Panasonic Lumix GH6 recensione è la nostra prova dell’ultima arrivata da parte del produttore giapponese per quanto concerne il segmento micro 4/3. Le novità avranno soddisfatto le nostre aspettative? Come si comporta Panasonic Lumix GH6? Scopriamolo nella nostra prova che prevede, come sempre, anche la possibilità di scaricare i file RAW prodotti con questa fotocamera.
La storia del modello “GH” di Panasonic Lumix nasce nell’ormai lontano 2009, quando le fotocamere mirrorless erano ancora sperimentali e i sensori micro quattro terzi iniziavano a farsi conoscere (seppur molto lentamente) sul mercato. Sono passati esattamente 13 anni da quel primo e storico modello, il primo MFT del brand, che all’epoca aveva un sensore Live MOS da 14 megapixel ed era in grado di registrare video in FullHD fino a 24fps oppure a 720p fino a 60fps. Queste caratteristiche suonano molto strane comparate ad oggi, dato che, giusto per dovere di paragone, Panasonic Lumix GH6 offre un sensore Live MOS da 25 megapixel ed è in grado di registrare video in 4K@120fps oppure fino al 5.8K a 30fps. Un’evoluzione importante per una serie che continua ad innovarsi e ad avere la sua cerchia di interessati. Tuttavia, è giusto chiedersi: dopo l’uscita della serie full frame S1 ed S5, Panasonic Lumix ha ancora interesse nel segmento micro quattro terzi (MFT)?
Panasonic Lumix GH6 recensione: a chi è adatta?
Lasciamo perdere per un attimo le caratteristiche e guardiamo soltanto la differenza dei sensori: nel corso degli anni, molti professionisti hanno scelto fotocamere full frame proprio per via della maggior qualità nelle basse luci, reattività più importante e, in generale, un miglior rapporto qualità-prezzo per quanto concerne sempre gli aspetti lavorativi. Attualmente, sconti e offerte a parte, Panasonic Lumix GH6 + obiettivo 12-60mm f/2.8-4 LEICA e scheda SD in omaggio costa, da listino FOWA, 2769,00€, mentre invece, basandosi sullo stesso listino, una Panasonic Lumix S5 con obiettivo 20-60mm f/3.5-5.6 L Mount costa 2.299,00€ (chiaramente ci sono anche kit diversi in cui, ad esempio, troviamo Lumix GH6 con 12-60 Panasonic a 2.399,00€). Questo significa che la piccola micro quattro terzi, attualmente, costa circa 500€ in più della sorella maggiore.
Una bella differenza di prezzo, se consideriamo che, di solito, i segmenti si basano anche sulla dimensione del sensore, che, a volte, ne definisce anche il target. Nel corso degli anni però, Panasonic Lumix ha dimostrato più volte che le dimensioni non contano, riuscendo a spingere al massimo sensori davvero minuscoli se paragonati al formato 35mm “standard” (almeno di una volta). Questo significa che coloro i quali hanno apprezzato fino ad oggi la serie GH di Panasonic, tra innovazioni e possibilità nei limiti di un sensore fisicamente più piccolo, apprezzeranno sicuramente anche GH6, che grazie alle tante novità lato video può davvero rimanere un dispositivo da lavoro come spesso succedeva già con i modelli precedenti. L’eventuale scelta di andare sul sensore full frame si rivela essere “una possibilità in più” per chi ha davvero la necessità di migliore qualità di immagine nei punti più bui oppure spingere al meglio gli ISO in varie situazioni. C’è poi da dire che un sensore più piccolo offre quasi sempre possibilità migliori lato tecnico rispetto alle full frame entry level, ed ecco spiegata la differenza di prezzo. Ad esempio, Panasonic Lumix S5 può registrare “solo” fino al 4K@30fps, e ha un sensore con un megapixel in meno rispetto a GH6. Pertanto, per capire quale scegliere dovrete ragionare attentamente su ciò che dovrete andare a fare e come.
Panasonic Lumix GH6 recensione: design e materiali
Che si tratti di una Panasonic Lumix si capisce fin da subito, ma ora c’è una grande novità sia estetica che tecnica: guardando la fotocamera sul lato sinistro si vede subito la presa d’aria per il raffreddamento attivo integrato in questo nuovo modello, oltre ad un corpo macchina già anche solo visibilmente più profondo proprio per far spazio alla ventola. Ma andiamo con ordine.
Panasonic Lumix GH6 è alta 100,3mm, larga 138,4mm e profonda 99,6mm, con un peso complessivo, senza obiettivo ma con SD e batteria, pari a 823 grammi, non esattamente un peso piuma, ma l’hardware necessario a supportare tutte le nuove caratteristiche ha sicuramente un peso influente ed incisivo.
Nella parte superiore troviamo una ghiera a sinistra, necessaria per impostare la modalità di scatto (com’è sempre stato in questa serie) a scelta tra foto singola, raffica, autoscatto e così via. C’è poi la slitta hotshoe e un’altra ghiera, cioè la ghiera dei programmi, con ben 4 modalità C configurabili (come nel modello precedente) e le varie modalità di foto e video. Troviamo poi il tasto di registrazione video superiore, una ghiera posteriore configurabile e il classico tasto di info per accedere ad alcune opzioni oppure, banalmente, per cambiare il tipo di visualizzazione del display. Comodi, come sempre nella serie GH di Lumix, i tre tasti superiori per gestire velocemente il bilanciamento del bianco, la sensibilità ISO e la compensazione dell’esposizione. Non manca una ghiera ulteriore verticale e, ovviamente, il tasto di scatto.
La parte frontale è minimale ma non troppo, oserei dire “minimale al punto giusto”, nel senso che la struttura e la trama sono essenziali ma non mancano tutti i vari tasti utili a diverse funzioni. Troviamo ad esempio una luce ausiliare per l’AF, un connettore PC Sync per il flash esterno (molto apprezzabile), il tasto di sgancio dell’ottica, un tasto supplementare per avviare la registrazione video e altri due tasti completamente configurabili a piacere che possono sempre tornare utili. L’ìmpugnatura di Panasonic Lumix GH6 è decisamente ergonomica, comoda, con la giusta estrusione che per un attimo distacca dal mondo mirrorless e fa ripensare alla vecchia e cara ergonomia delle reflex. Questo non va particolarmente ad influire sul peso ma sicuramente sulle dimensioni in quanto, tra ventola di raffreddamento e impugnatura, Lumix GH6 è decisamente più grossa e spessa di Lumix S5 se messa a confronto diretto, lo stesso discorso vale anche rispetto al modello precedente, ovvero GH5II.
Passando ai lati, guardando la fotocamera da dietro troviamo il doppio slot per le schede nella parte destra, schede che devono essere due diverse, ovvero CFExpress Type B oppure SD UHS-II (consigliabile usare una V90). Interessante vedere comunque l’adozione dello slot CFExpress Type B, novità rispetto al passato, e implementazione necessaria per supportare tutte le importanti modalità di registrazione video presenti in questo dispositivo.
Il lato sinistro invece è sicuramente quello più interessante per i “nerd dei connettori”, in quanto troviamo una porta d’ingresso microfono distaccata rispetto agli altri slot (così può essere aperta o chiusa in totale autonomia), uno sportellino singolo dedicato al connettore per l’uscita delle cuffie e un altro sportello separato dove troverete, esattamente come nel modello precedente, una porta HDMI Type A (quindi full) e una porta USB Type C che può essere utilizzata anche per la ricarica. Curiosità: rispetto a GH5II, le porte HDMI e Type C sono esattamente invertite: nel modello precedente c’era la HDMI in alto e la Type C in basso, qui è il contrario, scelta fatta probabilmente per necessità circuitale in merito allo spazio operativo della ventola interna.
Veniamo alla parte posteriore: lo spazio a disposizione, in termini di larghezza, non è cambiato moltissimo, tuttavia, si vede fortemente la presenza della ventola in quanto tutta la struttura è leggermente più “arretrata”. Rispetto a Panasonic Lumix GH5II troviamo alcune differenze estetiche e soprattutto vari tasti spostati. C’è una nuova ghiera più estrusa per la gestione del tipo di messa a fuoco, un nuovo selettore per il lock dei tasti e un piccolo redesign per quanto concerne l’aspetto dei singoli tasti. Ad esempio, il joystick è meno fine e sporgente in favore di un design più schiacciato e ruvido in grado di garantire una presa migliore anche in condizioni di dita bagnate o sudate (comunque scivolose). Il redesign del joystick lo vedo come un nuovo dettaglio decisamente interessante. Il display di Panasonic Lumix GH6 è sempre da 3″ con 1.840.000 punti di definizione, proprio come nel modello precedente, tuttavia, guardando bene le due fotocamere a confronto, sembra che il display di GH6 sia più piccolo, un effetto ottico dovuto al fatto che la struttura del display del precedente modello era più larga e con cornici leggermente più spesse. In alto, sempre nella parte superiore, troviamo il mirino EVF che non ha subito variazioni, rimanendo quindi sempre da 3.680.000 pixel con un pannello OLED, una magnificazione dello 0.76x e un angolo di campo del 100%.
Nella parte inferiore, infine, troviamo ovviamente il connettore a vite per il treppiedi e lo slot per la batteria, che è sempre una DMW-BLK22 da 2200 mAh che però, a differenza del modello precedente, ha un’autonomia dichiaratamente inferiore (sicuramente a causa della maggior richiesta di energia da parte della ventola e delle effettive risoluzioni video maggiori). Panasonic Lumix GH6 ha un’autonomia di circa 380 foto o 100 minuti di video con una SD oppure 350 foto e 90 minuti di video con una CFExpress.
Panasonic Lumix GH6 recensione: principali differenze con Panasonic Lumix GH5II
Non solo differenze estetiche ma anche, ovviamente, tecniche. Ci sono alcune novità rilevanti, molte migliorative, alcune non esattamente, tuttavia, in previsione di un eventuale acquisto da parte vostra, è giusto analizzare tutto.
Partendo dal sensore, ad esempio, troviamo il primo vero cambio “al vertice”, nel senso che, dopo 5 anni di sensore Live MOS da 20.3 megapixel, Panasonic Lumix è riuscita a fare un mezzo miracolo mantenendo ovviamente le dimensioni uguali ma aumentando i megapixel, che ora sono 25.2 senza filtro passa-basso.
Non cambia moltissimo lato sensibilità ISO, a parte il fatto che Panasonic Lumix GH6 può scendere fino a ISO 50; come per il modello precedente invece, resta invariato il massimo lato video, ovvero pari a 12800 ISO. Rimanendo in tema video, è forse questo il punto in cui si vedono differenze maggiori, in quanto GH5II si fermava al 4K 60fps sebbene a 10Bit in 4:2:0 con opzione “Cinema” che portava il tutto ad un 4K 10 Bit 4:2:2 a 30fps. Ora è possibile registrare fino a 5.7K a 30fps in ProRes 422 HQ (ma anche in ProRes 422) per la prima volta in un prodotto Lumix. Non manca poi l’altra modalità interessante, ovvero il 4K 10-Bit fino a 120p oppure un FHD fino a 420p HFR (High Frame Rate), oltre alle varie modalità anamorfiche in 4:3. Per la prima volta in un modello Lumix inoltre, GH6 offre il V-Log/V-Gamut interno con oltre 12 stop di gamma e una modalità Boost che la estende oltre ai 13 stop. Altra caratteristica importante e da non sottovalutare riguarda il tempo di registrazione, che ora, su GH6, è illimitato, grazie alla presenza della ventola interna per il raffreddamento.
Sebbene Panasonic Lumix abbia dichiarato forti miglioramenti ad intelligenza e velocità dell’autofocus, esso rimane un sistema a rilevazione di contrasto come in tutti i modelli Lumix usciti finora. Il produttore ha dichiarato che un sistema a rilevazione di fase è in via di sviluppo, ma ci vorrà ancora del tempo.
Panasonic Lumix GH5II permetteva una raffica di scatto fino a 9fps in AFC con un buffer di 999 immagini JPEG oppure 108 RAW. La nuova GH6 invece offre una raffica massima di 8fps in AFC e un buffer più piccolo, cioè fino a 95 file JPEG e 65 file RAW. Nonostante questo, Panasonic Lumix GH6 offre una modalità di scatto a raffica che può arrivare fino a 75 fps a 25 megapixel, tuttavia è limitata alla modalità AFS sfruttando esclusivamente l’otturatore elettronico.
Panasonic Lumix GH6 è decisamente più grande e pesante del modello precedente, si parla infatti di 138.4×100.3×99.6mm per 823 grammi di peso contro una GH5 II che misurava 138.5×98.1×87.4mm con un peso pari a 647 grammi.
Resta invariata la resistenza agli agenti atmosferici, cambia invece la parte della stabilizzazione immagine, che ora offre un sistema ad altissima precisione tramite un giroscopio a 5 assi e un nuovo algoritmo in grado di compensare fino a 7.5 stop sfruttando il sistema Body I.S. insieme al Dual I.S.2, Panasonic Lumix GH5 II si fermava ad un normale stabilizzatore a 5 assi con una compensazione fino a 6.5 stop.
Restano invariati anche il mirino elettronico e il display posteriore, entrambi i modelli condividono infatti un mirino OLED da 3.680.00 punti e un display LCD da 3″ con 1.840.000 punti.
Novità per quanto concerne le memorie: il nuovo modello ha due slot diversi, uno CFExpress Type B (con supporto alla registrazione interna fino a 800Mbps) e l’altro SDHC con supporto allo standard V90.
Come menzionato nel paragrafo precedente, cambia anche l’autonomia della batteria, significativamente inferiore nel nuovo modello.
In conclusione, per quanto concerne le reali differenze, in Panasonic Lumix GH6 troviamo migliorie importanti lato video e qualità d’immagine, oltre alla possibilità di registrare video senza limiti grazie al raffreddamento attivo integrato. Ci sono però alcuni punti da valutare a seconda delle vostre esigenze, in quanto la raffica di scatto e il buffer sono significativamente peggiorati, unitamente all’autonomia della batteria.
Panasonic Lumix GH6 recensione: caratteristiche tecniche
Annunciata a febbraio 2022, la nuova GH6 integra un sensore Live Mos Micro Quattro Terzi completamente reinventato e che ora offre 25 megapixel, questo, grazie ad un nuovo Venus Engine, riesce a garantire una qualità d’immagine davvero importante. Il nuovo sensore inoltre è sprovvisto del filtro passa-basso, garantendo quindi un’immagine finale più pura. La sensibilità ISO varia da 100 a 25600 per i parametri “normali” ma è espandibile fino a 50-25600 con varie opzioni di compensazione del rumore elettronico già in camera che, obiettivamente, svolgono bene il loro lavoro nella maggior parte dei casi. C’è un display da 3″ completamente articolabile con 1.840.000 di punti, un mirino OLED da 3.680.000 di punti, una raffica standard da 8fps espandibile a 14fps (con crop) oppure fino a 75fps (solo in modalità AFS + otturatore elettronico), possibilità di registrare video fino al 5.7K a 5760×2880 oppure fino al 4K@120, c’è una modalità di registrazione video a 300fps, wireless integrato, resistenza alle intemperie e il nuovo slot CFExpress Type B.
Lato video, ci sono davvero tantissime possibilità di registrazione: 5.8K (5760×4320) (4:3) a 29.97p, 200Mbps (4:2:0 10-bit LongGOP) (H.265/HEVC, LPCM), 5.7K (5728×3024) (17:9) a 59.94p, 300Mbps (4:2:0 10-bit LongGOP) (H.265/HEVC, LPCM), 4.4K (4352×3264) (4:3) a 59.94p, 300Mbps (4:2:0 10-bit LongGOP) (H.265/HEVC, LPCM), 4.4K (4352×3264) (4:3) a 59.94p, 300Mbps (4:2:0 10-bit LongGOP) (H.265/HEVC, LPCM), 4K (3840×2160) a 119.88p, 300Mbps (4:2:0 10-bit LongGOP) (H.265/HEVC, LPCM), FHD (1920×1080) t 239.76p, 800Mbps (4:2:2 10-bit ALL-Intra) / 200Mbps (4:2:2 10-bit LongGOP) (H.264/MPEG-4 AVC, LPCM).
Come di consueto, ecco un riepilogo delle caratteristiche e specifiche principali:
- Nuovo sensore MFT da 25 megapixel Live MOS senza filtro passa-basso
- Venus Engine di nuova generazione
- Sensibilità ISO normale da 100 a 25600 estendibile fino a 50-25600
- Autofocus con sistema DFD a rilevazione di contrasto
- Display articolabile da 3″ con 1.840.000 punti
- Mirino EVF OLED da 3.680.000 punti
- Raffica a 8fps, 14fps e fino a 75fps in modalità AFS con otturatore elettronico
- Registrazione video fino al 5.7K a30fps oppure 4K@120fps e FHD a 300fps
- Slot CFExpress Type B con supporto fino a 800Mbps + SDHC con supporto V90
- Corpo tropicalizzato
- V-Log / V-Gamut interni
- Stabilizzatore a 5 assi con giroscopio e compensazione fino a 7.5 stop
- Supporto Apple Pro Res 422
- Porta HDMI Type A (full)
- Connettore Type C per la ricarica
- Porte jack per microfono e cuffie (separate)
- WiFi + Bluetooth
- Ventola con raffreddamento attivo
- Registrazione video illimitata
- Peso pari a 823 grammi (solo corpo)
- Misure pari a 138.4×100.3×99.6mm
- Autonomia pari a circa 380 foto o 100 minuti di video con una SD oppure 350 foto e 90 minuti di video con una CFExpress Type B
Caratteristiche promesse da Panasonic Lumix nei prossimi aggiornamenti firmware:
- Registrazione diretta su SSD tramite porta Type-C
- Registrazione in ProRes per il DCI 4K e il FullHD
- Interfaccia HDMI 2.1
- 4K/120 tramite HDMI con Live View e 4K/120 RAW tramite HDMI
Panasonic Lumix GH6 recensione: prestazioni
Bisogna necessariamente iniziare a trattare questo paragrafo con una piccola premessa: ci sono molte persone, io in primis, spesso scettiche circa l’effettiva dimensione del sensore, questo perché in alcuni casi può diventare un limite. Vi facevo questo discorso all’inizio della recensione, mettendo un po’ le mani avanti proprio per il target di questo prodotto. Il sensore micro quattro terzi di Panasonic Lumix si è evoluto notevolmente nel corso degli anni, e se siamo riusciti ad apprezzare l’APS-C rispetto al Full Frame per tanti motivi (comprendendone i limiti) è giusto provare a farlo anche verso il sensore MFT. Bisogna comprendere i limiti per capire la vera essenza di un prodotto, anche perché spesso il limite siamo semplicemente noi e la nostra creatività. Si possono realizzare grandi contenuti con un sensore micro quattro terzi? La risposta è si, e oggi ancora più che mai, perché personalmente sono rimasto molto stupito dei recuperi su ombre e alte luci che questo nuovo sensore di Panasonic Lumix è in grado di gestire. Certo, per carità, maggior recupero significa necessariamente maggior rumore elettronico, qui è molto visibile più di altri sensori più grandi, è normale, è “tecnico”, ma fa parte anche della questione “comprendere i limiti” che vi scrivevo poco fa.
La nuova GH6 è basata, come avrete capito, su un nuovissimo sensore completamente diverso rispetto al passato, sebbene sia sempre micro quattro terzi. Sebbene non ci siano conferme ufficiali da parte del produttore circa la tipologia di costruzione di tale sensore che ora è da 25 megapixel, cioè un notevole passo avanti in termini di risoluzione che si avvicina alla media dei sensori APS-C, non sembra trattarsi di uno Stacked CMOS, metodologia impiegata nelle full frame di fascia alta, quanto più di un BSI, quindi un back-side illuminated (sensore retroilluminato). Questo significa che è un sensore comunque veloce, ha un’ottima lettura, non c’è il filtro anti-alias, cosa sensata in quanto la maggior parte dei contenuti verranno catturati o registrati ad una risoluzione inferiore rispetto a quella reale (l’esempio si può fare su un oversampling dal 5.7K verso un output in 4K), non c’è il filtro passa-basso, la risoluzione è più alta, la gamma dinamica estesa più che mai. Insomma, tra sensore, risoluzioni e migliaia di combinazioni lato video, con Panasonic Lumix GH6 c’è letteralmente da perderci la testa. Il punto è proprio questo: sapere di cosa sia capace GH6 non è sufficiente, perché di fatto è un prodotto “complesso”, nel senso che richiede tempo, pazienza e un minimo di esperienza prima di essere padroneggiato. Lo stesso tipo di esperienza di utilizzo l’ho vissuta con i prodotti Blackmagic Design, che per quanto siano semplificati dal punto di vista del menù, richiedono comunque del tempo per familiarizzare col prodotto. Pertanto, prendetelo come un consiglio personale basato sull’esperienza, se siete nuovi al mondo GH e decidete di acquistare una GH6, oppure avete già un modello precedente e decidete di fare l’upgrade, non abbiate fretta, studiate bene il manuale, scoprite le novità voi stessi, adattatele al vostro workflow e, sempre con calma, sperimentate le tante novità aggiunte.

Piccola aggiunta “nerd” importante: questo sensore offre un dual gain per la gestione dell’output, ma non si tratta di un classico dual gain come visto nelle fotocamere moderne in diverse occasioni (anche in S1H in realtà), ma qualcosa di più tecnologicamente vicino ai prodotti Arri e Canon C; in sostanza, il sensore ha due percorsi di uscita paralleli e, con impostazioni ISO elevate, l’uscita di entrambi gli output verrà combinata per fornire maggiori dettagli sia nelle ombre, sia nelle alte luci.

La maggior parte delle novità sono incentrate sulla parte video, questo perché “la furbata” di usare un sensore così piccolo ha sempre ripagato Panasonic Lumix proprio nella registrazione di clip ad alta qualità e in tanti formati / fps diversi. Panasonic Lumix GH4 fu una delle primissime ad avere la registrazione in 4K@60fps, e il motivo è proprio quello che vi ho appena spiegato. Data l’attenzione da parte del produttore all’ambito video, sempre in maggiore crescita, in questo prodotto non troverete alcune modalità “classiche” o “storiche” di questa serie, come ad esempio alcune tipologie di raffica, la modalità Foto 4K/6K e il Focus Stacking, sempre presenti fino a GH5II. C’è tuttavia una modalità fotografica sempre silenziosamente presente che vale la pena notare, ovvero quella ad alta risoluzione, che combina 8 diversi scatti e riesce a garantire un output finale a 50 o 100 megapixel. La novità sta nel fatto che ora è possibile avere una sorta di gestione manuale, dove si possono andare a fare alcune “piccole modifiche”, soprattutto se non state usando il treppiede o se nella scena si verificano vari movimenti. GH6 è ora infatti in grado di andare ad allineare e compensare vari movimenti tra gli scatti, caratteristica utile per ottenere un output a 100 megapixel anche a mano libera e con qualche piccolo movimento nella scena. Funziona molto bene, provare per credere.
C’è anche la nuova modalità di riduzione del rumore che è stata aggiornata e rinominata in “Noise Reduction 2D” in grado di sopprimere il rumore di crominanza ed evitare la granulosità che normalmente apparirebbe ad ISO più elevati. Questo vale per la modalità foto, per la parte video invece tutto cambia, perché si trasforma in un’analisi del movimento all’interno della scena in modo da poter comprendere la differenza tra cambiamenti reali (movimento) e rumore temporale al fine di provare a compensare al meglio con una sorta di intelligenza artificiale. Lato video il nome cambia e diventa “Noise Reduction 3D“.
Dal punto di vista dell’ergonomia e dell’utilizzo, penso sinceramente che Panasonic Lumix GH6 potrebbe essere spesso usata senza grossi stabilizzatori, cage e così via, più “nuda” in quanto la presa è davvero solida e si riesce ad impugnare la fotocamera facilmente mantenendola anche stabile e ferma senza troppi problemi. Come scrivevo ad inizio recensione inoltre, Panasonic Lumix GH6 è più grande di Panasonic Lumix S5 (la full frame entry level), quindi questo riesce a farvi capire un piccolo paragone tra le due in materia di ergonomia e stabilità).
Panasonic Lumix GH6 recensione: qualità d’immagine
La qualità d’immagine di Panasonic Lumix GH6 è davvero notevole, e, sotto certi punti di vista, non vi sembrerà nemmeno di avere in mano un sensore micro quattro terzi. Sono rimasto piacevolmente colpito dalla gestione del rumore, anche ad alti ISO, e soprattutto dalla gamma dinamica, che spesso mi ha fatto dimenticare della reale dimensione del sensore di questo prodotto.
GH6 riesce a produrre immagini quasi prive di rumore elettronico tra ISO 100 e ISO 1600, cosa che, già di per sé, è un ottimo risultato in quanto, ad oggi, esistono fotocamere full frame “professionali” che mostrano già evidente rumore anche a ISO 1600. In soldoni, questo significa che se scattate a ISO 12800 vedrete del rumore, ma sarà comunque gestibile, non invadente o troppo “deciso”, altra caratteristica decisamente lodevole dal punto di vista della qualità d’immagine e sicuramente non comune ai sensori MFT. Sono presenti varie tipologie di effetti e filtri per le immagini, come i “Photo Styles” che vi permettono di personalizzare l’aspetto dell’immagine (memorizzando il profilo nel RAW o rendendolo subito visibile nel JPEG). C’è poi anche la possibilità di divertirsi con la fotografia notturna grazie alla modalità di scatto a lunga esposizione fino a 60 secondi senza la necessità di usare il BULB, che invece può essere esteso fino a 30 minuti senza troppi problemi.

Non dimentichiamoci poi della modalità ad alta risoluzione, in grado di catturare immagini a 50 o 100 megapixel anche senza la necessità o l’obbligo di usare un treppiede (certo, questo non significa che nel frattempo potrete muovervi a piacere spostando continuamente l’asse della fotocamera).
Panasonic Lumix GH6 recensione: video
Volete la descrizione breve e il giudizio veloce? C’è da perdersi. Letteralmente. Panasonic Lumix GH6 ha così tante variabili di risoluzione, codec, fps, autofocus, settaggi, impostazioni e possibilità che potrebbe richiedere giorni per permettervi di trovare la giusta serie di configurazioni che facciano al caso vostro, ma non temete, perché c’è una soluzione al problema. Fortunatamente, Panasonic Lumix ha deciso di mantenere un’importante impostazione vista in S1H (che creava gli stessi “problemi” di quantità), ovvero la presenza della possibilità di filtrare le modalità video per frame rate, risoluzione, codec e compatibilità in modo da permettervi di trovare al volo ciò che vi serve. In sostanza, se avete da subito in mente che risoluzione vi serve o quanti fps dovete usare, in pochi secondi potrete filtrare le tante modalità disponibili e trovare tutto velocemente, in modo da non perdere tempo (ore, giorni) a cercare.
La cosa più importante da sapere, a mio avviso, è che questa fotocamera è in grado di registrare video a 5.7K, sfruttando la stessa area del sensore anche per registrare in oversampling con altre risoluzioni, come ad esempio il 4K. Questo significa che, se deciderete di registrare in 4K o 1080p con oversampling, avrete una qualità molto più alta, “pura” e “pulita”, un tipo di tendenza tecnologica che negli ultimi tempi sta facendo la differenza, in quanto permette al videomaker di giostrare meglio la qualità del file.
Ad ogni modo, più che sulla miriade di risoluzione e possibilità presenti in GH6, preferirei soffermarmi su un paio di caratteristiche che mi hanno davvero stupito positivamente e che fanno vacillare (potenzialmente) molti competitor più “evoluti” su altri aspetti tecnici, sto parlando ovviamente dello stabilizzatore d’immagine e del V-Log in camera.
Partendo dalla prima caratteristica, la stabilizzazione di Panasonic Lumix GH6 lascia molti competitor “di stucco”, perché di fatto offre una compensazione di ben 7.5 stop grazie ad un sistema di stabilizzazione più evoluto che mai che sfrutta un giroscopio a 5 assi integrato nel corpo e si fa “aiutare” anche dai sistemi di stabilizzazione presenti negli obiettivi. In realtà niente di nuovo fin qui, perché il Dual IS di Lumix è un sistema di stabilizzazione presente da anni sul mercato e che sfrutta proprio questo concetto “ibrido”. La novità è esattamente quella che vi ho detto all’inizio di questo paragrafo, ovvero i 7.5 stop di stabilizzazione che fanno tranquillamente dimenticare l’esistenza di gimbal, stabilizzatori vari esterni e così via. Si tratta dell’ultima evoluzione del sistema di stabilizzazione di Panasonic Lumix e anche la più accattivante e tecnologicamente funzionale.

Parlando invece di V-Log, è la prima volta in cui lo vediamo presente fin da subito in un sistema micro quattro terzi. Si può utilizzare per filmare in flat e gestire una grande serie di correzioni in post-produzione, pertanto è il formato / modalità migliore per gestire il grading frame per frame o applicare vari effetti speciali. Dato che il V-Log richiede una sensibilità ISO minima pari a 250, un buon trucchetto per andare ad aggiungere gamma dinamica e dettagli alle vostre riprese è quello di abilitare la funzione “Dynamic Range Boost” nel menù, che andrà a permettervi di effettuare recuperi di dettagli, alte luci e contrasti all’interno della vostra scena.
Non dimentichiamoci un’altra cosa fantastica: sfruttando la registrazione in V-Log vi sarà possibile caricare direttamente su GH6 le vostre LUT (i file .cube) per vedere in tempo reale come potrebbero potenzialmente essere le varie clip con la color già applicata. Questa funzione fu introdotta con Panasonic Lumix S1H, ma non era così scontata l’opzione di portarla anche su questo modello. Si tratta di una possibilità che, ad oggi, su un altro prodotto con un sensore più grosso (o comunque sulla maggior parte delle fotocamere mirrorless full frame) richiede un costoso monitor esterno che supporti il caricamento delle LUT. Averlo qui in camera è tutta un’altra cosa. Ora riuscite a capire perché nel corso di questa recensione ho insistito tanto sul fatto che Panasonic Lumix GH6 è una tuttofare che potrebbe non necessitare di gimbal o cage esterni per molte tipologie di video?
Non mancano poi i codec Apple ProRes 422 HQ e 422, altre due aggiunte “killer” per un prodotto di questa tipologia di target. Si tratta di due formati All-Intra che, ovviamente, richiedono di sfruttare la scheda CFExpress Type B per poter rimanere in linea con gli alti standard di velocità richiesti per una corretta registrazione video. Il grande benefit del formato ProRes, per chi non lo sapesse, è che sfrutta il massimo potenziale tecnico del prodotto per poter velocizzare il montaggio dopo la fine delle registrazioni. Se montate in ProRes infatti avrete dei file decisamente grossi, ma non avrete bisogno di generare proxy o fare transcoding. Attualmente le modalità di registrazione ProRes sono disponibili soltanto per la risoluzione 5.7K, tuttavia, il produttore ha già promesso che un aggiornamento firmware è in arrivo e aggiungerà il supporto a questo formato anche per le modalità 4K e 1080p.
Per le registrazioni più “convenzionali” in formato MOV, Panasonic suggerisce di sfruttare il codec H.264 per la modalità 4:2:2, che è meno efficiente rispetto al codec H.265 (comunque presente in camera) ma permette un editing più “universale” su tutti i computer e decisamente meno pesante. Certo, se avete un computer potente non dovrete preoccuparvi troppo di questo consiglio. Le modalità 4:2:2 in H.264 includono entrambe le opzioni All-I e Long GOP, mentre invece l’H.265 viene utilizzato per creare file Long GOP 4:2:0 in grado di bilanciare meglio dimensioni e qualità. Se registrate in formato MOV fino a 600Mbits è possibile sfruttare la memoria SD, benché comunque sia sempre meglio sfruttare una scheda V90.
Per il resto, i video sono di grande qualità, il rumore è piuttosto ridotto, le possibilità sono infinite. L’unica perplessità riguarda sicuramente l’autonomia della batteria, inferiore rispetto al modello precedente come già dichiarato, che vi costringerà ad un cambio ogni 60 minuti circa se girate in 4K/60 fps. Certo, questa è una variabile da considerare, nel senso che dipende dal formato che state utilizzando, dalla durata delle clip e anche dall’utilizzo prolungato del display posteriore; se decidete di usare il mirino avrete più autonomia, ma certamente meno comodità. Potrete sempre comunque ricaricare la batteria della fotocamera (ed utilizzarla nel frattempo) tramite la porta USB Type-C sfruttando un’alimentazione a corrente oppure un Powerbank.
Interessante anche la modalità di registrazione in Full HD a 300 fps per avere degli slow motion davvero importanti, modalità che troverete nella sezione “VFR” e che va sicuramente saputa gestire in quanto, come per ogni tipologia di registrazione ad altissimo framerate, dovrete stare attenti ad eventuale flickering che comparirà molto più facilmente di quanto pensiate (è normalissimo però, dovrete bilanciare bene scena e tempo di esposizione).
Panasonic Lumix GH6 recensione: ventola
Panasonic Lumix GH6 è la prima fotocamera della serie ad aggiungere una ventola all’interno del corpo macchina al fine di raffreddare il sensore o mantenerlo sempre ad una temperatura operativa giusta e permettere così ai videomaker di registrare video senza paranoie o paure. Questa ventola, tra le altre cose, permette anche di poter registrare in 4K@60fps in 4:2:2 a 10 Bit senza limiti di tempo, motivo per cui dovrete preoccuparvi più di batteria e memoria anziché surriscaldamento.
Ci sono numerose possibilità per gestire la ventola, nel senso che potrete decidere di tenerla sempre accesa, accenderla automaticamente in base alla temperatura del sensore oppure basarvi su alcuni preset per gestirla secondo le vostre esigenze. La decisione di Panasonic Lumix di aggiungere una ventola in questo prodotto è stata sicuramente azzeccata, nonostante questo comporti ovviamente un aumento di profondità del prodotto. Dal mio punto di vista, preferisco avere un corpo macchina leggermente più grande in favore di una totale libertà d’azione, anche se è giusto non dimenticarsi una cosa molto importante: data la presenza della ventola, questa fotocamera non può avere la tropicalizzazione piena, pertanto state molto attenti ad usarla in situazioni di meteo incerto, pioggia, ambienti molto polverosi e così via.
Audio
Anche l’audio è una parte naturalmente importante per chi fa video, anche se non è obbligatorio essere ingegneri del suono per fare i videomaker. Ad ogni modo, ho notato un piccolissimo dettaglio estremamente importante e comodo in questo prodotto: Panasonic Lumix GH6 è una delle pochissime fotocamere mirrorless che ha un tasto fisico dedicato alla gestione rapida dell’audio. Nella parte superiore infatti, proprio poco sopra al tasto rec, c’è un tasto con un microfonino e una “i” che serve proprio a farvi accedere immediatamente ai settaggi rapidi per la gestione dell’audio. Premendolo vedrete subito un meter che misura il suono in tempo reale nei due canali e potrete scegliere un po’ di opzioni tra cui la tipologia di audio, il formato, il microfono e così via.
Un’altra funzionalità audio particolarmente interessante per questa fotocamera è il supporto all’audio a 4 canali, cosa garantita dal jack d’ingresso del microfono che supporta un ingresso stereo a due canali ma che permette l’utilizzo di un adattatore DMW-XLR1 per poterne usare altri due. Il microfono interno della fotocamera può catturare l’audio a 48kHz in 24-bit, mentre con un microfono esterno è possibile arrivare fino a 96kHz. Tutti i quattro canali audio sono ovviamente disponibili tramite HDMI output.
Panasonic Lumix GH6 recensione: autofocus
Se avete fatto caso, magari in questa recensione o direttamente nell’annuncio ufficiale di Panasonic Lumix GH6, il produttore non ha posto così tanto interesse sulla descrizione tecnica dell’autofocus presente nella fotocamera, certo, non per cattiveria, ma perchè in realtà, benché sia più veloce e preciso rispetto al passato, è sempre il classico DFD (Depth From Decfocus) a rilevazione di contrasto già visto fino ad oggi, nonché lo stesso presente anche nella gamma full frame. Sebbene la presenza di un DFD abbia un po’ turbato il pubblico più affezionato al brand (dato che molti ancora chiedono a gran voce un sistema a rilevazione di fase), effettivamente ci sono dei notevoli miglioramenti all’intelligenza e alla rapidità di questo sistema. Da alcuni test veloci che ho fatto, l’AF mi è sembrato anche molto più veloce e preciso rispetto a quello di Lumix S5, ovvero il modello che fino ad oggi era considerato tra i più performanti per quanto concerne l’AF dei prodotti Panasonic Lumix. Tutto il sistema è basato appunto sul Depth From Defocus, che crea una mappa di profondità della scena spostando poi la messa a fuoco in vari punti e analizzando eventuali modifiche, in base ovviamente alla comprensione della resa fuori fuoco dell’obiettivo.
Il sistema di rilevamento di questo AF può trovare visi e occhi di umani ma anche di animali, e lo fa in maniera abbastanza precisa, anche se, essendo a rilevazione di contrasto, non troverete la stessa velocità ed affidabilità di un sistema a rilevazione di fase, ma dipende davvero tanto da cosa state inquadrando. Ho provato il sistema di AF con persone in movimento più o meno rapido e, onestamente, non ho mai avuto grossi problemi e ho visto netti miglioramenti rispetto al passato in cui spesso l’AF veniva perso e gli occhi anche.
Ad esempio, un tipo di problematica piuttosto snervante dei sistemi precedenti a questo era la tendenza di mettere a fuoco in maniera compulsiva e ripetitiva gli oggetti in sfondo e non in primo piano, soprattutto in presenza di luci particolarmente forti alle spalle di un soggetto. Questa è una delle possibili problematiche di un sistema a rilevamento di contrasto, cosa che però sembra essere stata risolta in questo nuovo modello grazie ad un supporto aggiunto e basato sull’intelligenza artificiale fatto proprio per compensare queste problematiche. Panasonic Lumix ha già dichiarato che è in fase di sviluppo un sistema a rilevazione di fase, ma che ci vorrà molto tempo prima di vederlo su qualche modello futuro, pertanto nel frattempo è necessario “compensare” con questa soluzione.
All’interno del menù di messa a fuoco è comunque possibile gestire vari parametri e configurare il comportamento del motore sulla base delle vostre esigenze o preferenze; potete ad esempio gestire il range di messa a fuoco, configurare la velocità e la sensibilità e così via, e sembra funzionare piuttosto bene. C’è anche una funzione che vi permette di limitare la zona di messa a fuoco in modo tale da permettere al sistema di concentrarsi sui soggetti che compaiono soltanto in quella particolare zona del frame, sempre a vostra scelta.
I tasti superiori “WB” “ISO” e “COMPENSAZIONE” possono anche essere utilizzati per creare transizioni di messa a fuoco da un punto ad un altro, il tutto gestibile e configurabile a vostra scelta dal menù dedicato proprio all’autofocus.
É stato interessante inoltre vedere come il rettangolino di messa a fuoco si riesca adattare, all’interno del frame, al tipo di soggetto che sta inquadrando: se riesce a rilevare una persona può concentrare il fuoco sul volto o sul busto, a seconda del tipo di movimento e allargando o restringendo il rettangolo. La stessa cosa può essere fatta per gli animali e gestita sia per la parte foto sia per quella video. Nella mia prova, il tracking è sempre stato molto preciso, soprattutto nella parte video.
Panasonic Lumix GH6 recensione: galleria fotografica
Panasonic Lumix GH6 recensione: scarica i file RAW
Come per ogni recensione (da sempre qui su FotoNerd), anche in questo caso vi mettiamo a disposizione, gratuitamente, alcuni dei file RAW catturati con Panasonic Lumix GH6 al fine di provare voi stessi la resa di ogni singolo file e valutare di conseguenza la gamma dinamica e molto altro. Potete scaricare i file RAW di Panasonic Lumix GH6 cliccando qui oppure sul tasto qui sotto.
Panasonic Lumix GH6 recensione: le nostre conclusioni
Questa nuova GH6 offre potenzialmente tutte le funzioni necessarie o ideali per un aspirante videomaker ma anche un professionista del settore che vuole “viaggiare leggero”. Ci sono tantissime possibilità, funzioni, variabili, impostazioni, il tutto gestito con menù comodi, ordinati, puliti e soprattutto le varie modalità video filtrabili per tipologia, framerate e così via. Il tutto è sapientemente “condito” dall’aggiunta di una ventola che permette la registrazione video illimitata in cui capirete che gli unici limiti reali riguardano memoria e batteria.
Molti potrebbero notare la mancanza della registrazione in 8K, io penso onestamente che sarebbe stata piuttosto inutile allo stato attuale, anche perché il sensore non sarebbe stato sufficiente in termini di megapixel e il produttore si sarebbe complicato la vita solo per inseguire quello che diventerà uno standard diffuso soltanto in futuro. Questa non è una critica a nessuno, per carità, bisogna fare delle scelte, e Panasonic, aggiungendo l’8K in questo prodotto, si sarebbe tagliata letteralmente le gambe. Il brand invece ha preferito concentrarsi su risoluzioni minori ma performanti, cercando soprattutto di realizzare una mirrorless “on-the-go”, oppure “run and gun” se preferite, ovvero un prodotto che potesse essere pronto ed operativo da subito, funzionante, rapido e che non necessiti chissà quale accessorio particolare.
Il fatto che questa fotocamera sia così targettizzata per i videomaker comunque non esclude i fotografi, che potranno comunque godere di un nuovo sensore da 25 megapixel, maggior gamma dinamica, un ottimo sistema di riduzione del rumore in camera e la modalità ad alta risoluzione che permette di scattare foto a 50 o 100 megapixel. Dal mio punto di vista comunque, questo prodotto è adatto per operatori “ibridi”, ma è chiaramente pensato prima per i videomaker e poi per i fotografi, questo significa che se siete videomaker prima di tutto e ogni tanto dovete fare delle foto allora è perfetta, al contrario potrebbe essere “troppo”.
Ci sono delle differenze dal modello precedente, anche delle mancanze in realtà, così come una durata inferiore della batteria, ma si tratta di modifiche volte a creare qualcosa di realmente nuovo, che in fondo possono funzionare.

Panasonic Lumix GH6 è già disponibile all’acquisto al costo di 2.199,00€ per il solo corpo, oppure 2,399,00€ in kit con obiettivo 12-60mm f3.5/6.3 oppure a 2,799,00€ in kit con il 12-60mm f/2.8-4 LEICA.
Recensione in breve
Lumix GH6
Panasonic Lumix GH6 è una fotocamera mirrorless completa che strizza l'occhio ai videomaker non solo principianti ma anche esperti. Offre la grande novità di una ventola integrata che permette registrazione illimitata in 4K@60fps 4:2:2 10 Bit. C'è un nuovo sensore da 25 megapixel con grande qualità d'immagine e rumore ridotto. La batteria dura un po' meno rispetto al passato e mancano alcune funzioni storiche della serie GH, ma nel complesso è un grande passo avanti in termini di qualità effettiva.
PRO
- Registrazione video illimitata
- Codec ProRes
- V-Log in camera
- Grande qualità d'immagine
- Stabilizzazione d'immagine da campioni
CONTRO
- Una batteria con autonomia inferiore
- Mancano misteriosamente alcune funzioni storiche della serie GH
- Autofocus migliorato ma ancora con qualche incertezza
- Il pricing potrebbe mettere in crisi i più indecisi
Complimenti. Recensione dettagliata e completa. Sei uno dei pochi che ha citato il dgo (dual gain output) simile a quello di Canon. A mio avviso hanno utilizzato un sensore global shutter con un doppio circuito da 24 db + 24 db. Ovviamente questo lo capiamo solo io e te (per intuire come uno dei due legge la parte bassa e l’altro quella alta). Ma ci basta. Il rumore in questo modo è gestito un modo egregio su un sensore da 25mpx. Questo tipologia di rumore ricorda quello della gh5s che tuttavia lo gestiva con il dual ISO su una densità da 12mpx. Trovo che il DGO sia incredibile. Vedremo e bravo si vede che sie o siete molto appassionati e competenti di elettronica
Grazie mille davvero Cristiano! Mi fa piacere 😃
Se dovevamo leggerci il manuale di istruzioni ci bastava il pdf e ce lo legge amo noi…
Ciao! Da quello che ricordo io, in un manuale di istruzioni non ho mai visto prove di scatti, test video, test autofocus, test stabilizzazione, un podcast di un’ora con uno specialista di Panasonic, i file Raw scaricabili gratuitamente, i confronti con il modello precedente e le considerazioni finali dopo vari utilizzi, ma potrei sempre sbagliarmi eh, magari per GH6 hanno fatto un manuale di istruzioni diverso dal solito.
Se la gente non rompe i coglioni non è contenta. Bravo e continua cosi, sei uno dei migliori nel web
❤