Per documentare al meglio una situazione, qualunque essa sia, serve preparazione, capacità tecniche e una buona dose di coraggio, in determinati casi. Ecco perché la fotografia di reportage è una delle più difficili da realizzare, ma anche una delle più belle e soddisfacenti. I fotografi in grado di realizzarla al meglio sono tra i più grandi e riconosciuti di sempre, e molti di loro hanno scritto pagine indelebili nella storia della fotografia.
La fotografa Nicoco, americana con la residenza in Cina, ha avviato un progetto chiamato “One Person City“, nella speranza di catturare il vuoto, il dolore, l’isolamento e l’angoscia che il virus 2019-ncov – comunemente chiamato Coronavirus – sta scatenando in Cina. Ecco il progetto.
One Person City: il racconto del reportage sul virus
“Il risultato è un vuoto pieno di paura” afferma il Nicoco, quando racconta del suo progetto di reportage intitolato One Person City. “Ho iniziato questo progetto perché ero curiosa: sentivo la curiosità di vedere come una grande città internazionale, in questo caso Shangai, avrebbe reagito alla paura per l’epidemia. L’esperienza vissuta è di puro e spaventoso isolamento. In giro non c’è nessuno, è un oceano senza vita, siccome le persone stanno rinchiuse nelle loro abitazioni e quelle aree che siamo abituati a vedere affollate ora sono deserte e piene di angoscia.”
Per realizzare il reportage Nicoco si spostata per la città a piedi, in bicicletta, in metropolitana e principalmente ha incontrato solo persone della vigilanza o addetti ai lavori. Per quanto riguarda l’attrezzatura si è servita di una Canon 7D Mark II e una Canon 6D Mark I con una focale di 24mm, ideale secondo la fotografa per catturare l’ampiezza della desolazione che Shangai sta vivendo, fatta di puro terrore per una situazione che ancora non ha trovato un punto di svolta.
Nicoco prosegue: “Mi hanno chiesto se potessi evitare di fotografare all’interno di alcuni centri commerciali, anche se normalmente in questi luoghi si possono fare fotografie. Tuttavia, la completa assenza di visitatori mi ha reso la situazione troppo evidente e, non volendo mettere a disagio il personale dei negozi, ho scelto di non scattare e di realizzare One Person City nei luoghi turistici più iconici. Quello che ho visto e che risulta dalle fotografie è terrificante: sembra che io abbia scattato alle primi luci dell’alba, con la città che sta apprestandosi ad iniziare un nuovo giorno, quando invece erano le ore di punta. Sembra lo scenario apocalittico di un film“.
Un progetto necessario
La fotografia di reportage serve, è necessaria. Grazie a Nicoco possiamo vivere anche noi l’incredibile situazione di paura che sta colpendo la Cina, e questo lavoro non può e non deve lasciarci indifferenti. Dobbiamo ringraziare questa fotografa perché, con “One Person City” ci ha raccontato in prima persona gli effetti del virus 2019-ncov sulla vita e la quotidianità delle persone. Non ci resta altro da fare se non guardare in silenzio il volto della paura e il sorriso maligno del male, che laddove poco tempo fa camminavano persone sorridenti e bambini, ha lasciato una desolazione che pare non avere tempo.
Di seguito potete trovare una serie di immagini di “One Person City“.