Sta per arrivare in streaming “La verità, lo giuro”, lo show comico di Michela Giraud in collaborazione con Netflix, di cui oggi vi parliamo con la nostra recensione in anteprima. Ecco tutti i dettagli.
La verità, lo giuro! Recensione: introduzione
Di Michela Giraud se ne parla sempre di più negli ultimi anni, soprattutto dopo la sua partecipazione a “LOL: Chi ride è fuori” che l’ha portata a collaborazioni man mano più grandi e importanti. Dal 6 aprile, infatti, approderà su Netflix con “La verità, lo giuro!”, uno spettacolo comico della durata di un’ora che la vede direttamente protagonista. La sua carriera, partita nel 2015, l’ha fatta passare in breve tempo dalle esibizioni nei club italiani al programma televisivo Colorado che è andato in onda in fascia serale su Italia 1 dal 2003 al 2019.
Oltre a essere una comica, Michela Giraud è conduttrice televisiva: nel 2020 lo è diventata del programma CCN – Comedy Central News, successivamente ha creato il suo personale Salotto con Michela Giraud e dal 2021 è su Real Time con C’era una volta… l’amore. Il 2022 l’ha vista come co-conduttrice di Michelle Impossible su Canale 5, il programma di varietà di Michelle Hunziker a cui ha partecipato anche la comica Katia Follesa. Netflix, quindi, sembrerebbe solo la punta dell’iceberg di quest’anno, per lei.
La verità, lo giuro! Recensione: la trama
Con lo spettacolo “La verità, lo giuro!”, Michela Giraud si esibisce presso il palco del Vinile a Roma: sola e in piedi davanti al suo pubblico porta in evidenza, con il suo tono tipicamente autoironico, tematiche reali, universali e personali. Le sue verità, pescate dall’infanzia, nel rapporto con la famiglia, con gli insegnanti e con il quotidiano, ricercano il modo migliore per parlare ancora una volta degli aneddoti tipici della vita italiana ma in una chiave contemporanea, combattendo gli stereotipi che ne conseguono.
Michela Giraud, inoltre, parla apertamente della sua carriera lavorativa riportando le soddisfazioni di questi anni ma anche piccoli incidenti di percorso con sarcasmo e autoanalisi, senza creare polemica e anzi, facendo ammenda ancora una volta attraverso la risata. Senza porsi freni, la comica parla del giudizio degli altri in ogni sua declinazione, in particolar modo riferendosi al sostegno delle persone con disturbo dello spettro autistico, argomento a lei molto caro.
La verità, lo giuro! Recensione: una risata che non arriva
Mi sono approcciata a questo spettacolo con sincera curiosità, premiando la giovane età di Michela Giraud e al contempo una carriera sempre più esplosiva. Non ho avuto modo, fino a ora, di vederla in azione in qualche suo spettacolo, eccezione fatta per LOL: chi ride è fuori in cui ho potuto conoscerla. Informandomi su di lei successivamente alla visione del programma disponibile su Prime Video ho potuto notare quanto seguito e apprezzamento avesse, quindi quella dello speciale di Netflix è stata un’occasione troppo ghiotta per farmela sfuggire.
Devo purtroppo essere sincera: la sua comicità non mi è arrivata. Michela Giraud arriva sul palco tra le ovazioni del pubblico e dal canto mio attendo il suo monologo con convinzione, aspettando una mia risata che non è mai scoppiata nel corso della durata dello show (circa un’ora complessiva), in nessuna delle occasioni. La comica ha una parlantina spigliata e senza peli sulla lingua, ma il suo essere diretta anche con parole scurrili ormai entrate nella terminologia comune italiana mi ha ben presto stancato e annoiato.
La verità, lo giuro! Recensione: cosa ha in parte funzionato
La comicità, il modo in cui viene veicolata e i meccanismi che azionano la risata sono assolutamente soggettivi. Per quanto riguarda Michela Giraud apprezzo la sua spigliatezza e il riuscire a collegare bene i fili tra un discorso e l’altro, senza che ci si accorga dello spostamento dell’attenzione. Nonostante il suo desiderio di combattere gli stereotipi attraverso l’ironia, non ho trovato nulla che potesse far scattare il divertimento e il reale piacere nell’ascoltarla.
Nemmeno osservarla piroettare sul palco parlando delle lezioni di danza, sottolineando il body shaming che ne era conseguito in passato, ha avuto successo. Ho apprezzato di gran lunga, ai tentativi di farmi ridere, la capacità di mettere in discussione sé stessa e la società con parole forti e un tono decisamente più serio. Parlare di disturbi in uno spettacolo come questo non è facile né immediato, ma Michela Giraud riesce con delle semplici metafore ad accendere la riflessione, descrivendo quella che è l’esperienza di vita di sua sorella. C’è serietà, garbo e un pizzico di commozione che mi ha conquistato di più rispetto a tutto il resto.
La verità, lo giuro! Recensione: conclusioni
Sono abbastanza convinta che per quanto “La verità, lo giuro!” di Michela Giraud non abbia suscitato in me un vero apprezzamento, potrà invece essere d’intrattenimento per i fan che tanto hanno atteso questo spettacolo. Da neofita quale sono stata io con questa artista purtroppo non ci siamo: il fatto che mi sia stato presentato uno show che avrebbe dovuto essere divertente e frizzante ma che ha avuto difficoltà anche solo nel farmi sorridere, è sintomo di un’evidente incompatibilità tra ciò che fa ridere me e il modo in cui Michela Giraud fa comicità.
Buone le tematiche e gli spunti di riflessione, ma questo non è bastato per convincermi davvero. Le auguriamo comunque che il trampolino di lancio di Netflix possa offrirle un atterraggio positivo e aprirle nuove porte nell’ambito lavorativo.
Conoscete Michela Giraud? Guarderete il suo spettacolo su Netflix? Fatecelo sapere!
Recensione in breve
La verità, lo giuro!
La verità, lo giuro! è il primo spettacolo comico di Michela Giraud che arriva su Netflix. La comica italiana è ironica e intraprendente, ma pecca con uno show poco convincente e non in grado di fare ridere di gusto e trainare con ritmo il discorso fino alla fine. Ottimi argomenti e lodevole il desiderio di andare contro gli stereotipi, ma probabilmente non nel modo più convincente, almeno per quanto mi riguarda.
PRO
- Michela Giraud è spontanea e sempre a suo agio sul palco
CONTRO
- Le sue verità non hanno suscitato interesse
- Una comicità scarica che non è arrivata
- Tematiche attuali discusse in modo poco convincente