L‘Osservatorio stratosferico per l’astronomia a infrarossi della NASA ha utilizzato la sua telecamera a infrarossi per il telescopio SOFIA per scoprire le molecole d’acqua sulla superficie illuminata dal sole della Luna. Per la prima volta nella storia ci sono indicazioni che l’acqua possa essere distribuita sulla superficie lunare, non solo nelle aree fredde e scure della superficie lunare. Vediamo insieme all’interno del nostro articolo come hanno operato gli scienziati.
Nasa acqua Luna infrarossi: l’iter seguito
La telecamera ad infrarossi SOFIA, che è stata utilizzata in combinazione con un telescopio da ben 2.7 metri di diametro, ha rilevato “la lunghezza d’onda specifica delle molecole d’acqua ad una frequenza di 6.1 micron, scoprendo una concentrazione relativamente sorprendente nel soleggiato cratere di Clavius“. Questo cratere è uno dei più grandi presenti sulla Luna, è visibile anche dalla Terra e si trova nell’emisfero sud della Luna. Casey Honniball è l’autore principale dell’articolo pubblicato che riporta i risultati ottenuti, che tra l’altro fanno parte del suo lavoro di tesi di laurea presso l’Università delle Hawaii a Mānoa; lo stesso ha affermato:
“Prima delle osservazioni fatte grazie a SOFIA sapevamo che c’era una sorta di idratazione sulla Luna, ma non sapevamo effettivamente quante molecole d’acqua fossero presenti. Senza un’atmosfera densa, l’acqua sulla superficie lunare illuminata dal sole dovrebbe disperdersi nello spazio: eppure, in qualche modo, abbiamo appurato che l’acqua è presente. Qualcosa la sta generando, ed è la stessa che permette che rimanga intrappolata sulla sua superficie ‘
Se volete leggere l’intero documento ed approfondire la tematica, potete consultare la pubblicazione su Nature Astronomy .
I dati raccolti utilizzando la telecamera di bordo di SOFIA mostrano che l’acqua nel cratere di Clavius è presente in concentrazioni da 100 a 412 parti per milione, “approssimativamente equivalente ad una bottiglia d’acqua da 0.4 litri intrappolata in un metro cubo di terreno sparso sulla superficie lunare”. Paul Hertz, direttore della Divisione Astrofisica della Direzione della Missione Scientifica presso il quartier generale della NASA, afferma:
“Avevamo indicazioni che l’acqua familiare che conosciamo poteva essere presente sul lato soleggiato della Luna: ora ne abbiamo la certezza. Questa scoperta sfida la nostra comprensione della superficie lunare e solleva interrogativi intriganti sulle risorse che dovremo adoperare per l’esplorazione dello spazio profondo”.
Non è molta acqua, corrisponde a circa l’1% dell’acqua trovata nel deserto del Sahara, ma è una scoperta significativa che rimarrà nella storia. Permane ancora il mistero di come le molecole d’acqua siano finite in superficie: una teoria è che i micrometeoriti che arrivano sulla superficie lunare, trasportando piccole quantità di acqua, potrebbero depositare la stessa sulla superficie lunare al momento dell’impatto. Un’altra, invece, prevede un processo in due fasi in base al quale il vento solare fornisce idrogeno alla superficie lunare e provoca una reazione chimica con i minerali che eliminano l’ossigeno nel suolo per creare idrossile, che viene poi trasformato in acqua dalla radiazione dei micrometeoriti stessi.
Nasa acqua Luna infrarossi: conclusioni
Le osservazioni standard di SOFIA si svolgono durante la notte, in un volo che dura circa 10 ore, ed acquisiscono immagini a lunghezze d’onda nel campo dell’infrarosso medio e lontano: è possibile visualizzare alcune delle immagini catturate cliccando qui. Il fatto simpatico è che, così come molte scoperte che hanno poi rivoluzionato la nostra storia, il team non era alla ricerca dell’acqua sulla Luna bensì stava solo testando le capacità di tracciamento delle sue apparecchiature.