Gli esseri umani hanno sempre guardato affascinati alla volta celeste, immaginando cosa si celasse oltre quell’azzurro candido a pois bianchi che è il nostro cielo. Abbiamo creato le più grandi tecnologie per poter scoprire le meraviglie oltre la nostra atmosfera e oltre la nostra galassia, in cerca di informazioni, forme di vita e pianeti simili al nostro. Tra i tanti telescopi inviati nelle spazio, uno in particolare è rimasto nella memoria collettiva: Hubble, in grado di influenzare la scienza e la fotografia anche 25 anni dopo.
Hubble 25 anni dopo: come ha cambiato la storia
Il telescopio spaziale Hubble è stato lanciato in orbita terrestre nel 1990, ed è attualmente operativo. Fin dall’inizio si è rivelato un’incredibile fonte di informazioni ed immagini, che hanno cambiato il nostro modo di vedere e percepire l’universo. Nel video rilasciato da Vox, che ho inserito ad inizio articolo, potete ammirare come Hubble descriva nel dettaglio ciò che lo circonda, e come abbia cambiato drasticamente la nostra conoscenza dello spazio profondo e il modo di approcciarsi ad esso da parte degli astronomi e scienziati grazie soprattutto ad una fotografia scattata nel 1995. E’ incredibile vedere come, in uno fotogramma che sembra minuscolo, ci possano essere così tante stelle luminose, fonti di luce per quella che altrimenti sarebbe un’infinità distesa di oscurità e silenzio. Le immagini di Hubble hanno fatto la storia e continuano a scriverla anche 25 anni dopo il suo lancio.
Hubble 25 anni dopo: il mistero dell’universo
Infinite galassie e pianeti si nascondono dietro quelle lucciole spaziali chiamate stelle, ed è affascinante vedere come la fotografia sia in grado di raccontarci il grande mistero dell’universo e, in parte, della vita stessa. Hubble ci ha raccontato delle storie tramite i suoi dati e i suoi scatti. Le storie di quel mistero su cui ancora oggi abbiamo pochissime risposte, ma che fa bruciare e brillare i cuori di miliardi di persone. Hubble è ancora li, 25 anni dopo, a narrarci la vita di quei puntini luminosi e brillanti, su cui i quali riponiamo i nostri silenzi più remoti e i nostri sogni più ardenti, nelle calde e fredde notti del nostro mondo.