Leica SL2-S è un modello di fotocamera mirrorless presentato a dicembre 2020, al termine di un anno decisamente difficile causato da una situazione che sta coinvolgendo anche questo 2021. Il produttore tedesco ha deciso quindi di provare a portare una nota positiva in un anno tragico, presentando la nuova evoluzione della serie SL, ormai divenuta “storica” come tutte le altre famiglie di prodotti a marchio Leica. Questo modello risulta più orientato per i videomakers, dato che si tratta di un’evoluzione importante per tutti gli utenti Leica interessati ai video, ma vorrei subito permettermi di dire che non si limita a questo. Leica SL2-S è una fotocamera curata, profonda, versatile, durevole e soprattutto stupefacente, ma avrò modo di spiegarvelo meglio nel corso di questa recensione.
C’è subito da specificare un cavillo importante: Leica SL2-S è arrivata in redazione in un periodo per me decisamente molto difficile a livello personale, quel tipo di periodo che di solito tende ad influenzare anche la creatività personale, spegnendo certi “punti di forza” e anche la voglia di fare. In un periodo cupo e buio, vorrei sinceramente dire che la sola sensazione di “tocco” e di impugnatura di questa fotocamera ha fatto scattare una sorta di scintilla dentro di me in grado di farmi nuovamente provare quell’emozione e quella voglia di tornare a fotografare, di uscire da casa e di avere più di un motivo per farlo.
E questa cosa per me è davvero molto importante. Pochi prodotti e soprattutto pochi brand riescono a scatenare questa “scintilla creativa” dentro di me, e Leica è sinceramente uno di questi. No, non sono stato pagato per scrivere queste cose e non sono nemmeno un ambassador Leica in incognito. Pensate, nemmeno possiedo una Leica personalmente perché non posso permettermela, ma è uno di quegli obiettivi (non fotografici) che mi sono posto per la mia vita: acquistarne una. Fatte le premesse importanti e sincere (nonché doverose), possiamo iniziare l’analisi di questo prodotto che, spoiler, ad oggi risulta essere la Leica più bella e versatile che io abbia mai provato. Ora non vi resta che farvi capire come io sia arrivato a questa conclusione.
Leica SL2-S recensione: design e materiali
Ogni volta che inizio con la recensione di una fotocamera Leica e, come ordine mentale, parto dal design e dai materiali, avrei quasi voglia di fare una sorta di “copia-incolla” dagli altri testi che ho già scritto e pubblicato inerenti a questo brand. Non si tratta di un concetto di “uguaglianza” e non sto dicendo che le fotocamere Leica siano tutte uguali, anzi. Si tratta proprio della stessa e medesima questione di cura maniacale di un prodotto, di costruzione a mano (cosa che non mi stancherò mai di ripetere), di eleganza, cura dei dettagli, robustezza, accuratezza nei materiali scelti. Insomma, queste sono sempre caratteristiche condivise da ogni fotocamera Leica che riescono, ogni singola volta, a rendere i prodotti unici. Penso sinceramente che non mi stancherò mai di ripetere o di scrivere nuovamente queste parole per il semplice motivo che è giusto così, ogni Leica si merita il proprio spazio di importanza e rilevanza, ed è anche per questo che è fondamentale capire le cause che portano ad un pricing di questo tipo e di livello così alto. Tutto parte da qui e continua con un’esperienza d’uso incredibile.
Partendo dal design e dall’estetica, Leica SL2-S è fedelmente “simile” a Leica SL2, motivo per cui se siete abituati a scattare con il modello meno recente non avrete nessun tipo di problema con quello di recente uscita. La qualità costruttiva è praticamente identica all’altro modello, altra caratteristica “pro” in quanto significa che il produttore è riuscito a mantenere gli ottimi standard produttivi, cosa assolutamente non facile da raggiungere calcolando il disastroso anno che è stato il 2020.
Diciamo che Leica SL2-S (e modello precedente) non è una fotocamera adattissima a chi ha le mani piccole per il semplice motivo che la costruzione è massiccia, il corpo “ingombrante” e grande e i tasti posti, in alcuni casi, troppo distanti dall’impugnatura. Questa però, lasciatemelo dire, è la valutazione di chi ha le mani decisamente piccole, perché invece, nel mio caso e con le mie mani da “muratore bergamasco”, non ho avuto nessun problema nell’impugnatura e nella gestione della fotocamera, e anzi, la distinguo da tutte le altre proprio per una comodità e una “larghezza” interessante. Qui c’è spazio per tutto e i vari tasti risultano comodissimi da gestire, sempre però senza dimenticarci che si tratta di una valutazione fatta da chi ha le mani grandi e, ripeto nuovamente, chi invece ha le mani piccole avrà più di un problema nella gestione globale di questo prodotto.
Tutto il corpo macchina è realizzato con l’utilizzo di una fantastica e solida struttura in metallo con l’aggiunta di un elegante rivestimento in pelle in grado di permettere una grande resistenza nel tempo e anche in condizioni climatiche difficili. Leica SL2-S è infatti resistente alle intemperie grazie ad un grado di protezione con standard certificato IP54. Questo significa che potrete tranquillamente utilizzare questa fotocamera anche all’aperto con condizioni climatiche avverse (si, anche sotto alla pioggia). Leica SL2-S, da quando mi è arrivata, ha portato il sole, quindi non ho potuto testarla sotto alla pioggia, tuttavia, conscio dell’esperienza con il modello precedente, il corpo è resistente, solido, robusto e in grado sicuramente di funzionare egregiamente anche sotto all’acqua.
Una caratteristica che mi ha affascinato davvero tanto in questa Leica SL2-S riguarda principalmente il minimalismo: tutto è al proprio posto, tutto è studiato saggiamente, tutto è elegante e ben “ordinato”. C’è soltanto una piccola cosa che mi dà un grande fastidio in tutto questo minimalismo geometrico, e riguarda la parte superiore della fotocamera: è presente il mirino, il display superiore LCD monocromatico da 1.28″ ad alta riflettanza con 128×128 pixel (comodissimo), una ghiera e due tasti personalizzabili. Ecco, il problema si pone proprio qui: a livello visivo, mi ha dato un po’ fastidio il posizionamento della ghiera e dei due tasti, perché di fatto non sono geometricamente “centrati”, e in tutta questa geometria e cura ha spezzato un po’ la favola. Datemi del pazzo, del critico fuori da ogni logica, ma mi è spiaciuto un po’.
La parte frontale invece è bella, anzi, bellissima. È oggettivamente un’opera d’arte da osservare ed ammirare per ore ed ore. Avendo questa Leica SL2-S con me per diverso tempo e in varie avventure, mi sono spesso soffermato ad osservare questo design che personalmente amo. È tutto pulito, semplice, minimale, ordinato, curato. Troviamo soltanto il tasto di sgancio dell’ottica, il logo Leica e la scritta Leica in aggiunta ad un piccolo sensore per esposizione e messa a fuoco. Si notano poi due piccoli tasti personalizzabili che non stonano affatto con il resto del design. Un vero capolavoro.
Guardando la fotocamera da dietro, la parte destra ospita lo spazio per un doppio slot di memorie SD HC/XC, mentre la parte sinistra offre due slot separati e morbidi che nascondono tutti i vari connettori di cui questo prodotto dispone, tra cui USB Type-C per ricarica / dati, un ingresso microfono / telecomando, un’uscita cuffie / telecomando e un comodissimo connettore HDMI Full di tipo A. Anche sotto il punto di vista dei connettori, c’è tutto quello che serve ad un videomaker “da mirrorless” per lavorare al meglio anche su monitor esterni e/o gimbal che supportino questa fotocamera (come i vari DJI Ronin). Nelle restanti parti laterali troviamo il consueto rivestimento morbido e due passanti per le cinghie realizzati in metallo ad altissima qualità e resistenza.
La parte posteriore vede la presenza di un display a dimensione standard di 3.2″ con retroilluminazione LED e trattamento contro impronte digitali e graffi che offre una risoluzione di 2.100.000 pixel con formato 3:2 e supporto al touch screen, un mirino EVF estremamente comodo dotato di 5.760.000 punti con funzionamento a 120fps, copertura del fotogramma del 100% e sensore automatico per rilevamento occhio e una serie di tasti comodi e ben posizionati sulla superficie del corpo macchina. Anche in questo punto della fotocamera troviamo un perfetto minimalismo, un’elegante “pulizia”, una disposizione dei tasti che ci permette di concentrarci sulla scena e su ciò che stiamo inquadrando senza farci distrarre da milioni di funzioni manco fosse la cabina di pilotaggio di una Boeing 777.
Il Joystick, che resta comodo e morbido, è posizionato nella parte superiore della fotocamera, più vicino al mirino elettronico EVF, cosa che per chi ha le mani piccole o le dita corte potrebbe diventare un problema. Effettivamente si tratta di un posizionamento diverso rispetto al solito, ma a cui si fa l’abitudine in fretta e senza troppi problemi. I tasti “principali” sono tre: PLAY, FN e MENU che servono rispettivamente a vedere le foto scattate o i video registrati, cambiare la visualizzazione delle funzioni a schermo oppure aprire il menù completo. A proposito del tasto “MENU“, con una singola pressione si accede ad un menù rapido che può essere tranquillamente usato anche con le dita, mentre con una seconda pressione si accede a quello più completo.
La parte posteriore vede anche la presenza di un’altra comoda ghiera che, insieme a quella superiore, permettono la gestione del tempo di esposizione o dell’apertura del diaframma. Con l’unico tasto di fianco al joystick è possibile, di default, cambiare il modo in cui vengono gestiti display e mirino EVF, permettendovi quindi di attivare / disattivare solo uno dei due oppure di lasciar gestire tutto automaticamente al contatto ravvicinato, in questo modo il display si spegnerà da solo per accendere l’EVF nel momento in cui avvicinerete l’occhio al mirino.
C’è poi un’elegantissima trama sempre nella parte posteriore che, oltre a migliorare l’impatto estetico, favorisce anche un grip migliore e praticamente anti-scivolo, ottimo nelle sessioni più dinamiche e caotiche o in tutte le situazioni in cui potremmo avere, banalmente, le mani sudate e/o scivolose.
Infine la parte inferiore vede la presenza del consueto attacco a vite per treppiede così come di una batteria con sgancio a molla in grado di garantire un’autonomia stimata di circa 510 scatti che potenzialmente potrebbero diventare ben 1430 se regolate bene tutte le varie funzioni di risparmio energetico. Si tratta di una batteria agli ioni di litio con capacità di 1860 mAh su cui Leica ha fatto un grandissimo lavoro di ottimizzazione per garantire un’ottima autonomia.
Leica SL2-S recensione: specifiche tecniche
Parlando di ciò che c’è dentro al corpo macchina, oltre a ciò che abbiamo visto finora (quindi display LCD e mirino EVF oltre al display secondario superiore), dentro alla fotocamera troviamo un sensore fotografico full frame CMOS da 24 megapixel, un processore Leica Maestro III, un sistema di autofocus da 225 punti a rilevazione di contrasto, una sensibilità ISO da 100 a 100.000 e uno stabilizzatore d’immagine integrato a 5 assi in grado di compensare fino a 5.5 stop. La dimensione massima delle immagini è pari a 6.000×4.000 pixel, tuttavia, grazie alla modalità “multi-shot” sarà possibile ottenere foto da ben 96 megapixel.
Leica SL2-S può registrare video in 4K DCI oppure in UHD fino a 60fps passando per 50, 30, 25 e 24p, stessi frame rate anche per la modalità di registrazione a 1080p. C’è il supporto alle memory card UHS-II, una raffica da 9 fps con otturatore meccanico e da 25fps con quello elettronico, connettività WiFi 5GHz + 2.4GHz, Bluetooth 4.2, attacco con baionetta Leica L, registrazione video fino a 10Bit tramite uscita HDMI, supporto al Rec.709, L-Log Rec 2020 e HLG Rec.2020 e un buffer in grado di arrivare fino a 999 jpeg, il tutto in 931 grammi di peso (con batteria) che diventano 850 senza batteria.
Vediamo nel dettaglio le varie specifiche tecniche riassunte per vostra comodità:
- Sensore da 24 megapixel full frame
- Processore d’immagine Leica Maestro III
- Autofocus da 225 punti a rilevazione di contrasto
- Sensibilità ISO espandibile fino a 100-100.000
- Stabilizzatore da 5 assi fino a 5.5 stop
- Modalità multi-shot per foto fino a 96 megapixel
- Video in 4K DCI / UHD e 1080p fino a 60fps
- Mirino EFV da 5.760.000 di punti con copertura del 100% e refresh rate pari a 120 fps
- LCD posteriore da 3.2″ con rivestimento anti impronta e anti graffio con supporto touch screen da 2.100.000 punti di definizione in formato 3:2
- Raffica da 9fps con otturatore meccanico e da 25fps con otturatore elettronico
- Connettività WiFI 5Ghz + 2.4GHz e Bluetooth 4.2 con supporto all’app LEICA FOTOS
- Struttura e involucro completamente metallici realizzati in alluminio e magnesio, rivestimento in similpelle, protezione dagli spruzzi d’acqua secondo la norma IEC 60529 (tipo di protezione IP54)
- Baionetta Leica L con striscia di contatti per comunicazione fra obiettivo e fotocamera
- Buffer da 999 jpeg
- Gamma video Rec. 709, L-Log Rec. 2020 e HLG Rec. 2020 con supporto a registrazione fino a 10BIt tramite uscita HDMI
- Durata video illimitata
- Registrazione immagini DNG
- Batteria ricaricabile da 1860 mAh con autonomia fino a 1430 scatti (con modalità di risparmio energetico attivo)
- Connettore Type-C, ingresso microfono, uscita cuffie, uscita HDMI di tipo A
- Peso pari a 850 grammi senza batteria oppure 931 grammi con batteria
- Dimensioni pari a 146 x 107 x 83 mm
Leica SL2-S recensione: prestazioni
Recensire una fotocamera Leica è sempre un piacere per un migliaio di ragioni, tra cui ad esempio il tipo di esperienza di scatto che offrono prodotti come questo, i colori (“color science”, ndr), e il modo in cui tutto sembri pensato e focalizzato sullo scatto e sulla creatività. Ciò che provo ogni volta in cui utilizzo una fotocamera Leica è una sensazione di “benessere creativo” che mi permette di concentrarmi senza problemi su ciò che sto facendo, senza preoccuparmi troppo di come impostare la macchina. L’utilizzo è lineare, semplice, ci si abitua in fretta alle ghiere, all’ergonomia, alla comodità, forse un po’ meno al peso. Leica SL2-S è fondamentalmente una fotocamera pesante che va oltre ai concetti di “normale mirrorless” anche del doppio (per alcuni aspetti), però il tutto è giustificato da materiali raffinati e ben curati, diversi da ogni altra fotocamera di qualche altro produttore. Toccando Leica SL2-S si sente fin da subito la qualità, la ricercatezza, la robustezza, la resistenza e si immaginano in un attimo le grandi possibilità offerte. Con questo prodotto è chiaro fin da subito come l’approccio possa essere “lavorativo” e dedicato al reportage, perché ci sono tutti gli aspetti necessari ad un reporter per svolgere al meglio il proprio lavoro.
Nel momento della presentazione di questa fotocamera, Leica ha voluto chiarire che non si trattava semplicemente di una SL2 più economica ma di quanto più utile possibile per più utilizzi, anche in ambito video. Si tratta sicuramente di un prodotto per un mercato diverso rispetto a quello di SL2, ma la buona notizia è che i materiali sono gli stessi, la qualità anche (non a livello di risoluzione ovviamente), e di fatto, ad oggi, risulta essere una delle fotocamere Leica più economiche tra tutte (nel listino del produttore). L’utilizzo di Leica SL2-S è innegabilmente un’esperienza meravigliosa, anche se forse, proprio per il tipo di target a cui è rivolta, un display orientabile sarebbe stata la scelta migliore, soprattutto per le tante situazioni in cui ci si ritrova a scattare con la fotocamera più in basso rispetto all’occhio.
Leica SL2-S recensione: qualità e autofocus
Indipendentemente dal tipo di prestazioni che questa fotocamera regala, è giusto valutare alcuni aspetti precisi sulla base del target a cui fa riferimento e al tipo di lavori che si potrebbero (o dovrebbero) fare con questo prodotto. Faccio riferimento in particolar modo alla fotografia di reportage, alla fotografia ritrattistica e, ovviamente, alla street photography.
L’utilizzo e la qualità, oltre alle possibilità, di questa fotocamera sono un mix di sentimenti che potrebbero diventare contrastanti se non ci si sofferma sulla “mera” emozione: c’è l’attacco L, quindi significa una grande varietà di obiettivi disponibili grazie alla alliance tra Leica, Sigma e Panasonic (la L Mount Alliance appunto). Difficile trovare obiettivi non all’altezza di questo corpo macchina quando si parla di questi brand e di questo standard, perché anche il “banale” 24-90 f/2.8-4 riesce a garantire risultati eccezionali e no, non è comparabile al classico 18-55 (anzi) – che poi non è nemmeno un’ottica in kit perché costa quasi più della fotocamera stessa.
La qualità delle foto è assolutamente incredibile, è per questo che parlavo di un sensore da 24 megapixel che ne dimostra di più: i colori, lo sfocato, la gamma dinamica, è tutto impressionante ed esattamente come ci aspettiamo da Leica. Ho fatto tutto il tempo della prova di questa fotocamera ad ignorare completamente il fatto che avesse “solo” 24 megapixel, perché non mi è sembrato di percepirne “così pochi”: sembrava tutto diverso, tutto incredibile, tutto magicamente definito e con una color science che non è replicabile in nessun modo. Ci sono dettagli, emozioni, momenti, colori fantastici e anche un bianco e nero unico, insomma, tutto ciò che serve al target di utilizzatori di questo prodotto.
“Ho fatto tutto il tempo della prova di questa fotocamera ad ignorare completamente il fatto che avesse “solo” 24 megapixel”
Allo stesso modo, anche le prestazioni in condizioni di scarsa luminosità sono davvero incredibili: le immagini scattate ad alti ISO sono estremamente utilizzabili anche con una banale e semplice riduzione del rumore su Lightroom, anche se in questi casi ci si trova a “combattere” con la voglia di evitare questo tipo di correzione, perché anche il rumore elettronico di Leica è qualcosa di unico. Lo stesso discorso vale per la gamma dinamica: avrete sicuramente recuperi di ombre e alte luci importanti e senza compromessi, altro motivo che giustifica il prezzo del prodotto a pieno. Dai vari test che ho fatto, anche con differenze di 5 stop di luce nei vari tipi di recupero ombre, non c’è praticamente nessun disturbo visibile.
C’è però un grande “MA”, quel tipo di sgambetto all’ultimo, quel dolore che un po’ rovina tutta la favola, quel punto negativo che per questo tipo di target fa proprio male: l’autofocus.
Come molti di voi sapranno e avranno appreso, le fotocamere mirrorless moderne di questa fascia e con questo tipo di sensore tendono ad utilizzare e montare un autofocus a rilevazione di fase, oppure, in altri casi, un AF ibrido, cioè che include sia la rilevazione di fase sia quella di contrasto. Questo tipo di decisione e trend si vede ormai da qualche tempo ed è pensato proprio per garantire ai professionisti la massima velocità, intelligenza e precisione nella messa a fuoco automatica. Di solito infatti, la rilevazione di contrasto viene utilizzata su fotocamere piuttosto economiche che non necessitano di garantire chissà quale tipo di velocità per chissà quale tipo di lavoro dinamico. Apprendendo la notizia, all’epoca, della presenza dell’AF a rilevazione di contrasto in questa fotocamera sentivo già di avere mezza gamba nelle sabbie mobili, e diciamo che nel corso della prova sono quasi diventate due (per continuare la metafora). Che sia chiaro: l’autofocus è piuttosto veloce e le modalità di gestione sono molte e suddivise in maniera ordinata in base alle esigenze. Purtroppo però l’AF a rilevazione di contrasto pecca e rallenta notevolmente nelle fasi di scatto più dinamiche e concitate e anche nelle situazioni di scarsa luminosità.
Ho infatti utilizzato Leica SL2-S anche per uno shooting di reportage al backstage di un video in un teatro (con tema “danza e spettacolo”) e ho notato che, in effetti, nelle situazioni di luminosità ridotta (ma non buio pesto, sia chiaro), l’AF in tutte le modalità faticava a trovare il soggetto, spesso sbagliava, spesso non metteva a fuoco nemmeno, costringendomi a passare rapidamente alla modalità manuale. Trovo che questo sia un vero peccato proprio per il fatto che un autofocus a rilevazione di fase avrebbe praticamente portato questa fotocamera verso la perfezione: materiali, qualità, costruzione, maneggevolezza, resistenza, incredibile qualità di scatto e colori unici erano punti che già facevano parte di questo prodotto, ma con questo tipo di AF è quasi come se mancasse un pezzo che fa pensare ad un senso di incompletezza.
Leica SL2-S recensione: video
Parlando di caratteristiche interessanti per i videomakers, probabilmente, ad oggi, Leica SL2-S è una delle fotocamere del brand tedesco con le migliori possibilità video, in quanto si parla innanzitutto di una capacità di registrazione illimitata (basata sullo spazio residuo all’interno della card di memoria), caratteristica non di poco conto.
Ci sono tantissime opzioni video e grande varietà di codec, tutte suddivise splendidamente in due sezioni distinte: foto e video. Pertanto, se volete scattare fotografie avrete tutti i vari settaggi all’interno della sezione dedicata, diversamente, vi basterà passare alla parte video per scegliere codec, formato, framerate e così via. Ci sono davvero tantissime combinazioni possibili per la registrazione video, talmente tante che elencarle tutte qui occuperebbe altre 3000 parole (o quasi, non scherzo), ma ciò che vi basta sapere, come dettagli tecnici, riguarda il fatto che Leica SL2-S può registrare video DCI e UHD in 4K a 60 / 50 fps con un crop APS-C in Super35. C’è la possibilità di effettuare una registrazione interna 4:2:0 a 8 bit oppure in 4:2:2 a 10 bit su recorder esterno tramite HDMI (vedi Atomos Ninja V, è sempre lui il protagonista in questi casi). È possibile acquisire anche in pieno formato ma sarà necessario scendere a 30fps con anche la possibilità di sfruttare un 10 bit 4:2:2 con un oversampling sia interno che esterno. Dato che si tratta di un oversampling su un’area del sensore pari al 6K, la qualità è assolutamente ottima.
Se decidete di effettuare riprese in formato 4K MOV con compressione ALL-I sarà inoltre possibile avere una qualità pari a 400 Mbps, diversamente potrete registrare in Long GOP fino a 150 Mbps. Il formato MP4 è solo LONG Gop con lo stesso bitrate. Se invece volete cimentarvi nello slow motion, Leica SL2-S supporta il 1080p a 180fps ma senza autofocus.
Non manca poi il supporto al LOG di Leica e al formato HLG per registrare video in HDR (che abbiamo approfondito nella nostra guida dedicata alla fotografia HDR). Vengono incluse inoltre le LUT dedicate alle riprese in formato LOG che emulano un profilo piatto standard (“Natural”) e il Kodachrome (“Classic”), per dare un look diverso fin da subito ai vostri video.
In futuro inoltre, arriverà un aggiornamento firmware (tenete d’occhio questa pagina) che permetterà di sfruttare un codec h.265 più efficiente e permettere la registrazione 4K/60p in formato APS-C. Già in questo momento però, sulle pagine ufficiali del sito di Leica dedicate al supporto di questo prodotto, è possibile scaricare una LUT dedicata ai videomakers per gestire al meglio i colori Leica anche nei video, caratteristica decisamente interessante e che farà felici gli utenti. Il firmware aggiungerà inoltre un monitor waveform per l’audio, le famose color bars e la registrazione segmentata dei video che serve a preservare il vostro progetto nel caso in cui la batteria si esaurisca prima del previsto o senza che voi ve ne accorgiate.
Leica SL2-S recensione: galleria fotografica
Leica SL2-S recensione: file RAW
Come per ogni nostra recensione qui su FotoNerd, fin dall’alba dei tempi, anche per questa fotocamera abbiamo deciso di fornirvi gratuitamente dei file RAW (in questo caso in formato DNG) usciti direttamente da Leica SL2-S per farvi provare sul vostro computer l’esperienza di editing, di color grading e di recupero ombre e alte luci di cui vi parlavo nel corso della recensione. Potete scaricare i file RAW cliccando qui oppure sul tasto qui sotto.
SCARICA I FILE RAW DI LEICA SL2-S
Leica SL2-S recensione: conclusioni
La prima frase che mi viene “facile” scrivere è che “una Leica è sempre una Leica“, e anche in questo caso è un tipo di feeling che si prova alla prima impugnatura, un tipo di esperienza difficile da raccontare, qualcosa che forse è stato rappresentato bene solo da Harry Potter nel momento in cui c’è la scena della scelta della bacchetta: mi piace pensare che se una Leica viene impugnata da chi non la merita, essa si ribelli e non funzioni bene. Bisogna entrare in empatia con ogni fotocamera Leica, ed è impressionante come si tratti di qualcosa che, nel mio caso, riesca a funzionare sempre fin da subito. Forse però, nel caso di Leica SL2-S, si è trattato dell’empatia migliore che io abbia mai avuto con una fotocamera Leica, meglio ancora di M10R e delle altre che ho recensito. Mi è piaciuto praticamente tutto di questa fotocamera, a parte il capitolo autofocus che risulta essere qualcosa di “migliorabile” ma non “inutilizzabile”, anzi.
“una Leica è sempre una Leica”
Penso venga facile ai fan dei confronti paragonare questa Leica SL2-S come segmento e prestazioni ad una Sony a7III, una Nikon Z6 o anche ad una Panasonic Lumix S1 (che peraltro ha lo stesso attacco delle ottiche), ma la verità è che si tratta di un prodotto che non può essere paragonato con nessun altro, ed è un tipo di idea che si istaura in voi soltanto dopo un utilizzo, breve o prolungato che sia.
Ho seriamente pensato di desiderare follemente l’acquisto di questa fotocamera, e non escludo che un giorno possa succedere.
Leica SL2-S ha un prezzo di listino per il solo corpo pari a 4.670,00€ ed è attualmente disponibile sullo store ufficiale, tuttavia, potreste far riferimento al vostro rivenditore di fiducia per verificare l’eventuale disponibilità.
Recensione in breve
SL2-S
Leica SL2-S è una macchina di qualità, prestante e con una grande gamma dinamica. È pensata per fotografi e videomaker che vogliono creare qualcosa di "diverso", avere un'esperienza sul campo interessante e creare contenuti di grande qualità. C'è qualche pecca nell'autofocus a rilevamento di contrasto, ma resta un prodotto incredibile.
PRO
- Materiali pregiati e unici
- Perfetta ergonomia
- Grandiosa gamma dinamica
- Menù completo e intuitivo
CONTRO
- Un autofocus migliorabile
- Qualche piccolo "fastidio di simmetria" nel design