1 non ha senso e lascia il tempo che trova, perché sono fotocamere assolutamente diverse per scenari ed esigenze diverse. Sarebbe come paragonare una Formula 1 con una Fiat Panda per andare a fare la spesa…non datemi del vecchio, ma sceglierei tutta la vita la panda, perché sulla Formula 1 spazio per i sacchetti della spesa non ce ne sono, ed ecco che torna prepotentemente il discorso delle “esigenze”. Allo stesso modo, se usate una Panda per gareggiare in Formula 1 non riuscirete neanche a fare un giro prima di essere doppiati dagli altri, ecco perché non è possibile.
Il nuovo sensore di questa fotocamera garantisce un’importante novità rispetto al passato: la messa a fuoco a rilevazione di fase, a differenza di quella a contrasto come unica disponibile in passato. Questo permette di avere un AF ibrido, che fa il suo lavoro, ma sicuramente il fatto di non avere Eye AF e automatismi simili lasciano un pochettino l’amaro in bocca.

Avete due modi per controllare lo spostamento del punto AF: semplicemente con il dito sullo schermo (che nella maggior parte dei casi è la via più rapida) oppure tenendo premuto il tasto frontale (ricordate? Quello programmabile che non dovreste “sprogrammare” se volete usare questa funzione) in combinazione con la ghiera posteriore e quella anteriore (per il movimento negli assi X e Y).

Un’altra grande mancanza, secondo me, di questo AF è la modalità “continua”, che io uso davvero tanto in generale, anche per abitudine. È possibile infatti sfruttare soltanto il punto singolo, un’altra caratteristica che fa capire come questo prodotto sia perfetto da usare in studio, un po’ meno da usare fuori, soprattutto in situazioni dinamiche (paesaggi statici esclusi, ovviamente).

Tuttavia, questo AF ha anche dei lati positivi, come ad esempio le 294 zone PDAF che coprono il 97% dell’area del sensore, cosa molto interessante che, di fatto, permette di avere quella velocità in più che in passato non c’era. Ad ogni modo, il produttore dice che l’autofocus ora è 3 volte più veloce del passato, ma in realtà è consigliabile (se non necessario) usare i nuovi obiettivi presentati con questo prodotto per sfruttare al meglio tale velocità.

Hasselblad X2D 100C recensione: galleria
Hasselblad X2D 100C recensione: scarica i file RAW
Come per ogni nostra recensione qui su FotoNerd.it fin dall’alba dei tempi, anche per questa fotocamera è possibile scaricare i file RAW “nudi e crudi” per provare voi stessi la post-produzione e la gamma dinamica di questo incredibile sensore. Potete scaricare i file RAW cliccando qui oppure sul tasto qui sotto.
SCARICA I RAW DI HASSELBLAD X2D 100C
Hasselblad X2D 100C recensione: conclusioni
Spesso, soprattutto all’interno del nostro podcast, mi lamento di come le fotocamere di oggi, in un modo o nell’altro, si somiglino molto. Alla fine, spesso è sempre una gara a chi fa il sensore più bello, a chi fa i video più definiti, a chi ha l’AF più veloce…e poi ci sono brand come Hasseblad che cercano di comunicare qualcosa che vuole andare oltre le tendenze tecnologiche di oggi, ovvero l’interesse nel far “riscoprire” l’amore per la fotografia pura, quella ragionata, che richiede del tempo, della pianificazione e che può offrire risultati eccellenti. Rispetto al modello precedente i miglioramenti ci sono eccome, a partire dal nuovo AF, il sensore più definito, lo stabilizzatore e l’SSD integrato da 1TB. Anche solo quest’ultima aggiunta non è da sottovalutare, perché è una comodità infinita che in molti casi può fare la differenza.
Si tratta sempre, come ripetuto più volte in questa recensione, di scegliere un prodotto in base alle proprie esigenze, per evitare di comprare la cosa sbagliata e avere qualcosa che non sia adatto a voi. Se siete fotografi da studio, lavorate con ritrattistica, moda e still life, oppure siete fotografi paesaggisti esigenti…beh, difficilmente troverete di meglio per quanto concerne l’effettiva “definizione” e risoluzione di scatto. Tutto sta nel modo in cui affrontate la fotografia e, ovviamente, nel vostro genere. Chiaramente Hasselblad X2D 100C non è una fotocamera “da weekend” e nemmeno per principianti, ma un mezzo da lavoro altamente professionale che, negli ambiti giusti, fa assolutamente la differenza.
Hasselblad X2D 100C ha un costo per il solo corpo pari a 8.699€, per questo motivo, non la troverete su Amazon ma potete contattare direttamente il distributore, FOWA, per maggiori informazioni circa l’acquisto.
Recensione in breve
X2D 100C
Ogni fotocamera di Hasselblad è un viaggio nella storia e nell'arte pura della fotografia. Questo modello non è da meno, e sono certo che vi regalerà emozioni profonde e scatti incredibilmente nitidi. Il corpo è realizzato in metallo resistente, il design è elegante, pulito e minimale e le caratteristiche sono da vera pro. Manca un AF intelligente, l'Eye AF e soprattutto un Joystick, vera carenza del prodotto. Per tutto il resto però, difficilmente troverete una qualità d'immagine simile in altri prodotti.
PRO
- Qualità incredibile
- Possibilità di crop quasi infinite
- Design e materiali pregiati
- Ottima ergonomia e impugnatura
- SSD da 1 TB per dimenticarsi delle memorie esterne (che si possono comunque usare)
CONTRO
- Manca il Joystick per la messa a fuoco
- L'AF è decisamente lento e privo di Eye AF
- Il menù poteva essere più intuitivo