Huawei P50 Pro fotocamera è la nostra recensione della nuova componentistica hardware (e software) contenuta nel top di gamma recentemente presentato dall’azienda cinese. Huawei ha nello storico una lunga serie di strategie importanti per il lato fotografico, ormai definito da molti come “il più importante” in uno smartphone, perché il telefono è sempre con noi in tasca, possiamo usarlo in poco tempo, scattare vari generi fotografici e condividerli in un attimo. Immediatezza, qualità, possibilità, creatività…c’è davvero tutto in Huawei P50 Pro? Scopriamolo insieme in questa recensione dedicata esclusivamente al comparto fotografico / video.
Di Huawei P50 Pro abbiamo già avuto modo di parlarne molto: siamo stati ospiti dell’evento “The Immersive Experience“, dove ho potuto provare con mano, il giorno del lancio, le nuove possibilità fotografiche e parlare con Luca Locatelli, fautore del progetto “Back in Motion“, che abbiamo anche avuto il piacere di ospitare nella puntata 82 del nostro podcast (puntata che vi invitiamo ad ascoltare se volete scoprire la storia di Luca come fotografo e i dettagli del suo progetto).
Il nuovo top di gamma della casa cinese, presentato in contemporanea unitamente al P50 Pocket, si pone come missione quella di permettere agli utenti di avere una reale qualità altissima in fase di scatto, cosa che permette a generi come la Street Photography, la fotografia di reportage o la ritrattistica di essere espressi al meglio in vari ambiti. Sarà vero? Sarà realmente così? Per scoprirlo, ho potuto provare Huawei P50 Pro per circa un mesetto affinché mi fosse possibile rendermi conto a pieno delle potenzialità di questo interessante “camera phone”.
Non faccio recensioni di smartphone lato tecnico / telefonate / funzionalità, pertanto la recensione sarà incentrata sull’aspetto fotografico, come di solito succede su FotoNerd.it da sempre.
Huawei P50 Pro fotocamera recensione: le principali caratteristiche tecniche dello smartphone
Per dovere di cronaca, indipendentemente dal fatto che si tratti di una recensione dedicata all’ambito fotografia, è corretto analizzare in primis le specifiche tecniche dello smartphone, affinché vi sia possibile capire cosa c’è dietro ad un “output” fotografico o video finale, quale processore coadiuva il corretto utilizzo, quale display vi mostrerà foto e video alla massima qualità.
Il display di Huawei P50 Pro, la caratteristica che sicuramente “colpisce” prima di altre, è un OLED da 6.6″ con supporto al refresh rate a 120Hz e con 1,07 miliardi di colori, oltre ad avere una gamma colori P3 per regolazioni visive perfette in ambito fotografico. La risoluzione è pari a 1700x1228px con 450ppi e si tratta ovviamente di un pannello multi touch.
C’è un processore Qualcomm Snapdragon 888 4G (quindi non c’è l’antenna 5G, cosa che per molti potrebbe essere vista come una mancanza), lato OS si parla di EMUI 12, mentre per quanto concerne RAM e ROM troviamo 8GB di RAM e 256GB di Rom che possono però arrivare fino a 1TB se decidete di acquistare la versione con più spazio. Come spesso succede in questi casi, si parla comunque di ROM non espandibile, quindi ha senso scegliere accuratamente al momento dell’acquisto.
La batteria è da 4360 mAh con un tempo di ricarica pari a 45 minuti in fast charge grazie al caricatore in dotazione. All’interno di Huawei P50 Pro troviamo poi un sensore di gravità, infrarossi, impronta digitale, pressione barometrica, giroscopio, bussola, sensore di luce ambientale, di prossimità, laser e di temperatura cromatica. La classificazione dello smartphone è IP68, c’è un doppio slot per schede nano-SIM, connettività WiFi 802.11 a/b/g/n/ac/ax, Spatial-audio, Bluetooth 5.2, USB Type C con supporto tethering, ricarica, OTG, MTP e audio e un chip NFC per pagamenti contactless.
Il peso è pari a circa 195 grammi (batteria inclusa) mentre le dimensioni sono di 158.8×72.8×8.5mm.
Huawei P50 Pro fotocamera recensione: specifiche delle fotocamere integrate
Dopo aver parlato delle caratteristiche tecniche “generiche” di questo smartphone, concentriamoci sulla “ciccia”, cioè la parte che poi ci interessa di più, ovvero le fotocamere. Pensate, a conti fatti, questo Huawei P50 Pro integra ben 5 fotocamere diverse per gestire varie tipologie di “attività” fotografiche (nelle 5 contate è compresa anche quella frontale, ma di fatto dietro sono 4).
La “main camera”, ovvero quella principale, offre un modulo fotografico da 50 megapixel con una lente ad apertura fissa f/1.8 e una focale pari a 24mm nel formato 35mm, oltre ad avere poi anche l’OIS integrato, cioè lo stabilizzatore d’immagine. A prima vista, le caratteristiche tecniche di questo primo modulo sono le medesime del precedente P40 Pro e del Mate 40 Pro, ma, caratteristiche a parte, molto è cambiato dal punto di vista dell’operatività e del software.
C’è poi un modulo da 13 megapixel con apertura f/2.2 e focale pari a 13mm con autofocus, questa è la fotocamera ultra-wide, quindi ultra grandangolare, in grado di catturare anche foto “macro” con un close up a circa 2.5cm di distanza.
Troviamo poi un teleobiettivo da ben 64 megapixel con apertura f/3.5, OIS e una lunghezza focale pari a 92mm in grado di gestire tranquillamente uno zoom 4X ottico.
Infine poi, il quarto modulo è quello “classico” monocromatico, che in questo caso è da 40 megapixel con apertura f/1.6. Si tratta del modulo che Huawei stessa definisce come “True-Form-Dual-Matrix Camera“, cioè quello che è in grado di permettere un ingresso di luce maggiore del 103% rispetto al precedente P40 Pro. In sostanza, questo modulo monocromatico quando è “a riposo” viene sfruttato per permettere al modulo principale di ottenere un maggior ingresso di luce e, di conseguenza, rendere le foto più “di qualità”, definite e, soprattutto, gestire lo scatto con tempi di esposizione ridotti evitando il più possibile lunghe esposizioni (se messe a confronto con le fotocamere di altri smartphone della stessa fascia di prezzo e caratteristiche simili).
Non dimentichiamoci però della fotocamera frontale, anch’essa da considerare come “interessante” in quanto monta un sensore da 13 megapixel con un obiettivo wide da 18mm di focale e un’apertura f/2.4 con tanto di autofocus. Sebbene il formato 4K, lato video, fosse piuttosto scontato per le fotocamere posteriori, vi farà forse piacere sapere che tale funzionalità è disponibile anche per la fotocamera frontale, permettendovi così di aumentare la qualità video in chiamata o in fase di registrazione di contenuti tipo vlog o i più attuali reel di Instagram o TikTok vari.
Tra le varie modalità di scatto troviamo quelle già familiari all’ecosistema Huawei, come Apertura, Notte, Ritratto, Foto standard (automatica), Video, Modalità Pro (per gestire manualmente i parametri), Monocromatica, Adesivi, Alta risoluzione, Panorama, Time-lapse, Doppia visuale, Snapshot, Rallentatore e lenti AR, quest’ultima in grado di appiccicare degli “stickers” animati alla vostra faccia o a quella di qualcun altro, un po’ in stile Memoji di Apple.
Huawei P50 Pro fotocamera recensione: la nomenclatura delle funzioni e possibilità integrate
Facciamo però un po’ di chiarezza sulla terminologia che usa di solito Huawei nei propri smartphone, al fine di rendervi la comprensione più semplice. Vi ho parlato di “True-Form Dual-Matrix Camera“, che è il sistema che, tra le altre possibilità, permette di garantire un’esperienza fotografica completa e realizzare immagini realistiche di qualità molto elevata, riducendo o evitando (per quanto fisicamente possibili) distorsioni e disturbi alle immagini anche in condizioni di scarsa illuminazione.
C’è poi la nomenclatura “Dual-Matrix Camera“, cioè una fotocamera a doppia matrice dove nella prima vi sono tre ottiche combinate insieme (quelle che sono state descritte poco sopra), nella seconda matrice invece ci sono un sensore super veloce e un obiettivo con un range di zoom in grado di arrivare fino a 200X, oltre ad un flash integrato.
Vi sarà capitato poi di leggere “Huawei XD Optics“, cioè un sistema di obiettivi pensato per aiutare gli utenti a sfruttare la creatività personale per catturare immagini ricche di dettagli e simulare al meglio ritratti professionali anche in condizioni di scarsa illuminazione.
Il sistema “XD Fusion Pro” di Huawei è una versione migliorata del già noto “XD Fusion” che incorpora il True-Chroma Image Engine e la tecnologia Super HDR in grado di garantire dettagli, colori e gamma dinamica elevati. True Chroma Image Engine offre un sistema di rilevamento della luce ambientale aggiornato rispetto alla versione precedente in grado di garantire un’ampia gamma di colori P3 e più di 2000 regolazioni proprio sui colori al fine di mostrare agli utenti foto reali. Con la tecnologia Super HDR è poi possibile avere un controllo fine sull’esposizione catturando dettagli anche nelle aree più scure.
Parlando di video, questo Huawei P50 Pro offre la funzione “Full Focal Range 4K Video” che permette di registrare video in qualità UHD su tutta la gamma di focali e con letteralmente tutti i moduli inclusi. C’è poi la funzione “AIS PRO” che è una parte software dedicata alla stabilizzazione del teleobiettivo al fine di permettere una registrazione più fluida e stabile anche a mano libera. Non manca la funzione 4K Time Lapse per registrare video accelerati (prendetela come una definizione molto rapida) in modo semplice e “on-the-go” al fine di avere, come su tutti gli smartphone, un video già montato e pronto.
Huawei P50 Pro fotocamera recensione: prestazioni
Inutile girarci troppo intorno: Huawei P50 Pro è uno smartphone che si acquista principalmente per la sua dotazione fotografica. Se P50 Pocket può essere considerato più “glamour” e “carino” grazie al fatto di essere un pieghevole, gli appassionati di smartphone photography o i content creators che sfruttano a pieno i social vari preferiranno di gran lunga questo cameraphone proprio per le prestazioni delle fotocamere integrate, in grado di garantire una resa importante dal punto di vista qualitativo. Il primo punto che vorrei toccare riguarda la collaborazione con Leica: il contributo dello storico produttore di Wezlar l’ho interpretato come più pratico che tecnico, in quanto, nonostante la dotazione hardware, troviamo un tocco austriaco anche nel vivo del software.
Se andate infatti nella modalità “foto” classica, l’icona con il rullino e i colori posta in alto verso destra aprirà una serie di stili d’immagine (chiamarli “filtri” sarebbe riduttivo) che provano ad andare a simulare i classici colori tipici di Leica, un po’ in stile Fujifilm con le simulazioni pellicola. Troviamo ad esempio “standard Leica”, “colori intensi Leica” e “effetto liscio Leica”; questi sono solo alcuni degli stili d’immagine presenti all’interno della fotocamera dello smartphone, ma sufficienti a farvi capire che c’è la possibilità di avere una foto “pronta” anche scattando in RAW e soprattutto simulando una color science avanzata e, a mio avviso, ben costruita. L’analogica con le simulazioni pellicola di Fujifilm è chiara, ma di fatto si tratta di una base ben più ampia in quanto si parte proprio dallo stile dei colori presenti nelle fotocamere Leica.
A conti fatti, questo è un grande punto di forza per chi tiene alla color science in quanto nessun altro smartphone vanta di un’opzione simile e così fedele al prodotto “originale” da cui deriva (tolta forse OnePlus con la sua collaborazione con Hasselblad).
Nel momento in cui questa recensione viene scritta, Huawei P50 Pro è al secondo posto della classifica di DXO Mark con un punteggio pari a 144, battuto soltanto da Honor Magic4 Ultimate. Questo in realtà significa molto e dice già tanto sulle prestazioni di questo smartphone in quanto le classifiche di DXO Mark sono sempre un punto di riferimento per molti, anche per chi è del settore come noi. Vedere un risultato del genere ancora prima di provare questo Huawei P50 Pro mi ha effettivamente incuriosito, motivo per cui ho cercato di trarre il massimo da questo smartphone nel corso del mio test.
Huawei P50 Pro fotocamera recensione: qualità d’immagine e analisi delle principali funzioni
Parliamo di file jpeg e di “qualità immediata”, analizzando quindi la funzione che verrà utilizzata forse maggiormente da chi acquisterà questo smartphone, cioè “foto”. Foto è quella modalità presente in tutti i vari smartphone di questo tipo che praticamente agisce come il classico modo in cui gli smartphone scattano foto, paragonabile alla modalità “AUTO” nelle fotocamere. Questa modalità foto farà in modo che lo smartphone regoli tutti i vari parametri automaticamente, quindi ISO, apertura, diaframma e così via. Questa è la modalità “punta e scatta“, quella “stress free”, senza preoccupazioni, che adatterà sia la parte hardware che quella software per permettervi di ottenere la migliore qualità possibile in ogni situazione.
Pertanto, se scattate di notte proverà una lunga esposizione (anche se è comunque consigliabile in quel caso usare la modalità “notte” dedicata), se scattate una foto da vicino userà settaggi macro, se scattate un ritratto proverà a sfocare lo sfondo il più possibile (sebbene anche in questo caso sarebbe meglio usare la modalità “ritratto”). Insomma, qui fa tutto lo smartphone e scatterà in jpeg, quindi un file più leggero, compresso e non recuperabile (in termini di ombre e alte luci).
Si tratta di una modalità che funziona molto bene e che riproduce ottimi risultati: la qualità d’immagine, per essere uno smartphone, è davvero alta, buona, nitida, ben definita, e chiaramente i risultati si vedono molto bene anche grazie ad un display integrato che, oggettivamente, è fantastico. Potrebbe capitarvi di vedere male le immagini scattate con questo P50 Pro? Certo, se le passate ad un amico che ha uno smartphone molto vecchio e con un pannello molto economico privo di profilo P3 e senza questa risoluzione, ma questo può succedere anche se scattate con una fotocamera di qualunque tipo.
Sono rimasto positivamente stupito da questa “semplice” funzione e dalla qualità delle immagini, che comunque, nella maggior parte dei casi, ci portano ad un risultato sperato, spesso anche andando a compensare con l’intelligenza artificiale. L’autofocus è veloce, lo stabilizzatore ottico unito a quello software riesce a compensare i micro-movimenti e il possibile effetto mosso. Chiaramente ci troviamo di fronte ad uno smartphone, non potete aspettarvi la qualità di una full frame o di un medio formato (ma manco di un sensore APS-C), tuttavia, molto lodevole e di qualità il risultato finale.
In questo caso le foto verranno salvate a 12 megapixel (se usata il modulo principale), ma potrete comunque affidarvi a quello che si presume essere un sensore OmniVision OV5A con filtro Quad-Bayer.
C’è poi da sottolineare come il flash dual-LED funziona anche da laser per aiutare l’autofocus a funzionare bene, oltre ad essere anche un multispettro per la temperatura colore, cosa che garantisce una corretta riproduzione del colore su tutti i moduli.
Non dimentichiamoci poi che la parte “camera” è influenzata positivamente dal sistema Huawei AI, cioè alcuni settaggi che sfruttano l’intelligenza artificiale per migliorare il più possibile gli scatti. Se volete evitare compensazioni con intelligenza artificiale vi basterà fare un tap su “AI” per disattivare la funzione Master AI. Questa possibilità è particolarmente utile in alcuni casi in cui le compensazioni tramite intelligenza artificiale potrebbero danneggiare lo scatto anziché aiutarlo, ma non si tratta di un difetto in senso stretto di questo Huawei P50 Pro quanto più di logica informatica che può peccare anche nei sistemi più evoluti.
Molto simpatica ed interessante la modalità “creatore di story” che strizza l’occhio ai content creator attivi sui social permettendovi di creare in maniera estremamente facile e veloce delle storie dinamiche con tanto di musica e transizioni automatiche. È possibile quindi creare reel per instagram o, banalmente, storie da 15 secondi con effetti vari a vostra scelta. Ci sono vari template a seconda di ciò che volete fare, non sarà nulla di professionale ma risulta essere una funzione davvero comoda per chi vuole creare rapidamente un contenuto interessante per, ad esempio, le proprie storie su Instagram. Questo è un altro forte esempio di come Huawei si stia giustamente concentrando sulla creazione di contenuti per i social in totale mobilità e con grande rapidità. Una volta terminata la registrazione delle varie clip, cosa comunque molto guidata, dalla fotocamera passerete automaticamente all’app “Petal Clip“, un piccolo software di montaggio integrato nello smartphone, dove potrete finalizzare il vostro video in pochi passi e condividerlo sui social.
C’è poi anche la modalità “apertura“, che non è esattamente come quella vista nelle fotocamere classiche (cioè una priorità di apertura) bensì ricorda più la funzione Post Focus introdotta da Panasonic Lumix nelle varie serie GH (e simili). Si tratta infatti della possibilità di spostare il punto di messa a fuoco (oltre all’effettiva apertura del diaframma) dopo che la foto è stata scattata. Lo smartphone quindi raccoglie tante informazioni nel file, oltre a tanti punti di messa a fuoco, per permettervi di gestire la cosa anche dopo. Con questa modalità sarà praticamente impossibile sbagliare la messa a fuoco.
La modalità “Alta risoluzione” è una sorta di Pixel Binning visto sulle fotocamere professionali in cui però, in questo caso, non si sposta il sensore bensì vengono scattate tante foto e viene fatto un merging automatico (un’unione, ndr) dentro allo smartphone al fine di permettervi di vedere maggiori dettagli e avvicinarvi ai 50 megapixel di risoluzione e peso – scrivo avvicinarvi perché le foto non sono realmente da 50-60mb ma spesso la metà, a volte dipende anche da ciò che fotografate, chiararamente. Questa modalità veniva chiamata “AI Ultra Clarity” un tempo e, esattamente come la modalità notte, richiede qualche secondo per finalizzare lo scatto. La modalità Alta Risoluzione che può produrre scatti fino a 50 megapixel, se usata con la funzione “AI” può produrre scatti più dettagliati, chiaramente, rispetto alla singola fotocamera principale da 12,5 megapixel, tuttavia, se viene croppata o ridotta proprio a 12,5 megapixel, i risultati non sempre saranno migliori, ecco perché molti potrebbero scegliere di scattare senza questa modalità attiva (che comunque richiede più tempo per l’elaborazione, com’è giusto che sia).
La fotocamera principale (chiamata anche “main camera”) può salvare gli scatti a 12,5 megapixel come impostazione predefinita e la qualità è sicuramente molto alta. I dettagli sono precisi, i colori accesi, non c’è particolare rumore e l’elaborazione AI riesce a permettere la giusta nitidezza. In alcuni casi, ad un occhio non esperto, queste foto potrebbero anche sembrare scattate con una fotocamera entry level. Il contrasto è ottimo, i colori sono realistici e la gamma dinamica decisamente impressionante per uno smartphone.
Parlando di fotografia su smartphone e di brand vari, questo Huawei P50 Pro rientra certamente tra i migliori nella fascia alta senza alcun dubbio.
Chiaramente andando ad effettuare crop e zoom vari ci sarà un po’ di degrado di qualità, oltre che rumore visibile, ma stiamo sempre parlando di uno smartphone e di uno scatto a 12 megapixel (sempre parlando della main camera).
È interessante anche il tipo di zoom previsto con questo Huawei P50 Pro che riesce ad essere addirittura ottico fino a 3X e digitale per il resto, fino a ben 100X. Chiaramente, più andrete “lontano” con lo zoom digitale e più andrà a rovinarsi l’immagine, diventando quasi impossibile da “recuperare”. Ho provato a fare molte foto dalla distanza alla Luna, a palazzi e a soggetti molto lontani, ma, mano ferma o no a parte, a 100X la qualità si degrada notevolmente (e direi). Pertanto, questo tipo di zoom forse è stato messo soltanto per dimostrare che si può fare, non di certo per dare una reale offerta qualitativa all’utente.
Interessante anche la modalità Notte, che, come la modalità Alta Risoluzione, richiederà qualche secondo per lo scatto effettivo (trattandosi di una lunga esposizione). In fin dei conti, ciò che questa modalità andrà a fare, lunga esposizione a parte, è la possibilità di alzare le ombre e gestire meglio il cielo notturno. È capitato a volte che questa modalità saturasse un po’ troppo i colori, ma dipende dal contesto.
Huawei P50 Pro fotocamera recensione: formato RAW e megapixel
Questo smartphone si unisce alla serie di dispositivi che, nel corso degli anni precedenti, hanno lentamente iniziato ad introdurre quel formato tanto amato dai fotografi, ovvero il RAW. Nel caso specifico di Huawei P50 Pro, come accade nella maggior parte dei dispositivi di questo brand, l’estensione è DNG, ovvero il formato RAW “universale” di Adobe che vediamo anche, ad esempio, sui droni DJI. Certo, da fotografo o appassionato di fotografia che dir si voglia, quando si sente la parola “RAW” ci si aspetta sempre qualcosa di molto malleabile, gestibile, soprattutto per quanto concerne ombre, alte luci e ovviamente bilanciamento del bianco. Tale peculiarità però, dipende molto da un unico ed esclusivo fattore: il sensore. Per questo motivo, bisogna sempre ricordarsi che per quanto la gamma dinamica di uno smartphone possa essere buona, è pur sempre uno smartphone, il cui sensore fotografico (o sensori molteplici nei vari moduli) è grande come un’unghia di una mano, pertanto non potrà generare chissà quale qualità in grado di permettere recuperi estremi. Questo “problema” si verifica soprattutto se siete utenti di fotocamere Full Frame o, ancora “peggio”, medio formato, abituati quindi a poter elaborare il file a vostro piacimento, in alcuni casi anche rendendo una foto scura completamente “chiara” e ben esposta. Usando questo ed altri smartphone dovrete scordarvi queste possibilità estreme, ma questo non significa che Huawei P50 Pro si comporti male, anzi.
Il RAW è piuttosto pulito, anche se ho effettivamente notato una stranissima gestione della temperatura colore con Lightroom. Sfruttando il programma di Adobe per approfondire e post-produrre vari DNG generati da Huawei P50 Pro mi sono accorto che lo slider della temperatura colore funziona quasi al contrario, perché scaldando l’immagine, essa in realtà diventa viola (quindi si raffredda), cosa alquanto strana. Scartata quindi l’ipotesi di gestire la temperatura colore al meglio in post, mi sono addentrato nella gestione delle ombre e delle alte luci. Sebbene il recupero delle alte luci generi qualche piccolo artefatto chiaramente visibile anche senza crop, sono invece rimasto piacevolmente colpito del recupero delle ombre, davvero più che buono per un sensore così piccolo, a dimostrazione ulteriore del fatto che Huawei P50 Pro offre davvero un’ottima gamma dinamica.
Per quanto concerne i megapixel, anche in questo caso è giusto non aspettarsi gli stessi risultati di una fotocamera full frame o medio-formato da 50 / 64 megapixel, in quanto, nell’effettivo, il peso dei file è decisamente inferiore.
Una foto jpeg scattata con l’obiettivo principale pesa tra i 4 e i 7Mb, un RAW pesa tra i 25 e i 30Mb. Se si usa la modalità “alta risoluzione” che unisce diversi scatti per crearne uno più risoluto, il peso varia tra i 10 e i 15Mb. Chiaramente questo peso è ben diverso rispetto a sensori più grandi trovati in fotocamere APS-C o Full Frame, ma questo ve l’ho già spiegato.
Huawei P50 Pro fotocamera recensione: video e stabilizzazione
Questo smartphone può registrare video stabilizzati fino al 4K@60fps con la fotocamera principale, monocromatica e il teleobiettivo, mentre si ferma al 4K@30fps la registrazione video con la fotocamera ultrawide e selfie (senza stabilizzazione in questo caso). Sebbene nelle ultime due fotocamere descritte non ci sia lo stabilizzatore meccanico attivo, è sempre disponibile quello elettronico, che funziona comunque bene.
Huawei P50 Pro è in grado di registrare time-lapse e slow-motion fino a 240fps, c’è la modalità dual video con due fotocamere (davanti e dietro, stile vlog evoluto) ed è possibile arrivare a girare video fino a 51.200 ISO per quanto concerne la modalità video manuale, una caratteristica interessante per i contenuti catturati nelle scene di scarsa luminosità. I filmati in 4K@30fps hanno un bitrate pari a 39-40Mbps, mentre l’audio viene sempre catturato in stereo con bitrate di 96Kbps. Nonostante la qualità audio sembri bassa sulla carta, la realtà dei fatti è che si tratta di una buona registrazione priva di problematiche legate al vento con un suono ricco e profondo (nonostante si tratti di uno smartphone).
La fotocamera principale riesce a catturare video in 4K@60fps con un ottimo risultato: ben bilanciati, ottimo contrasto, stabilizzazione interessante e soprattutto colori e gamma dinamica decisamente curati. Ci sarebbe potuta essere più nitidezza nei video, ma la colpa potrebbe essere attribuita allo stabilizzatore sempre attivo e non disattivabile.
Il teleobiettivo ha due livelli di zoom durante l’acquisizione di video: 4x e 10x. I video 4x sono assolutamente buoni, con dettagli più che sufficienti, ottima nitidezza, colori realistici, contrasto importante e gamma dinamica decisamente elevata. Eccezionali anche le riprese video con la fotocamera monocromatica, che è stata già di suo pensata per far entrare più luce e che riesce così ad esprimersi al meglio.
Si va a perdere un po’ di luminosità registrando video con zoom 4 o 10x e si aggiunge anche un po’ di rumore elettronico, ma restano ottimi i colori, il contrasto e la gamma dinamica.
Ho provato Huawei P50 Pro per qualche video in movimento e sono rimasto piacevolmente colpito della stabilizzazione. Se usato con un cage per smartphone diventa davvero un ottimo assistente. Ad esempio, se dovete registrare video “veloci” in una fiera, potreste pensare di usare soltanto P50 Pro anziché portare con voi attrezzatura molto pesante (certo, dipende poi da quale sia la vostra esigenza di output finale e la destinazione di pubblicazione, ma questo lo saprete voi).
Huawei P50 Pro fotocamera recensione: galleria scatti
Huawei P50 Pro fotocamera recensione: scarica i file RAW
Ebbene si, come da nostra solita tradizione per le fotocamere, data la disponibilità di questo formato sul nuovo smartphone top di gamma, abbiamo deciso di mettervi a disposizione qualche file RAW da editare a piacere con il vostro programma preferito al fine di capire le effettive potenzialità dei file generati e, soprattutto, se siete d’accordo con il nostro giudizio. Potete scaricare i file RAW di Huawei P50 Pro cliccando qui oppure sul tasto qui sotto:
SCARICA I RAW DI HUAWEI P50 PRO
Huawei P50 Pro fotocamera recensione: le nostre conclusioni
La serie “P” di Huawei è sempre stata sulla cresta dell’onda per diversi motivi, ma da qualche tempo a questa parte, l’aggiunta della parola “Pro” ha cambiato ulteriormente le carte in tavola, soprattutto lato fotografia e video. Non ho parlato di software e hardware al di fuori della parte fotografica come mia premessa, ciò non toglie però che qualche lag e strane reazioni software ci siano state, anche con l’app fotocamera, che alcune volte ha crashato nonostante io non abbia letteralmente installato nulla sul dispositivo. Nessun tipo di hardware è perfetto, quindi sono cose che capitano e soprattutto perdonabili.
Avere questo P50 Pro in tasca mi ha fatto sentire quasi come se avessi una buona compatta affidabile sempre con me, in grado di produrre risultati più che ottimi. La vera evoluzione, in futuro, arriverà secondo me quando ci saranno sensori più grandi e, soprattutto, possibilità di gestire realmente ogni singolo parametro della fotocamera. Al di là di questo, Huawei P50 Pro si conferma un vero top di gamma per chi vuole divertirsi con la fotografia mobile.
Il display è qualcosa di incredibile, quasi da sogno oserei dire. Lo zoom ottico è assolutamente perfetto e meraviglioso, al contrario però dello zoom digitale che, chiaramente, sulle lunghe distanze diventa inutilizzabile. Nel complesso comunque, questo dispositivo farà certamente parlare di sé per molto tempo grazie alle sue fotocamere e alle potenzialità on-board.
Recensione in breve
P50 Pro
Un vero top di gamma non soltanto per la parte telefonica ma anche e soprattutto per quella fotografica. 5 fotocamere, tanti megapixel, tante modalità e un grande divertimento. Che si tratti del cameraphone definitivo?
PRO
- Grande qualità di scatto e di registrazione video
- Moltissime modalità a disposizione dell'utente
- Stabilizzazione video eccelsa
- Un display OLED 120Hz assolutamente incredibile
- Fotocamera selfie di qualità superiore
CONTRO
- Autonomia della batteria migliorabile
- Bellissima la presenza dello standard HDR10, ma poca compatibilità con le apps
- Manca il 5G
- Qualche problema nella gestione del bilanciamento del bianco nei RAW in post