Fortissimi accuse di razzismo sono state rivolte al britannico Martin Parr a seguito della pubblicazione del fotolibro del fotografo italiano Gian Butturini. Vediamo cos’è accaduto e, sopratutto, il perché di tanto clamore.
Martin Parr razzismo: cosa è successo?
Martin Parr ha curato e scritto la prefazione della ristampa del fotolibro del 1969 del fotografo Gian Butturini; intitolato “London”, è stato rilasciato nel 2017 dall’editore Italiano Damiani (se volete potete leggere la nostra guida sui migliori libri fotografici). Ovviamente è fedele all’originale, che altro non è che un reportage di fotografie in bianco e nero sotto forma di racconto. Viene narrato di una città in agitazione interiore a confronto con il benessere crescente degli anni ’70 in contrapposizione ad una povertà sempre più tangibile e presente. La ristampa è stata effettuata per espressa volontà dei familiari di Butturini.
Le accuse di razzismo sono state sollevate l’anno scorso (quindi a due anni dalla pubblicazione) dopo che i lettori hanno notato che una fotografia di un gorilla in gabbia era contrapposta ad una fotografia di una donna di colore.
Utterly horrified and appalled to see this double page layout in a book about London, edited by #MartinParr. It’s time to confront such vile #racism within #BritishPhotography. Get involved with the #LessThanHumanDebate. #photography #photojournalism #photoethics pic.twitter.com/AaXX0phhxn
— Less Than Human Debate (@LTHdebate) May 27, 2019
Martin Parr razzismo: le conseguenze per il fotografo
Tra le più attive nella protesta c’è sicuramente Mercedes Baptiste Halliday, una studentessa che ha ricevuto il libro incriminato in regalo. Dopo aver espresso rabbia sui social media, la stessa Halliday ha successivamente protestato davanti alla mostra di Martin Parr alla National Portrait Gallery di Londra.
A distanza di un anno, il fotografo ha riconosciuto il suo errore anche viste le pressioni che il Bristol Photo Festival ha fatto per affrontare le accuse di razzismo a suo carico. Questo è quello che ha dichiarato questa settimana:
“Vorrei scusarmi senza riserve. Che questa produzione sia sfuggita al mio controllo è ingiustificabile. Sono mortificato di averla promossa grazie al sostegno che ho prestato al libro”
Halliday ha anche ricevuto una risposta diretta da Parr in cui esprime rammarico per il suo errore, in cui si impegna a donare i suoi profitti per il libro a un ente di beneficenza di sua scelta e in cui invita Halliday per un incontro con lui ed il suo team. La studentessa ha prontamente rifiutato affermando che, data la risposta poco gradevole che ha ricevuto quando ha sollevato il problema, non si sarebbe sentita al sicuro.
Update: I’m glad Martin Parr is taking the necessary steps recommended. However, we must continue to hold people in positions of power accountable for their roles in perpetuating racism and misogyny. pic.twitter.com/ogRUGx2Tvy
— Less Than Human Debate (@LTHdebate) July 22, 2020
Nella sua lettera, inoltre, Parr ha dichiarato che avrebbe chiesto all’editore di interrompere le vendite del libro; l’editore Damiani ha deciso invece di scontare il libro del 40%. The Guardian riferisce che gli studenti di fotografia dell’Università dell’Ovest dell’Inghilterra (Bristol) hanno cancellato la mostra di fine anno che si sarebbe tenuta proprio alla Martin Parr Foundation. Tra le altre cose, il fotografo è anche sotto esame per aver scritto il testo di un libro di fotografie del fotografo Txema Salvans che si è travestito per fotografare segretamente delle prostitute (molte delle quali sono vulnerabili, soggette alla violenza e facilmente identificabili).
Martin Parr razzismo: conclusioni
È innegabile che stiamo vivendo in un periodo molto particolare in cui il razzismo (giustamente) ed i diritti dell’uomo sono finiti sotto la lente d’ingrandimento; sono d’accordo nel condannare qualsiasi episodio discriminante come quello in esame ma forse in un momento come questo si tende eccessivamente a scagliarsi contro errori svolti nel presente o nel passato, con il rischio, come in questo caso, di farne pagare le conseguenze a terzi. Sono dell’idea che accostare una fotografia di una donna di colore a quella di una scimmia sia una cosa imperdonabile da fare ai giorni d’oggi, ma riguardando gli eventi della nostra storia passata, quanti episodi simili a questi troveremmo? Non sarebbe meglio concentrarci sull’evitare che simili accadimenti non si ripresentino mai più piuttosto che iniziare una caccia alle streghe rispolverando fotografie vecchie di 50 anni? Per una volta, non sarebbe preferibile domandarci “Cosa possiamo fare noi per cambiare concretamente la situazione?” piuttosto che limitarci a puntare il dito sugli errori commessi dagli altri?
E voi cosa ne pensate? Secondo voi è giusto condannare Parr oppure è stato un errore commesso in buona fede? Fatecelo sapere nei commenti qui sotto!