Parrot ANAFI Ai è il primo drone ad utilizzare la tecnologia 4G come collegamento principale tra comando e drone. Ripiegabile e resistente alla pioggia, questo drone stabilisce nuovi standard nel mercato dei droni per professionisti. Vediamo insieme tutti i dettagli.
Parrot ANAFI Ai: connettività 4G e qualità d’immagine
L’azienda francese ufficializza con questo annuncio il suo allontanamento dai droni consumer. Questo nuovo ANAFI Ai unisce in un certo senso il design dei droni consumer con le funzionalità per professionisti. Parlando proprio di design non possiamo non notare l’unicità di questo nuovo drone, che si ispira apertamente a forme di insetti. Design davvero unico anche quello del radiocomando Skycontroller 4 che è composto da due parti che si collegano direttamente allo smartphone, una rivoluzione rispetto agli altri radiocomandi del settore.
Nel controller è presente anche un’uscita HDMI che consente uno streaming video diretto. Come ormai in tutti i droni di un certo livello, anche questo ANAFI Ai rileva ed evita ostacoli in tutte le direzioni grazie al suo sistema di prevenzione ostacoli.
Affidabilità della connessione
La scelta di utilizzare la tecnologia 4G non è di certo un virtuosismo, ma ha dei risvolti pratici molto utili. Essendo molto utilizzata e affidabile in tutto il mondo, questa tecnologia a lungo raggio a bande di bassa frequenza a 700 MHz – 900 MHz garantisce un segnale ottimo a qualsiasi distanza. Molti operatori 4G di tutto il mondo offrono servizi dedicati anche a primi soccorritori come vigili del fuoco o polizia. In Parrot hanno lavorato a fondo per sviluppare un software di streaming adatto a qualsiasi situazione 4G. Questo software adatta automaticamente il frame rate e risoluzione in base alla qualità della rete.
La cosa forse più interessante è che Parrot ANAFI Ai non richiede un abbonamento specifico per funzionare, agli utenti basta una qualsiasi carta sia abilitata al 4G. In ogni caso la connessione principale rimane in Wi-Fi e solo in caso di perdita di segnale o di operazioni BVLOS (con drone non a vista) viene utilizzato il 4G. Il range massimo in Wi-Fi in CE è di 4 km mentre in FCC arriva fino a 9 km. Inoltre i dati presenti nel drone sono crittografati che oltre ad essere una garanzia offre anche una migliore affidabilità e stabilità del software. Così com’è crittografata la comunicazione tra drone e radiocomando fornendo un’identità univoca al drone per l’accoppiamento 4G. L’azienda si impegna costantemente a migliorare la sicurezza informatica dei propri prodotti collaborando con YesWeHack alla ricerca di possibili vulnerabilità nei proprio droni.
Comparto foto e video
Il sensore CMOS da 1/2″ a 48MP garantisce delle immagini davvero di altissima qualità. A livello fotografico troviamo praticamente le classiche funzioni ormai presenti in molti droni e camere. Dallo scatto singolo, passando per i bracketing ed arrivando fino alle modalità panorama, questo drone offre tutte le caratteristiche di utilizzo che ormai ci aspettiamo da prodotti di questo tipo.
Tutto le modalità fotografiche in breve:
- Scatto singolo: viene acquisita istantaneamente un’immagine a piena risoluzione
- Bracketing: vengono scattate 3,5 o 7 foto ad esposizioni differenti
- Raffica: vengono acquisite 10 foto in un secondo
- Panorama: diversi scatti vengono uniti per creare panorami sferici(360°), orizzontali (180°), verticali (109°) e superwide (HFOV 110°, rettilineo)
- Timelapse: vengono scattate foto ad intervalli stabiliti
- GPS Lapse mode: permette di scattare foto a intervalli di distanza stabiliti
Come in ogni altra camera in commercio si possono controllare tutti i parametri di scatto ed è possibile acquisire immagini in RAW. Ultima menzione va allo zoom digitale 6X che combinato ai 48MP e ad un algoritmo specifico ci permette di avvicinarci al soggetto fino a 75 m.
Passando invece al comparto video ci rendiamo conto che è di alto livello nonostante non sia un drone pensato per videomaker professionisti. La risoluzione massima è di 4K a 60 fps e il frame rate arriva addirittura a 120 fps in 1080p. È possibile registrare video in formato P-Log che consente di conservare più gamma dinamica possibile per avere un file a cui poter applicare anche del color grading. L’aspetto sicuramente più interessante è la registrazione HDR che porta la gamma dinamica fino a 16 stop ed ha un profilo colore a 10 bit, l’ideale per valorizzare al meglio il file in fase di coloring. Il tutto unito ad una stabilizzazione ibrida a 6 assi (meccanica 3 assi ed elettronica 3 assi) assicura immagini sempre stabili e perfette anche con venti trasversali fino a 12,7 m/s (45 km/h).
Parrot ANAFI Ai: fotogrammetria e software open source
Dato il suo principale utilizzo professionale, questo drone è pensato e sviluppato per adattarsi a tutte le esigenze. Grazie all’inclinazione del suo gimbal da -90° a +90° questo drone diventa perfetto per la fotogrammetria che compie addirittura in autonomia. L’intelligenza artificiale di ANAFI Ai gli permette di eseguire automaticamente piani di volo per la fotogrammetria ottimizzando produttività e risparmiando tempo. I professionisti possono generare missioni ottimizzate in base alla pianta dell’edificio selezionato in un solo clic. Grazie al sensore da 48MP questo drone offre modelli 3D e 2D davvero molto accurati e compatibili con i principali software di fotogrammetria.
Nel caso del software PIX4D Parrot si è spinta anche oltre facendo inviare le immagini dal drone direttamente al software. Così una volta atterrato non sarà necessario fare nessun trasferimento ma avviare semplicemente il calcolo sulle immagini già inviate a PIX4D. Infine arriviamo al Software Development Kit (SDK) che più di tutti ci fa capire che Parrot ha sviluppato questo nuovo prodotto per i professionisti di settore. Ormai da diverso tempo l’open source è al centro delle piattaforme Parrot e con il lancio di ANAFI Ai espande anche il suo SDK. La settima versione della sua applicazione FreeFlight diventa open source e comprende:
- Air SDK: fornisce un’architettura tecnologica rivoluzionaria per eseguire il codice direttamente su ANAFI Ai. Gli sviluppatori possono programmare missioni di volo autonomo progettate su misura accedendo a tutti i sensori dei droni, alle interfacce di connettività e alle funzionalità del pilota automatico.
- Ground SDK: consente agli sviluppatori di creare applicazioni mobili iOS e Android per i droni Parrot. Tutte le funzionalità del drone (controllo, video, impostazioni) sono accessibili.
- OpenFlight: il nucleo open source dell’applicazione FreeFlight 7. Gli sviluppatori possono concentrarsi sull’aggiunta delle proprie funzionalità e ottenere immediatamente un’app dall’aspetto professionale pronta per essere pubblicata negli store di applicazioni.
- Sphinx: consente agli sviluppatori di testare il proprio algoritmo e la propria strategia di volo in un ambiente di simulazione 3D fotorealistico eseguito tramite Unreal Engine, con un’interazione fisica accurata.
Parrot ANAFI Ai: conclusioni, disponibilità e prezzo
Insomma è palese che Parrot non stia più puntando ai droni consumer, ma si stia sempre più affermando nel mercato di droni professionali. Molti aspettavano un drone sotto i 250 g per competere con il DJI Mini 2 che al momento risulta essere l’unico drone consumer a non richiedere un patentino, ma non è stato così. Questo nuovo drone sarà disponibile nella seconda metà del 2021, quindi molto presto, ma non sappiamo nulla sul suo prezzo di vendita. Per ogni informazione su questo nuovo drone e per contattare l’azienda è online la pagina ufficiale di questo nuovo prodotto.