Panasonic S1 in offerta
Mi sono approcciato a Panasonic S1 con molte aspettative, figlie del fatto che amo le fotocamere di questo produttore da molti anni a questa parte (per l’esattezza, da quando GH4 è arrivata sul mercato conquistando il mio cuore). Ero davvero curioso di testare con mano il passaggio al sensore full frame, di vedere i vantaggi che questo cambio comporta, di provare a stressare la macchina per capirne le reazioni. Per fare questa recensione ho potuto provare Panasonic S1 per molto tempo e il risultato mi divide: ci sono cose che ho apprezzato tantissimo ma ce ne sono altrettante che non ho proprio amato, arrivando addirittura ad infastidirmi in certi casi. Quali sono queste caratteristiche? Scopritelo nel corso di questa recensione.
Panasonic S1 recensione: introduzione
Ho potuto passare un po’ di tempo con Panasonic S1 per fare questa recensione, e ora che sono arrivato a scriverla ho sentimenti contrastanti che mi rendono anche difficile eseguire il processo di scrittura. Come sapete, noi di FotoNerd ci teniamo a provare approfonditamente le fotocamere che abbiamo l’opportunità di testare, poiché il nostro primo pensiero è quello di riportarvi la nostra esperienza di utilizzo, sia che si riveli positiva che negativa. Panasonic S1 mi ha convinto per certe caratteristiche mentre mi ha profondamente deluso per altre, ma non preoccupatevi perché avremo modo di approfondire il tutto per bene nel corso di questa recensione.
Prima di iniziare, però, mi sembra doveroso fare una piccola introduzione: per costo e tipologia di macchina fotografica, mi viene difficile non paragonare questo modello a Sony a7III, mirrorless che possiedo e settimanalmente utilizzo per lavorare. Ora, due piccole considerazioni: Sony, a dispetto di Panasonic, ha molta più esperienza con i sensori full frame, quindi mi sembra logico che per certi versi a7III sia superiore seppur sia più vecchia, proprio per una questione di esperienza. Panasonic, dal canto suo, oltre alle famigerate macchine fotografiche con sensore Micro 4/3, non ha mai avuto esperienza con il pieno formato. E questo si nota molto, in Panasonic S1.
Ciò nonostante, Panasonic S1 ha tantissime carte da giocarsi nel campionato dei grandi, partendo dall’ottimo grip fino alla buonissima stabilizzazione Dual I.S. ormai marchio di fabbrica, ed è giusto soppesare per bene tutti gli elementi in gioco per darvi una recensione il più limpida ed onesta possibile, consci del fatto che questo sia il mio personalissimo punto di vista dopo settimane di test. Quindi, senza indugiare ulteriormente in altri preamboli, direi di iniziare a parlare di questa macchina fotografica che mi ha convinto solamente in parte.
Panasonic S1 recensione: specifiche e scheda tecnica
Vorrei partire da una cosa che mi ha piacevolmente sorpreso, anche se poco è inerente alla macchina fotografica in sé: la scatola di Panasonic S1 è bellissima, un tocco di classe e stile che ho apprezzato tantissimo, che non appena estratta dall’imballaggio ho ammirato con stupore e piacevole sorpresa. Non è scontato che un prodotto sia così ben confezionato, che il cosiddetto packaging sia così curato ed elegante, con quella rifinitura rossa che taglia perfettamente la parte superiore dove c’è l’apertura. Spesso tendiamo a non dare importanza a questo elemento e, nonostante io stesso spesso non la guardo nemmeno, trovare una scatola che esteticamente ti colpisce da subito in maniera positiva penso sia un fattore da tenere in considerazione, perché ti fa venire voglia di guardarci all’interno.
Il primo pregio di Panasonic S1 che devo dirvi in questa recensione è la costruzione della macchina fotografica: resistente, grip fenomenale (avevo eletto come migliore quello di Fujifilm GFX 50S, ma devo ricredermi con questo), quella sensazione di robustezza che vorresti sentire sempre quando si impugna una macchina fotografica di un certo livello (e prezzo), tanto da aver pensato che l’avessero realizzata col marmo. Questo, ovviamente, va a ripercuotersi sul peso del modello, davvero importante e per niente rientrante nella categoria dei “pesi leggeri” mirrorless.
Leggendo poi la mera scheda tecnica di Panasonic S1 ci accorgiamo di essere davanti ad una fotocamera importante, sulla quale il produttore stesso ha puntato molto insieme agli altri due modelli che l’hanno accompagnata nel suo arrivo sul mercato (S1R, dedicata principalmente alla fotografia, e S1H, realizzata per i videomakers). Sotto la scocca da “bestia di Satana” (affermazione che dico ogni volta che vedo qualcosa di “duro”, “forte” e “potente”), troviamo un sensore full frame CMOS da 24,20 megapixel stabilizzato abbinato al processore d’immagine Venus Engine, che restituisce immagini di buona qualità in quasi tutte le situazioni di scatto. L’autofocus ha 225 aree su cui muoversi, la sensibilità ISO passa da 50 a 204.800 e si può arrivare a scattare con una raffica di 6fps, con autofocus, e 9 fps, senza. L’AF, giusto per anticiparvi qualcosa prima del paragrafo ad esso dedicato, si è rivelato veloce oltre le mie aspettative, anche se non sempre preciso.
Panasonic S1 si rivela essere un prodotto adatto anche ai videomakers dato che la stabilizzazione d’immagine è ottima e si può arrivare a registrare ad una qualità 4K a 60fps, adatta a qualsiasi situazione. Inoltre, la resa dell’immagine rispetta pienamente i canoni istituiti dalla stessa azienda anni fa. Da questo punto di vista è impossibile non paragonarla, sia per tipologia di camera che per scelta del produttore stesso, a Sony a7III. Per chi non lo sapesse, Sony ha impostato la sua linea di mirrorless full frame proponendo tre modelli: uno per i fotografi, uno per i videomakers e uno per chi vuole fare entrambe le cose, perdendo qualche caratteristica madre delle altre due. La stessa suddivisione è stata seguita anche da Panasonic, che con S1 ha voluto proporre una fotocamera che potesse andare incontro alle esigenze di tutti coloro che necessitano di fare sia video che foto, lasciando il compito di essere più indicata per uno dei due compiti alle due sorelle maggiori. La mossa, secondo me, è azzeccatissima: apprezzai già ai tempi quando la fece Sony, e vedere Panasonic muoversi sulla stessa frequenza d’onda mi ha convinto perché penso che avere tre prodotti diversi e adatti a diverse esigenze sia fondamentale per permettere agli utenti di trovare quello che fa per loro senza stare troppo a picchiare la testa contro il tavolo.
Parlando delle altre caratteristiche di Panasonic S1, devo lodare il display LCD touchscreen da 3,2″ articolato con una risoluzione di 2.100.000 pixel, anche se non mi ha convinto per un determinato aspetto (lo so che vi sto facendo salire il trigger, ma poi vedremo tutto per bene), mentre il mirino elettronico LVF ha circa 5.760.000 pixel e offre una copertura del 100%, con velocità di visualizzazione a 120/60 fps. La batteria, invece, mi ha deluso: si arriva all’incirca ai 380 scatti dichiarati dal produttore, veramente troppo pochi rispetto a quello che la concorrenza riesce a fare al giorno d’oggi. Internamente, Panasonic S1 offre sia il Bluetooth che il Wi-Fi, è tropicalizzata (quindi utilizzabile in situazioni di avversità meteorologiche), presenta un’ingresso da 3,5mm per un microfono esterno, un’entrata HDMI, l’uscita cuffie da 3,5mm, il doppio slot per le schede memoria (uno SD e l’altro XQD) ed è possibile ricaricarla grazie alla SuperSpeed USB 3.1. Da questo punto di vista, Panasonic S1 è un’ammiraglia a tutti gli effetti dato che possiede tutti gli ingressi e le caratteristiche che un fotografo professionista, nel 2020, va ricercando.
Dopo avervi spiegato brevemente in questa recensione tutte le specifiche di Panasonic S1, e prima di andare a fare un’analisi molto più approfondita e dettagliata, eccovi l’elenco completo delle sue specifiche tecniche:
- Sensore full frame CMOS da 24,2 megapixel con stabilizzazione;
- Processore d’immagine Venus Engine;
- Sensibilità ISO da 50 a 204.800;
- Autofocus a 225 aree;
- Raffica di scatto a 6fps con AF e 9fps senza AF;
- Registrazione video in 4K a 60fps;
- Display LCD touchscreen da 3,2″ articolato
- Mirino elettronico LVF da 5.760.000 pixel;
- Ingresso HDMI, jack cuffie e microfono;
- Wi-Fi e Bluetooth;
- Batteria agli ioni di litio da 3050mAh;
- Il peso del solo corpo macchina è di 899 g (senza scheda e batteria inserite);
- Il corpo misura 148,9 x 110 x 96,7 mm.
Panasonic S1 recensione: design e materiali
Come vi accennavo all’inizio della recensione, Panasonic S1 mi ha decisamente convinto per quanto concerne i design e i materiali: esteticamente la vedo come una bella macchina, massiccia, che mi piace tenere in mano e mi fa venire voglia di fotografare. Io sono uno di quei fotografi convinti che l’estetica sia importante perché utilizzare un prodotto che ti piace tenere tra le mani e guardare è un valore aggiunto e ti fa venire voglia di uscire a scattare. Quindi, partendo da questo presupposto, sarei ipocrita se vi dicessi che Panasonic S1 non mi ha convinto: il corpo è grosso come piace a me (non ho mai pensato che le mirrorless dovessero essere piccole a priori), il grip è perfetto e tutte le dita delle mani penetrano nell’insenatura perfettamente, il design seguito per la costruzione è di mio gradimento e il senso di solidità che restituisce è probabilmente uno dei migliori, tra i prodotti che ho avuto il piacere di provare con mano.
Andando ad analizzare il corpo nella sua completezza, sopra notiamo subito la ghiera dei programmi, contraddistinta da un ottimo pulsante di blocco / sblocco per evitare di cambiare incidentalmente, con tanto di rifinitura rossa che ho davvero apprezzato esteticamente. Sotto di essa si trova un’altra piccola ghiera, che serve per selezionare altre modalità come lo scatto singolo o il timer. Sempre nella parte superiore di Panasonic S1 troviamo un bel display che indica i parametri impostati così da averli sempre sotto controllo, oltre a segnalare sempre e comunque (anche a macchina spenta) lo stato della batteria. Questo, a parer mio, è un bel punto a favore: vedere a che punto sia la batteria senza dover accendere la macchina fotografica solo per quello è un piccolo pregio che potrebbe passare inosservato, ma che se ci pensate bene è di una comodità assoluta. Affianco al display superiore troviamo la levetta per accendere e spegnere la macchina fotografica, non posizionata benissimo per le mie abitudini, ma che risulta ben salda e, anche andando a toccarla lievemente, impossibile da cambiare rischiando di spegnere accidentalmente la camera. Poco più avanti troviamo il pulsante per il bilanciamento del bianco, quello per la sensibilità ISO e della compensazione dell’esposizione. Sopra a questi troviamo il pulsante di scatto, leggermente inclinato in avanti, che mi ha restituito un bel feeling grazie ad una corsa che reputo perfetta, ne troppo corta ne troppo lunga.
Panasonic S1 vuole essere una macchina che permette di fare tantissime cose senza entrare nei labirintici menu (poi ci arriviamo, tranquilli), e infatti sul retro della camera troviamo una serie di pulsanti funzione molto comodi da utilizzare run and shoot. Il primo che balza all’occhio è il pulsante del menu circondato da una ghiera davvero ben realizzata e che gira con una precisione millimetrica. Sopra questo, il tasto Q permette di selezionare alcuni parametri come il bilanciamento del bianco, la nitidezza e il contrasto, mentre più in alto troviamo un comodissimo joystick, piacevole da utilizzare al tatto. Poco distante troviamo un comodo pulsante per selezionare l’area e la tipologia di messa a fuoco, che incorpora una rotella per switchare tra AF singolo, continuo e manuale. Una tipologia di pulsanti 2 in 1 potremmo dire, che Panasonic ha deciso di implementare su S1 per renderla il più facile da padroneggiare durante le sessioni di scatto. Un fattore, questo, da tenere in seria considerazione perché quando si opera in tutta velocità è importante avere una fotocamera che ti permetta di cambiare parametri senza dover per forza di cose iniziare una navigazione epica tra le voci a tendina. Peccato che il tutto vada a scontrarsi prepotentemente coi menu, ma ci arriviamo dopo. Subito sotto il pulsante appena citato troviamo quello per avviare la registrazione video, anch’esso ben posizionato dal mio punto di vista. Infine, e questa forse è la cosa che mi è piaciuta meno, sulla sinistra del mirino elettronico troviamo un pulsante per il lock e quello per rivedere le fotografie realizzate, quest’ultimo posizionato in un punto che non mi fa impazzire. Fatte queste considerazioni, è innegabile come il produttore abbia cercato di implementare più pulsanti funzione possibile sul corpo della macchina, scelta che reputo funzionale per un fotografo professionista che ha bisogno dei cosiddetti shortcut.
Il mirino elettronico LVF da 5.760.000 pixel l’ho trovato molto buono, anche se non il migliore sulla piazza: il feeling con l’occhio è ottimo e il refresh perfetto, senza cali o altri bug che ne impediscano un utilizzo tranquillo. La fedeltà dei colori è molto buona ma, e qui potrebbe essere una questione di parametri, la resa dei contrasti non l’ho trovata eccezionale. Fatto sta che è un mirino molto pronunciato e, quindi, permette davvero di isolarsi dal contesto che si ha attorno per concentrarsi esclusivamente sullo scatto; questo, a parere mio, è un super pregio. Parlando del display troviamo un LCD da 3,2″ touchscreen e articolato, ben fatto e decisamente abbondante da poterlo utilizzare senza perderci diottrie. Una cosa sola non mi è affatto piaciuta: l’articolazione laterale. Mi spiego meglio: il display di Panasonic S1 si inclina verso l’alto e vero il basso, una qualità importantissima quando si ha bisogno di fotografare in situazioni dove non è possibile infilare l’occhio nel mirino, e verso destra. Purtroppo, e lo dico a malincuore, l’apertura verso destra è praticamente inutile: per girare il display in questo modo bisogna cliccare una piccola levetta laterale ma, una volta fatto, si noterà subito che questi non si gira completamente arrivando solo a mezza corsa. Avrei preferito di gran lunga un display o completamente orientabile, o che permettesse di girarlo fino a fine corsa, perché così mi da la sensazione di “lo faccio tanto per”, e a me quando si fanno le cose tanto per farle non piace proprio.
Parlando di connessioni laterali in questa recensione, Panasonic S1 ha tutto quello che serve ad un professionista: doppio slot per le schede di memoria, uno SD e uno XQD, che ho davvero apprezzato perché, per aprirlo, c’è un pulsante interno da abbassare e tirare verso di sé; mi ha dato una sensazione di sicurezza molto elevata, e per questo la ritengo una mossa azzeccata da parte del produttore anche se obiettivamente rallenta il workflow. Troviamo poi un ingresso per il controllo remoto, un attacco HDMI e USB, oltre a due ingressi jack da 3,5mm, uno per le cuffie e l’altro per il microfono esterno. Lato software, invece, Panasonic S1 permette sia di utilizzare il Bluetooth che il Wi-Fi, due connessioni che ormai siamo abituati a vedere sulle macchine fotografiche di qualsiasi fascia di prezzo ma che fanno sempre la loro sporca figura perché, imparando a sfruttarli per bene, possono fare la differenza in determinate situazioni di scatto.
Per concludere questo lungo paragrafo della recensione, inerente il design e i materiali di Panasonic S1, vorrei darvi il mio parere sincero: questo modello, seppur sia quello meno costoso dei tre, è realizzato per chi lavora con la fotografia e il videomaking. Dalla qualità dei materiali alla sensazione di robustezza degli sportelli, passando per la sicurezza dello slot memorie, S1 regala un feeling indiscutibilmente perfetto, adatto sia a chi ha le mani grandi che piccole, perfetto per tutti coloro che non vanno ricercando per forza di cose le dimensioni contenute ma vogliono un modello da battaglia, tropicalizzato, che permetta loro di lavorare senza nessun problema. Non posso che promuovere a pieni voti la macchina fotografica da questo punto di vista, ma sarà abbastanza? Andiamo ora ad analizzare la parte cruciale, ossia quella delle prestazioni.
Panasonic S1 recensione: prestazioni
Avere tra le mani una macchina fotografica bella, resistente e sicura è sicuramente un fattore fondamentale ma, per capire il vero valore di un prodotto, bisogna andare ad analizzare dettagliatamente quelle che sono le sue prestazioni, il come si comporta in determinati contesti fotografici. E qui, devo ammetterlo, Panasonic S1 mi ha lasciato un pelino deluso. Prima che possiate fraintendermi voglio dirvi fin da subito che è un modello che si comporta bene in tutte le situazioni di scatto in cui l’ho utilizzato, però mi aspettavo molto, ma molto di più. Con Panasonic sono sempre stato abituato bene, fiero possessore di GH4 prima e GH5 poi, ma forse il passaggio al formato full frame non è stato così indolore e, probabilmente, paga lo scotto dell’inesperienza. Come vi dicevo ad inizio recensione mi viene impossibile non paragonarla a Sony a7III, fotocamera ben più vecchia che però ha ancora un valore di mercato incredibile grazie al rapporto qualità / prezzo devastante. Il mio approccio a Panasonic S1 per scriverne la recensione è per forza di cose stato influenzato dal paragonare i due modelli, vuoi perché occupano lo stesso segmento, vuoi perché figli della stessa filosofia.
Ci sono vari punti che mi hanno deluso utilizzando questo modello, e ora vorrei andare ad analizzarli uno ad uno per portarvi quella che è stata la mia esperienza di utilizzo e farvi capire le motivazioni che mi spingono a dichiarare questo. Giustamente, ritengo d’uopo spiegarvi le cose per filo e per segno, soprattutto perché reputo facile al giorno d’oggi sparare a zero su un prodotto senza averlo provato. Chi si incarica di scrivere una recensione ha il dovere di testare, spremere e trarre le sue conclusioni, cercando comunque di rimanere il più obiettivo possibile nel dare i suoi giudizi. Ecco quindi a voi le mie considerazioni dettagliate sulle prestazioni di Panasonic S1.
Qualità d’immagine
Panasonic S1 è una macchina fotografica particolare, che mi ha regalato molte soddisfazioni ma contemporaneamente anche tante delusioni. Parlando della mera qualità d’immagine non posso non storcere il naso perché, seppur la resa dei colori sia molto buona, osservando l’immagine nel suo complesso si ha la sensazione che manchi qualcosa, che il passo verso il pieno formato sia stato fatto ma che determinate vette di qualità non siano state raggiunte. In passato, coi modelli Micro 4/3, ho sempre affermato che Panasonic fosse micidiale sui video ma che a livello fotografico fosse ancora acerba, e qui il problema è lo stesso.
Sotto la scocca di Panasonic S1 batte un sensore CMOS da 24,2 megapixel che in condizioni di luce ottimale si comporta molto bene, senza mai sbagliare una virgola, ma che appena la luce cala inizia a soffrire tremendamente. Andando ad analizzare il modello, questo, dovrebbe essere quello che regge meglio la sensibilità ISO dei tre, e invece già partendo da valori come 1600 si inizia ad intravedere un po’ di grana e un’impastata generale dell’immagine. Questo secondo fattore, più del rumore elettronico, è quello che davvero mi ha deluso: un po’ di disturbo a me personalmente piace, mi ricorda la fotografia analogica in un certo senso, però quando il fotogramma inizia ad avere i colori impastati è un problema. Probabilmente la lente non mi ha aiutato, dato che ho utilizzato l’ottica “kit” 20-60mm f/3.5-5.6, però davvero sono rimasto basito dal risultato. Una sera, per farvi capire, ero al lago di Sirmione e, verso le sei di sera (ad agosto) ho provato a fare un paio di scatti sul pontile: come potete vedere voi stessi dalle immagini qui sotto, il risultato ottenuto è molto al di sotto delle mie aspettative. Orario di scatto, luce, parametri impostati: tutto era settato nel modo corretto per avere un’immagine di buon livello e che sarebbe dovuta essere basilare con un modello simile, e invece ha sofferto parecchio.
Il problema più grave è che le immagini realizzate con Panasonic S1 hanno poco carattere, i soggetti sono molto “incollati” allo sfondo, le loro figure poco delineate, come se la resa fosse poco tridimensionale. La gamma dinamica di Panasonic S1 non è male, ma anche qui non è assolutamente tra le migliori che io abbia mai avuto modo di provare. Il recupero delle immagini, soprattutto quando sono sottoesposte (quindi più scure) non è dei migliori, anzi. Quando invece sono sovraesposte (quindi più illuminate), ho notato una maggior facilità di intervenire in post produzione per sistemare al meglio senza perdere i dettagli.
Per concludere, seppur si comporti bene quando la luce è ottimale, Panasonic S1 non mi ha convinto pienamente, non tanto per la sensibilità ISO (migliorabile, assolutamente) ma per una resa generale davvero con poco carattere. Non voglio sembrare troppo cattivo nei suoi confronti, ci mancherebbe altro, però è giusto dirvi quello che è il mio punto di vista e, per essere del tutto esplicativi, non mi sono trovato bene in certe situazioni. Mi aspettavo davvero qualcosa di più.
Autofocus e raffica di scatto
Panasonic S1 funziona con la messa a fuoco del produttore, chiamata DFD (Deep from defocus), e devo dire che mi ha piacevolmente stupito per la reattività e la velocità di aggancio del soggetto, fattore fondamentale quando si scatta in condizioni dinamiche dove il tempo è poco e si necessità di un AF reattivo che funzioni bene. Nonostante la rapidità sia a tutti gli effetti una qualità di questo modello, ahimè, la precisione non lo è altrettanto: con soggetti statici non dovete temere nulla, l’AF beccherà sempre e comunque il punto giusto, ma quando la situazione inizia ad assere più veloce e dinamica, nonostante i ben 225 punti sul sensore fotografico, soffre parecchio e spesso si può arrivare a mancare il punto di fuoco corretto. Ho provato una raffica durante un giro a Milano fotografando un soggetto in movimento continuo avanti e indietro e, il risultato, non mi ha deluso ma nemmeno fatto gridare al miracolo. Ripeto, è sempre la stessa questione: tecnologicamente mi aspettavo di più anche sotto questo aspetto. Non sono mai stato un estimatore del DFD per una serie di motivi diversi, però reputo che Panasonic da questo punto di vista debba fare assolutamente qualcosa in più per migliorare le prestazioni. Piuttosto, e lo dico sinceramente, è meglio un AF più lento ma preciso, piuttosto che veloce come Usain Bolt ma che corre il rischio di sbagliare alcuni frame. Detto questo, nelle diverse situazioni di normalità in cui ho scattato si è rivelato discreto, dal tracking del volto fino a quello degli occhi, seppur ancora indietro come qualità rispetto a quello di alcuni competitors.
La raffica di scatto, invece, non mi ha fatto ne caldo ne freddo: Panasonic S1 arriva a scattare a 6 fps con AF e 9 fps con messa a fuoco manuale, più che abbastanza per fare quasi qualsiasi genere fotografico. Non sono un patito di quelli che esclamano che per forza una fotocamera deve avere 240.000 fps di raffica continua, assolutamente. Preferisco che ogni modello abbia la raffica indicata per i generi fotografici verso i quali è rivolto e, in questo caso, la fotografia sportiva non è tra questi. Quindi, i 6fps, seppur obiettivamente pochi rispetto a quello che arrivano altri produttori in questa fascia di prodotti, li reputo sufficienti per tutto. Assolutamente da segnalare il buffering (ossia la registrazione continua degli scatti), ottimo e la fotocamera non è mai andata in crisi, nemmeno scattando i RAW in sessioni estreme. Da questo punto di vista Panasonic ha svolto un grandissimo lavoro, agevolato ancor più dalla presenza di uno slot per schede XQD, che oltre ad essere veloci sono anche più sicure. Una qualità che aiuta tanto durante la raffica di scatto è la stabilizzazione Dual I.S. di Panasonic, capace di abbinare quella presente nella macchina fotografica a quella interna delle lenti. Poter utilizzare una macchina fotografica di queste dimensioni con una stabilizzazione di questa qualità è un piacere per gli occhi e per le mani, e vi darà la possibilità di portarvi a casa scatti anche in situazioni dinamiche senza la minima ombra di micromosso.
Qualità video
Eccoci arrivati ad uno dei punti cardine della recensione di Panasonic S1: la qualità della registrazione video. Tutta l’esperienza pregressa fatta con il sistema Micro 4/3 è stata portata in questa serie con formato full frame, e si vede. Panasonic S1 ha una qualità video di tutto rispetto, una delle migliori che io abbia mai visto, e merita elogi da parte di tutti. Si vede anche che, il produttore, sia molto più consolidato in questo settore rispetto a quello fotografico: la fotocamera ha una serie di opzioni appositamente sviluppate per i videomakers, ergendosi come uno dei migliori modelli per realizzarli. La stabilizzazione interna, oltre ad aiutare a livello fotografico, serve come il pane nel campo del videomaking e, qui, c’è poco da dire al produttore. Ho provato in diverse sessioni a registrare clip video per testarne la risoluzione e, a conti fatti, la userei per qualsiasi lavoro professionale.
Panasonic S1 arriva a registrare in 4K a 60fps, una qualità da prima della classe che è perfetta per qualsiasi esigenza lavorativa (tranne a chi necessità slow motion a 120fps in 4k, ma quanti ne hanno reale bisogno?). La resa dell’immagine è perfetta, quasi la medesima che arrivereste ad avere sulla più video oriented S1H, e questo è un pregio non di poco conto. La fotocamera si tiene in mano benissimo anche in quelle situazioni dove si registra senza l’utilizzo del miglior treppiede per foto o di un gimbal, grazie anche all’ottima stabilizzazione interna. L’ho testata approfonditamente a Milano durante il giro con Ricky, correndogli incontro con la camera stretta vicino al petto e senza nessun accessorio esterno. Come potete notare dalla clip video che vi linkerò qui sotto, il risultato è ottimo tenendo conto che stavo camminando ad un buona velocità, ritmo che sicuramente nessuno si mette a raggiungere quando sta registrando un videoclip musicale o altro, quantomeno a mano libera come me. Il Dual I.S. di Panasonic S1 funziona divinamente ma, pur essendo divino, non fa miracoli perché per certe riprese è sempre indicato l’utilizzo di un gimbal. Questo però è un discorso che vale con qualsiasi macchina fotografica esistente sul mercato.
La possibilità di ruotare il display LCD da 3,2″ verso l’alto e il basso, inoltre, permette di riprendere in situazioni dove non si è comodi con la macchina di fronte al proprio volto, ma si ha bisogno di tenerla in basso o in alto per ottenere il risultato desiderato. Purtroppo il display non è completamente articolabile, quindi non vi sarà possibile girare del tutto lo schermo per riprendervi o farvi vlog (anche se spero che, con una macchina di questo livello video, non l’acquistiate per questo motivo). Panasonic avrebbe dovuto metterlo total oriented? Non lo so, non sono propriamente un patito dei display che ruotano completamente, però in questo caso specifico non ne ho sentito la mancanza quindi direi che va bene così.
Menu ed interfaccia
Avere un menu semplice ed intuitivo, con le varie voci ben distribuite, dovrebbe essere la prassi per lavorare bene e tenere un workflow fluido e agevolato. Purtroppo, con Panasonic S1, non è così: mi trovo davvero in contrasto con me stesso in questo momento perché se da una parte apprezzo tantissimo un fattore, dall’altra ne detesto un altro in egual misura. Di cosa sto parlando? Panasonic S1 non ha un menu semplice, anzi utilizzare la parola semplice potrebbe rivelarsi un eufemismo. Entrare nelle voci di questa fotocamera è come farsi rapire da un trip mentale allucinogeno che non lascia scampo perché ha talmente tante impostazioni e talmente tante opzioni attivabili che il solo cercare una cosa diventa come affrontare il labirinto del minotauro senza il filo di Arianna. Dall’altra parte, però, avere così tante voci mi piace perché davvero ti permette di selezionare ogni minimo dettaglio della macchina fotografica, ti da una sensazione di completezza assoluta e ti fa capire di essere davanti ad un prodotto di assoluta professionalità.
Per essere più precisi, Panasonic S1 ha 6 sezioni che, a loro volta, si dividono in altre sottosezioni che, a loro volta, si dividono in altre voci. Non voglio sembrare esagerato: il menu è tecnicamente ordinato e pulito, il problema è la mole di roba che davvero fa saltare la testa. Abituato come sono con Sony, non pensavo di soffrire questo patibolo anche con altri brand, eppure qui è successo. Ho apprezzato ogni singola voce, ogni singola possibilità di settare il parametro X in modo dettagliato, però forse è veramente troppo. Magari è una questione di abitudine, di prenderci la mano con il tempo e andare a memoria. O magari è una sensazione dovuta a come sono state suddivise le varie voci; non lo so, davvero, so solo che navigarci è tanto bello quanto frustrante ed insidioso, tanto che in certi momenti ho rinunciato a cercare una determinata impostazione. Nonostante questo, con Panasonic S1 potrete davvero impostare ogni singolo settaggio della fotocamera a vostro piacimento e, ricollegandomi alla parte iniziale della recensione, ora arrivo anche a capire il perché di tutti quei pulsanti sul corpo volti a migliorare il workflow e a non farti entrare nelle labirintiche sezioni del menu.
Per concludere, comunque: meglio un menu con più impostazioni rispetto ad uno troppo scarno. Il primo si può imparare pian piano e, per quanto possa rivelarsi ostico, lentamente ci si fa l’abitudine e si va a memoria. Invece, quando si trova una fotocamera con pochi parametri e voci regolabili c’è poco da fare, se non adattarsi per forza di cose alla pochezza offerta. Quindi non me la sento di bocciare il menu di Panasonic S1 a priori, ma nemmeno di promuoverlo: è strano, va capito, navigato, utilizzato, ma non è assolutamente semplice.
Altri parametri
Una macchina fotografica professionale non può esimersi da avere delle connettività interne ed esterne di tutto rispetto, e qui Panasonic S1 ha tutto quello che un fotografo professionista può ricercare. Due ingressi jack da 3,5 mm permettono di inserire cuffie e un microfono esterno, strumenti essenziali per chi realizza video professionali e cortometraggi. Il doppio slot di memoria salva la vita sempre e comunque, tanto che non prendo quasi nemmeno in considerazione una macchina fotografica che non lo offre. Ritrovarsi ad un evento con una sola scheda SD che si rompe significa buttare via tutto il lavoro fatto e rischiare di non vedere i soldi, quindi ben venga la doppia memoria. Una delle due è XQD, un formato relativamente recente che, rispetto alle schede SD classiche, garantisce una velocità importante e soprattutto una sicurezza maggiore. Ovviamente tutto può rompersi, stiamo parlando di tecnologia, ma le possibilità sono davvero basse rispetto le controparti. L’ingresso HDMI risulta molto utile sempre in campo video, mentre può risultare impervio trovare quello per il controllo remoto, posto sul lato alto e sinistro e troppo vicino al pulsante di lock, a mio avviso. Internamente, il Wi-Fi e il Bluetooth svolgono perfettamente il loro compito: con il primo vi sarà possibile utilizzare la fotocamera a distanza anche grazie all’applicazione ufficiale del produttore, mentre col secondo potrete passare gli scatti direttamente sul vostro smartphone / tablet senza stare ad estrarre la scheda di memoria o fare collegamenti coi cavi.
La durata della batteria è un altro degli elementi che più mi ha deluso: Panasonic S1 arriva a fatica ai 380 scatti dichiarati dal produttore, soprattutto se la si utilizza senza parsimonia. Questo valore è obiettivamente troppo basso rispetto ai modelli della stessa fascia presenti da più tempo sul mercato, quindi spero che nel futuro il produttore cambi batteria o trovi il modo di farla durare più a lungo. La ricarica, però, è relativamente veloce: in un paio di ore la batteria è pronta per l’utilizzo a piena potenza. Una cosa che però non mi è proprio andata giù è il surriscaldamento eccessivo della macchina fotografica: va bene che siamo ad Agosto e fa caldo, ma dopo un’oretta di utilizzo nemmeno troppo intenso avrei potuto cuocerci delle uova sul fondo di Panasonic S1. Girando sempre con Ricky a Milano ho avuto modo di toccare la fotocamera che stava utilizzando lui e, seppur le stessimo usando dallo stesso momento e alle stesse temperature, la sua era molto più fredda rispetto la mia. Nonostante questo non mi è mai uscito nessun avviso o altro sullo schermino. Magari se fossi andato avanti con lo stesso ritmo qualcosa sarebbe apparso, però mi è bastato rallentare un attimo per sistemare in parte la situazione. Fatto sta che un surriscaldamento di questo tipo è eccessivo, e potrebbe dare fastidio.
Per scrivere la recensione ho utilizzato Panasonic S1 con l’obiettivo “kit” 20-60mm f/3.5-5.6, lente che mi è piaciuta per la praticità ma non per la resa. Forse, tutto il discorso fatto sopra sulla qualità d’immagine, potrebbe essere stato influenzato da questa lente bella ma non ottima, sicuramente al di sotto di altre sviluppate dal produttore e da quello che ci si aspetta da una macchina fotografica full frame. Panasonic 40-60 f/3.5-5.6 si è rivelata comunque un’ottica perfetta per chi inizia, una tuttofare senza infamia ne lode che inizialmente può fare comodo a chi cerca uno zoom di buona qualità costruttiva e ottica, nonostante l’apertura del diaframma sia lontana da quella delle di qualità. A livello di costruzione comunque si è rivelata molto resistente, pesante e ben realizzata: un modello che sta bene sulla fotocamera e che lascia una bella sensazione, nell’utilizzarlo.
Panasonic S1 recensione: galleria fotografica
Panasonic S1 recensione: scarica i file RAW
Dopo tutto quello che vi ho detto sarete curiosi di testare con le vostre mani i file RAW di questa macchina fotografica, quindi eccoli qui! Come ogni nostra recensione vi lasceremo a disposizione alcune delle fotografie che abbiamo scattato proprio perché siamo convinti che, per quanto noi possiamo esprimere il nostro parere, alla fine una macchina vada utilizzata, provata e testata per capire se è quella giusta da acquistare. Permettervi di scaricare i file RAW è poi noi un dovere, convinti come siamo che alla fine il processo di post-produzione sia essenziale per valutare effettivamente le qualità di un prodotto. Ci sembra doveroso avvertirvi di un piccolissimo problema: il modello pervenutoci, purtroppo, aveva un po’ di sporco sul sensore. Nonostante abbiamo provato a rimuoverlo con la pompetta, non siamo riusciti del tutto e non abbiamo voluto toccare il sensore perché avremmo potuto rovinarlo; non essendo nostra la macchina fotografica non ci è sembrato il caso di farlo. Potete fare il download dei RAW direttamente da questo link.
Panasonic S1 recensione: conclusioni
Cosa dire arrivati alla fine di questa recensione su Panasonic S1? Questa è una fotocamera senza infamia e senza lode, che fa tutto bene ma senza eccedere in nulla, se non nella parte video. Ci sono alcune cose che non mi sono assolutamente piaciute e che avete avuto modo di constatare durante la lettura dell’articolo, come la pasta generale dell’immagine e una sensibilità ISO decisamente da migliorare, mentre altre, come l’incredibile stabilizzazione e la sensazione che il corpo restituisce, mi hanno davvero colpito positivamente.
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Leggi di piùSi vede, a parer mio, che per il produttore questo era il primo impatto con il mondo del formato full frame e, come normale che sia, un po’ d’inesperienza la si paga sempre. A chi consiglio Panasonic S1? La consiglio a tutti gli affezionati del produttore giapponese, assolutamente a chi necessita di un corpo per fare fotografie ma soprattutto video, a chi piace tenere in mano un corpo resistente e pesante. La consiglio anche a chi vuole approcciarsi per la prima volta nel mondo delle full frame con il marchio Panasonic, perché appunto riesce a fare tutto discretamente pur non eccedendo in nulla. Non la consiglio invece a coloro che cercano una gamma dinamica importante, un autofocus sempre preciso e veloce, a chi non ha voglia di sbattersi ad imparare menu lunghi, complessi e pieni di voci. Il rapporto qualità / prezzo, poi, non è propriamente tra i migliori sul mercato. In definitiva, Panasonic S1 è un ottimo punto di partenza per il produttore, ma avrebbe potuto fare di più.

Recensione in breve
Panasonic S1
Panasonic S1 è un modello senza infamia ne lode, acerbo sotto alcuni punti di vista e che mostra il fianco alla poca esperienza del produttore nel mondo del formato full frame. Detto questo resta una buona fotocamera che fa tutto bene, anche se non eccelle in nulla e, soprattutto lato video, saprà togliere tantissime soddisfazioni ai suoi utilizzatori
PRO
- Qualità costruttiva di primissimo livello
- Il grip migliore mai provato
- Resa dell'immagine senza infamia ne lode
- Stabilizzazione interna di qualità
- Mirino e display di ottima fattura
- Registrazione video da prima della classe
CONTRO
- Resa dell'immagine senza infamia ne lode
- Resistenza agli ISO migliorabile
- Menu complessi e articolati
- Gamma dinamica al di sotto delle aspettative
- Durata della batteria da rivedere
- AF velocissimo ma non molto preciso