Cos’è un obiettivo fotografico? Come funziona? Dato che mi è capitato più volte che mi venisse fatta la domanda se fosse possibile scattare con una fotocamera senza utilizzare gli obiettivi fotografici, è pertanto giunto il momento in cui vi spiego cos’è un obiettivo, a cosa serve e come distinguere i vari tipi. Questa guida fa parte del nostro percorso per imparare a fotografare, quindi tranquilli, cercherò di usare termini semplici e comprensibili per tutti. Sappiamo tutto che è giusto porsi degli obiettivi nella vita, e in questo caso è ancora meglio “apporli” sulla fotocamera. Ok, la smetto e iniziamo con la guida.
Come avrete avuto modo di vedere, in alcune fotocamere (la maggior parte ma certo non tutte) è possibile cambiare l’obiettivo posto nella parte frontale al fine di “personalizzare” maggiormente il tipo di immagine, lo scatto finale e tanti altri aspetti. Se quindi siete in possesso di un prodotto con ottica intercambiabile, come una fotocamera reflex o una fotocamera mirrorless, è giusto comprendere le differenze tra i vari tipi e scegliere il prodotto giusto per iniziare nel modo migliore.
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Obiettivi fotografici: cosa sono e come funzionano
Gli obiettivi fotografici sono dispositivi realizzati, di solito, in ABS con inserti in gomma, pertanto una simil plastica dura resistente a sufficienza per sopportare varie situazioni. Esistono obiettivi fotografici resistenti ad acqua, fango e sabbia, altri addirittura subacquei, ma tutti hanno diverse caratteristiche in comune, come il fatto, ad esempio, che sono tutti necessari per scattare una foto “regolarmente”.
Ogni obiettivo ha precise caratteristiche e, nella maggior parte dei casi, già dal nome del modello possiamo capire tante specifiche senza montarlo sulla nostra fotocamera né provarlo.
I vari tipi di obiettivi fotografici si distinguono principalmente per la lunghezza focale, cioè quel valore che misura la distanza tra il centro ottico dell’obiettivo e il piano focale (cioè il sensore fotografico). Tale valore riesce a determinare il rapporto di riproduzione, cioè l’ampiezza dell’immagine catturata dal sensore che è direttamente proporzionale alla lunghezza focale. A questo punto avrete quindi capito che nel modello dell’obiettivo vedrete sempre la lunghezza focale, che può essere fissa o compresa tra alcuni valori. Tramite questi intervalli riuscirete a capire il tipo di obiettivo, cosa che vi spiegherò a breve.
Obiettivo fotografico: tipi e caratteristiche
Come vi dicevo poco sopra, esistono diversi tipi di obiettivi fotografici ed è facile riconoscerli e distinguerli partendo dal modello, ovvero dove viene sempre indicata la lunghezza focale. Esistono obiettivi normali (con lunghezza focale compresa tra 45 e 55mm), grandangolari (tra 14 e 25mm), Fish-Eye (con focali estremamente basse, come 4mm, 8mm e 10mm), macro (con rapporto di riproduzione 1:1), tele, zoom e altri più tecnici che a breve vi spiegherò.
Ho scritto che potreste riuscire a riconoscere i vari obiettivi a partire dal modello, questo perché spesso i produttori non solo scrivono la lunghezza focale ma anche il diaframma (o i diaframmi), il tipo di costruzione, gli elementi all’interno e altro. Ad esempio, se dovessi parlarvi dell’obiettivo Nikon Nikkor AF-S 105mm f/2.8 G ED VR Micro, da questa nomenclatura capirete che:
- è un ottica fissa in quanto l’unico valore espresso in millimetri è 105
- ha un’apertura fissa in quanto l’unico valore di diaframma è f/2.8 (non poteva di certo essere a diaframma variabile essendo un’ottica fissa – specifico bene: questo non significa che non potrete cambiare il diaframma in fase di scatto, significa che potrete aprire fino a f/2.8 al massimo e non oltre, chiudendo fino a f/32 nel caso di quest’ottica, cosa che è comunque sempre una variabile)
- “VR” sta per “Vibration Reduction“, cioè un sistema di stabilizzazione che riduce le vibrazioni su alcuni tempi di esposizione e particolari movimenti
- “G” in questo caso definisce la classe e il tipo di obiettivo (sigla che si usa per Nikon e che per altri produttori può cambiare a seconda dei modelli)
- “ED” è un tipo di elemento contenuto all’interno, nella costruzione dei vetri, che limita le aberrazioni cromatiche e i disturbi che possono derivare, ad esempio, dal sole diretto.
- “Micro” significa che è in grado di mettere a fuoco da distanze estremamente ravvicinate, cosa adatta per fotografare insetti o altre “piccolezze” simili

Questo era un esempio basato su un’ottica fissa, con diaframma fisso e soprattutto con una lunghezza focale piuttosto estesa (ma non troppo). Da questo avrete quindi capito che è comunque un’ottica piuttosto “stretta” e pertanto certamente non adatta per paesaggi o fotografia “grandangolare”.
Facciamo un esempio più “banale” e classico: se acquistate un kit base di una fotocamera entry level, come capita quasi sempre con una delle migliori reflex, tendenzialmente troverete il classico “18-55mm” tanto amato (e tanto preso in giro in realtà). Questo perché è un obiettivo davvero basilare e spesso definito come “plasticone”, ma è il punto di partenza per moltissimi fotografi, quindi è ovvio che rimarrà sempre nel cuore. Prendiamo per esempio il Canon EF-S 18-55mm f/3.5-5.6 IS STM:
- analizzando il nome, notiamo “EF-S“, cioè il tipo di attacco, dedicato al settore APS-C di Canon
- 18-55mm è la lunghezza focale, quindi sapremo che si tratta di un obiettivo zoom variabile e partiremo da 18mm fino a spostarci a 55 (passando per tutti i valori come 20, 35, 45…etc).
- Il valore del diaframma è variabile, pertanto, a 18mm avremo f/3.5, a 55mm invece avremo f/5.6. Ecco perché non è possibile, con questo obiettivo, scattare foto a 55mm a f/3.5 – ergo, dato che il diaframma si chiuderà per forza di cose, dovrete variare i dati di scatto che avevate pre-impostato
- “IS” è un tipo di stabilizzatore d’immagine (IS = Image Stabilization) di Canon che aiuta e compensa i movimenti involontari del fotografo
- “STM” (Stepper Motor Tecnology) è il tipo di messa a fuoco che, in questo caso, è silenziosa e rapida.
Come avrete capito, pertanto, ogni produttore ha le proprie sigle per definire particolari funzionalità, motori di messa a fuoco, stabilizzatori e così via. Avete visto infatti che Nikon usa “VR” per lo stabilizzatore, Canon invece “IS”, altri usano altre lettere, ma, di fatto, tutti hanno in comune la lunghezza focale: ognuno di essi sfrutta dei valori in millimetri, pertanto non si può sbagliare in nessun caso. I valori in millimetri sono universali per tutti, avrete solo “problemi” di comprensione iniziali nel passaggio APS-C / Full-Frame, ma questo è un altro discorso. Allo stesso modo, un metodo di riconoscimento universale è il diaframma, motivo per cui, indipendentemente dalle sigle che usa un produttore, sarete in grado di capire che lunghezza focale e che diaframma offra tale obiettivo fotografico.
Obiettivo fotografico: il bigino utile per chi deve comprendere gli obiettivi fotografici
Ricapitoliamo velocemente e brevemente alcuni termini che devono assolutamente restarvi in testa per comprendere al meglio le differenze tra i vari modelli di obiettivi fotografici.
Obiettivi fotografici: la panoramica delle lunghezze focali e delle differenze tra i modelli
Se da piccoli eravate aiutanti di parenti fotografi che vi dicevano “passami il tele” e voi staccavate fisicamente il televisore dal mobile e dalla presa per passarglielo (operazione molto difficile tra l’altro perché una volta i televisori pesavano davvero tanto) allora significa che qualcosa, a livello di obiettivi fotografici, non vi era chiaro. Per questo motivo, ho creato una piccola tabella riassuntiva che vi permette di comprendere al meglio le singole lunghezze focali di un obiettivo fotografico e, in base al range, capire come viene chiamato. In questo modo, vi sarà più facile andare da un commerciante e chiedere delucidazioni su un tipo definito di obiettivo fotografico (es.: vorreste fare foto con una vasta area e andate a chiedere consigli su un grandangolare).
- 4 mm – 8 mm Fisheye circolare: si tratta di un obiettivo che può offrire un angolo di campo pari a 180° (e anche più, volendo) della scena inquadrata, generando in molti casi un’immagine completamente sferica e arrotondata. Tale ampiezza permette la realizzazione di scatti non possibili con altri tipi di ottica e, di conseguenza, riuscire a racchiudere più elementi in un frame. Si tratta di obiettivi tendenzialmente poco diffusi.

- 8 mm – 15 mm Fisheye diagonale: molto simile al Fisheye circolare, differisce perlopiù per un angolo di campo minore (data la lunghezza focale leggermente maggiore) e ha la particolarità di coprire un raggio di 180° solo sulla sua diagonale. Tale tipo di ottica è molto utilizzata nella fotografia notturna e tendenzialmente nella paesaggistica, oltre all’implementazione su action cam, smartphone e simili. Ogni ottica Fisheye (o grandangolare estrema in generale) presenta una vistosa distorsione delle linee rette, motivo che caratterizza questi obiettivi fotografici e ne pregiudica l’utilizzo in alcuni generi fotografici, come ad esempio la fotografia d’architettura.
- 12 mm – 16 mm Ultragrandangolare: si tratta di un punto di riferimento per paesaggistica e reportage in quanto è un obiettivo fotografico adatto a molteplici utilizzi. Presenta ancora qualche linea di distorsione in alcuni casi (cosa assolutamente normale) e pertanto non viene comunque usato per la fotografia d’architettura e nemmeno per la ritrattistica.
- 16 mm – 24 mm Grandangolare: un range di lunghezza focale presente in moltissimi obiettivi fotografici e che viene preferita e scelta sia in paesaggistica sia, in tantissimi casi, nella fotografia d’architettura o di reportage. Questo perché la distorsione viene minimizzata (ma non completamente annullata) ed è quindi possibile riprodurre una scena in un contesto più reale, più vicino all’occhio umano (ma non uguale, attenzione, questa cosa arriverà a breve). È il meno estremo tra gli obiettivi fotografici grandangolari ed è considerato una delle focali fondamentali per la maggior parte dei fotografi. Se notate infatti, obiettivi fotografici come il 18-55mm per APS-C e il 24-70mm per full frame includono questi valori come base.
- 35 mm – 50 mm Normale: tale tipologia di obiettivo fotografico è un range considerato equivalente della visione umana e viene scelto da molti come range “d’apprendimento” per imparare a fotografare. Non ci sono limiti di utilizzo, ci sono addirittura persone che usano ottiche 50mm nella fotografia notturna (scelta che non condivido ma ognuno è libero di fare ciò che vuole). Sicuramente si tratta di un range d’utilizzo perfetto per la street photography.
- 70 mm – 120 mm Medio tele: si tratta di un range che si avvicina di più agli obiettivi fotografici normali rispetto a quelli “tele” e se accoppiato ad un obiettivo fotografico normale ci permette di coprire un buon lasso di lunghezze focali. Per ovviare a tale range, alcuni produttori hanno a listino obiettivi fotografici come i 24-105mm (full frame) oppure i 18-200mm (aps-c), ovvero tuttofare perfetti per essere utilizzati in tantissime situazioni (dalla paesaggistica alla fotografia dalla distanza passando per la ritrattistica). Spesso quest’ottica viene anche usata nella fotografia sportiva e naturalistica.
- 150 mm – 200 mm Tele: questo tipo di obiettivo fotografico offre un distacco superiore del soggetto rispetto allo sfondo. Spesso i medio tele e i tele sono uniti in un’unica ottica per offrire maggior utilità al fotografo. Tali range di focali iniziano però a risultare in un’ottica non propriamente leggera e trasportabile (vedi 70-200mm per full frame o 70-300mm per APS-C).
- 300 mm – 800 mm e oltre Supertele: dopo i 300mm, gli obiettivi fotografici si definiscono con la parola “Supertele”, che non corrisponde ad un TV da 65″ bensì ad un’ottica che può essere utilizzata per svariati generi fotografici dalla distanza. Pertanto scordatevi la fotografia di paesaggio, scordatevi un ampio angolo di campo e date il benvenuto a grandi zoom o scatti di soggetti lontani. Questo range è estremamente utilizzato nella fotografia sportiva, quindi nella MotoGP, Formula 1, Calcio e così via, soprattutto perché i fotografi devono necessariamente essere lontani rispetto al soggetto da fotografare senza però rinunciare ad un close up, cioè uno scatto ravvicinato. Se avete visto almeno una foto di Valentino Rossi in sella alla sua moto o di un calciatore che festeggia per il gol, al 95% sono foto realizzate con un’ottica Supertele da una distanza importante. Sono obiettivi fotografici che hanno un peso non indifferente che può superare tranquillamente i 4kg, avere prezzi importanti (che possono arrivare anche a 20.000€) e che in molti casi necessitano di un monopiede come supporto, dato che diversamente sarebbe impensabile gestire una sessione di scatto a mano libera. Sono inoltre obiettivi fotografici molto difficili da usare in quanto la percezione visiva è completamente diversa da quella reale, e spesso guardare dentro al mirino per inquadrare il soggetto necessita di una ricerca all’interno del frame.
Gli obiettivi fotografici speciali
Oltre ai vari obiettivi e i range focali che vi ho elencato qui sopra, esistono anche delle varianti definite “speciali” e che non rientrano necessariamente in queste categorie. Ad esempio, tra gli obiettivi fotografici speciali rientrano i Macro, ottiche che offrono un particolare schema di lenti e vetri in grado di mettere a fuoco a pochissimi centimetri (se non millimetri) dal soggetto. Possono essere definiti “Macro” solo gli obiettivi fotografici in grado di realizzare un rapporto di riproduzione 1:1, cioè quelle situazioni in cui il soggetto fotografato alla minima distanza di fuoco è riprodotto con le dimensioni che ha nella realtà.
Un altro esempio di obiettivo fotografico speciale è il Tilt-Shift, ovvero un’ottica estremamente di nicchia che risulta perfetta per chi lavora professionalmente con la fotografia di architettura. Sono obiettivi fotografici dal grande costo, con focale variabile dai 17mm ai 30mm, che non soffrono in alcun modo di distorsione tipica dei grandangolari. Grazie ad un obiettivo Tilt-Shift è possibile fotografare linee rette che rimangono davvero dritte e non vengono alterate in alcun modo.
Con queste ottiche è possibile “basculare” il gruppo di lenti sugli assi X e Y (quindi da destra a sinistra, ovvero “tilt” e decentrando in alto o in basso, cioè “shift”), agendo quindi su inclinazione del piano di messa a fuoco e sulla gestione della prospettiva. La forma, il corpo e la costruzione sono decisamente particolari e vederli in azione lo è ancora di più. Di fatto però, i fotografi che lavorano e guadagnano con l’architettura possono godere di un obiettivo praticamente perfetto e che non soffrirà di alcuna distorsione (a fronte comunque di un investimento importante).
Obiettivi fotografici a focale fissa
Come avrete avuto modo di capire dai capitoli precedenti, sul mercato si possono trovare modelli di obiettivi fotografici definiti “a focale fissa”, cioè una singola lunghezza focale non variabile. Le ottiche fisse, dato che offrono schemi ottici fissi e relativamente più semplici, sono in grado di offrire una qualità di immagine senza paragone e diaframmi decisamente più aperti a discapito però di un conseguente aumento di peso e dimensioni. Ad esempio, una delle scelte più importanti e vantaggiose per un fotografo amante della ritrattistica è l’obiettivo fotografico “85mm” che, a seconda del produttore, può anche essere pari a f/1.2. Questo significa che non solo sarà estremamente luminoso ma che avrà anche una qualità di scatto e uno sfocato (inteso come distaccamento del soggetto dallo sfondo) unico e imbattibile, ergo non riproducibile con un’ottica zoom. Lo “svantaggio” (se così possiamo chiamarlo) degli obiettivi fotografici a focale fissa riguarda il fatto che ovviamente non è possibile gestire lo zoom, quindi, a seconda del soggetto da inquadrare, dovrete fisicamente spostarvi nella zona per poter variare il tipo di inquadratura.
Obiettivi fotografici zoom
La variante o alternativa diretta degli obiettivi fotografici a focale fissa è quella definita “zoom”, cioè un prodotto che comprende più lunghezze focali e, nella maggior parte dei casi, un diaframma variabile. Ad esempio, il classico 18-55mm “da kit base” è un obiettivo fotografico di tipo zoom con diaframma variabile, perché nella maggior parte dei casi offre una luminosità pari a f/3.5-5.6 (a parte Fujifilm, che è una delle poche in grado di offrire un 18-55mm f/2.8-4, quindi ben più luminoso rispetto allo standard). Diversamente, salendo di prezzo e di tipo di obiettivo fotografico zoom, è possibile trovare prodotti full frame come il “must-have” 24-70mm f/2.8 che, in questo caso, è sempre zoom ma con diaframma fisso e costante, motivo per cui vi è possibile fotografare a f/2.8 sia a 24mm che a 70mm. Gli obiettivi fotografici zoom, tendenzialmente, costano meno degli obiettivi fotografici a focale fissa, ma ovviamente dipende dal prodotto, dalla luminosità e da molti altri fattori. Parlando di obiettivi fotografici “entry level” sicuramente risparmierete qualcosa acquistando un’ottica zoom, che significa più focali coperte a discapito di una qualità piuttosto inferiore nel complesso.
Obiettivi fotografici: quale scegliere e perché
Sono certo che non sia facile scegliere un obiettivo fotografico, ma sicuramente questa guida vi ha aiutato a capire le differenze, i generi in cui è più indicato un tipo di ottica rispetto ad un altro e così via. Sta a voi ora capire qual è il vostro budget a disposizione, che tipo di “peso” vorreste sopportare, che fotocamera avete e soprattutto che tipo di genere fotografico prediligete. Sicuramente il genere fotografico, in questo caso come in tanti altri, è determinante per la scelta di un prodotto di questo tipo.