Abbiamo imparato a conoscere questa comica irriverente nel corso di ben tre stagioni. Dal 18 febbraio su Prime Video, finalmente, torna La fantastica signora Maisel con la sua stagione 4, di cui oggi trovate qui la recensione in anteprima dei primi due episodi (il parere dei successivi seguirà non appena saranno resi disponibili). Scopriamo insieme cosa ci attende.
La fantastica signora Maisel stagione 4 recensione: introduzione
“La fantastica signora Maisel” è una di quelle serie tv geniali e frizzanti di cui penso si parli troppo poco. Realizzata da Amy Sherman-Palladino (creatrice tra le altre cose di “Una mamma per amica”), la serie tv statunitense viene trasmessa sulla piattaforma di Prime Video dal 2017 (2018 come data italiana), con una cadenza annuale delle tre stagioni che si sono finora susseguite, per un totale di 26 episodi. La quarta stagione, dopo lo stop forzato a causa della pandemia, verrà trasmessa dal 18 febbraio.
Miriam “Midge” Maisel, grintosa donna ebrea e americana, passa le sue giornate giostrandosi tra marito, genitori e figli, senza mancare di dedicarsi a sé stessa. La sua principale occupazione, comunque, rimane quella di supporto per il consorte Joel, che sta cercando di sbarcare il lunario con la carriera di comico. Dopo che questo apparente status quo viene a crollare, si troverà lei stessa a calcare il palco, scoprendo in sé il talento e la passione sopiti per la comicità. In tre stagioni abbiamo imparato sempre più a conoscere la signora Maisel e ad amare il suo mondo, che porta il pubblico delle serie tv ad avvicinarsi gradualmente alla stand-up comedy, rappresentata qui da nomi storici importanti come quello di Lenny Bruce (interpretato da Luke Kirby, vincitore nel 2019 di un Emmy proprio per questo affascinante ruolo).
La fantastica signora Maisel stagione 4 recensione: una donna e la comicità
La comicità della signora Maisel è pungente, volgare e soprattutto provocatoria: la sua eleganza nei modi, la raffinatezza nei vestiti e il candore quasi angelico del volto vengono completamente oscurati da ciò che fa uscire dalla sua bocca con sempre maggiore convinzione, portando una smossa a tratti scandalosa nelle menti di chi si ferma nei locali per ascoltarla. Midge diventa sempre più una bandiera rappresentante della condizione femminile che lei stessa viveva negli anni ’50, descrivendo sul palco situazioni che, portate all’estremo, diventano esilaranti. Spesso siamo noi stessi, spettatori esterni, che ci meravigliamo del coraggio nel dire certe battute, proprio perché è intuibile la condizione morale e mentale dell’ambiente storico e culturale della serie tv.
Midge non ha peli sulla lingua e con i suoi pezzi parla di pregiudizio, sesso, gravidanze e divorzi, spesso provocando la concorrenza maschile che la guarda costantemente dall’alto verso il basso. Accompagnata dall’irriverente Susie, che s’impegna nell’essere la sua manager, la signora Maisel ha un’evoluzione vorticosa ma al tempo stesso lineare e logica con l’evolversi degli eventi. La sua vita diventa sempre più frenetica e si trova a dover mettere in discussione cosa vuole davvero per il futuro. D’altro canto, pur essendo lei la protagonista, è circondata da una serie di personaggi altrettanto importanti e ben caratterizzati che hanno il pregio di esistere non in funzione di lei ma per i propri personali scopi. Si entra nella vita dei suoi genitori, alle prese con il matrimonio e il lavoro, le giornate di Joel Maisel altrettanto in continuo cambiamento, quella della sopracitata Susie sempre sul lastrico e di molti altri ancora. Non c’è perfezione in nessuno e la messa in scena di pregi e difetti non li rende meno adorabili, ma semplicemente esseri umani. La storia della serie tv è interessante per ogni aspetto della sceneggiatura, che riesce a non lasciare indietro alcun elemento.
La fantastica signora Maisel stagione 4 recensione: premesse interessanti
Sul finale della terza stagione avevamo lasciato Midge e Susie alle prese con l’ennesima gatta da pelare, ignari di quello che sarebbe potuto accadere successivamente. Già dal trailer, però, era stato facile intuire che la serie tv avrebbe ripreso da dove si era interrotta riportando su schermo le atmosfere, i colori e le situazioni a cui negli anni ci aveva abituato. La nostra signora, al momento, si trova in un momento delicato per la sua carriera: vedendo sfumare davanti a sé una grande occasione, si trova a dover combattere contro la frustrazione e a ricercare i luoghi che la fanno sentire libera di esprimersi al meglio delle sue capacità. Ma, si sa, un’ambizione del genere non è facile da ottenere e rendere reale, specie purtroppo se si è donna e all’alba degli anni ’60. Al suo fianco, fortunatamente, continua a esserci la caparbia Susie, che non darà vita facile a coloro che le vogliono ostacolare.
L’introduzione di questi primi due episodi imbastisce delle premesse ancora una volta interessanti sullo sviluppo vero e proprio della trama e promettendoci nuovi momenti assolutamente brillanti. Non ci si perde in convenevoli o inutili preamboli: questi due episodi della quarta stagione portano in trionfo la signora Maisel, a lungo attesa dopo un’inaspettata e imprevista pausa di due anni. Gli occhi rimangono incantati di fronte agli ambienti color pastello e i vestiti sgargianti e curati; mentre si accenna a un balletto sulle note jazz e blues dei bar newyorkesi, intervallate da canzoni indimenticabili divenute un tormentone, si attende ancora una volta l’accensione dei riflettori e l’annuncio del presentatore seguito dall’entrata in scena di Midge, ancora una volta pronta a darci dentro con le battute più taglienti.
La fantastica signora Maisel stagione 4 recensione: le prime conclusioni
La quarta stagione de La fantastica signora Maisel sembra di fatto rappresentare un nuovo inizio: si assiste al ritorno dei personaggi amati, al saluto definitivo di altri e al reinventarsi della protagonista mentre tutto sembra crollare. Midge è una donna estremamente attuale, che lotta con le unghie e con i denti per non dovere rinunciare alla strada che ha deciso di tracciare per sé stessa: un obiettivo nobile che può essere d’ispirazione per il pubblico contemporaneo. In mezzo al quantitativo massiccio di serie tv che vengono proposte mensilmente sulle diverse piattaforme, questo prodotto ha il pregio di mantenere alta la qualità della sua storia, sopravvivendo alle numerose cancellazioni di cui si sente parlare. Speriamo, dicendo questo, di non tirargli addosso un triste destino!
Torneremo presto a parlare della fantastica signora Maisel una volta che tutti gli episodi saranno messi a disposizione. Intanto vi ricordiamo che questa nuova stagione sarà disponibile da venerdì 18 febbraio sulla piattaforma Prime Video. Nel cast ritroviamo la vincitrice dell’Emmy Rachel Brosnahan (doppiata da Valentina Favazza), il quattro volte vincitore dell’Emmy Tony Shalhoub (nel ruolo di Abe Weissman, doppiato da Franco Mannella), la vincitrice di tre Emmy Alex Borstein (la nostra insostituibile Susie, doppiata da Tatiana Dessi), Marin Hinkle (come Rose Weissman, doppiata da Alessandra Korompay) e Michael Zegen doppiato da (Luca Mannocci) nei panni di Joel Maisel. La serie tv è vincitrice di numerosi riconoscimenti: 3 Golden Globe, 5 Critics’ Choice Awards, 5 Emmy Awards e 3 Screen Actors Guild Awards.
Ci auguriamo una stagione 4 emozionante e intrattenente: restate con noi per scoprire le sorti della fantastica signora Maisel!
Recensione in breve
La fantastica Signora Maisel
Una serie tv dinamica e divertente, giunta a una quarta stagione che riesce ancora a mettere carne sul fuoco. Ambientazioni e costumi impeccabili fanno da cornice ad una messa in scena di tematiche culturali attuali più che mai, nonostante il fatto che tra noi e la signora Maisel ci sia un divario di 70 anni. Questa quarta stagione mantiene alto il coinvolgimento del pubblico, osando con nuovi pezzi da palcoscenico davvero di grande impatto.
PRO
- Un ritorno atteso e scoppiettante
- I personaggi non hanno perso il loro fascino
- Attori sempre all'altezza
- Costumi e musiche in grado di riportarti negli anni '50/'60
CONTRO
- La serie sarebbe comunque godibile con una durata a episodio più breve (spesso si sfora l'ora)