Ritornare indietro nel tempo di due anni, ripercorrendo le tappe di quei mesi quasi surreali, diversi da tutti quelli vissuti in precedenza. Giorni cupi, oscuri. Giorni di paura, ma non di rassegnazione. L’Italia del primo lockdown viene raccontata nella mostra fotografica “Italia in-attesa. 12 racconti fotografici”, presso Palazzo da Mosto di Reggio Emilia.
Italia mostra primo lockdown: l’esposizione
Ne sono passati di mesi, da quei giorni maledetti. Eppure, nella nostra memoria, sono ancora freschi, quasi come fossero accaduti l’altro ieri. I discorsi di Conte in TV, la paura per un virus sconosciuto, l’angoscia, il terrore di perdere il lavoro, il blocco in casa sotto il nome di quarantena, come fossimo in un film post apocalittico. L’Italia del primo lockdown viene raccontata attraverso lo sguardo di 12 fotografi, nella mostra “Italia in-attesa- 12 racconti fotografici“, aperta al pubblico presso Palazzo da Mosto di Reggio Emilia dal 15 ottobre 2022 all’8 gennaio 2023. L’esposizione è curata da Margherita Guccione e Carlo Birrozzi.
Francesco Jodice, Silvia Camporesi, Walter Niedermayr, George Tatge, Andrea Jemolo, Guido Guidi, Mario Cresci, Antonio Biasiucci, Olivo Barbieri, Paola De Pietri, Ilaria Ferretti, Allegra Martin: questi gli autori che hanno messo a disposizione i loro racconti per la mostra, raccontando uno scenario unico, irreale, fatto di silenzi e di attesa. Ognuno di loro per raccontare quei giorni (e mesi) maledetti ha deciso di farlo con il suo personale punto di vista, raccontando lo spazio esterno tanto quanto quello interno, quello concreto tanto quanto quello astratto e più concettuale. Racconti in cui sorgono domande spontanee: i luoghi che conosciamo sono gli stessi se non sono abitati? Quali sensazioni si provano nel vedere città solitamente straripanti di turisti vuote, prive di anima.
Italia mostra primo lockdown: conclusioni
Fotografie, incontri con autori, dialoghi tra fotografi: Italia in-attesa. 12 racconti fotografici è un’esposizione che vuole lasciare il segno, farci ricordare quanto quei giorni siano stati difficili ma anche un momento di resilienza, di non rassegnazione a ciò che stava accadendo. Di cambiamento.
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