Scrivere una recensione di Onward – Oltre La Magia, il nuovo film Pixar, (d’ora in poi solo Onward), non è così semplice come possa sembrare. Non perché sia un film difficile di per sé, ma perché è il primo film uscito dopo il lockdown e la pandemia che sta travolgendo il mondo. Questo film rappresenta il tentativo di tornare alla normalità, anche per il cinema. Onward è stato rimandato di 5 mesi lordi e si porta sulle spalle la responsabilità di vedere se i cinema funzionano ancora. Le case di distribuzione sono lì con i riflettori puntati per capire se fare uscire i film o meno, dipende dal pubblico se vuole andare al cinema; ma il pubblico al cinema ci va se escono i film. Insomma, è il classico draghetto sputafuoco cane che si morde la coda e Onward (e ancora di più Tenet di prossima uscita) è la testa d’ariete che dovrebbe sfondare il muro di ritrosia che sta avvolgendo il mondo dell’entertainment.
Contestualizzata la situazione, posso passare alla recensione di Onward, il film Pixar.
Dalla Pixar ci si aspetta sempre molto, pure troppo a volte. È una delle poche case di produzione di cartoni animati in computer grafica che non ha mai assecondato le logiche di mercato, fino a che non è stata acquistata dalla Disney. A parte qualche film imposto a forza, tipo i sequel forzati dei successi, la Pixar ha sempre investito in innovazione e sperimentazione, senza mai fermarsi ai soliti cliché degli animaletti del bosco, o storie ripetute a oltranza, ma ha sempre cercato di raccontare qualcosa di più, come dimostra la produzione dell’italianissimo Luca, provando a trattare con rispetto i bambini e la loro intelligenza e sensibilità, senza disdegnare di solleticare pure quelle degli adulti. La Pixar ha sempre sfornato film che possono essere letti su più livelli, con gag facili per i bambini e temi di una certa profondità che andavano a toccare le corde degli adulti, il tutto condito con una computer grafica all’avanguardia, innovativa e, nel 90% dei casi, irraggiungibile dalla concorrenza.
Il problema è che poi ci si aspetta sempre capolavori del calibro di Toy Story 3, Inside Out e Coco e, in un mondo manicheo come quello dei social, tutto o è un Capolavorh!!!1!1! o è Lammerda!!1!1!!UNO. Non vengono considerate le zone di confine, né la comoda scala di grigi che riempie le due estremità. Proprio in questa scala di grigi, ma più verso il bianco, si colloca Onward, il film Pixar.
Onward film Pixar: la trama
La storia di Onward è piuttosto semplice, il film si svolge in un mondo mistico e fantasy, intriso di Magia. Appena gli abitanti di questo mondo scoprono la tecnologia, si adagiano, dimenticano tutto in favore della comodità di avere tutto pronto senza sforzo. Ai giorni nostri, due fratelli Elfi, Barley e Ian Lightfoot, hanno perso il padre per una malattia, quando il primo era piccolo e il secondo non era ancora nato. Ma grazie proprio a quella magia ormai dimenticata che resiste solo nei giochi di ruolo, hanno la possibilità di poterlo riavere tutto per loro, ancora una volta, per un giorno intero. Qualcosa però va storto e devono imbarcarsi in un’avventura per riuscire a completare l’incantesimo.
Onward, il film Pixar, è estremamente lineare: è un classico buddy movie on the road, in cui due tipi, diametralmente opposti, devono trovare il modo di convivere e sfruttare i reciproci punti di forza per raggiungere la meta. Però c’è dell’altro, per fortuna Dan Scanlon, che è anche il regista, Jason Headley e Keith Bunin vanno un po’ oltre è ne approfittano, anche se in modo un po’ retorico, per parlare del nostro mondo moderno, così dipendente dalla tecnologia e dai profitti, da aver dimenticato le proprie radici.
Onward film Pixar: il vero significato
Però il viaggio di Ian e Barley, quello personale più che quello fisico, è molto più profondo di quanto sembri di primo acchito, ed è la cosa che più mi è piaciuta di Onward. Sì perché, ancora una volta, la Pixar tratta i bambini come dovrebbero essere trattati, strizzando l’occhio agli adulti. La morte è molto presente, ma non è mai trattata in modo drammatico o straziante come viene fatto di solito. Il padre dei due fratelli è morto, Barley e la madre hanno accettato la cosa come un dato di fatto della vita, mentre Ian quella morte la soffre e non la accetta, perché, a parte qualche foto e la voce registrata, quel padre non l’ha mai conosciuto, non ha mai avuto una guida che gli insegnasse a crescere e a essere qualcuno.
A volte siamo così presi da quello che vorremo, da quello che pensiamo che ci manchi, dalle assenze, che non ci rendiamo conto delle presenze. Diamo per scontato, sminuiamo quello che abbiamo, perché diamo un valore troppo grande a quello che non abbiamo. Ma se ci fermiamo un attimo, facciamo un passo indietro a guardare il quadro di insieme, ci rendiamo conto che abbiamo tutto quello che ci serve intorno a noi e a cui non stiamo dando il valore che invece meriterebbe. Non bisognerebbe andare in capo al mondo per trovare quello che ci manca, perché la maggior parte delle volte lo abbiamo già e siamo così offuscati dal saper quello che vogliamo e come dovrebbe essere il mondo secondo noi, che vediamo solo le cose che non ci vanno bene, facciamo risaltare solo i lati negativi superficiali, piuttosto che le piccole cose preziose e mai scontate, in profondità.
Onward, il film Pixar, è un monito a non lasciarci abbagliare da una promessa futile che ci siamo fatti, che rinnoviamo ogni giorno, quando le certezze le abbiamo già, ma il solo fatto di averle, ce le rende scontate. Ovviamente Onward sul finale commuove non poco, quando si realizza tutto questo. Non serve aver perso un genitore, serve rendersi conto di aver perso di vista chi c’è ancora e averlo giudicato da un punto di vista del tutto sbagliato, perché lo guardiamo troppo da vicino, troppo giudicanti, troppo con il dito puntato sui nostri difetti che si riflettono sugli altri.
Onward film Pixar: la tecnica della Pixar
Essendo Onward un film Pixar, non si può non parlare di tutta quella parte tecnica che avvolge la storia e le metafore, come un morbido manto di cioccolato avvolge un cuore di… non so cosa vi piace trovare all’interno del cioccolato, le nocciole, la crema, le cotenne di maiale, finite voi la frase come più vi aggrada.
Beh, qui siamo ai massimi livelli, signore e signori, tecnicamente non c’è una sbavatura. La fotografia, gli effetti di luce, i materiali degli oggetti, la pelle, i capelli e i peli dei personaggi sono quasi fotorealistici. La scenografia sembra ripresa dal vero e, se non fosse perfettamente integrata con i personaggi, non sembrerebbe davvero un film a cartoni animati in computer grafica.
Certo, alcune trovate, alcune gag, per quanto divertenti, hanno un chè di infantile, ma poi vengono smorzate anche con cose più adulte, tipo il primo personaggio apertamente LGBTQ della Disney, una poliziotta che rivela la propria omosessualità con una battuta spontanea, perfettamente integrata, non enfatizzata e naturale, tanto da essere una frase normale, come esattamente è. Anche se, in molti paesi, questa battuta è costata il Ban al film e addirittura in Russia hanno dovuto cambiarla altrimenti il film non sarebbe uscito.
In conclusione, Onward, il film Pixar, è un buon film, lontano dai capolavori della casa, si difende bene sotto tanti aspetti, soprattutto sul significato e fa sorvolare sui pochi difetti che ha, ma che non lo fanno decollare. Ma va benissimo anche così.
Ecco il trailer italiano:
Recensione in breve
Onward - Oltre La Magia
Onward è il tanto atteso (per ben 5 mesi) nuovo film della Pixar. Tecnicamente superbo, ma non ci si aspettava di meno, è un po' ingenuo in alcuni aspetti, ma è molto profondo in quelli che contano. Diverte, fa commuovere e soprattutto, fa pensare a tutte le cose che abbiamo e che diamo per scontate.
PRO
- Finalmente un nuovo film Pixar
- Un film che tocca il cuore
- Tecnicamente spaventoso
CONTRO
- A tratti un po' ingenuo
- C'è molta retorica