Chiamiamolo cambiamento o, ancor meglio, chiamiamola rivoluzione: l’Italia dice finalmente addio alla censura cinematografica grazie al decreto firmato dal ministro Dario Franceschini ed entra letteralmente in una nuova epoca a favore degli autori. Ecco tutti i dettagli.
Italia dice addio alla censura cinematografica: rivoluzione
Il cambiamento è finalmente arrivato, una ventata di aria fresca in favore degli artisti e degli autori che, da tempo, si richiedeva a gran voce: l’Italia dice finalmente addio, dopo oltre cent’anni, alla censura cinematografica. Il ministro Dario Franceschini ha firmato il decreto che la abolisce definitivamente che bypassa tutto il sistema di controlli e interventi (spesso molto pesanti) che permetteva allo Stato di agire e “castrare” la libertà creativa degli artisti. Un cambiamento unico nel suo genere, una rivoluzione in tutto e per tutto che l’intero paese ha acclamato a gran voce.

Quanti sono i casi di censura cinematografica avvenuti in Italia? Tanti, tantissimi. Potremmo azzardare a dire che è difficile tenerne il conto e, tra i titoli censurati, troviamo capolavori del cinema come Ultimo Tango a Parigi, Totò che visse due volte, La spiaggia, La dolce vita, Rocco e i suoi fratelli e tanti altri. Una sfilza di pellicole illustri che, nella storia, sono state rimaneggiate e che si son viste censurare parti importanti ritenute “troppo spinte” da un organo che, più che avere competenze nell’ambito, seguiva i suoi interessi basati su sulla politica, la morale e la religione. La censura, d’altro canto, è nata praticamente in concomitanza con l’arrivo del cinema in Italia e, più nello specifico, con il decreto lanciato nel 1914 che approvava l’esecuzione della Legge Facta. Cento e passa anni in cui gli artisti si sono visti censurare le loro opere da un modello di censura che, ovviamente, è mutato ma ha continuato a persistere. Ora, finalmente, tutto cambia.

L’addio alla censura cinematografica da parte dell’Italia porta, per forza di cose, ad un altro tipo di intervento: la classificazione delle pellicole. Per renderle più chiare avranno icone indicanti l’eventuale presenza di contenuti ritenuti sensibili per i minori, tra cui la violenza, il sesso o le armi. La classificazione avverrà quindi per fasce di età: film per tutti, film non adatti ai minori di 6 anni, film non adatti ai minori di 14 anni e film vietati ai minori di 18 anni. Il tutto verrà assegnato da esperti di cinema, educatori, psicologi, pedagogisti, studiosi, magistrati e altri competenti nel campo.

Italia dice addio alla censura cinematografica: tutto cambia
Il cambiamento sperato, atteso, chiamato a gran voce, bramato non tanto velatamente da un secolo: l’Italia del cinema è pronta a dare più valore agli artisti e alle loro opere, mettendo da parte quelle entrate a gamba tesa che ne hanno (spesso) censurato il significato intrinseco. Un passo avanti gigantesco che non può che essere acclamato a gran voce per chi, come noi, ama i film e rispetta la visione artistica di chi ha sudato e lavorato per realizzarli. Finalmente il cambiamento è arrivato. Ci è voluto tanto, troppo tempo, ma ci siamo.