Esistono tantissimi strumenti a disposizione dei fotografi al giorno d’oggi, e tra questi forse l’istogramma è il più utile e meno compreso di tutti: viene visto come qualcosa di complicato e macchinoso, quando in realtà basterebbe veramente poco tempo per capirne appieno ogni sfumatura ed imparare ad utilizzarlo nel modo corretto durante le sessioni di scatto. La nostra guida sull’istogramma nasce proprio dall’esigenza di darvi una mano nella comprensione di questo strumento e far si che voi possiate sfruttarlo per ottenere dei risultati migliori quando fotografate. Pronti a svelare l’arcano meccanismo dell’istogramma?
Istogramma: perché è importante
Potreste farmi una domanda molto semplice: “perché è importante imparare a leggere l’istogramma”, e la risposta svelerebbe già di per sé quanto riuscire a comprendere questo strumento sia essenziale nel percorso di crescita di un fotografo. Imparare ad interpretare bene l’istogramma non vuol dire solo avere una conoscenza più ampia del mondo della fotografia in quanto vi fornisce a tutti gli effetti uno strumento in grado di migliorare la vostra tecnica fotografica e la vostra comprensione dell’esposizione, uno dei valori più importanti da tenere conto quando si scattano fotografie. L’istogramma è la rappresentazione, sotto forma di grafico, della vostra foto e vi basterà buttare l’occhio su di esso per capire se è esposta nel modo corretto o se avete sbagliato qualcosa, tutto senza farvi influenzare il alcun modo dal display o dal mirino della vostra macchina fotografica reflex o mirrorless, non sempre precisissimo per via della retroilluminazione e di altri fattori.
Quindi, come potete intuire, arrivare a padroneggiare l’istogramma è fondamentale sia in un percorso di crescita personale a livello fotografico che per ottenere dei risultati molto più accurati in fase di scatto, arrivando di conseguenza a velocizzare quello che poi è il processo di sviluppo dell’immagine. Noi di FotoNerd siamo qui apposta per spiegarvi nel dettaglio come si legge l’istogramma, quali sono i parametri da conoscere per padroneggiarlo come se foste un Jedi che padroneggia la Forza, così che poi voi abbiate tutte le nozioni adeguate per utilizzarlo.
Istogramma: cos’è e come si legge
La lettura dell’istogramma di per sé è molto semplice, se sapete cosa viene rappresentato nel grafico che vi appare davanti. Lungo l’asse delle X (orizzontale) troviamo all’estrema sinistra il nero assoluto mentre, diametralmente opposto, il bianco puro, mentre l’intervallo fra questi due parametri contiene tutte le variazioni di tonalità presenti nella scena che avete immortalato. Possiamo quindi dividere l’istogramma in 3 sezioni verticali: a sinistra le ombre, in centro i mezzi toni e, a destra, le luci. Sull’asse delle Y (ossia quello verticale) troviamo invece la quantità di pixel contenuti in un determinato intervallo tonale.
Cosa succede all’istogramma quando scattate una foto? Il vostro grafico rappresenterà la quantità di luci, ombre e mezzi toni contenuti nell’immagine e vi darà un’idea generale dell’esposizione ottenuta facendovi capire se avete impostato i parametri nel modo corretto o meno. Per aiutarvi a capire meglio il concetto vediamo l’istogramma di una foto completamente bianca e l’istogramma di una totalmente nera.


Come possiamo vedere, i due grafici sono l’uno l’opposto dell’altro: nel primo caso, essendo ogni pixel dell’immagine bianco, vediamo che l’istogramma è formato esclusivamente da un segmento posizionato all’estrema destra, mentre abbiamo un segmento all’estrema sinistra per quanto concerne la foto con nero assoluto. Questo indica che, nelle due immagini rappresentate, non ci sono variazioni tonali presenti che possano inserirsi tra i due; sull’asse X questi valori estremi corrispondono a dei numeri, ossia 0 per il nero assoluto e 255 per il bianco puro. Avere dei picchi in una di queste zone significa avere delle zone prive di dati utili e quindi sono assolutamente da evitare, siccome il nero e il bianco assoluti indicano una perdita di informazioni che non può essere recuperata in alcun modo. Tralasciando questi casi davvero limite, possiamo notare nell’immagine qui sotto come sarebbe l’istogramma ideale di uno scatto.
Possiamo notare che la forma dell’istogramma è molto simile a quella di una montagna, per fare una similitudine, poiché abbiamo un picco al centro che va ad abbassarsi man mano che si avvicina ai lati del grafico. Questo è un caso di immagine esposta nel modo corretto, dato che abbiamo molti dati nei mezzi toni ma anche nelle luci e nelle ombre senza avere parti irrecuperabili.
Istogramma: come ottenere l’esposizione ideale
Avere l’istogramma apposto significa aver realizzato una fotografia correttamente esposta, ma come si ottene la giusta esposizione di una scena? In realtà questo non sarebbe il luogo ideale per spiegarvelo, dato che potete consultare la nostra guida sul tempo di esposizione, però ci tengo a spiegarvi un paio di cose per darvi più nozioni possibili già partendo da questa guida. Esporre correttamente un’immagine è essenziale e questo avviene impostando il triangolo dell’esposizione, ossia i tre elementi che contribuiscono ad ottenere l’illuminazione e la profondità di campo finale di uno scatto. Questi tre fattori, di cui potete leggere nella guida come usare la reflex in manuale, sono il diaframma, la sensibilità ISO e il tempo di esposizione.
Oltre ad imparare ad utilizzare il vostro corpo macchina fotografica, e quindi tutti i valori che contribuiscono alla realizzazione di una fotografia correttamente esposta, si possono utilizzare degli strumenti come i filtri ND, ottimi ed essenziali soprattutto in quelle situazioni dove c’è davvero troppa luce e sia ha la necessità di “scurire” la fotografia posizionandoli davanti alla lente dell’obiettivo, o in quei contesti dove si vogliono ottenere dei risultati particolari ed artistici. Infine, per concludere gli strumenti che potete utilizzare per calcolare nel modo corretto questo valore, è possibile utilizzare un esposimetro esterno che vi aiuterà in una lettura della luce molto più precisa ed accurata.

L’istogramma ideale, e questa è una cosa molto importante che devo dirvi, è un punto di riferimento solo per alcune situazioni: non sempre, infatti, un’esposizione corretta è l’obiettivo che si vuole raggiungere. Mi spiego meglio: mettiamo caso che dovete fotografare un oggetto su sfondo completamente bianco, l’istogramma generato avrà per forza di cose un picco in direzione del bianco assoluto proprio perché lo sfondo è puro e non contiene transizioni tonali. Allo stesso modo, una foto in bianco e nero molto contrastata avrà un’istogramma ancora diverso ma non per forza di cose sbagliato.
Questo discorso si può applicare anche alle scelte stilistiche che il fotografo opera: se volete ottenere una fotografia sottoesposta per enfatizzare un determinato effetto cinematografico, per esempio, l’istogramma non apparirà ideale ma voi avete ottenuto l’immagine che intendevate ottenere. Come potete capire è importante comprendere l’istogramma e leggero al meglio in modo da sapere quando uno scatto è correttamente esposto, ma non sempre è il solo fattore da guardare e da tenere in considerazione quando si fotografa.

Istogramma: conclusioni
Come avete appreso durante la lettura di questa guida, l’istogramma è uno strumento molto facile da leggere ed è di enorme aiuto in tutte le situazioni fotografiche, sopratutto quelle dove, per un motivo o per l’altro, non è possibile fare pieno affidamento sul display della vostra macchina fotografica. Alcune fotocamere offrono anche la possibilità di vedere direttamente l’istogramma della scena inquadrata senza nemmeno aver scattato, una funzione decisamente importante che può aiutarvi durante la regolazione dei parametri.
Se, dopo tutta questa manfrina, l’istogramma vi sembra ancora un argomento difficile da comprendere, non temete: rileggete l’articolo, provate a fare un paio di foto e controllarlo seguendo quelle che sono le nostre indicazioni e vedrete che tutto diventerà chiaro e semplice in un battibaleno. Ricordatevi, per concludere, che la macchina fotografica resta uno strumento e, come tale, non può calcolare ogni singola cosa e quindi arriverà il giorno in cui dovrete fare affidamento esclusivamente sul vostro occhio e sulla vostra “sensibilità” fotografica.