Lupin Netflix recensione è una nostra analisi della prima parte della serie uscita da poco sul noto portale di streaming. È giusto dirvi fin da subito che questa recensione contiene spoiler sulla trama, tuttavia, li abbiamo messi soltanto alla fine del testo indicandoli chiaramente già nel titolo del capitolo, pertanto, finché non leggerete in grande la parola “spoiler” potete andare avanti a scorrere questa recensione qualora non abbiate ancora finito la serie: sarete comunque in grado di capire se vi può interessare. Ho visto tutti gli episodi in brevissimo tempo e sono pronto a trarre le mie considerazioni e a farvi una mia grande confessione in merito, quale sarà?
Omar Sy, all’anagrafe “Omar Sy”, nato a Trappes il 20 gennaio 1978. Wikipedia lo definisce subito come un “attore e comico francese” […], ed effettivamente, potreste pensare di non conoscerlo o magari non esservi ricordati che questo personaggio, nel mondo, è diventato decisamente celebre grazie al film “Quasi Amici” del 2011 insieme a Francois Cluzet, pellicola che gli è valsa il premio Cèsar come migliore attore. Quasi Amici viene classificato come uno dei film di maggior successo di tutti i tempi in Francia, così come viene definito “commedia”; vero in parte, perché effettivamente fa ridere e sorridere, ma prima di tutto nasconde un messaggio importante e significativo, motivo per cui si, è una commedia, ma non un cinepanettone o un classicone all’italiana. Dopo “Quasi Amici”, la carriera di Omar Sy è decollata: l’attore ha ottenuto un ruolo in X-Men – Giorni di un futuro passato e in Jurassic World.
Si, lo so che ora vi starete chiedendo il motivo di questa disamina, cosa che potreste fare in autonomia su Wikipedia. Il punto è proprio questo: Omar Sy arriva da ruoli “leggeri” che cercano di far sorridere o ridere la gente, ed è difficile che questo attore possa uscire troppo dal ruolo. Se guardiamo la sua filmografia, a parte X-Men e Jurassic World, siamo di fronte ad una maggioranza di film “leggeri”, come anche “Lo sbirro di Belleville”, disponibile su Netflix.
Questo è il motivo per cui non mi aspettavo di trovarmi di fronte ad un capolavoro del crimine, alla nuova serie definitiva, al nuovo Codice Da Vinci con un ladro gentiluomo come protagonista, al nuovo romanzo di Jo Nesbo o chissà che altro, e nella prima parte della recensione senza spoiler vorrei spiegarvi proprio questo punto.
Lupin Netflix recensione: tutto parte da un libro
Per carità, sono certo che anche solo nominando “Lupin”, senza aggiungere altro, siano molti i fan del ladro gentiluomo sparsi per tutto il mondo. Qui però non si parla di Lupin III, il cartone animato giapponese che la generazione 1980/1990 conosce bene e con cui è cresciuta, bensì bisogna fare un passo indietro di qualche anno, precisamente nel 1905, dove in Francia lo scrittore Maurice Leblanc inventava “Arsène Lupin“, ladro gentiluomo pensato per provare a contrastare il successo delle storie di Sherlock Holmes che in quegli anni spopolavano (tanto è vero che nel libro troviamo “Herlock Sholmes”, un detective inglese che sembra proprio far riferimento a qualcun altro).
È proprio da questo libro che “parte tutto”, perché Omar Sy, che nella serie è “Assane Diop“, non è affatto Lupin, si ispira solo alle sue mosse, ai suoi modi di fare e di agire e ad alcune storie. Credo che questa premessa sia sufficiente per far capire alle persone che tipo di contenuto aspettarsi, ma facciamo un breve riassunto:
- Non è Lupin
- Parla di Lupin
- C’è Omar Sy
- Viene definito come “commedia”
- È francese
Se questo non dovesse essere sufficiente a far capire la situazione, vi spiego il mio punto di vista: ho sempre adorato le commedie francesi e anche moltissimi attori francesi. Per un sacco di tempo uno dei miei film preferiti è stato “Sta zitto…non rompere” con Jean Reno e ho amato Giù al Nord con Dany Boon e Kad Merad (coppia che ho poi nuovamente apprezzato in “Supercondriaco – Ridere fa bene alla salute“) e no, credetemi, non mi sto dimenticando di Taxxi con Samy Naceri. Queste preferenze però per molti altri sono segno di “no dai, non scherzare“, come per dire “ma sei matto a farti piacere robe del genere?” – eppure i gusti son gusti, e a me certe produzioni francesi sono sempre piaciute per la leggerezza, il divertimento e il fine della storia raccontata, caratteristica comune in tutti i film che vi ho detto e presente anche in Lupin su Netflix. Pertanto, se lo spirito con cui affronterete la visione di questa serie tv è “qualcosa di leggero, non troppo impegnativo e che possa essere interessante“ allora avete fatto centro, diversamente, se pensate di vedere Zenigata, Jigen e Goemon insieme a Omar Sy a sgommare per le strade di Parigi…beh, temo abbiate sbagliato Lupin.
Lupin Netflix recensione: non confondete Lupin con Lupin
Il messaggio fin qui deve pertanto essere chiaro: niente basettoni lunghi e giacche verdi con cravatta gialla, niente monocolo e tuba, ma tanto ingegno e modernità. Dal mio punto di vista, questa è stata la mossa migliore possibile da parte di Netflix per non rischiare di cadere in un disastro colossale. Mi spiego meglio: se avessero fatto Arsenio Lupin con protagonista Arsenio Lupin preso direttamente dalle storie di Arsenio Lupin, i fan di Arsenio Lupin sarebbero stati estremamente severi nel giudicare la serie su Arsenio Lupin, nessun errore su Arsenio Lupin sarebbe sfuggito.
Allo stesso modo, se Netflix avesse fatto una serie TV su Lupin III con protagonista Lupin III con varie storie dedicate a Lupin III e unitamente ad altri personaggi visti nel cartone di Lupin III…beh, sarebbe stato ancora peggio, perché i fan di Lupin III sarebbero stati ancora di più e ancora più critici.
Non lo pensate davvero? Ah si? E cosa succede quanto esce un nuovo Star Wars o un contenuto ad esso collegato?
Pertanto, nella serie tv viene raccontata una storia che non c’entra assolutamente nulla con il personaggio diretto di Arsenio Lupin bensì con le sue storie, e vede un quattordicenne Assane Diop completamente devastato dalla morte del padre, accusato di un crimine che non aveva commesso, che quindi lo porta ad avere un’incredibile voglia di giustizia e vendetta verso la famiglia borghese che aveva accusato il padre ingiustamente.
Prima di morire, il padre regala ad Assane un libro che raccoglie le avventure di Arsenio Lupin, ladro gentiluomo. Assane passa quindi le sue giornata a leggere questo libro ed ispirarsi alle storie presenti per affrontare una vita difficile, dovendo imparare molte cose da solo (dato che, prima di perdere il padre, aveva perso la madre) e dovendo affrontare diverse difficoltà. Tutto questo finché non conosce Claire (Ludivine Sagnier) in tenera età, donna con cui poi avrà un figlio anni dopo.
Lupin Netflix recensione: budget e fotografia da rivedere, storia con significato
Forse molti di voi non sono a conoscenza della “mole” di denaro necessario per una produzione in grande, cosa che negli anni Netflix ha dimostrato di saper affrontare. Per darvi qualche piccolo esempio, per realizzare Stranger Things sono stati spesi 6 milioni di dollari per ogni singolo episodio della prima stagione, mentre si è passati a circa 8 milioni di dollari per ogni episodio della seconda (vi risparmio gli altri episodi). The Crown è costato circa 13 milioni di dollari per ogni singolo episodio. Sense8, sempre di Netflix, è costata circa 8 milioni di dollari per singolo episodio. Lupin non ha goduto di un simile budget, e purtroppo in alcuni casi si è visto: l’uso delle location “costose” è decisamente stato limitato, così come la fotografia non è sempre impeccabile.
Ho avuto modo di notare, nel corso della parte 1 di Lupin che comprende i primi 5 episodi (altri 5 arriveranno nella “parte 2” nel corso del 2021), alcuni fastidiosi cambi di inquadratura un po’ “meccanici” e soprattutto un particolare cambio di attrezzatura evidente. Soprattutto nel primo episodio, ho notato un cambio di escursione focale e dispositivo utilizzato. Mi spiego meglio: è come se fossero passati da una videocamera super 35mm con una bella lente da cinema e dettagli ben curati per la maggior parte delle riprese ad una GoPro Hero 8 (nemmeno l’ultima quindi) con una qualità pressoché immutata e non troppo “ritoccata” rispetto al file originale per altre. C’è un fastidioso fisheye disturbato in alcune scene, gestito male e brutto da vedere, che per me è risultato un vero pugno nell’occhio inaspettato, cosa che ha fatto calare di molto il mio giudizio sulla qualità finale del prodotto.
Credetemi, nel cinema si usano molto le GoPro per alcune scene dinamiche, e sono assolutamente giustificate dal fatto che, effettivamente, con una Action Cam è possibile realizzare scene difficilmente realizzabili con una classica videocamera grossa, ma l’abilità di chi sta dietro alle videocamere è proprio quella di essere in grado di mascherare sapientemente l’utilizzo di tale attrezzatura very-low-budget con una color d’impatto e una correzione della distorsione da manuale, cose che non saprei assolutamente come fare, ma di fatto esistono.
C’è però da dire che, alla fine, la storia sotto c’è, il significato nascosto anche: non tutti possiamo svegliarci ed ispirarci a Lupin per rubare un prezioso Collier, e soprattutto il fine in realtà non è nemmeno quello.
Il Lupin moderno che si vede in questa serie TV non vuole rubare per fare soldi e arricchirsi, quanto più arrivare a capire alcune cose, unire i puntini, dimostrare che suo padre è stato incolpato ingiustamente. Pertanto, la storia, nel corso dei primi 5 episodi, si basa proprio su questo e lo fa in maniera elegante e anche divertente, facendo notare alcuni “trucchetti” del mestiere interessanti e con una leggerezza totale.
Non mi sento di bocciare questo Lupin, perché, prima di tutto non è Lupin, e soprattutto la storia regge e ha un importante significato nascosto che, sotto sotto, tanto banale non è (almeno per i primi 5 episodi). Per questo però, bisogna passare alla parte SPOILER, quindi potreste fermarvi qui nella lettura della recensione e tornare quando avrete finito di vedere la parte 1.
Lupin Netflix recensione: da adesso arrivano gli spoiler
Come avrete capito quindi, leggete questa parte soltanto se avete finito di vedere i primi 5 episodi di Lupin su Netflix, perché da qui iniziano gli spoiler. Utenti avvisati, mezzi salvati (non era così, vero?).
Lupin Netflix recensione: le nostre conclusioni (fine spoiler)
La serie TV dedicata alle avventure di Assane Diop è una storia che nasconde verità scottanti e importanti, che nel complesso convince e che segna, molto probabilmente, l’inizio di una nuova “dinamica” su Netflix: tra miniserie e “parti”, il colosso americano sta rivoluzionando in diversi modi le classiche serie tv a stagioni. A differenza infatti di ciò che succedeva nel passato (prima del 2020 almeno), ora non ci sono soltanto serie tv con tutta la stagione disponibile da subito ma anche miniserie (come “La Regina Degli Scacchi“) che hanno un inizio e una fine nel corso dei vari episodi e stagioni “in parti”, cioè che prevedono una distribuzione della prima parte di una stagione e della seconda nel corso di breve tempo successivo. Ancora non sappiamo quando usciranno gli altri 5 episodi di Lupin, ma penso che ci sia più di un motivo se questa serie TV è schizzata subito al primo posto in Italia tra le più viste in soli due giorni dal lancio. C’è grande interesse dietro a questa storia, un po’ per il nome “Lupin”, un po’ per il significato della storia.
Forse, c’è da dire, i fan di Lupin potrebbero non rimanere così delusi se dovessero decidere di non soffermarsi troppo sul personaggio in sé ma su chi trae ispirazione per cercare di essere un ladro gentiluomo. Errori tecnici a parte, per ora non sembra di ci siano stati troppi buchi di trama o motivi per interrompere la visione. Al contrario, sono state due le serie TV che ho letteralmente consumato in brevissimo tempo negli ultimi mesi: La Regina Degli Scacchi e Lupin.
Ah giusto, all’inizio della recensione vi avevo promesso una confessione, cosa alquanto personale, pertanto non vorrei deludervi ma…beh, questa è stata la mia prima recensione di una serie TV, non ne avevo mai fatte. Potete usare i commenti per insultarmi oppure no, vedete voi.
Recensione in breve
Lupin
Un messaggio importante celato in una storia che può essere soggettivamente interessante ed avvincente oppure no. Se pensate di vedere Zenigata, Jigen e altri avete sbagliato Lupin. Se invece siete interessati a qualcosa di leggero, divertente e simpatico (in pieno stile da commedia francese) allora non rimarrete delusi.
PRO
- Una storia divertente ma significativa
- Leggero e da gustarsi in un solo weekend
- Omar Sy (devo aggiungere altro?)
- Il tipico stile da commedia francese che però cela un messaggio
CONTRO
- La tecnica di realizzazione non è esente da errori
Sto seguendo la serie e l’ho trovata molto interessante. Partendo anche dal fatto che, a parte pochi film, la regia francese non è di mio gradimento. In questa serie, ho trovato invece, una buona qualità sia di regia che di trama. (non sono un esperto come te da notare le varie tecniche o i cambi di qualità di cui hai parlato).
Ho notato invece una serie di particolari che forse, e spero, verranno sviluppati nelle prossime stagioni: nella casa di Assane, vengono inquadrate varie opere d’arte, quadri accatastati, busti appoggiati su mensole, vari gioielli…. Sicuramente il riferimento a Lupin non sta solo nel libro. Forse questa prima serie è il punto di arrivo per raccontare la storia e l’evoluzione del personaggio. Una introduzione per descriverlo dal punto di vista umano e non solo per quello che compie.
Grazie del tuo contributo Ale!
In effetti hai dato un punto di vista interessante, vedremo cosa verrà sviluppato nella seconda parte, sperando che esca presto
E’ proprio vero che Internet ha dei caratteri democratici e da voce a chiunque, ma, sorry, non ho proprio tempo da perdere, guardati questo: https://www.youtube.com/watch?v=USS8nF5bh3E e poi cancella la parte nella quale parli in maniera così saccente di Go Pro…E’ incredibile…
Grazie per questo commento decisamente scortese. Proprio per ciò che hai scritto, questa è la MIA recensione, con le MIE idee, con i MIEI pareri, ma fortunatamente non siamo tutti uguali ?
Pensa, se avessi risposto “non sono d’accordo perché secondo me…” avresti evitato la figura da maleducata.